Open Court: Taylor Fritz, impressioni di gioco (di Marco Mazzoni)
Londra. Il Masters ATP è in pieno svolgimento ed arrivano segnali interessanti. C’era il timore di vivere un’altra edizione sottotono, scontata, sulla falsa riga del 2014. E’ troppo presto per tracciare un bilancio (e gioire…), ma qualcosa sta accadendo e l’interesse si è acceso. Djokovic è stato sconfitto in due set da un ottimo Federer; un match a tratti molto bello, che rimescola le carte nel gruppo ed anche in ottica semifinali. Nell’altro girone un Nadal in costante ripresa è già in semifinale, probabilmente passerà come n.1. Però… Impazzano scenari, possibilità, soprattutto sui social. Tra i tanti commenti alle ATP Finals che si possono leggere su Twitter da parte degli addetti ai lavori, una discreta insofferenza arriva dai colleghi USA, ancora una volta senza giocatori in singolare. E’ una delle evidenze più forti del momento difficile che attraversa da qualche tempo il tennis americano. Ma attenzione, qualcosa si sta muovendo, e pare muoversi piuttosto bene. Quest’anno nelle prove dello Slam junior gli yankee hanno brillato, con successi di Paul, Opelka e Fritz rispettivamente a Parigi, Londra e NY. Proprio Taylor Fritz è il giovane più caldo di quest’autunno. 18 anni appena compiuti, ha inanellato risultati notevoli, improvvisi, tanto da portarlo in prima pagina ed attirare anche l’attenzione di Sampras, che recentemente ha scambiato quattro palle con lui in California dichiarando “Questo gioca molto bene…”. Investitura importante, visto che Pete parla poco, e difficilmente si sbilancia. Dopo US Open, Fritz (ancora 17enne) in ottobre ha giocato due Challenger uno dopo l’altro. Li ha vinti entrambi, sconfiggendo gente navigata come Brown, Rola, Smyczek. Un piccolo record il suo, non accadeva da molto tempo ad un ragazzo così giovane. Due successi che l’hanno portato a ridosso della top200 ATP, ed in pratica in tabellone stabilmente nei prossimi eventi di categoria, dove appare scontato che farà punti pesanti e salirà ancora. Probabilmente molto in fretta.
Fritz l’avevo visto giocare in streaming, ma senza prestargli grande attenzione. Mi aveva colpito per quello sguardo un po’ ruvido, con dei tratti da “Leo Di Caprio arrabbiato…”, e per un servizio molto fluido. Mi ero proposto di seguirlo di nuovo, appena possibile. L’occasione è arrivata ieri, nel Challenger di Champaign (USA) contro il britannico Evans. Taylor non ha deluso. Non solo ha vinto in tre set, ma ha giocato un match per nulla banale, superando momenti difficili e tenendo quasi sempre in mano il match sul piano del gioco. Fritz ha mostrato un potenziale notevole, tra colpi già importanti, qualità e ovviamente difetti. Senza alcuna pretesa di essere esaustivo o tanto meno lanciami in sentenze, ecco le mie primissime impressioni di gioco sul giovane californiano.
Intanto un dato statistico che spiega che razza di giocatore sia: ieri 20 Ace, molti servizi vincenti, tanti winner da fondo e soprattutto in risposta. Fritz è un tennista americano come indole (quindi offensivo), ma con una tecnica più raffinata rispetto a molti dei suoi connazionali di pari età o poco più grandi, ed un bagaglio più completo. Gioca aggressivo, gioca a tutto campo, e gioca facile. Vedendolo dall’angusto schermo del pc, l’aspetto che più mi intriga è la facilità con cui colpisce e come la palla gli esca bene dalle corde, in quasi tutte le situazioni di gioco. Possiede un certo istinto, una fluidità spiccata nel gesto, probabilmente anche nel pensiero perché il suo tennis scorre via facile, senza evidente fatica. Ama produrre di gioco, sfruttando le doti di buon colpitore, proiettato abbastanza in avanti. La sensazione tuttavia è che debba ancora trovare una direzione precisa al suo gioco, e sviluppare tutti i colpi in modo coerente alla sua tattica aggressiva, perché ancora, per la giovane età, ha la tendenza ad improvvisare, cercando la giocata.
Altro elemento evidente (e molto positivo) nel suo tennis è il modo in cui colpisce e risponde, sempre in grande avanzamento, con l’idea di rubare tempo di gioco, soprattutto da sinistra, il lato più naturale, più sicuro ed efficace. Oggi è più forte in costruzione che in sbarramento, dove tende a cercare la giocata invece di contenere e provare e ribaltare lavorando lo scambio.
Analizzando i vari colpi, è giusto partire dalla battuta, forse la sua migliore esecuzione in assoluto. La mia sensazione è che non diventerà mai un classico “bombardiere”, uno di quelli che senza servizio è smarrito; ma il servizio è la base del suo tennis, per i punti che ricava e per come sviluppa dal servizio (e dalla risposta) un gioco offensivo. Il gesto è molto interessante per come accelera in progressione, senza pause nel movimento e senza dare una sensazione di sforzo o di strappo. Non ribalta quasi le spalle, ancora non conferisce granché il peso del corpo sulla palla, ma l’accelerazione è continua, precisa, e genera alte velocità e precisione. Il movimento è breve, con lancio di palla abbastanza basso, quindi è molto complicato leggere la direzione, anche sulla seconda. Praticamente non inarca la schiena: l’accelerazione viene dalla spinta delle gambe e dalla frustata del braccio, davvero notevole ma senza strappare a tutta. La testa della racchetta esce molto bene, ma l’aspetto più notevole è come esca dal movimento con ottimo equilibrio, tanto che è subito pronto ad incontrare la risposta e non cadere in difesa. Con questa ottima base, costruendo il fisico (muscolarmente è acerbo) e incrementando il caricamento potrà far diventare questo colpo assolutamente devastante, e funzionale al suo tennis offensivo.
Non solo servizio: tutti i colpi di inizio gioco sono notevoli, risposta inclusa. Ieri in molte occasioni ha trovato un timing clamoroso, di puro braccio anche con poco equilibrio, generando un impatto regale, secco, ben davanti al corpo, con la palla che filava via velocissima in lungo linea, praticamente imprendibile. Istinto forse, ma anche reattività notevole e grande capacità motoria. Mi ha piuttosto impressionato con la risposta di rovescio, precisa e ficcante. Meno con quella di dritto (il colpo meno naturale), anche se in alcuni occasioni ha trovato qualche soluzioni micidiale. Sul lato destro paga la tendenza a “scavare” sotto la palla, incontrandola comunque partendo dal basso in avanti invece che diretta. Perde qualche frazione di secondo e controllo, limite che ad altissimo livello non potrà permettersi. In generale, gli piace prendere il rischio già dalla risposta, facendo esplodere la sua naturale inclinazione di giocatore aggressivo. E’ un fattore interessante anche dal punto di vista tattico, perché mette grande pressione a chi serve, soprattutto sulle seconde visto che la tendenza di Taylor a spingere e cercare la riga diventa in certe fasi del match quasi sistematica.
Nel colpi da fondo campo ha una buona sicurezza, ma si nota una certa differenza tra dritto e rovescio, con una netta preferenza per quest’ultimo. Il dritto infatti è un colpo discreto, veloce e potente, ma che mi convince di meno rispetto al rovescio perché più costruito. E forse, costruito “troppo”. E’ molto yankee per la preparazione ampia e propensione a tirarlo su palla alta, per spaccare lo scambio. Ma vista la sua naturale velocità di braccio e manualità, trovo nel movimento troppe sovrastrutture e fasi non utili a generare uno swing davvero efficace. Il gesto è fin troppo ampio, sia nell’apertura e ricerca della palla che chiusura. Quando ha tempo, tende ad approcciare la palla abbastanza lateralmente, con una posizione classica. Inizia l’apertura con il braccio piegato e con il polso altrettanto piegato, e la racchetta che quindi forma un angolo importante rispetto al gomito (la faccia che andrà ad impattare è praticamente rivolta dietro). Proprio per questa posizione, quando aggredisce la palla nella fase attiva dell’impatto è “costretto” a scavare la palla dal basso, facendo un gesto assai ampio e circolare, che infatti termina ben laterale dietro, con la testa della racchetta che a fine corsa è dietro alla sua testa quando carica il colpo, ed a 45° di lato quando spinge a tutta cercando la massima velocità. E’ un movimento molto personale, che pare governare con buon controllo, ma che può portargli due problemi: 1) richiede tempo, ed al salire del livello ne avrà sempre di meno; 2) è facile perderne il controllo appena è costretto a giocarlo fuori equilibrio, perché la posizione delle gambe, essendo il gesto ampio, è ancor più indispensabile per trovare feeling, tempo di impatto e controllo. Usa molto il polso, per coprire la palla e chiudere l’angolo, e questo rende il tutto ancor più complesso. In generale l’esecuzione sembra più forte nella direttrice cross (nel match vs. Evans ne ha tirati alcuni impressionanti per velocità e precisione, molto stretti) che inside-out, perché in quest’ultimo caso, per via della sua meccanica esecutiva, deve farsi molto spazio col corpo, e gli serve anche più tempo per riuscirci. E visto come nel tennis di oggi è importante martellare sul rovescio dell’avversario questo potrebbe essere un limite. In un certo senso mi ricorda come giocava il dritto il primissimo Djokovic, ancora junior. Novak è stato poi bravissimo a lavorare duro sul colpo per renderlo più fluido, veloce e penetrante; Fritz dovrebbe seguire una traiettoria simile, cercando uno swing più corto e diretto per entrare di più nella palla, per generare più velocità e trovare anche un anticipo superiore.
Molto più efficiente il rovescio bimane. Gesto corto, eccellente l’equilibrio e la velocità della testa della racchetta nel rilasciare la palla. Le braccia assecondano la rotazione del busto e scorrono via in totale naturalezza, trovando un timing formidabile. Davvero naturale il cross, con cui può trovare angoli molto stretti perché riesce a dare una spazzolata notevolissima senza perdere controllo. A fine colpo la racchetta finisce totalmente dietro, con i gomiti ben in avanti, per una rotazione naturale e non eccessiva, ma così veloce che quando blocca l’impatto in avanti per cercare il lungo linea è molto difficile leggerla. Il difetto più evidente sul lato sinistro è quando si fa venire la palla troppo addosso: tende a fare un mezzo passo indietro, e perde il miglior tempo di impatto, con la palla che scappa via lunga, o larga. A rete sa toccare la palla, è un giocatore sensibile.
Dove deve migliorare? Sarebbe da dire “in tutto”, ma principalmente nella intensità e nella continuità della sua spinta. E’ normale, vista la giovanissima età e la poca esperienza. Per il suo coach Nainkin deve lavorare moltissimo sul fisico, nel gioco di rete e nell’approccio alla rete. Concordo totalmente. Taylor ha un tennis piuttosto naturale, ma gli serve più forza per reggere l’altissimo livello e resistere nelle battaglie. Oggi corre meglio in avanti che lateralmente, o almeno è più ordinato e sa frenare al momento giusto. Sembra bravissimo nell’intuire il momento dello scambio per attaccare, sia tirando un colpo preciso da seguire in avanzamento, che in controtempo. Ieri contro Evans più volte ha divorato il campo in avanti con tre passi, chiudendo con sicurezza sotto rete, ma altre volte ha esagerato nell’approccio, finendo lungo.
Tatticamente è ancora disordinato. Essendo un naturale costruttore di gioco e non un tennista tattico, è un difetto scontato vista la sua età. Stenta a trovare equilibrio nel passaggio da attacco a difesa e viceversa. Proprio la fase difensiva è quella più lacunosa. Si prende rischi eccessivi in momenti non adeguati, nel game e nello scambio. E’ ancora acerbo, ma ha il piglio di chi si gioca il punto “alla grande”, senza tirarsi indietro o a far sbagliare l’altro. Deve assolutamente lavorare per costruirsi colpi interlocutori più continui e consistenti. Oggi appare in netta difficoltà quando cerca di ributtare l’avversario lontano dalla riga per riguadagnare campo. Il back lo usa, tecnicamente anche in modo discreto, ma trova soluzioni più interessanti quando è lui a comandare (ed il taglio diventa un’arma tattica) piuttosto che nelle situazioni difensive, quando la palla è forse tagliata troppo sotto e corre poco, finendo abbastanza corta e facilmente attaccabile.
Queste sono le primissime impressioni di gioco su Taylor Fritz, un ragazzo promettente che è esploso all’improvviso ma sembra possedere qualità molto interessanti per emergere. E’ molto diverso dalla potenza ed esuberanza di Tiafoe, ed anche dal tennis più geometrico di Kozlov. Sarà tutto da scoprire nel 2016, anche se è probabile che possa essere per lui un’annata interlocutoria, di crescita tecnica ed agonistica ma senza risultati eccezionali. Di sicuro il californiano è una delle speranze più concrete del tennis USA, per ritrovare un campione che possa dire la sua nei grandi tornei e, chissà, far tornare finalmente uno statunitense alle ATP Finals nel giro di qualche anno.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: analisi tecnica, Fritz, Giovani talenti, Marco Mazzoni, Open Court, Taylor Fritz
@ biglebowsky (#1491501)
tu sei molto promettente per il varietà …ahahahah
@ biglebowsky (#1491501)
ahhh veramente? e non lo so fino a lì non ci sono arrivato……non sarai troppo simpatico che dici? documentati e poi eventualmente eviterai di fare lo spiritoso
anche la classe 2014 è molto promettente…..
ah, dimenticavo….del 2000 anche il francese Roumane
in generale le classi dal 2000 al 2002 sembrano davvero forti…
ragazzi, i più forti di tutti devono ancora arrivare…dovete guardare oltre…alla classe 2000…alcuni nomi? il canadese Auger Aliassime, i tedeschi Kuhn e Molleker, il russo Avidzba, l’israeliano Oliel, l’argentino Baez…e poi, il coreano Han ed il bulgaro Andreev, classe 2001, vedrete…
@ Luca Napoli (#1491136)
Opelka è 97 non 98
E intanto Fritz è in semifinale in un Challenger (Champaign, USA) dopo aver battuto nei quarti la testa di serie n. 1 Jaziri, discreto tennista, molto esperto, n. 100 del mondo…
Il fatto che loro ce li hanno non significa che “diventeranno” forti per forza, mica li hanno solo loro ho detto che tra tutti quelli solo su Paul scommetterei qualcosa sugli altri sono molto dubbioso nonostante sono già competitivi a livello CH fritz ne ha vinti due di fila, tiafoe finale sett scorsa, rubin vinto due sett fa.
@ totipz (#1491235)
non credo proprio e comunque loro ce li hanno noi no o per lo meno facciamo progressi da lumaca
Tra tutti gli americani l unico che pare veramente possa ambire a top10 è paul.
Tiafoe non ce lo vedo può essere un buon giocatore niente di più.
Fritz opelka mmoh e kozlov saranno gli harrison del domani
Nei primi 20 del mondo i più giovani sono Thiem 22 tomic 23 e raonic 24….nei 10 nishikori 25…questo vi fa capire che tutti sto calcoli lasciano il tempo che trovano …io credo che adesso l ‘ unico che può fare il botto in un singolo evento e’ kyrgios ..ma è molto fragile fisicamente ..
@ Luca Napoli (#1491136)
Ci sarebbe anche Safiulin da inserire. I due del ’97, Zverev e Rublev sono quelle che sec me potranno far meglio..ma forse, come disse correttamente Nadal parlando delle nuove generazioni, “difficile fare previsioni perchè chi in questi 2/3 anni lavorerà meglio e migliorerà di più il suo tennis …” Vedremo..
@ Luca Napoli (#1491136)
Una precisazione: Opelka è nato nel 1997; e aggiungo che secondo me non è particolarmente promettente. Tra i ’97 promettenti ci metterei anche il russo Safiullin e tra i ’98 anche l’americano Mmoh.
sì, mi ricordo che biglebowsky ne aveva parlato molto bene dopo averlo visto al Bonfiglio, ma per ora rimane un oggetto misterioso.
Tiafoe è più forte e anche più giovane
Che é, un tuo amico o il tuo ragazzo? No perché quest’anno si son scontrati al Bonfiglio, e la differenza sembrava non solo sui colpi di inizio gioco
Facciamo il punto sui giocatori piú forti e promettenti:
95:
– Kyrgios
– Edmund
– Donati
– Nishioka
96:
– Coric
– Ymer
– Kokkinakis
– Chung
– Donaldson
97:
– Zverev
– Rublev
– Fritz
– Paul
– Jasika
98:
– Tiafoe
– Kozlov
– Ymer
– Lee
– Luz
– Opelka
dopo un periodo di crisi per gli USA credo che con questi giovanissimi abbiano trovato futuri campioni hanno fatto salti in classifica al contrario nostro con progressi di una lentezza snervante
certo che vedendo il rendimento che già ora come ora hanno alcuni suoi coetanei classe ’96 (Coric, Kokkinakis e Chung), alcuni classe 97 (Zverev, Rublev, Fritz, Paul, ma anche Safiullin e Jasika direi) ed alcuni classe ’98 (Tiafoe, Lee, Kozlov, Mmoh e Ymer), pensando alla situazione di Quinzi non si capisce come potrà in futuro trovarsi a primeggiare su di loro….
I nostri ‘maturano’ SEMPRE più tardi…
e comunque, al suo livello e certamente non inferiore c’è anche il suo connazionale Tommy Paul, sempre classe ’97…è sicuramente più forte di Fritz sul rosso, sul cemento invece gli è un tantino inferiore, ma di poco eh…
Non è questione di lentezza ma di qualità.
lo visto giocare ,fisicamente e per come si muove mi ricorda tantissimo il talentuoso marat safin!
il ragazzo è senz’altro forte, ma, purtroppo per lui, già soltanto tra i suoi coetanei, ce ne sono almeno un paio ancora migliori di lui…Zverev e Rublev
Secondo me ha da invidiargli anche 1500 posizioni davanti a lui in classifica…
il ragazzo è già 193 cm e potenzialmente può crescere ancora. avrà dei grossi problemi di spostamento, come tutti i spilungoni. nel tennis, l’altezza di un campione va dai 180 ai 190 cm. poi diventa tutto più difficile. dovesse crescere ancora un po’, sarebbe dura per lui diventare un top player
@ andy (#1491088)
Conosci Alexander Weis? Ecco, a Fritz (che, comunque, si tira nelle stringhe quando è costretto a muoversi),non ha che invidiare i colpi di inizio gioco.
Il polso non si utilizza attivamente nel generare topspin, mai. E le spalle si ribaltano eccome nel servizio di Fritz (è uno dei cardini della biomeccanica del servizio).
Ma, invece di disimpegnarsi in disamine su concetti dei colpi dello yankee assimilabili a QUALUNQUE giocatore (comme l’affiancarsi in determinate circostanza o il movimento “circolare” dello swing, al netto degli errori), perchè non soffermarsi sul lancio diverso che utilizza a seconda di taglio e traiettoria da dare servizio (cosa che un top player non dovrebbe avere) o su Evans che leggeva con AMPIO anticipo la direzione dei suoi colpi?
…………….
@ grandepaci (#1491087)
daccordo 😆
@ andy (#1491088)
daccordissimo 😆
Noi andiamo troppo lenti
il vero futuro del tennis lo dico da tempo secondo me gia´agli australian open fara´sorprese vedrete 😉