L’inquinamento di Pechino
Il torneo di Pechino, e precedentemente quello di Wuhan, esattamente come l’anno scorso, si fanno notare per quello che avviene in campo ma purtroppo, anche per le condizioni in cui giocatori e giocatrici sono chiamati ad affrontare i loro match.
Il caldo di Wuhan e le sospensioni di tanti match per non vedere gli atleti svenire in campo, l’inquinamento atmosferico di Pechino (ma anche di Wuhan), che fanno esplodere le contestazioni di alcuni tennisti e preoccupano gli appassionati per le sorti dei loro beniamini. In particolare Martin Klizan, all’indomani del suo match perso, affermava tranquillamente di non voler più giocare in futuro a Pechino, esausto e spaventato da un inquinamento percepibile nell’aria e che lo aveva portato ad avere problemi (respiratori e conati di vomito) più volte a ridosso e subito dopo il match. Sembrava una scusa, come se Klizan cercasse l’ennesimo volo pindarico per non accettare i propri demeriti: in realtà quello di Klizan è stato un polverone giustamente sollevato e condiviso da altri nel circuito.
L’inquinamento atmosferico può influire e tanto sulle prestazioni sportive: ci sono fattori e reazioni del tutto personali a seconda del giocatore in questione, che possono rendere realmente difficoltoso il disputare un evento sportivo o in questo caso, una partita di tennis.
Se il caldo australiano, la pioggia londinese, il vento, sono tutte condizioni atmosferiche che possono condizionare il tennis e la sfera psicologica dei vari atleti, ugualmente l’inquinamento atmosferico cinese può compromettere alcuni risultati.
A Pechino la situazione è davvero preoccupante come in generale in tutta la tournée asiatica: ciò che colpisce è l’immobilismo della WTA e dell’ATP. I contratti pubblicitari, gli accordi economici e la voglia di esportare il tennis in ogni angolo del globo, non possono valere il prezzo di un tale biglietto. Le condizioni di salute dei tennisti dovrebbero essere al primo posto all’interno dei due circuiti, che d’altronde si vantano di essere delle vere e proprie famiglie per i propri giocatori.
Peraltro il gioco vale davvero la candela? Perché incaponirsi nel mercato asiatico quando questo, dopo l’esperienza non così fruttuosa di Pechino 2008 e il ritiro di Na Li, non si sta rivelando un bacino di utenza importante? Spalti semi vuoti, sempre e in qualsiasi torneo finora disputato, stanno a significare il poco interesse del pubblico cinese nei confronti del tennis, uno sport che non attecchisce: questo fattore e condizioni come l’inquinamento, non dovrebbero essere sufficienti per scegliere altri mercati dove puntare il proprio mirino?
Alessandro Orecchio
TAG: ATP Beijing, ATP Beijing 2015, Inquinamento, WTA Beijing, WTA Beijing 2015
Purtroppo vado spesso anche io a Trieste e compatisco gli abitanti di Servola, costretti a respirare l’aria mefitica della Ferriera ex Lucchini ora Arvedi. Tasso di incidenza del cancro in quel quartiere agli stessi livelli del quartiere in cui è insediata l’Ilva di Taranto. E’ una vergogna locale e nazionale che a molti fa comodo ignorare e che evidentemente anche tu ignori.
gli u.s.a. magari saranno la nazione più inquinata,ma pechino è proprio lo schifo mondiale,a questo livello.
@ Salviati (#1467513)
bah io a trieste ci vado spesso,anche per lavoro e grandi problemi del genere non li ho visti…magari ci saranno ,però penso che come città rispetto agli anni scorsi sia messa meglio.
P.S. In Cina ci vado per lavoro, e so che ci sono zone inquinatissime e altre meno.
Pechino fa abbastanza schifo in generale, ma il Nord Italia di alcuni decenni fa come era?
Globalmente però chi è che emette più tonnellate di CO2 e altri simpatiche sostanze?
In realtà il maggiore inquinatore sono gli USA.
Se consideriamo le emissioni e i consumi energetici per abitante, non c’è storia.
La Cina sta facendo passi da gigante per limitare l’inquinamento. Sono all’avanguardia in molte tecnologie energetiche.
in verità, la cina ha superato gli us in questa triste classifica solo recentemente. gli us sono stati per decenni i più grossi inquinatori a livello mondiale e attualmente sono comunque al secondo posto.
Taranto e la terra dei fuochi le conosciamo, mentre quelle cinesi no.
Cioè non è che la non ci siano situazioni simili!
Detto questo l’inquinamento dell’asia è pauroso, sono stato poco tempo fa a Bangkok, se non si ci passa non si ci rende conto della differenza tra la e qua!
Detto questo, il problema è tutto e di tutti, tranne che dei tennisti, che sono li per i soldi, per divertirsi, e per far il lavoro più bello del mondo! Da domani sono in un altro posto. Il problema lo tirano fuori ora, giusto farlo, sono come al solito i termini ed i tempi sbagliati (durante il torneo e quando si perde), e non quando compilano il calendario, magari non presentandosi e comunicandolo ad inizio anno per questioni di salute! Allora si che magari qualcosa si smuoverebbe….ma tranquilli che finito il torneo non se ne parlerà più!
Io non mi preoccupo per la salute dei beniamini del tennis, ma per gli abitanti di Pechino, e per l’inevitabile contributo di Pechino (e di tutte le altre città super inquinate) all’inquinamento globale! QUI NON C’È DA PREOCCUPARSI PER LA SALUTE DEI TENNISTI, MA PER LA NOSTRA!!!!!!!!
@ Salviati (#1467513)
si ma le differenze sono che tutto il mondo sa che l’inquinamento di Pechino e Shanghai è palpabile e visibile esattamente come la nebbia in val Padana, mentre non dappertutto si sa cosa succede a Taranto e nella Terra dei Fuochi. e inoltre in quelle 2 città cinesi (oltretutto sono tra le più popolose al mondo), si disputano i masters 500 e 1000 che attirano soldi e un minimo di attenzione internazionale, mentre a Taranto purtroppo si arricchiscono imprenditori e politici corrotti che non badano assolutamente alla salute dei cittadini e lavoratori, senza che ci sia attenzione all’estero. sbagli quando dici “ben venga Pechino”, non dovrebbero esistere quelle realtà cinesi come non dovrebbero esistere le realtà italiane. purtroppo l’attenzione va dove ci sono interessi condivisi da tante persone e si vede che qua in Italia non frega niente a nessuno… purtroppo.
@ Salviati (#1467513)
Anche noi avremo situazioni critiche ma prova ad andare in Cina e ti renderai conto che la situazione non è neppure lontanamente paragonabile.. Io ci vado spesso per lavoro e non si riesce a respirare né a vedere la luce del sole! Le polveri sottili sono 1000 volte superiori di quelle registrate a Milano in pieno centro… L’Italia e l’Europa in generale, a confronto, è un vero paradiso
Ma farlo indoor?
Purtroppo la Cina inquina il mondo intero, e poi c’è l’India ecc. ecc. Noi nel nostro piccolo non siamo maestri di nulla, abbiamo delle realtà da terzo mondo, appunto. 😥
Ci preoccupiamo della qualità dell’aria altrui e poi abbiamo situazioni come Taranto,Trieste,Brescia,Terra dei Fuochi… dove la gente respira aria mefitica, i terreni e i mari sono discariche a cielo aperto – o coperto – la gente muore di cancro – i dati scientifici sono pubblici – e stiamo qui a preoccuparci di trovare altri luoghi per investire sul settore tennis? Ben venga Pechino e ce ne fossero di Klizan se il suo esempio può far nascere domande in chi ottusamente crede che Pechino sia una realtà lontana.