Open Court: scopriamo Irkutsk, dove l’ItalDavis giocherà per allontanare lo spettro di un “grande freddo” (di Marco Mazzoni)
La permanenza dell’Italia nel world group di Coppa Davis passa da Irkutsk , Siberia. Non proprio un viaggio “comodo” per i nostri, appena rientrati dalla trasferta a NY per gli US Open… ma tant’è. Di fatto la Russia ci riprova. Dopo il clamoroso successo sulla Spagna in quel di Vladivostok, è stata scelta anche per lo spareggio settembrino un’altra sede molto particolare, lontana e disagevole per noi europei. I padroni di casa cercano di sfruttare ogni possibile vantaggio – anche logistico – per riportare il proprio Davis team nella serie A della più antica manifestazione sportiva a squadre. Prima della scelta della sede da parte della federazione russa, credo che davvero in pochi sarebbero stati in grado di individuare velocemente su di una mappa geografica dove sia questa Irkutsk, ancor meno cosa offre.
E’ il classico luogo lontano, da tutto (dista ben 5.185 km da Mosca!). Lontano persino per i russi europei, non meta di vacanze o di qualche attrattiva in particolare, come festival, ecc. Solo il lago Bajkal è relativamente noto e attrattivo. Eppure è una città relativamente antica ed a suo modo importante.“Sorge lungo il fiume Angara, 45 km dopo la sua uscita dal lago Bajkal, alla confluenza con il tributario Irkut” (fonte wikipedia). Vanta oltre 400 anni di storia, fondata per la sua posizione strategica nelle rotte commerciali tra est ed ovest, a due passi dal territorio mongolo e cinese. L’impero russo la considerava una sorta di avamposto, sia difensivo che soprattutto commerciale per esigere tributi. Giravano molte merci e soldi in quella landa della Siberia centrale, tanto che la città crebbe sia dal punto demografico (oggi conta circa 600mila anime) che delle infrastrutture, diventando una delle stazioni più importanti della celeberrima linea Transiberiana. Per coloro che scelgono questo viaggio molto particolare, lento e affascinante, è una tappa obbligata. Molto curiosi i reportage dei (pochi) turisti italiani che l’hanno visitata di recente, e che l’hanno descritta come una città tutt’altro che desolata, brutta o malandata. Del resto, fu definita la “Parigi siberiana” per le sue belle chiese ortodosse e per i servizi che offre, infinitamente migliori rispetto al classico piccolo agglomerato urbano in Siberia, cresciuto intorno ad una miniera o un più recente gasdotto in epoca sovietica. In città ancora si notano le tre diverse etnie che l’hanno plasmata nei secoli: i Mongoli, assai vicini; i Buriati, discendenti delle tribù nomadi che sono in pratica gli “indigeni” dell’area; i russi-europei, che qua arrivano negli ultimi due secoli, perlopiù militari, ricercatori e soprattutto discendenti delle migliaia di deportati, prima sotto il regime zarista e poi sotto quello staliniano.
Camminando per il centro di Irkutsk è impossibile non notare un disordinato mix tra nuovo e vecchio. Sfrecciano auto occidentali e nipponiche insieme a ferrovecchi sovietici, che emettono fumi tutt’altro che gradevoli… Idem per gli edifici, con ampi distretti popolari disegnati secondo i canoni del classicismo socialista degli anni ’30, che sgomitano con altri assai più interessanti e di uno stile prettamente europeo. Infatti l’Irkutsk attuale nonostante la lontananza geografica sembra proprio una città europea, nonostante non vanti una storia di origine medievale. Tra parchi e grandi viali si trovano monumenti innalzati a personaggi politici e storici, grandi fontane, moderni centri commerciali in cui i cittadini fanno acquisti nei franchising delle più note catene internazionali, e pure ottimi ristoranti (giapponesi, francesi, italiani). Vanta la più importante università siberiana, con una popolazione di giovani assai dinamica e tutt’altro che depressa nonostante il naturale “isolamento”. La night life di Irkutsk è descritta come “sorprendente”. Da visitare le belle e colorate cattedrali ortodosse, ma anche i vicoli appena fuori dal centro, dove si trovano antiche casette in mattoni e legno dell’epoca pre-sovietica, ancora abitate e spesso completamente ricoperte da graffiti. Una spiccata ironia, forse per scappare ai rigori del freddo, questo sì davvero pungente ed inevitabile (solo per 4 mesi all’anno la temperatura è stabilmente sopra lo zero…). Non molti i personaggi noti di Irkutsk, qualche musicista classico ma soprattutto la campionessa di ginnastica ritmica Oksana Kostina ed il mito assoluto del balletto moderno, Rudolf Nuriev.
Presentata a grandi linee questa sperduta città asiatica, che tipo di incontro sarà Russia vs Italia? Sulla carta gli azzurri partono discretamente favoriti, ma di insidie ce ne possono essere eccome. E’ una sfida da prendere con le molle, possibilmente da chiudere al sabato per non far aleggiare gli spettri della cocente sconfitta in Kazakistan.
Intanto il fattore ambientale sarà il primo spauracchio per Fognini e compagni. Il palazzo dello sport dove si giocherà non è molto grande, ma il pubblico sarà molto vicino, terribilmente rumoroso (in provincia si avvertirà di più l’evento ed il nazionalismo), probabilmente poco disciplinato. Se aggiungiamo che in campo per i padroni di casa scenderanno due giocatori “poco tranquilli” come Gabashvili e Rublev lo scenario di un contesto infuocato è il più plausibile. Dovranno essere molto sereni i nostri, pensare solo a giocare, resistere anche ad eventuali provocazioni e chissà chiamate troppo caserecce…
Si temeva che la superficie scelta dai russi fosse una sorta di ghiaccio siberiano. In realtà tutti i nostri, Barazzutti incluso, hanno parlato di un fondo rugoso, non così veloce, e di palle giocabili, che non volano via ma si controllano piuttosto bene. Condizioni quindi non dovrebbero sfavorire particolarmente i nostri, anche se Rublev e compagnia hanno avuto più tempo per adattarsi e studiarle.
Probabilmente il fattore più pericoloso per il team italiano sono le caratteristiche dei due singolaristi russi, due racchette da cui può uscire letteralmente di tutto. Gabashvili i nostri lo conoscono molto bene, avendolo affrontato più volte. E’ un tennista totalmente anomalo, capace di produrre un tennis offensivo a tutto campo a volte irresistibile, per crollare all’improvviso (anche all’interno di un singolo match) in momenti nerissimi, in cui niente gli sta in campo. Se si esalta e trova un paio d’ore doc è un rivale insidioso, soprattutto se prende ritmo al servizio e trova il giusto feeling alla risposta. E’ la classica mina vagante da Davis, che può esaltarsi per il momento ed il contesto, dal giocare per il proprio paese e da sfavorito, e tirar fuori la prestazione “della vita”. Occhio quindi Simone a non farlo scappare via, a non dargli troppa confidenza.
Ammetto la mia personale perplessità sulla decisione di capitan Barazzutti di schierare Bolelli al posto di Seppi. E’ da poco uscita una dichiarazione del capitano, in cui si spiega come un fastidio al piede ha consigliato di preservare Andreas, tenendolo buono per la domenica, quando potrebbe essere decisivo. E’ una scelta che si può capire, ma che non condivido al 100%. Se potrà giocare domenica, credo avrebbe potuto giocare anche domani, e reputo il primo match/prima giornata troppo importante, spesso decisiva ad indirizzare un weekend di Davis, ancor più quando partiamo come favoriti e andare subito sotto potrebbe innescare un effetto domino pro-Russia. In condizioni indoor Seppi è il miglior tennista che abbiamo, il più affidabile. Inoltre Andy ha appena sconfitto Gabashvili a US Open… Bolelli è un tennista che adoro sul piano tecnico (e personale), ma spesso – Davis inclusa – non ha dato prova di vera solidità. Non viene nemmeno da un periodo particolarmente buono, con risultati così così e pochi match giocati (4 incontri sul duro nelle ultime 4 settimane, in soli 2 tornei). Aprirà lui la sfida, ed il primo punto è sempre fondamentale, anche per far scendere in campo più sereno il secondo singolarista di giornata, e mettere pressione al secondo singolarista russo, che sarà il giovanissimo Rublev. Un ragazzo dotato di un talento enorme, forse il miglior giocatore sul piano tecnico dell’intera covata dei classe ’95-’97, ma ancora assai acerbo, sul piano fisico e mentale. Ha un caratterino niente male, tendente all’esplosivo, col piglio di chi sa chi è e dove vuol arrivare. Ma la Davis è sempre “una brutta bestia”, può esaltarti come deprimerti. Sarà quindi interessante vedere come il talento russo affronterà questa sfida. Sarà anche molto bello per tanti nostri appassionati scoprirlo. Consiglio caldamente di ammirarlo, perché avrete davanti un potenziale numero uno. Il modo in cui aggredisce ed impatta la palla è clamoroso, riesce a trovare un timing perfetto con grande anticipo, scaricando la massima velocità d’esecuzione e trovando traiettorie improvvise, bellissime e vincenti. Un tennis ad alto rischio ed altissima adrenalina. Un tennis che per esser prodotto e giocato con continuità necessita di grande velocità di piedi e di pensiero, di resistenza e di fiducia. Un tennis davvero bello ma molto difficile, ancor più in un contesto particolare come un match importante di Davis, tre set su cinque. Questo potrà esser un fattore molto importante per Fognini: riuscire a reggere le sicure sfuriate tecniche di Rublev, tenendolo il più possibile nello scambio a lavorare, e allungando il match, dove Fabio pare piuttosto favorito. Come sempre anche il doppio potrà risultare decisivo, ma ideale sarebbe chiudere il venerdì con due punti, in modo da giocare al sabato con tranquillità e senza la paura di crollare sotto, con due match assolutamente da vincere alla domenica. Speriamo che la lezione in Kazakistan (dove tutti, nessuno escluso, contribuirono equamente alla disfatta) sia servita; e che i nostri riescano a giocare cinque belle partite con personalità e qualità, come è nelle corde di Fabio, Simone ed Andreas, superando i rivali e condizioni probabilmente complicate, allontanando lo spettro di un “grande freddo” per il nostro tennis…
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Coppa Davis, Coppa Davis 2015, Davis Cup, Irkurst, Italia Russia, Marco Mazzoni, Open Court, Russia vs Italia 2015, Siberia, tennis russo
Anzi 2010 contro Monfils.
Mi sembra un’inesattezza per quanto riguarda Fognini. Ti posso citare 2 match vinti in un clima più che ostile: Davis 2014 contro Berlocq in Argentina e la partita contro Monfils al Rolando del 2009. Mi sbaglio ?
MAZZONI UN GIORNALISTA BRAVISSIMO CHE ALTRI SPORT NON HANNO
Sono “gemellate” per i……”grappini scacciafreddo” 😳
mai stato, sono stato quattro volte a Novosibirsk, ma mai sul lago Bajkal… Prima o poi ci arriverò.
ero troppo giovane all’epoca! 😉
😉
NO ma ha conosciuto e ” frequentato ” Nuriiev….. 😀 😀 😀
Scherzo , amico non te prendere…lo so che sei dei nostri ( Figologo ‘ s Friends )
@ pierre hermes the picasso of pastry (#1451848)
Caro Pierre, sono sinceramente dispiaciuto per te! 🙄
devo ammettere che la tua fame di tennis è davvero forte…
Riuscirai a consolarti Bolelli e spero tanto Vanni e Fabbiano!!!
Mi piace questo elemento 😉
Al sempre ottimo articolo di Mazzoni, aggiungerei una considerazione. Anche su facebook tutti a commentare Bolelli al posto di Seppi ma che Fognini avremo? non sarà un po’ distratto dalla grande affermazione della Pennetta? quanto si sarà allenato e sarà focalizzato?
Marco, ma come avresti visto Bolelli E Seppi, invece di Bolelli al posto di Seepi?
Fognini quando gioca in ambiente ostile diminuisce clamorosamente la sua “forza”
Seppi e Bolelli mi sembrano meno influenzabili, oltreché più adatti alla superficie, si capisce…
Che peccato non avercela fatta, avevo organizzato tutto alla perfezione, trovando anche l’ amico il mitico Panterone, partenza ieri Canton- Pechino e poi l equidistante volo Pechino- Irkutsk. Oggi sarei stato in relax da turista, night life e da domani al palazzetto… tutto il tennis che mi capita a tiro in Cina- Asia in genere e’ una ghiotta occasione 😀 ma proprio non ce l’ ho fatta….da mangiarsi le mani….mi consolo con Shenzhen settimana prossima ma non e’ certo la stessa cosa. 😕
Fa caldo anche in siberia!!! temperature sui 16 gradi…non troppo freddo direi ma lo sbalzo rispetto a NewYork-Italia è sui 15 gradi che sono comunque un salto termico notevole!!!
Altra curiosità tratta da Wikipedia: la città è gemellata con… Pordenone
Sarà perché sono entrambi posti dimenticati da Dio? 😀 😀
Si scherza, ovviamente.
@ Radames (#1451789)
🙂
…ma ci sei mai stato? presumo di no
sempre grande Marco!
Un salutone,
@ Radames (#1451773)
Si si,tutto giusto, la storia è questa. Tuttavia resta, seppur per strano destino, un nativo di lì
saluti 🙂
per la seconda volta su questo forum leggo che Nureev (o Nuriev, entrambe le grafie sono corrette) sarebbe nativo di Irkutsk. Lo è, ma per un puro caso: i genitori del grande ballerino si stavano trasferendo con un lunghissimo viaggio dal Tatarstan a Vladivostok, nel turbolento periodo prebellico: la madre del ballerino partorì il piccolo Rudolf sul treno, tra le stazioni di Irkutsk e di Slyudyanka, dove fu registrata la nascita. Il ballerino stesso considerava sua città natale Ufa, in Bashkiria, dove la madre si trasferì quando Rudolf aveva tre anni, e dove il ballerino visse fino all’eta di 17 anni. Irkutsk, nella biografia del ballerino, c’entra veramente poco.
Intanto mettiamo dovunque Irkutsk, e non Irkurst…
Irkutsk…si scrive così 😐
Vi invito a vedere sul profilo di Galimberti il video tecnico fatto da Fognini, dove dice che Irkurst è un posto sperduto da Dio.