Marion Bartoli risponde ad alcune voci sul tema doping: “Non mi sono mai dopata in vita mia. Non solo non l’ho mai fatto, ma non ho nemmeno mai pensato di farlo”
Marion Bartoli ha parlato del delicato tema del doping e di alcune accuse che le sono piovute dopo il suo ritiro dal tennis, subito dopo aver vinto il torneo di Wimbledon 2013.
Dichiara Marion: “Solo io posso sapere quanto ho lavorato in allenamento per raggiungere quel risultato del 2013.
Non mi sono mai dopata in vita mia. Non solo non l’ho mai fatto, ma non ho nemmeno mai pensato di farlo per migliorare le mie prestazioni sul campo”.
“Per fortuna ogni mattina posso guardarmi allo specchio e sentirmi tranquilla, pulita e con la consapevolezza di aver sudato ogni giorno per guadagnarmi solo con le mie forze il trionfo di Wimbledon.
Ovviamente ci sarà sempre qualcuno che dirà che il mio ritiro fu sospetto. Ma la cosa non mi sfiora minimamente”.
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Nel 2011 ha battuto Vinci, Pironkova, Azarenka e Sharapova, ti pare poco? Nel 2014 è stato diverso e su questo sono d’accordo.
Concordo con chi ha ricordato che la Bartoli ha battuto anche Serena e Henin a Wimbledon. Smettiamola di trattarla come una miracolata, è stata una grandissima tennista, due volte finalista nel tempio del tennis.
E, comunque, anche la Kvitova ha vinto Wimbledon senza battere top ten, ma nessuno ha detto nulla perché lei risulta simpatica.
Penso che la Francia contrasti il doping in maniera molto forte, so ad esempio che in Francia il doping è reato penale e so che il numero di controlli è molto elevato, cosa che non avviene in altre nazioni, leggevo ad esempio che in tutta la svizzera sono stati effettuati solo 5000 controlli tra tutti gli sport in tutto il 2015. Credo sia molto più difficile doparsi per un francese rispetto ad atleti di altri paesi.
@ Andrea not Petkovic (#1430345)
quel tabellone e’ stata l’occasione persa dalla giorgi ahahahah
Cioè secondo te era bello vedere una giocatrice che ripeteva i colpi a vuoto e faceva continuamente pugnetti tra un punto e l’altro anche solo per incitarsi?
A te forse, ma non a me. E poi in campo si va per vincere, ci sta anche che durante il match uno possa non fare il simpaticone. Comunque se fai il paragone con certe urlatrici e pugnettatrici di adesso, anche nostrane, il confronto è tutto a suo vantaggio.
Non mi ha mai fatto tanta simpatia, anzi, ma non ho mai dubitato di lei. Anche perché ha vinto Wimbledon senza affrontare giocatrici “forti” a differenza della sua avversaria in finale.
Il suo cammino fino alla finale è stato:
Svitolina, McHale, Giorgi, Knapp, Stephens e Flipkens.
Il cammino della Lisicki:
Schiavone, Vesnina, Stosur, Williams, Kanepi, Radwanska.
A mio parere avrebbe meritato sicuramente di più Sabine quello slam, ma purtroppo..
Comunque grande rispetto per Marion, ha avuto un tabellone “semplice” ed è riuscita a sfruttarlo al meglio.
Per me quella vittoria di Wimbledon rimane sospetta alla luce di come aveva giocato tutto il mese prima
grandissimo rispetto per Marion, vincere un torneo sull’erba come wimbledon avendo entrambi i colpi a 2 mani bisogna avere uno dei migliori timing sulla palla al mondo, anzi forse il migliore.
dolce? Forse hai dimenticato l’antipatia che trasmetteva in campo…. 😯
Brava, così si fa!
Ma chi lo dubita Marion!!!
Si sa che quelli sotto la maglietta erano croissant.
A Wimbledon un tabellone da favola e lei ne ha approfittato.
Non sotovalutate le qualità di Bartoli. A Wimbledon ha battutto anche Serena Williams. Nel 2007 aveva battuto in semifinale (sempre a Wimbledon) Justin Henin. In poche possono vantare simili risultati su erba
Forse quel “FORSE” fa la differenza. Almeno io mi auguro sia così, sperando di non sbagliarmi!
@ LuchinoVisconti (#1430216)
Eppure pensaci bene: nessuno dei professionisti del poker bara, perché il rischio oggettivo di essere scoperti è alto (e insindacabile) e perché la reputazione è tutto. Se uno intraprendesse la carriera del pokerista non tollererebbe che ci fosse qualcuno al suo stesso tavolo che bara. Specie perché si tratterebbe di una minoranza di bari, quindi facilmente combattibile ed estirpabile. Ma se per qualche motivo barare fosse più semplice, eludibile e opinabile è logico che i bari aumenterebbero, probabilmente a dismisura. D’altra parte parliamo di professionisti, quindi non di soli puristi dello sport decoubertiano. Ora se allo stesso tavolo io incontrassi tre bari, continuerei a giocare sereno? Mi porrei il dubbio se continuare o smettere, per esempio, ma se decidessi di continuare mi direi anche a quali condizioni e rischi. Poi potrei anche decidere di non diventare un baro, ma sarei senz’altro frustrato e probabilmente arrabbiato.
Tra l’altro il doping nello sport moderno è perfettamente codificato, ovvero in una lista di sostanze e pratiche proibite. Ma se io fossi disposto a sperimentare sostanze e pratiche non comprese nella lista? Nessuno potrebbe accusarmi di nulla e io mi sentirei forse a posto. Almeno un pensiero sarebbe normale farlo, tenendo presente che si tratta di una professione e non di un divertimento. Poi magari un pensiero da abbandonare…
@ groucho (#1430152)
Non sono del tutto d’accordo. Un conto è pensare al doping in generale, cosa che ovviamente chiunque ha fatto, un altro conto è anche solo pensare (seriamente) di doparsi. Sicuramente per altri sport di fatica tipo ciclismo e sci di fondo è come dici tu, ma per il tennis sono convinto che quasi tutti non hanno mai pensato di doparsi.
Comunque le bugie vanno dette bene…
Secondo me quasi tutti gli atleti di alto livello nello sport moderno hanno pensato di farlo, quelli virtuosi (pochi secondo me) hanno deciso di non non farlo. Quindi dichiarare di non averlo mai pensato è una probabile bugia. D’altra parte il pensiero non è reato, quindi perché negarlo?
Mi spiego meglio: reputo possibile che ci sia qualche atleta che non abbia mai pensato di farlo, ma secondo me si tratta di eccezioni rarissime. Infatti come può un atleta professionista non essersi mai posto il problema senza essere mai stato sfiorato dal dubbio e in alcuni casi dalla tentazione ? Già il fatto di sapere che qualche suo collega si dopi, creando così una situazione di vantaggio/svantaggio competitivo, gli deve creare una sorta di rabbia e frustrazione che mentalmente lo porta a riflettere su di sé. Quindi che MAI un atleta abbia pensato di doparsi per me è un fenomeno eccezionale e, oserei dire, disumano. E poi, ripeto, pensare non è reato.
Parliamoci chiaro: alla bartoli non serviva di certo doparsi per vincere wimbledon nel 2013, ha sconfitto tutte avversarie discrete (non di più) che poteva anche incontrare in un semplice international
Non scherziamo, non è il tipo da fare abuso di doping.Onore alla Bartoli!
Che bella foto!
E pensare che a qualcuno questa dolce ragazza non piace. Mah…