Wimbledon: up & down
Wimbledon 2015 ha chiuso i battenti, fra sogni da Grande Slam ancora intatti e il solito dominatore al maschile che sembra poter dettare legge a lungo. Ma chi ha deluso e chi ha invece mantenuto il livello alto delle aspettative riposte alla vigilia?
Fra le donne onore al merito in primis alla grande Serena che continua la sua corsa Slam e con il 21esimo Major è davvero a un passo dall’impresa: come al solito la più giovane delle Williams fatica (termine relativo per lei) a carburare nei turni della prima settimana, ma il suo è un vero e proprio strapotere, con le più forti competitors che vengono puntualmente battute, Sharapova su tutte. Le più giovani da dietro cominciano a spingere (Bencic, Muguruza, Bacsinszky, Keys) ma ancora non rappresentano scogli insormontabili.
Garbiñe Muguruza con la sua finale londinese è sicuramente la nota più lieta di questo Slam: avevamo imparato a conoscerla per i suoi exploit su terra rossa (proprio Serena ne sa qualcosa …) ma gli strascichi polemici della sua naturalizzazione spagnola ci avevano fatto perdere di vista l’obiettivo. La giovane iberica è tennista già pronta per grandi vittorie e non è un caso che la sua maturazione si sia completata proprio su un terreno di gioco dove in passato aveva raccolto poca gloria.
Il ritorno al top di Vika Azarenka, l’unica che sembra mettere in difficoltà la potenza di Serena, i quarti della Vandeweghe e della già citata Bacsinszky, oltre allo stile unico della Niculescu, regalano all’ultima edizione di Wimbledon storie interessanti e da cui il tennis femminile deve ripartire in un momento in cui urge un cambio generazionale.
In tante erano attese ma hanno invece fallito miseramente: Halep e Bouchard, dopo un 2014 di titoli e risultati eccellenti, hanno raccolto due eliminazioni eclatanti al primo turno, seminando pessime impressioni. Soprattutto la canadese continua il suo annus horribilis, fallendo l’ennesima prova per ritrovare il feeling magico ma perduto ma anche la rumena si rivela in crisi di risultati: fiato corto per lei o qualcosa va storto (cambi di allenatori, un gioco prevedibile e ormai noto alle avversarie)?
Deludono la campionessa uscente Petra Kvitova (eliminata precocemente dalla rediviva serba Jankovic), la Ivanovic (la testa è ancora a Parigi?), ma anche la russa Makarova e il trittico teutonico Lisicki/Kerber/Petkovic: da loro era lecito aspettarsi di più, molto di più.
Il tabellone degli uomini regala un nuovo Slam di Nole Djokovic: forte, fortissimo, soprattutto dal punto di vista mentale, il serbo ha toccato il “fondo” delle sue prestazioni nel match con il sudafricano Kevin Anderson, rischiando davvero di uscire e salvato forse da una provvidenziale interruzione ma poi ha saputo regolare in maniera netta gli avversari nelle fasi salienti del torneo. Chi ha assistito alla sua finale contro King Roger Federer, avrà avuto l’impressione come me di un assoluto controllo del match da parte di Djoker.
Lo svizzero dei record ha forse un unico grande rimpianto in questo Wimbledon disputato da assoluto primattore: il suo match perfetto è stato quello di semi finale contro il britannico Murray, cui ha lasciato briciole e non troppi rimpianti. Avesse mantenuto lo stesso standard nell’atto conclusivo avrebbe potuto impensierire Nole? Probabilmente si.
Richard Gasquet, cogliendo un’insperata semi, ci ha ricordato il motivo per cui in molti vedessero in lui qualche anno fa il possibile nuovo re del circuito: un rovescio che più elegante non si può, con una ritrovata voglia di combattere che l’11/9 al quinto set contro Stan Wawrinka nei quarti di finale sta a indicare prepotentemente, più una dolcissima rivincita contro Nick Kyrgios. Che piacere rivederlo a certi livelli dopo un anno e mezzo assolutamente buio.
Menzione di merito anche per il bombardiere canadese di riserva Vasek Pospisil, giunto a Wimbledon ai suoi primi quarti di finale: bravo a sfruttare un buco in un tabellone di certo non impossibile, Pospisil è sembrato in palla come non mai, forse libero dall’ombra di Milos Raonic, al momento in una fase della sua carriera particolarmente delicata.
A deludere sono stati Grigor Dimitrov (che il divorzio dal suo allenatore possa aiutarlo a ritrovare il suo tennis?), l’eterno incompiuto Thomas Berdych e Rafael Nadal, arrivato a Londra senza troppi clamori è vero, ma comunque in un’evidente impasse che non lo ha portato a sfruttare lo slot di tabellone forse più facile, lo stesso che ha portato Pospisil ai quarti per intenderci.
Rimane sospeso invece il giudizio su Nick Kyrgios: l’unico giovane già formato e in grado di regalare considerevoli exploit ha arrestato la sua corsa, fra le polemiche, contro il francese Gasquet agli ottavi di finale, dopo aver regolato Raonic al terzo. Per lui un passo indietro rispetto all’anno scorso o solo una giornata storta contro un signor giocatore?
Alessandro Orecchio
TAG: Wimbledon, Wimbledon 2015
@ stefre (#1396661)
Nel senso che ci si aspetterebbe che ogni tanto la n 2 batta la n 1
in qualche modo ti sei già risposto da solo. La Halep per competere ai massimi livelli ha bisogno di essere in super forma, non ha un tennis sufficientemente potente per avere una velocità di crociera alta. Secondo me, con i mezzi che ha, ha già fatto tantissimo, due anni straordinari. Non la vedo pluricampionessa Slam, magari riesce ad acciuffarne giusto uno
agli usopen2015 vincono serena e stanimal
Per me la delusione di Wimbledon , ma in generale dell’ultimo periodo è la Halep. Sembra abbia perso quella velocità di gambe, che le permetteva di arrivare ad impattare la palla nelle migliori condizioni.Il suo successo è dovuto in gran parte ad una esplosivita’ nei movimenti che adesso latita, così difficilmente rimarrà ai vertici
Guardate sarei ben lieto di sbagliarmi, soprattutto su Grigor.
Gli altri 2 erano messi maluccio ma se la memoria non mi inganna anche a quei 3/4 lassù è capitato di iniziare uno slam in condizioni fisiche precarie però…la seconda settimana raramente non è arrivata.
E’ anche per questo che, secondo me, non diventaranno quel tipo di giocatori se non per qualche slam isolato.
Nessun dubbio che Key sarà la mina vagante agli US Open!
“Sharapova su tutte”, in che senso?
@ bad_player (#1396523)
Non sono valutabili i due in questo torneo.
Hanno avuto infortuni uno al piede e l’altro all’adduttore.
Penso che già da questo Us Open possano essere mine vaganti per i Big e prendersi qualche scalpo importante.
Nota di merito per Wawrinka: si è trasformato in un giocatore costante e non più da exploit,capace di far bene su ogni superfice.
Curioso di vedere dove arriverà nello Slam Americano…..
Bouchard viene da una stagione talmente fallimentare che in questo momento perderebbe con una under 12. Non so nemmeno come possa riassestarsi
A me pare che siamo alle solite abitudini che ci aspettano ogni anno con wimbledon….
a parte djoko e soprattutto serena il cui strapotere desta ammirazione ma anche noia…..wimbledon è sempre un torneo a se,specie al femminile.
L’anno scorso la bouchard.l’anno prima lisicki,ora muguruza….per non tenere conto di flipkens….ogni anno wimbledon ci regala ahinoi una top 10 stagionale….vedremo cosa fara’ la spagnola ma io credo che fara’ la fine delle sue colleghe citate.
ma lo stesso concetto vale per i primi turni …..tanti “colpacci” che poi mai hanno seguito nel futuro….da pospisil a vandeweghe…..da keys a brown o ward……riusciranno a ripetersi a questi livelli?
@ bad_player (#1396523)
Questo secondo me non è vero, tra l’altro Nishikori non stava bene. Su Raonic potresti avere ragione, lo vedo sempre meno capace di aggiustare i suoi limiti. Però è in un momento difficile, di certo da qui può solo risalire. In Dimitrov invece vedo ancora un grande potenziale, come lo vedevo l’anno scorso. Ha avuto un periodo di regressione ma finalmente ha deciso di cambiare coach, probabilmente si è reso conto definitivamente che così non poteva andare, quindi ora vedremo cosa riuscirà a fare.
Sull’articolo: secondo me Kyrgios ha giocato meglio dell’anno scorso, anche se il risultato è stato peggiore, lo abbiamo visto che Gasquet era decisamente in palla. Inoltre l’unico rimpianto di Federer secondo me non è aver fatto la partita perfetta in semi, anche perché quella è servita a passare velocemente senza sprecare energie, poi non si può scegliere quando giocare una partita perfetta. L’unico vero rimpianto è aver restituito subito il break nel primo set, lì ha fatto un paio di errori davvero brutti e avrebbe senz’altro potuto fare meglio. Avesse vinto il primo 6-3 in mezz’ora, sarebbe potuto cambiare molto.
Nessuna menzione per gli italiani?
bouchard no?
I flop totali sono stati Dimitrov e la Kvitova. Entrambe senza attenuanti
Al giudizio su Dimitrov aggiungerei anche Key e Milos.
Sì è capito che potranno essere al massimo i “Berdych & c.” del futuro.
Bell’analisi! Manca forse solo Kokkinakis, mi aspettavo di più da lui