Ritorno-non ritorno con sconfitta per Mark Philippoussis che dichiara: “Era solo per un torneo, non rientrerò nel circuito”
Ieri a Newport c’è stato il ritorno in campo di Mark Philippoussis.
L’ormai 39 enne ex finalista di Wimbledon nel 2003, è uscito di scena al primo turno delle qualificazioni con due tiebreak dal n.357 al mondo Eric Quigley, che si è imposto con il risultato di 7-6(1) 7-6(4).
Per l’australiano, wild card, pesano soprattutto i 14 doppi falli commessi nel corso della partita.
Alla fine della partita Mark ha dichiarato: “Stavo pensando da un po’ di tempo a partecipare ad un torneo. Sono contento di averlo fatto. La fisicità è completamente diversa però rispetto a quando giocavo io.
Era solo per un torneo, non rientrerò nel circuito. Non si deve parlare di un ritorno. Se ci sarà qualche torneo, magari vicino alla California e mi andrà di giocarlo ci sarò”.
La partita punto per punto
M. Philippoussis – E. Quigley
11 Aces 10
14 Double Faults 2
53% 1st Serve % 58%
36/43 (84%) 1st Serve Points Won 37/46 (80%)
15/38 (39%) 2nd Serve Points Won 19/33 (58%)
3/5 (60%) Break Points Saved 1/3 (33%)
12 Service Games Played 12
9/46 (20%) 1st Return Points Won 7/43 (16%)
14/33 (42%) 2nd Return Points Won 23/38 (61%)
2/3 (67%) Break Points Won 2/5 (40%)
12 Return Games Played 12
51/81 (63%) Total Service Points Won 56/79 (71%)
23/79 (29%) Total Return Points Won 30/81 (37%)
74/160 (46%) Total Points Won 86/160 (54%)
TAG: ATP Newport, ATP Newport 2015, Mark Philippoussis, Philippoussis
5 commenti
Anzi, dopotutto non si è comportato malissimo
philipoussis ha giocato un buon match,ma quigley viene da ottimi risultati ed è molto pericoloso vicino a casa sua.
mark logicamente ci ha provato,ma il fisico era quello che era.
Non so perché tu l’abbia interpretato in chiave doping. Il discorso che fai allude a questo.
Al di là della frase di Philippoussis, la sconfitta è molto più facile da interpretare con altri motivi.
Philippoussis può tornare quanto vuole a giocare, ma per un torneo così, per quanto lo abbia preparato per bene (cosa che non credo abbia mai fatto nel culmine della sua carriera, figuriamoci oggi), il problema non è la fisicità ma la condizione atletica. Oltreché una manualità differente da 20 anni fa.
Mi sembra normale che rientrando o giocando altri tornei lui possa perdere dal n. 300 del mondo, che con il sistema attuale di ranking non è il 300 del mondo di 10 anni fa; perché il 300 del mondo di oggi è senza dubbio più preparato atleticamente di uno di 20 anni fa e tecnicamente più completo. Senza contare che il circuito tennistico pro è molto livellato su una qualità media notevolmente più alta di 20-15-10 anni fa.
Questi ragazzi che giocano i challenger non saranno campioni, ma non sono neanche sprovveduti come si crede.
Philippoussis può tranquillamente perdere da Quigley senza cercare troppi alibi. Anzi 7-6 7-6 è un’onestissima prestazione.
Ma arrivare a insinuare il doping è del tutto gratuito e non dimostrabile (con ciò non voglio dire che non esista il problema dal momento che è ancora fresco il caso Odesnik).
Sono valutazioni molto difficili. Onestamente a distanza di 10/15 anni dal proprio picco di forma fisica cercare di valutare come sia il differenziale fisico è un pò un utopia. Ci vorrebbero dati certi—-misurazioni.
“La fisicità è completamente diversa però rispetto a quando giocavo io”.
Ovvio che la fisicità di cui parla l’australiano si costruisce con le metodiche di allenamento, che comprendono anche gli “aiuti” esterni. Si costruisce negli anni, partendo da ragazzi, con genitori spesso se non sempre accondiscendenti.
Chiaro che anche ai tempi di Philippoussis ci fossero aiuti esterni, ma in tali da costruire la fisicità con questa programmazione.