Open Court: Wimbledon, intensità e qualità verso la finale (di Marco Mazzoni)
Djokovic, Federer, Murray e… Gasquet. Questo il responso dei quarti di finale di Wimbledon, il quartetto che si giocherà il titolo dei Championships 2015. Nessuna sorpresa per la presenza dei “Tre tenori”: erano i favoriti e non hanno tradito le attese. Non si può dire altrettanto per il francese, che ripete così l’exploit del 2007, quando alla sua prima semifinale Slam fu sconfitto da Roger Federer. Ma, in fin dei conti, è corretto considerare “Riccardino” un intruso? La mia risposta è assolutamente no. Il tennis dimostrato dal talento di Beziers in tutto il torneo merita ampiamente la semifinale. Il livello di gioco prodotto ieri contro Wawrinka è stato eccellente per qualità e quantità. Stan non toccato picchi di prestazione assoluti, quelli dei giorni migliori. Non è riuscito ad imporsi alla risposta, a tratti è parso meno reattivo; soprattutto ha perso la prima di servizio in un paio di momenti chiave, come il finale del quarto set. Però non ha regalato nulla, ha lottato fino alla fine nel quinto, solo è stato più bravo e lucido Gasquet a strappare il successo con un’intensità a lui sconosciuta.
Intensità. Questa è forse la chiave del tutto. La chiave che ha issato Richard alla semifinale, la chiave che potrebbe fare la differenza nelle due semifinali ed anche in finale. I 4 semifinalisti sono giocatori fenomenali, molto completi e talentuosi (ognuno con un talento proprio e diverso). Difficile che uno di loro riesca a spazzare via di pura qualità i rivali, forse solo un Federer deluxe. Forse. Il campione di Wimbledon 2015 sarà probabilmente quello che riuscirà a giocare un tennis più lucido ed intenso nella qualità, con velocità di esecuzione, coraggio e continuità di prestazione. In questo ha brillato Gasquet, un Gasquet diverso, e per certi versi sorprendente. La storia sportiva ed umana del francese è talmente particolare – a tratti paradossale – che servirebbero tante pagine per esser raccontata e capita, così ricca di sfumature, dettagli, cadute e risalite. Una persona complicata, con un braccio fatato ma ingabbiato in un fisico non eccellente, su cui si sono concentrate speranze ed aspettative spropositate che hanno finito per massacrarlo, probabilmente illuderlo, di sicuro bloccarlo. Difficile racchiudere in poche righe il senso ed i problemi di una carriera che molti vedevano ben più vincente; mi limito a dire che Richard non è mai riuscito ad evolvere nel tennista che poteva essere per limiti fisici, tecnici e caratteriali, che per mille motivi non è riuscito a superare del tutto. Però il suo tennis incanta. A tratti è pura poesia, incarna lo spirito retrò dei canoni classici del gioco con esecuzioni terribilmente moderne e veloci, sostenute da quel rovescio fuori dal tempo con cui riesce a creare meraviglie. Ma la sua architettura tecnica è sempre stata troppo leggera, squilibrata, come un grattacielo senza fondamenta, che quasi galleggia sull’acqua pronto a collassare alla prima ondata controcorrente. In questo Wimbledon Gasquet è riuscito a trovare equilibrio e sostanza, intensità e qualità. Nelle vittorie su Wawrinka, Kyrgios o in quella assolutamente convincente contro Dimitrov, si visto in campo un Richard mai così intenso e convinto dei propri mezzi. La sua presenza in campo era palpabile, sostenuta da sguardo fiero e da una forza fisica notevole, con le sue “classiche” pause ridotte al minimo. Pochissimi i momenti in cui il suo braccio ha tremato, in cui il servizio l’ha abbandonato, in cui è crollato in difesa sui teloni schiavo dei suoi incubi. Il Gasquet di quest’edizione dei Championships è un signor giocatore, un vero top10 ed un piacere per gli occhi. Più volte ieri vs. Wawrinka ha reagito in modo assolutamente convincente alle bordate dello svizzero, riuscendo non solo a contenerlo ma addirittura sovrastarlo sul piano della spinta. Correva in difesa senza andare in difficoltà, copriva tutto il campo in sicurezza, inclusi alcuni smash tirati all’indietro di una coordinazione e forza notevole, segno di totale lucidità e forza. Il servizio l’ha sostenuto in tutti i match, diventando un punto di forza; alla risposta ha trovato ottima continuità senza essere conservativo. E’ stato prontissimo ad avanzare seguendo la prima accelerazione dopo pochi scambi, trovando tempo d’impatto ideale e chiusure di volo sicure. Del resto l’erba “del 2000” è quasi ideale per il suo tennis: la palla non rimbalza così bassa premiando i suoi swing ampi, e premia che si prende il rischio ed apre il campo. Resistente, convinto, presente. Produttivo e mai remissivo, Gasquet ha conquistato con pieno merito la semifinale, dove sfiderà Djokovic. Match quasi impossibile a vedere gli head to head (11 – 1 per il serbo, con l’unica vittoria del francese nel round robin del Master 2007…), ma chissà che questo Richard così lanciato e senza alcuna pressione possa giocare un altro gran bel match, e magari approfittare di un Novak che finora non ha davvero convinto. Il n.1 ha avuto il tabellone nettamente più duro tra i big. Contro Anderson ha rischiato moltissimo, e più volte volte nella quindicina londinese si è fatto prendere da quel maligno nervosismo che arriva alle prime difficoltà e che ne sottolinea la tensione con cui sta vivendo questa fase di carriera. I numeri dicono che il migliore, è nettamente il più costante, il più forte sul cemento, …però negli Slam qualcosa spesso si inceppa. A Parigi ha avuto una chance clamorosa, e l’ha mancata. Domina il tour dal 2011 ma negli ultimi anni ha vinto solo una manciata di major, pochissimi in rapporto al “dominio medio stagionale”, uscendo sconfitto più volte in modo netto, con delusioni cocenti. Sarà ovviamente favorito venerdì contro Gasquet, ma dovrà stare attento a non concedere troppo al rivale, a non farsi agganciare e superare, altrimenti il match potrebbe complicarsi, la sua ira salire a dismisura e la qualità del suo tennis crollare. La chiave del match sarà il servizio di Gasquet contro la risposta di Djokovic. Se Richard perderà questo confronto, sarà quasi impossibile per lui non solo vincere ma disputare una buona partita.
L’altra semifinale era quasi scritta. Il Murray di questa primavera – estate è troppo convincente per non essere tra i favoriti ai Championships, forse il vero favorito. Il Federer visto finora su erba vola, incanta letteralmente con un tennis stellare. Sembrano esserci tutti gli ingredienti per una semifinale straordinaria, un peccato che non sia già la vera finale (sorry Nole). La connection Roger vs Andy è quella che mediamente produce forse lo spettacolo migliore nello scontro tra i vari campionissimi contemporanei. 23 sfide tra di loro, Federer ne vinte una in più. Soprattutto ha vinto le ultime 3 targate 2014, inclusa la batosta memorabile inflitta allo scozzese nel round robin del Master: 11 giochi a 0, terminata poi 6-0 6-1. I due si sono sfidati sul centre court di Wimbledon due volte nel 2012, con il successo di Roger ai Championships (suo ultimo Slam) e la rivincita di Andy nella finale olimpica, quando dominò totalmente lo svizzero in tre set. Abbiamo presentato questa sfida in molte occasioni, cercando di spiegarne sfumature e aspetti tecnici. Ogni volta i due campioni riescono a sorprenderci con qualcosa di diverso, che rende ogni partita affascinante e divertente, più “fresca” rispetto ad altre rivalità da cui sai più o meno cosa aspettarti e che tipo di spettacolo arriverà. Entrambi sembrano stare molto bene fisicamente, anche un quasi 34enne Roger. Entrambi stanno servendo piuttosto bene, soprattutto Federer che contro Simon ha perso (finalmente!) un gioco di servizio su erba dopo oltre 110 turni consecutuvi. Proprio la battuta sarà la conditio sine qua non di Federer: solo servendo alla grandissima, ottenendo molti punti diretti e prendendo immediatamente in mano il gioco potrà vincere. Allo stesso tempo anche Andy sarà costretto a servire benissimo, con alta percentuale di prime, perché Federer sembra così reattivo ed offensivo da diventare letale sulle seconde, il punto debole dello scozzese. Roger in questo torneo è parso assai leggero, molto rapido, pronto a scappare via dal lato sinistro con quei back lunghi e ficcanti e girare lo scambio sul dritto per attacchi decisi. Però Andy col back può far altrettanto male, regge i tagli e a sua volta comanda le direttrici, ben più di Djokovic. Sarà interessante valutare l’aspetto mentale, chi sentirà di più la pressione, se Federer (forse all’ultimo vero assalto all’ottavo titolo di Wimbledon) o Murray (che ha sfatato il tabù Wimbledon ma ha comunque gli occhi di un intero paese puntati). Altra chiave tattica del match sarà la diagonale del dritto: qua un buon Roger è nettamente superiore ad Andy, che però ha costruito i suoi migliori successi nel periodo con Lendl proprio grazie ad un dritto finalmente solido, potente, preciso. Interessante come in questo torneo Murray sia ben poco attendista: non 3-4 colpi prima di prendere l’iniziativa, appena c’è lo spazio via dentro con decisione. Sarà una partita a scacchi, ma anche una sorta di arrembaggio a chi per prima si prenderà il rischio, ponendosi in una posizione di vantaggio. Sarà decisiva l’intensità, chi riuscirà a far sentire la sua presenza in campo e giocare il miglior tennis nei momenti decisivi. Questi e tanti altri aspetti creeranno un match ad alta tensione, speriamo altamente interessante e spettacolare. Da questo Wimbledon mi aspettavo qualche sorpresa in più, credevo che Kyrgios ad esempio potesse arrivare in semifinale, ma Gasquet l’ha stoppato, con forza e qualità. Restano solo tre splendidi match maschili. Mi aspetto grande spettacolo, a nobilitare ancora il tempio del tennis.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Andy Murray, Djokovic, Federer, Gasquet, Marco Mazzoni, Open Court, Wimbledon, Wimbledon 2015
Complimenti come sempre a Mazzoni per l’articolo, è sempre un piacere leggerti!
@ Scrotal (#1392775)
Il fatto è che quella volta giocò una semifinale (ma più in realtà tutto il torneo…) contro uno che non lo avrebbe mai battuto. Quest’anno per arrivare in finale (che poi bisogna comunque vincere) prima deve battere Federer, non Janowicz…
grande no, ma concreto e solido si, e razionalmente lo vedo probabile vincitore. Se invece penso al cuore dico federer, seguito da gasquet, djoko e murray.
strano che nessuno preveda murray vincitore in finale con djokovic, cosa tra l’altro già successa quando aveva pure molta più pressione rispetto ad ora.
@ Sylvandor (#1392699)
Devo dire che anche a me non ha convinto al 100 %, però l’ho visto molto poco, per quel poco che ho visto non mi è sembrato solo difensivo come dici tu, anche se potrebbe fare meglio. Il fatto che sia quello che abbia fatto meno vincenti e sia andato a rete meno volte non so quanto sia significativo, anche nei suoi periodi migliori sarebbe stato così.
Comunque domani senza dubbio vedo favorito Federer.
Se Gasquet non renderà la vita difficile a Nole e gli altri due giocano una partita tirata magari al quinto set vedo Nole davvero favorito per il titolo. Quindi se uno tra Murray e Federer non vincerà “agevolmente”, la finale potrà essere, purtroppo, addirittura scontata.
@ Tennisman (#1392604)
Ma tutto sto gran tennis di Murray dove lo vedete? Cioè uno che quasi sempre aspetta l’errore dell’avversario, che spesso è 3 metri dietro la linea a difendersi esclusivamente con il back di rovescio (con Kukuskhin ha giocato così 2 ore), quello che (dati Wimbledon) è andato meno volte dei 4 a rete, quello che ha tirato meno vincenti, quello che fa meno punti sulla seconda e che tra mto con Seppi e time violation con Pospisil ha avuto anche i suoi alleati a Wimbledon…questo è il grande Murray di queste 2 settimane?
Penso che la finale sarà Murray- Djokovic, con Nole vincitore.
Bravo Richard! Un curioso dettaglio statistico: Gasquet ha perso sedici volte su diciannove negli ottavi slam mentre ha vinto tutte e tre quarti disputati. Speriamo ovviamente che domani riesca a vincere la sua prima semifinale, non sarebbe male per il tennis :–)
Forza Richard!
Secondo me avremo la stessa finale dell’anno scorso, credo e spero con esito diverso 😉
Djokovic resta il favorito numero uno, ma mi farebbe piacere vincesse Gasquet e chissà se il nervosismo di Djoko gli potrebbe giocare un brutto scherzo. Secondo me la finale persa a Parigi ha lasciato il segno.
Alè Richard
Se a Wimbledon dovesse vincere chi in queste due settimane ha espresso il miglior tennis, dovrebbe vincerlo uno tra Murray e Federer. Se dovesse vincerlo il miglior tennista da quasi cinque anni a oggi, andrebbe a Djokovic. Se invece volessimo proprio aggiungere un nome nuovo all’albo d’oro, beh…
@ paoloz (#1392570)
Spero la giochi con Federer. In effetti è prevedibile un secco 3 a 0, in favore di Nole. Il torneo vorrei lo vincesse Nole il tennista più completo e sopratutto quello che si trova costantemente dal 2011 nelle fasi finali degli slam.
@ paoloz (#1392570)
Concordo cn te. Nole purtroppo passeggia contro di lui. E’ la sindrome di “Nadal”. Appena vedono lui, mediamente gli avversari si cagano in mano. Detto qst, l’altra semifinale e’ una finale mancata purtroppo cosi cm lo sarebbe stata (anche se di minor prestigio) Djokovic Wawrinka. Federer tecnicamente nn si scopre certo oggi ma vedo leggermente favorito Murray
condivido l’ammirazione per il talento di gasquet ma secondo me la domanda è, con chi giocherà la finale djokovic?