Open Court: Wimbledon, Kyrgios è già “pronto”? (di Marco Mazzoni)
Il terzo giorno dei Championships 2015 verrà ricordato più per la calura eccezionale che sta opprimendo tutta l’Europa che per qualcosa di notevole successo in campo. I big hanno segnato “presente”, con il solo Cilic che ha sofferto 5 set per portare a casa il match. Per il resto tutte vittorie secondo pronostico. Una giornata quindi interlocutoria, con i veri sussulti che sono arrivati dall’allarme incendio in serata e soprattutto dal ritiro di Kei Nishikori, ad aumentare i rimpianti per Simone Bolelli. Personalmente nutrivo una certa attesa (e speranza) nel match tra Tomic e Herbert, l’incontro con canoni più spiccatamente “da erba” della giornata, forse dell’intero torneo finora. A tratti si è visto un tennis delizioso, poco muscolare e molto offensivo, con frequenti discese a rete, tanti tagli e soluzioni di tocco. Tuttavia Bernard è stato piuttosto superiore, servendo molto bene e giocando in modo davvero aggressivo alla risposta, mettendo così a nudo la poca solidità del tennis bello ma fragile del francese. Occhio a questo Tomic…
In questo contesto, più interessante puntare la lente sui giovani. Purtroppo non ho visto nemmeno un 15 di Alexander Zverev, sconfitto in 4 set da Denis Kudla. A leggere alcuni commenti Zverev ha disputato un buon match, ma lo yankee ha servito bene e giocato meglio i punti decisivi. Invece ho seguito con attenzione la partita di Nick Kyrgios, che ha fatto il giro del mondo sui media internazionali più per la colorita pattuglia di supporters aussie che per il responso del campo. In realtà il campo ha detto molto.
Nick Kyrgios ha confermato di essere in buona condizione e di possedere un tennis estremamente efficace sui prati. Juan “Pico” Monaco è stato un avversario tutt’altro che irresistibile in questo contesto, ma la qualità dei colpi del ventenne australiano a tratti è stata entusiasmante. Devastante. Ecco che la sorge la domanda, ricordando anche l’ottimo risultato di Nick nella scorsa edizione dei Championships: Kyrgios potrebbe essere già pronto per l’impresa? La risposta è molto difficile. Dovendo dare un giudizio oggi mi verrebbe da dire un salomonico “Nì”. Nella sua prestazione trovo tante qualità già al massimo livello, ma non tutti i tasselli del puzzle sembrano ancora a posto, con la tendenza ad andare fuori controllo con troppa facilità. Ecco cosa, a mio avviso, già funziona al top nel tennis di Nick, e cosa invece ha bisogno di esser migliorato per portarlo ad alzare la coppa dei Championships.
Partendo dagli aspetti positivi, che sono largamente predominanti, su tutto spicca il servizio. Kyrgios possiede già uno dei migliori servizi del circuito, e non mi riferisco tanto alla prima (ce ne sono altre più veloci e mortali) quanto alla seconda palla. Forse sul tour nessuno ha una seconda così complessa, veloce e precisa. Oltre alla qualità pura del gesto, di una naturalezza ed efficienza notevolissime, Nick aggiunge quel pizzico di rischio controllato che la rende spesso ingestibile. Forse solo Karlovic riesce a tirare seconde così veloci ed aggressive, cercando le righe con grande coraggio. Ma Kyrgios fa di più, arrivando a sfidare con la 2a il lato più forte del ribattitore. Follia? No, direi piuttosto rischio calcolato, sommato a quella dose di sterminata sicurezza – che tende a sfociare in sottile arroganza – che pervade tutto il suo stare in campo. Quando il ribattitore affronta una seconda contro uno che serve bene, è classico che si aspetti la palla dal proprio lato debole, tendendo così a spostarsi quel tanto che basta per coprirlo maggiormente; così facendo è naturale lasciare un filo di spazio in più sul proprio “lato forte”, dove percentualmente meno si aspetta che arriverà la palla, e dove nel caso potrà cercare di gestirla con il proprio colpo più solido. Ecco che arriva “la sfida” di Nick: insistere su quel lato, nonostante la seconda palla. E’ chiaro il suo schema: io al servizio sono forte, anche con la seconda; quindi ti sorprendo tirando dove meno te lo aspetti. E se il giochino funziona, ti costringo a coprire ugualmente i due lati, e quindi ti andrò a pizzicare quando meno te lo aspetti sul tuo lato debole, che avrai protetto di meno. Scacco matto.
Se Kyrgios prende ritmo alla battuta, letteralmente non si gioca, e questo gli permette di concentrare tutti i suoi sforzi fisici e mentali alla risposta, mettendo enorme pressione al rivale, che sa benissimo di dover difendere a tutti i costi il proprio servizio, pena dover affrontare un “set point virtuale” ad ogni palla break… Su erba questa situazione è ancor più accentuata, perché il servizio dell’australiano non è solo la classica botta a sfondare, più tipica per il cemento. Nick possiede tutti gli angoli, tutte le rotazioni, preferendo una palla slice che scivola via sui prati, imprendibile. Inoltre il suo gesto è così corto, personale e sempre uguale a se stesso da essere praticamente illeggibile anche al miglior ribattitore. Insomma, gli elementi per aver una sorta di Sampras2 sui prati come servizio ci sono tutti… però Pete alle incredibili qualità tecniche aggiungeva una solidità mentale mai vista su di un campo da tennis. Era una macchina, quando prendeva il ritmo alla battuta e metteva la testa, avanti avevi perso. In questo Kyrgios deve ancora crescere: la sua tendenza ad entrare ed uscire dalla partita è ancora troppo invadente e agonisticamente pericolosa, perché lo porta ad accusare pause e piccoli black out che gli costano moltissimo.
Se il servizio è l’aspetto top della sua prestazione, quello più lacunoso è la continuità, la capacità di produrre il picco di prestazione abbastanza a lungo da portarsi in vantaggio e da concludere i set, e quindi il match. E’ incredibile pensare che Kyrgios abbia la miseria di 46 (!) match sull’ATP tour alle spalle… quindi è ancora piuttosto acerbo come esperienza di altissimo livello. Eppure è già nei top30, e destinato a salire terribilmente, e molto in fretta. Però per aspirare a primeggiare ed esser competitivo in un grande torneo come uno Slam, non ti puoi permettere pause importanti. Il suo modo di stare in campo è uno degli argomenti più dibattuti dai tecnici ed anche dalla stampa internazionale, tanto che recentemente il “guru” Bollettieri si è speso in un lungo focus su come e dove dovrebbe migliorare il suo tennis, e insieme lui altri analisti. A molti non piace quel suo modo un po’ da sbruffone con cui si atteggia, quella sufficienza con cui liquida molte situazioni di gioco, oppure affronta le fasi decisive; il tutto aggravato da atteggiamenti di supponenza e di insofferenza, anche verso avversari e giudici di sedia oltre che verso le situazioni di gioco. Carattere. E lui di carattere ne ha in quantità industriali… Forse fin troppo. Possedere una personalità spiccata, forte e dominante, non è assolutamente un male per uno sportivo che aspira a diventare un n.1, ma deve essere in grado di convogliare le energie nervose in modo costruttivo, e non distruttivo. Kyrgios divide, pur essendo assai giovane non ti lascia indifferente, o lo ami o lo odi. Lui dice di non giocare affatto su questi aspetti, che tutto gli viene naturale. A volte è difficile credergli, eppure lo vedi andare in giro per i tornei con l’amicone Kokkinakis, sorridere e dispensare battute, oppure per come scrive sui social network (sui quali ama condividere emozioni e scherzi) e sembra tutto fuorché un personaggio costruito.
Tornando agli aspetti tecnici ed agonistici, Kyrgios si è costruito un tennis terribilmente efficace ed istintivo, che sembra assecondare il suo amore per il rischio e la velocità con cui lascia fluttuare i suoi swing, corti e ficcanti. Imprevedibili. Un tennis fluido ed apparentemente irrazionale (anche se in realtà non lo è poi così tanto), ma divinamente efficace, e che proprio sui prati eccelle perché accorcia i tempi di gioco assecondando la principale caratteristica dell’erba: la velocità. Basta vedere come porta e colpisce di rovescio, quasi senza apertura di puro istinto e timing, spesso totalmente fuori equilibrio, e come la palla gli esce dalle corde così veloce, precisa e imprendibile. Esecuzione balisticamente improbabile quanto superba nel risultato. Oppure come riesce col dritto a cambiare ritmo, passando da drive più lavorati con cui muove l’avversario ad accelerazioni secche e ingestibili. A rete sa toccare la palla e chiudere, scattante e potente, e sopra la testa è una sentenza.
La faccenda si complica quando è messo in difesa. I suoi colpi interlocutori sono ancora instabili, non tanto sul piano tecnico (il dritto di scambio lo sente e governa, sa tagliare di rovescio e tenere la diagonale con totale agio) ma mentale. Se è totalmente nel match, allora regge, soffre, ringhia e non butta via; spesso gli capita di non riuscire a gestire la sua fase “insofferente”, finendo per non accettare ripetuti scambi difensivi, da cui tenta di uscire in modo anche maldestro, con soluzioni a tutto rischio e bassissima resa. Qua deve scattare qualcosa per crescere. Anche se sei baciato da un talento così spiccato e qualità eccezionali, al salire del livello non puoi pensare di poter governare ogni momento del match, devi accettare che l’avversario è forte e diverso, ha colpi e soluzioni che ti mettono in difficoltà e quindi devi riuscire a tenere, ad elaborare una difesa costruttiva che alla lunga possa ribaltare le situazioni a tuo favore. In questo Nick è indietro, ed anche se su erba il tutto è meno importante che su terra o cemento, nemmeno a Wimbledon è probabile vincere tenendo sempre in mano il controllo del gioco. Kyrgios soffre mentalmente nell’accettare questo compromesso, nell’accettare “la sofferenza” e di abbassare il suo livello tecnico per riguadagnare una posizione di non-svantaggio quando viene messo sotto. Se riuscirà a crescere in questo aspetto, oltre al dominare il più possibile costruendo tennis, allora sarà “pronto” per dare la zampata, potenzialmente contro tutti. In questo la risposta al servizio è il miglior termometro per vedere se Nick è acceso e ben focalizzato alla partita, oppure va a corrente alternata. La risposta può essere uno dei suoi punti di forza, perché ha timing stupendo e istinto per prendere subito campo; come trasformarsi in punto di debolezza quando si prende una pausa e subisce, buttando via. Proprio dal rendimento della risposta sapremo di più di Kyrgios in questo torneo e non solo.
Il suo tabellone è tra i più duri, ed il prossimo turno sfiderà Raonic, che proprio l’anno scorso l’ha estromesso dopo l’impresa contro Nadal. Quest’anno sembra un Milos più traballante dopo l’intervento, mentre Kyrgios più forte. Sarà il primo test davvero importante per il giovane australiano, un match da cui potremo trarre molti elementi importanti per valutare la sua crescita, e quanto abbia da dire già in questo Wimbledon.
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Giovani talenti, Kyrgios, Marco Mazzoni, Nick Kyrgios, Open Court, Wimbledon, Wimbledon 2015
Kyrgios ha dei numeri nettamente superiori alla media.
Al momento il torneo dello slam più facile da vincere per Kyrgios è appunto Wimbledon perché la superficie evita di essere imbrigliato in scambi lunghi a cui si può essere costretti da giocatori come Nadal, Murray e Djokovic anche sul cemento.
Il rovescio poi, anche se migliorato molto, non è ancora all’altezza del servizio e del dritto.
Kyrgios non lo vince Wimbledon quest’anno ma prima o poi lo vincerà. Forse entro 3 anni. L’analisi è molto completa, aggiungerei che è molto fragile fisicamente, quello è il suo vero problema.
Lo vedo molto forte sulla singola partita , forse anche in un singolo torneo .. però per un intera stagione no anche perché secondo me fisicamente non è forte , vedremo
A tal proposito voglio riportare una considerazione interessante fatta da Claudio mezzadri, il quale ribadiva come in Australia abbiano molte più aspettative su kokkinakis(4k per gli amici), che su kirgios, giocatore che secondo loro è quasi fatto e finito e soprattutto ascolta difficilmente una guida tecnica.
Neanche secondo me.
Peraltro è capitato in una parte di tabellone veramente ostica.
Deve battere Raonic, Dimitrov, Wawrinka e Nole!! Un po’ troppo tutti di fila. Se ne parla l’anno prossimo.
fortissimo
Non è ancora pronto…specialmente finché ci sono favoriti come djokovic, federer e murray! ! Però questo potrebbe battere chiunque! a differenza di raonic!
@ RF87 (#1386487)
Sono d’accordissimo con te. E’ una spanna sopra a molti altri, da tutti i punti di vista, compreso quello mentale. Ma credo che sul Centrale di Wimbledon, in finale o in semifinale, in una partita tre set su cinque, contro i big three (Federer, Djokovic, Murray), non la porterebbe a casa. Quest’anno. L’anno prossimo sarà un’altra musica…
Farà sicuramente un buon risultato,ma mi sembra presto pensare che possa vincere Wimbledon. Certo che ha dimostrato che su erba ci sa giocare e potrebbe diventare il prossimo dominatore di Wimbledon (Djokovic permettendo).
Articolo bellissimo, descrive perfettamente kyrgios.La grandezza di Nick sta nell’imprevedibilita’ del suo servizio, non sai mai cosa ti arriva, è peggio di un cecchino. Penso che proprio la seconda come ha detto Marco sia l’arma in più e quello che lo rende forse il miglior servizio del circuito. L’istinto nei colpi a rimbalzo poi è incredibile, non è convenzionale, un vero artista della racchetta.
Tomic, purtroppo, non può battere Djokovic. Se imparasse anche ad andare avanti con continuità potrebbe fare molto meglio Bernardino, ma temo che non sarà mai un giocatore da rete. Se gioca al suo massimo forse può strappargli un set. Kyrgios per me potrebbe anche arrivare in semi, dipende dalla continuità di gioco, forse la cosa più difficile da trovare per un giovane come lui.
…se dovesse battere Raonic comincerebbe a crederci e per gli altri si farebbe molto molto dura…
@ Luca da Sondrio (#1386479)
A livello mentale non è solido,ma è una spanna avanti a tutti i suoi coetanei e a molti altri.Ha piena coscienza dei mezzi e nella partita secca il Federer e il Nadal di turno li ha fatti già fuori.
Anche io credo che in fondo non ci arrivi,troppo presto,ma se c’è qualcuno che può fare un’exploit io scommetterei su di lui più che su tanti altri.
Ha perso da Raonic lo scorso anno,se fosse arrivato in semi però sono certo che avrebbe impegnato Federer più del canadese che ha pagato parecchio giocare la sua prima semifinale di Wimbledon.
Sul piano tecnico, secondo me, è già pronto per vincere Wimbledon. Sul piano mentale e dell’esperienza non lo è ancora. Potrà andare avanti e fare un gran torneo fino a quando non incontrerà giocatori esperti e solidi mentalmente, poi, per quest’anno, dovrà arrendersi. Se avrà la fortuna di incontrare – in sequenza a partire dagli ottavi – Dimitrov, Goffin, Cilic/Tomic e in finale qualcuno che non sia Murray o Federer, vincerà il torneo. Altrimenti dovrà rinviare all’anno prossimo. Credo, comunque, che nei prossimi anni lo vedremo spesso alzare il trofeo di Wimbledon.
Si ma alla fine dei conti nel tennis moderno vale quanto segue:
“Per essere costantemente al Top devi essere davvero forte fisicamente” by Novak Djokovic.
E lui finora non lo è ( diversi piccoli infortuni accaduti costantemente ) e secondo me non lo sarà mai sia per conformazione fisica di partenza che per mancanza di carattere a potenziarsi fisicamente come si deve!!
My 2 cents!
Fabrice
Raonic sarà un pò il termometro di Nick,se l’australiano lo batte è giusto considerarlo già pronto da oggi,viceversa considerando che lo stesso scoglio non lo ha superato l’anno passato e che il canadese non pare in formissima..farebbe un pò riflettere.
Comunque sicuramente il “giovane” migliore,più pronto,al di là degli aspetti del tennis,è una bella faccia tosta e porta sempre a casa i match che lo vedono favorito,senza nessun timore.Una qualità mentale importante,se per alcuni può essere fonte di antipatia,nel mio caso mi da la sicurezza che arriverà nei top 3 sicuramente,più del servizio,più del rovescio e di tutto il suo validissimo bagaglio tecnico.Sul fatto che qualche volta questa qualità venga meno,penso sia abbastanza normale e frutto dell’età.