Lleyton Hewitt, l’addio del campione
L’edizione 2015 di Wimbledon è diventato il teatro di un addio tanto doloroso quanto inevitabile: l’australiano Lleyton Hewitt, prossimo al commiato definitivo durante la prossima edizione degli Australian Open di fronte al suo pubblico, ha salutato l’erba verde (più o meno …) del tempio del tennis, su quello stesso palcoscenico che l’ha immortalato più di 10 anni fa fra i grandi del tennis.
Ciò che colpisce di Hewitt è che ha “solamente” 34 anni, per un’età tennistica che sfiora invece i 20 anni di onorata carriera, cominciata quando irruppe giovanissimo sul circuito dei grandi e mise in serie un record dopo l’altro. Diventato nel 2001 il più giovane tennista a occupare la posizione di numero 1 al mondo, Lleyton Hewitt ha vissuto picchi altissimi che lo hanno portato a un double Slam, con la vittoria agli Us Open del 2001 e quella appunto londinese segnata nel 2002 (per lui anche un successo in doppio nel 2000 sempre a New York più una finale nel 2005 in casa a Melbourne).
Il più grande fighter degli anni 2000 o forse quello più identificabile per via dei suoi arci noti “C’mon!”, urlati in faccia agli avversari e mossi da un’incredibile aggressività tennistica, Hewitt ha vinto in carriera 30 titoli ATP suddivisi fra cemento, erba e terra rossa, di cui il primo addirittura nel 1998, la Coppa Davis del 1999 e del 2003, ma anche due Masters Cup, prima di cominciare un lento, inesorabile e progressivo declino che lo ha condotto alla sconfitta del primo turno di questo Wimbledon contro il finlandese Nieminen, anche lui prossimo al ritiro dal circuito ma a fine anno.
Contrattaccante e difensivista a oltranza, i suoi lob rimarranno nell’immaginario collettivo di ogni appassionato di tennis, così come quella voglia di combattere e quella predisposizione alla lotta che lo hanno portato oltre i suoi limiti, superando quell’asticella che forse il suo tennis avrebbe potuto imporgli. Più di ogni altro ha subito l’irruzione dei grandissimi della prima decade del tennis mondiale, eclissandosi piano piano dalle posizioni veramente importanti. Ha vinto (e tanto), ha lottato ma non è stato in grado di dire basta quand’era all’apice della sua carriera e dei suoi risultati, quando avrebbe potuto salutare tutti dall’alto verso il basso e invece, complici anche infortuni a ripetizione, ha sperato di poter ancora dire la sua a certi livelli, offuscando ma solo in parte la sua splendente stella.
Forse gli ultimi anni non gli hanno reso la gloria che ha meritato nel corso di tutta la carriera ma adesso, con quest’ultimo match, è giunto solo il momento della celebrazione: uno dei più forti e precoci numeri 1 australiani, Lleyton con il suo tennis esplosivo fatto di nervi ed exploit fragorosi ha fatto epoca, dando il via a una generazione di tennisti che a lui e al suo stare in campo si sono ispirati nella migliore delle forme possibili che la stima possa conoscere, l’emulazione.
Ci mancherai Lleyton, campione unico che Wimbledon avrà sempre la possibilità di ricordare fra lob, passanti e urla dritte in faccia ad attoniti e storditi avversari.
Alessandro Orecchio
TAG: Hewitt, Lleyton Hewitt, Notizie dal mondo, Ritiro, Wimbledon, Wimbledon 2015
Prima dei giganti di ora,dell’avvento di tecniche di allenamento super moderne beh…ci stavano cmq grandi tennisti,e lui ne è stato la stella,il dopo sampras sara’sempre leyton Hewitt,si mancherà
@ Gabriele da Ragusa (#1385451)
Ma per favore, piantatela!
Anche a me non mancherai, anzi- Mi regalò una delle delusioni più cocenti della mia vita di appassionato sportivo, visto che ebbi l’occasione di assistere live alla finale US Open 2001 contro il mio beniamino Sampras. Di lui ricordo quel periodo in cui ribatteva tutto, la finale più scarsa della storia di Wimbledon, l’antipatico atteggiamento e diversi tic che hanno in comune probabilmente qualcosa con …il maiorchino.
E invece sottolineo che sono ben undici nei primi cento gli over 33, di cui due nei primi 7 e quattro nei primi 20.
Primi 20 in cui non c’è NESSUN giocatore under 24.
Dati su cui riflettere moltissimo.
Hai ragione, mi scuso, ho fatto un banale errore di calcolo.
@ Buon Rob (#1385555)
Aggiungiamoci Burgos career high 41 a 35 anni…
Uno dei giocatori più antipatici e con meno appeal del circuito…Mi spiace ma a me non mancherai….
Una precisazione: i giocatori tra i primi cento di età pari (o inferiore) a quella che aveva Hewitt quando divenne n. 1 non sono DUE ma CINQUE: Zverev, Coric, Kokkinakis, Chung, Kyrgios.
Tempi diversi.
Ora a Wimbledon ci sono trentasette over 30 in tabellone (ovviamente un record) e ci sono DUE giocatori nei primi 100 di età pari a quella che aveva Hewitt quando divenne n.1.
C’è stata una rivoluzione copernicana, soprattutto fisica, nel tennis e pochi se ne sono voluti accorgere.
Non è solo “Federer e Nadal”, è che a causa di questa rivoluzione si è proprio alzata la età media di tutti i top.
Accade così che un Feliciano Lopez, sulla cresta da oltre dieci anni, faccia il proprio best ranking nel 2015, o che l’Agassi career killer, Benjamin Becker, faccia anch’egli il best ranking nel 2015.
GRANDEEEEE.
e chi se ne frega
Questo è un articolo non quello di tempo fa sulla schiavone!!!!
Ummmm tiratina d’orecchie in redazione???
Mi sa proprio di si!!!!!
Questi articoli sono scritti magistralmente.
Tu credi possibile che kyrgios possa diventare numero uno del mondo entro 7 mesi? Wow! E per Kokkinakis, entro un anno e 7 mesi? Uh…
Io all’epoca sosteneva Safin, che fu numero 1 del mondo a 20 anni e 10 mesi nel novembre 2000… pensavo che ci sarebbe stato un maggior dualismo tra i due, che in parte c’è stato ma non ad altissimi livelli come per dire McEnroe Borg
Con il suo ritiro si chiuderà un ciclo. Se ne va l’ultimo dei tanti tennisti che nei primissi anni duemila ha dato vita a una vera ed emozionante sfida che si disputava a ogni slam tra grandissimi, periodo in cui si alternarono diversi giovanissimo alla vetta del ranking rendendo ogni slam dall’esito non scontato. Safin, Roddick, Ferrero e adesso lui ci mancheranno tantissimo. Espressione di un tennis più tecnico avvicente e meno fisico tutto l’opposto di quello attuale.
Ricorderei anche le varie edizioni vinte al Queen’s…insomma uno dei pochi che su erba ci sapeva fare eccome. Buona continuazione campione!
@ Luca da Sondrio (#1385441)
magari i suoi connazionali lo possono battere
kyrgios ??? kokkinakis ??? non impossibile…
OT…finita tra Quinzi-Petrazzuolo. Lo scrivo anche in altri post
Credo che il suo record di precocità come Numero Uno del mondo (lo divenne a 20 anni e 9 mesi) sarà quasi impossibile da battere. Grande Lleyton.
Domanda: è lui che è calato velocemente o sono gli avversari che sono diventati più forti?
Ho visto la sua ultima gara a Wimbledon. C’era un gruppo di sostenitori australiani colorato e rumoroso, ma alla fine applausi per il finlandese e standing ovation per il canguro, ho rischiato la lacrimuccia
Il Leone di Adelaide!! Un Grande!!
un Double Slam?????
ha vinto un doppio?
tutto giusto e ben detto, grazie