Parla Sergio Giorgi: “L’ho detto e lo ripeto… un po’ alla volta, Camila arriverà in alto e diventerà una Top Ten. Io sarò solo il coach di mia figlia. Quando smetterà lei, smetterò anche io”
Mario Viggiani del Corriere dello Sport, ha intervistato il padre di Camila Giorgi, Sergio Giorgi.
Dichiara Sergio Giorgi: “Niente Birmingham: due giorni a casa, a Tirrenia, per adesso ci stiamo ancora bene e poi Eastbourne e Londra. Camila però c’è stata, a Birmingham, così ha evitato di pagare la multa.
C’è andata direttamente da s’Hertogenbosch, domenica sera. Io sono tomato in Italia e l’ho ripresa a Milano. Era necessario che riposasse: domenica a un certo punto ha avvertito un fastidio all’anca destra, ma ha rinunciato all’intervento del fisioterapista. “Non voglio far vedere che non sto bene, piovo a chiudere la partita in due set”, ha detto, e così è stato”.
“Il successo del primo torneo è arrivato quando doveva arrivare. Tutti hanno fretta, vorrebbero che Carni fosse già Top Ten o che avesse già vinto chissà quanti tornei. Ma chi parla non conosce lei, non sa nulla di quello che ha passato e di quello che le serve, adesso come prima. Io non leggo quello che scrivono di noi, poi però qualcuno mi gira il link o gli articoli, e allora scopro che avrebbe avuto a disposizione tecnici federali che l’hanno aiutata a crescere, a migliorare. Non è vero niente: io sono il suo allenatore, il suo preparatore atletico, il suo manager e il suo staff. Adesso abbiamo trovato un ottimo sparring (Marco Vannutelli, di Arezzo) che sta lavorando con noi da Praga. Per il resto, non mi interessa quello che dicono su di me, su quello che serve a lei: la vedo diversamente, la vediamo diversamente, e tiriamo chini per la nostra strada. Dicono che le serve un piano B, quando magari non gioca al meglio. Ma le sue vittorie contro giocatrici importanti sono arrivate giocando sempre e solo allo stesso modo.
Che poi è quello per cui magari fa 23 doppi falli contro la Shvedova. Ma va bene così: quando funziona tutto al meglio, non ci sono avversarie che tengano”.
“L’ho detto e lo ripeto: un po’ alla volta, Camila arriverà in alto e diventerà una Top Ten. A quel punto non avrà più certi cali e saprà giocare in modo da essere stabilmente una delle prime dieci. In questo momento solo la Williams e la Kvitova sono costantemente più solide di lei, più talvolta la Sharapova. Nessuna di queste però ha la sua velocità di gambe e di braccia”.
“Io non le metto mai pressione, per nessun torneo. Tutto può essere, ogni volta: non è mica obbligata a vincere Eastbourne. Se giocherà bene, bene. E sennò, torneremo a casa. Questo è il nostro modo di intendere il tennis, sempre seguendo la nostra strada”.
“Al Roland Garros giocava molto bene, anche in allenamento, ma era costretta a forzare. Ho studiato peso, bilanciamento, inerzia dell’incordatura: tutto modificato, e in Olanda ha vinto…”
“L’ho sempre detto: io sarò solo il coach di mia figlia. Quando smetterà lei, smetterò anche io. Mi hanno chiesto di lavorare con alcuni circoli, anche in America, ma non mi interessa”.
TAG: Camila Giorgi, Giorgi, Italiane, Italiani, Sergio Giorgi
Vorrei precisare: lui ha detto un giorno i miei figli sono tutti atleti:a Cesare ciò che è di Cesare,il sergente delle Malvinas ha adempiuto il proprio compito.
Tecnicamente ha rovinato….ritardato un grande talento naturale. Complimenti Camila.
Meglio due mesi di Tatiana Garbin che cinque anni di Sergio Giorgi.
Io ho 81 anni ho giocato a tennis soprattutto in Africa. Ho vinto tornei in singolo e in doppio ma per me era puro divertimento. Ho fatto il maestro di tennis e sono un tifosissimo di Federer. Adesso c’è Sinner, Musetti e tra le donne Camila Giorgi. Ho solo un commento da fare sulla Giorgi: deve colpire la palla e non spararla. Se colpisce può battere tutte le donne, ma se spara batte se stessa. Auguri
Emilio Spanò
concordo anche con le virgole; proporrò alla redazione un articolo di discussione su questo argomento scevro dal discorso camila-sergio giorgi (che da luogo a personalizzazioni estreme) ma in generale anche se ci sono blog che trattano quotidianamente questo argomento che, in particolare nel tennis femminile, è attualissimo in tutto il mondo a partire dalla francia (con gli esempi di bartoli e garcia che sono piuttosto interessanti).
riguardo a larcher de brito si tratta di un prodotto dell’accademia di bollettieri o che dir si voglia.
Io le auguro di vincere quello che hanno vinto Flavia e Sara. Se poi riuscisse a vincere quello che ha vinto la Schiavone ancora meglio…
Non capisco cosa intendi quando parli dello scrivere dopo le sconfitte,dato che ne stiamo parlando oggi,e la Giorgi viene da cinque vittorie di fila.
Che in Italia non ci siano prospetti particolarmente promettenti per un futuro ad altissimi livelli tra le classi ’88 e ’95 siamo d’accordo,e’ praticamente un dato di fatto,le cause di ciò sono diverse e tra queste c’è anche un po’ di sfortuna.
Il discorso padri/allenatori e’ molto complesso,ci sono diverse teorie a riguardo e ci sono diversi casi che dimostrano come le giocatrici che si sono affidate ad allenatori professionisti hanno migliorato i propri risultati ed altri che dimostrano il contrario.
Volendo farla breve,mi limito a scrivere di una giocatrice da te citata,la De Brito,che,curiosamente,secondo me è una di quelle che non sfruttano appieno il proprio potenziale e potrebbe ottenere risultati decisamente migliori se migliorasse aspetto tattico e caratteriale.
Io credo che sia un bene distinguere le due figure,per cui un padre può allenare il proprio figlio/a,ma comportandosi da allenatore sul campo da tennis,non da padre,altrimenti sarebbe meglio farsi da parte.
Il mio e’ un ragionamento generale,e non riguarda personalmente Sergio Giorgi e sua figlia,che non conosco al punto tale da poter giudicare,ed è comunque opinabile.
Condivido al 100%
Se mi posso permettere Sergio sbaglia a mio avviso una cosa (nell’intervista integrale) ed e’ quello di far riferimento ancora alla tragedia familiare che hanno avuto ed a quanto questa possa ancora oggi avere influenza su Camila. Non perche’ non sia vero ma perche’ perlomeno io sarei un po’ piu’ riservato oggi su queste cose private visto che sono cose dette e ridette decine di volte.
Camila e’ il suo passato ma soprattutto il suo presente ed il suo futuro. Mettere ancora sui giornali certi dolori non l’aiuta di certo e sembra che lo si faccia per giustificare cose che non hanno alcun bisogno di esserlo.
Mio dio che noia mortale ogni volta….
I coaching se non sbaglio furono più di uno.
Comunque non è che non ho afferrato il senso delle parole, mi sono fidato della traduzione dei telecronisti di SuperTennis che dicevano che Sergio disse a Camila che doveva velocizzare e tirare più forte, e se non sbaglio questo coaching fu discusso anche qui, nel sito, nel Live score del match.
non disse questo e mi spiace di non trovare una registrazione; in quella circostanza, ti prego di fidarti, disse di velocizzare IL MOVIMENTO del servizio che è ben diverso, parlava come sempre in argentino e non hai afferrato il senso delle parole.
Sì, ma di rallentare io l’ho sentìto zero volte 😆
Andando a memoria,mi ricordo quando con la Suarez ad Anversa, a Febbraio, mentre la Giorgi nel terzo set non ne teneva una campo, scese a fare il coaching a Camila e le disse di giocare più veloce e più forte.
E se non dice sempre le stesse parole, ovvero “tira più forte”, la sostanza è quella.
La parola “rallentare” non l’ha mai detta.
E come diceva Sc Hermulheim dice di giocare al centro, ma veloce e forte.
se posso replicare, preferisco scrivere quando camila perde che quando vince, ti dico che ieri ho visto una ragazzina indemoniata far fuori ivanovic e l’altro ieri ne ho visto un’altra che ha battuto petkovic.
quello che le accomuna è che “all’angolo” anziché manager, allenatori, ex-tennisti, mental coach, nutrizionisti, coiffeur e consigliori vari c’erano i loro papà, antonios larcher de brito e dmitri siniakov.
oggettivamente papà giorgi che personalmente apprezzo e stimo da sempre, segue sua figlia e la ha portata ai risultati attuali,che sono più che discreti; la federazione seleziona e segue le migliori d’Italia e ottiene i risultati sotto gli occhi di tutti non essendoci una ragazza tra l’88 e il 96 con qualche speranza di affermazione a livelli assoluti.
aggiungo per assurdo, che anche qualora vincessero mai uno slam, qualcuno direbbe che in un altro modo ne avrebbero vinti cinque, ma qua siamo nell’ambito del soggettivo e in qualche caso di persone prevenute.
Bah, io non ho mai sentito la parola “rallentare” da Sergio.
Di accelerare quando, invece, Camila è in svantaggio sì!
E non penso di essere l’unico a sostenere questa cosa…
Non sempre fanno sentire le parole del coach, al cambio campo,ma quando le fanno sentire, Sergio dice quasi sempre di giocare più veloce.
Di rallentare il gioco e di tirare meno forte, io non gliel’ho mai sentito dire, e anche io ho guardato parecchie partite della Giorgi. 😉
Allora, sul “tirare centrale” siamo d’accordo. 😆
Sull’accelerare io ho qualche dubbio. L’ho sentito dire da Sergio pochissime volte, una sola, anzi. Se ricordo bene.
No, Diego, dice anche di rallentare. Dice soprattutto quello. Ovviamente non di tirare “mozzarelle”, ci mancherebbe. Tirare un po’ meno forte(non poi così tanto) e di non prendersi troppi rischi giocando centrale. A volte lo fa, a volte no.
La storia del “tira più forte!” io l’ho sentita solo una volta, mesi fa. Eppure guardo tutte le partite di Camila.. quelle che si possono guardare. 😉
Ma non ti bas
Dice di accelerare, non di rallentare… 😉
@ DYLAN1998 (#1373116)
Se fosse come dici sarebbe un’ottima cosa.
Io però penso di aver sentito dire più volte di tirare al centro,ma spesso chiedendo di accelerare e non di rallentare.
Onestamente spero che sia tu ad aver ragione.
Potrà sembrarti strano,ma sostanzialmente sono d’accordo con quasi tutte le cose le scrivi.
In effetti,se le figure di padre e allenatore coincidono aspetto tecnico e umano sono difficili da separare.
Quello su cui siamo in probabilmente in disaccordo,e’ il fatto che,a mio parere,per ottenere il massimo da un giocatore bisognerebbe separare i due ambiti.
C’è anche l’ipotesi che Sergio e Camila pensino questo,ma preferiscono salvaguardare l’aspetto umano a possibile discapito di quello sportivo.Se così fosse,ci sarebbe qualcosa di sconosciuto ai più a condizionarli,e nel caso avreste sicuramente ragione sia tu che loro.
@ Sc Hermulheim (#1373084)
Non ho nulla da aggiungere.
La penso esattamente come te 😉
Probabilmente sbaglio, ma l’atteggiamento di Camila sia in campo che fuori mi pare che denoti una chiusura a riccio che è poi quella stessa chiusura che trapela dalle parole del padre. Mi pare sia una chiusura controproducente per il raggiungimento di risultati che altrimenti Camila con la sua capacità di colpire la pallina e con la sua velocità di braccio potrebbe raggiungere con più costanza. Con buona probabilità unendo la sua velocità di gioco ad una maggiore duttilità di strategia (ad esempio cercando di far passare la pallina 20 cm in più sopra la rete, oppure usando in maniera difensiva il back in qualche occasione)i risultati sarebbero certamente superiori.
Speriamo che un talento del genere sbocci e non imploda nelle mani di Sergio.
In realtà, la soluzione magica è “spingi un po’ di meno e al centro”. Gliel’ho sentito dire varie volte. E non ci vedo niente di così strano in quello otto parole. Anzi..
“Potenzialmente” vuol dire appunto “in potenza”. Quando avrà vinto uno Slam sarà “in atto”. All’interno del discorso il termine “potenzialmente” è corretto…
E che, tra le altre cose, credo che non abbia ancora raggiunto le 10 vittorie stagionali.
Intanto questo è l’unico articolo in home che supera i 100 commenti. Si può dire e pensare quello che si vuole, ma di Camila/Sergio alla fin fine si parla sempre. Quando andranno “all in” con uno sponsor, faranno sfracelli.
un tennista da num.31 non è tennista da num.1, per carità non è facile arrivarci ma è la differenza tra un campione ricordato nei tempi e un buon giocatore.Quindi anche quel 99,9% che indichi te è farlocco, lo sarebbe se fosse entrata nei 5 con possibilità di arrivar 1. Alla fine quello che si accontenta sei te, paragonando un 31 a un numero 1.
Tommaso, per quanto spesso non sia daccordo con il suo difendere sempre, ha dato una risposta con senso, e cioè che era una dichiarazione fatta per ottenere pubblicità…ci sta, non ha mica negato o rigirato i numeri a suo uso e consumo.
E il fegato fece “booooooooom”.
‘s-Hertogenbosh e Pessano con Bornago. Dai su, #staisereno che prima o poi Camila perderà di nuovo a un primo turno e potrai sfogare tutto quello che tieni dentro da domenica
La giocatrice più forte di sempre é stata Francesca, tecnica fantasia, cuore. Se poi volevi dire “la giocatrice che spara più forte di sempre” allora sono d’accordo. Il tennis comunque é altra cosa di un fucile…
giorgi: partite veloci=carriera lunga.
“Una giocatrice che può vincere partite che altre non possono nemmeno sperare di concludere con una sconfitta onorevole”.
Ecco.
Presuntuoso l’uomo però eh? Speriamo per il tennis italiano che alla fine abbia ragione lui….Ma mi sembra un po’ ottuso come ragionamento….
Potenzialmente più forte…. che abbiamo mai avuto?
Memoria corta?
Quando vincerà uno slam ne riparliamo.
@ diegus (#1373041)
Ciao,si vede che pensiamo esattamente la stessa cosa,nonostante tu abbia espresso il concetto molto meglio di quanto avrei potuto fare io.
Il gioco di Camila e’ perfetto per entusiasmare e dominare chiunque (o quasi)quando si esprimeal meglio,ma sappiamo bene che nel tennis,come probabilmente nella vita,le giornate “no” siano più di quelle “si”.
Sta nella gestione dei momenti “no” la differenza il campione e l’ottimo giocatore.
Ad esempio,la Williams,n.1 del mondo, al RG di giornate complicate ne ha avute 2/3,tra cui la finale.Come le ha affrontate?Ha riflettuto,ha rallentato(senza stravolgere il suo gioco),ha aspettato che “la tempesta” passasse senza compromettere la partita e,una volta superato il momento di difficoltà,e’ tornata a fare il suo gioco.
Quando la Giorgi attraversa momenti delicati,invece,l’unica soluzione “magica” prospettatale dal suo allenatore e’ “devi spingere di più e tirare più forte”.
Poi ,se Camila,il padre e coloro che hanno la fortuna di seguirla sono contenti così,perché pensano che modificare di una virgola i propri dogmi comprometterebbe l’equilibrio di Camila,va benissimo.
Però,quanto meno,quelli che,come noi,tifano per Camila,le augurano il meglio e pensano che il suo potenziale sia sfruttato solo in minima parte,dovrebbero avere il diritto di esprimerlo ,e non essere zittiti o ridicolizzati.
@ tommaso (#1373039)
ho letto l’intervista a cui ti riferisci, l’ho trovata molto bella e rispettosa; ovviamente l’intervistatore ama il tennis e ne comprende l’aspetto umano.
Ho trovato l’intervista molto diversa da quelle da “da quotidiano sportivo” dove spesso interessa maggiormente sparare il titolone per vendere più copie e fomentare chiacchere da bar o da tastiera.
invito anche a leggere il bellissimo commento in inglese che segue l’articolo.
Io spero che un giorno (dopo che si è ritirata) Flavia possa affiancare Sergio e diventare una specie di coach per Camila…secondo me sarebbe davvero una coppia esplosiva 🙂
…oppure sarebbe già in top10, tipo Bouchard…che è più giovane di lei 🙂
Fino a prova contraria, Sergio e’ il padre di Camila, quindi a mio parere non puoi scindere l’aspetto tecnico da quello umano. Quando fa delle dichiarazioni alla stampa potrebbe avere motivazioni a noi non note che lo inducono ad affermare cose che per gli “esterni” possono apparire provocatorie. Discutere delle potenzialità di Camila da parte dei tifosi o dei detrattori e’ aria fritta. L’unica cosa che avrà un senso sarà’ valutare a fine carriera i suoi risultati. Ma io credo che quest’uomo è sua figlia meritino grande rispetto per ciò che hanno saputo realizzare DA SOLI e nonostante le traversie che hanno vissuto.
Quindi sei fiero di non aver realizzato i tuoi obiettivi al 99,99%?
De gustibus….
@ GabrielTopspin (#1373055)
Io non l’ho vista.
Ma fare entrare le seconde di servizio non è che “scegli di avere testa” e allora metti la seconda come un pulsante magico…
A meno che tu non la rallenti bruscamente, e mi sorprenderebbe molto se questo fosse stato il caso di Camila.
Ipotizzo che nei game decisivi sia stata molto concentrata e centrata sul servizio, senza alcun particolare piano B.