Dal Roland Garros: Giorgi e Pennetta, vittorie… ed ansia (di Marco Mazzoni)
Quiete e bellezza. Questa la prima sensazione di una domenica mattina a Parigi. La città ha fatto le ore piccole, ed il risveglio è lento. Passeggiare per il XV arrondissement (il più densamente popolato) tra vie deserte e serrande ancora chiuse è un piccolo privilegio che mi godo lentamente. Il sole è appena uscito da un cielo irregolare, e scorgo in lontananza i raggi che fanno brillare la cupola dorata di Invalides. Una boulangerie ha appena sfornato i primi croissant, un profumo irresistibile mi avvolge e cattura, non resisto alla tentazione di comprarne uno. Mi fa compagnia fino alla Metro, che mi accoglie nella sua insolita solitudine. Un mondo davvero diverso rispetto alla colorita e caotica folla che invade la 10, direzione Porte d’Auteil, nella quindicina di Roland Garros. Entro e tra i pochi passeggeri c’è un suonatore di fisarmonica, che con note sicure intona “Bella ciao”. Presagio di una prima giornata di tennis a trazione azzurra con Giorgi e Pennetta sul mio taccuino.
Finita la burocrazia e dopo qualche saluto ad amici e colleghi, via in campo. Incrocio subito Berdych che dispensa sorrisi ed autografi dopo l’allenamento, quindi salgo sugli spalti del Centrale, dove Halep mena le danze. Noia, è meglio passare sul 3, dove il giovane etiope-svedese Ymer lotta con Rosol. Non l’ho mai visto dal vivo, è ottima occasione. Mi siedo accanto alla Hradecka, che fa un tifo davvero acceso per il connazionale (che ci sia del “tenero” tra i due? Non ho idea…), insieme ad uno sparuto gruppo di ceki che forse ha già superato abbondantemente il tasso alcolico a mezzogiorno, visto il tono dei loro cori… Ymer mi colpisce per il fisico, davvero notevole. Forte, elastico, esplosivo, è atleta naturale, una base su cui si può sempre costruire un buon sportivo, anche tennista. Mi piace molto il suo servizio, compatto, senza fronzoli, efficiente. Raggiunge grandi velocità senza particolare sforzo, anche se non è ancora continuo. Dopo pochi minuti lo vedo tirare un rovescio cross in avanzamento maestoso, preciso e imprendibile. Ottimo controllo da quel lato, ma tende troppo a spostarsi sul lato destro, dove il suo drive invece non mi convince affatto. Entra poco nella palla, una spazzolata notevole senza un controllo adeguato, tanto che gli esce a volte molto corta, altra troppo lunga, spesso troppo alta. Si vede che sta lavorando al colpo, varia spesso apertura e posizione del polso, ma c’è molto lavoro da fare. La scuola vikinga era maestra nel creare drive lavorati e potenti, qua siamo un po’ indietro. Male nella posizione, estremamente arretrata, e nonostante la forza delle gambe fa fatica a difendere tutto il campo partendo così dietro (è quasi inciampato con un giudice di riga, per darvi una idea…). Il rovescio in back è assai lacunoso, e con palla bassa è sempre andato in difficoltà. Regge e si arriva al tiebreak del secondo, dove Rosol fa davvero di tutto per “aiutarlo”, ma Ymer sciupa un set point senza prendere l’iniziativa. La partita di fatto si chiude qua. Avrò modo di analizzare meglio in futuro Ymer, ha potenzialità molto interessanti, visto che riesce a far partita con un Rosol nonostante i tanti difetti che zavorrano il suo tennis. Sarebbe ora di pranzo, ma esce dal tunnel Camila Giorgi. Il campo 2 mi chiama.
Parte di brutto Camila, tira mazzate precise e violente, mostrando una cilindrata troppo superiore alla Maria, che lotta col suo rovescio ad una mano, buone gambe e palle “morte”, a togliere ritmo alla nostra. Il match va strappi, in classico “Giorgi style”. Momenti esaltanti ingrigiti da serie di errori, tecnici e tattici. Non mi perdo nella cronaca del match, mi piace piuttosto rilevare come la Giorgi, rispetto alla prestazione negativa di Roma, è rimasta “bene” in campo. E’ troppo invadente l’esuberanza delle sue accelerazioni, fa perdere di vista tante piccole cose nel suo tennis che sta cambiando. In meglio. Resta sempre indietro su mille aspetti, ma tanti altri sono in movimento, ed iniziano anche a muoversi bene. Più volte è uscita bene da scambi in cui era finita in difesa o fuori posizioni senza esagerare. Il dritto più coperto, soprattutto cross, oggi ha lavorato benissimo; peggio il lungo linea, perché la palla le finiva un po’ in pancia, e non sempre è stata rapida a far spazio per girare la racchetta abbastanza e tirare in sicurezza. E’ un difetto di apertura, che stenta a correggere. Si è visto invece qualche rovescio cross appena più lavorato, altro aspetto che potrebbe fare enorme differenza nella sua prestazione. Certo, tutto resta ancora molto caotico, istintivo, ma almeno è stata più brava rispetto ad altre prestazioni nel gestire la tensione del momento. Si è fatta rimontare, ma poi è riuscita a dare la zampata decisiva, e ha tremato meno di altre volte. Deve crescere ancora tantissimo nella gestione dell’ansia in campo, è evidente come la “exit strategy” del tirare per uscire dalle fasi critiche sia la soluzione predominante. E’ l’istinto che la guida, fortissimo, difficile da domare. Sarà il vero scalino da salire per una crescita importante, forse definitiva. Sarà molto curioso vederla contro Muguruza, altra tosta e che tira parecchio forte. Sarà quasi sicuramente una battaglia, da non perdere.
Stranamente anche Flavia oggi s’è fatta prendere da momenti di tensione. In campo sul 7 contro la Linette, era partita come un treno. 4-0 in un amen, un tennis simile tra le due ma con la Pennetta più forte in tutto. Poi la Linette ha preso un metro di campo, ha aumentato al massimo il rischio dei colpi, ha avuto coraggio ed è entrata in partita. Nel secondo set Flavia era spesso in collera con se stessa, “Tira… tiraaaaa” si incitava, a volte anche in spagnolo, segno di tensione evidente. L’ha confermato nel dopo partita, di come nel secondo set, nelle fasi più dure, non sia riuscita a far corre il braccio come sa, finendo in difesa. Poi si è sciolta ed è volata via nel terzo, tornando a far male anche col rovescio, mentre col dritto ha menato molto bene il ritmo per quasi tutta la partita, tirando alcune accelerazioni spettacolari, anche da posizioni molto complicate. La tensione, l’ansia della partita è la classica “brutta bestia”. Ci sono giocatori e giocatrici che l’avvertono più agli esordi, altri che invece la sentono di più quando la loro carriera è matura, forse figlia di una consapevolezza che ha domato l’istinto e la spensieratezza dei primi tempi, quando non c’erano aspettative o nulla da difendere. Ad alcuni arriva all’improvviso, li cattura. Ed è la fine. La gestione dei momenti di ansia è una chiave fondamentale verso il successo, si diventa giocatori con G quando si riesce a lasciar correre il pensiero, le gambe ed il braccio al meglio anche sotto pressione, a dominare i momenti importanti. “Braccino” (quello che ha ammesso di aver avuto oggi Flavia), eccesso di impeto (quello che incarna troppe volte la cattiva gestione della tensione in Camila). Due facce perverse dello stesso nemico, quello che si deve sconfiggere dentro ed è ancor più pericoloso di quello al di là della rete.
Da Roland Garros, Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Camila Giorgi, Elias Ymer, Flavia Pennetta, Giorgi, Marco Mazzoni, Parigi, Pennetta, Roland Garros
Il senso è ” fa male” all’avversario. E’ un modo di dire che si usa spesso in ambito sportivo non solo nel tennis. Ad esempio nel ciclismo ” gli scatti di Pantani fanno male”, è ovvio che facessero male agli avversari e non a lui.
Non mi soffermo sugli aspetti tennistici che mi sembrano comunque ben trattati ma mi complimento con Mazzoni per aver ben “assorbito” e descritto la poesia di una domenica mattina primaverile a Parigi..anche perché,come canta Paolo Conte in una sua bellissima canzone,”l’epoca nostra sembra essere fatta di poche ore”..il tempo è tiranno!
@ Lucco (#1351898)
Se volevi essere ironico non ci sei riuscito. Se serio, chiama un medico bravo.
Non hai neanche capito che siamo d’accordo: è vero che il colpo giocato benissimo, frutto di mesi o anni di allenamento, è quello che si tira affinché l’avversario o non riesca a prenderlo, o non riesca a rispondere in campo.
Qui è un po’ più difficile entrarci: dire che il tal colpo ‘fa male’, è come se un ubriaco che va a sbattere su un muro, dicesse che è il muro che gli è venuto addosso. L’effetto è esattamente lo stesso, è l’ottica che è sbagliata.
Non ho ben capito la disamina del dritto lungolinea della Giorgi. A me è parso il colpo migliore del match e, anzi, è bene che lo usi più spesso.
@ jolly (#1351865)
Io non so se sia vero, o no (credo che abbia senso lasci dopo New York, non Londra), ma a guardarla mentre giocava non so, vedevo qualcosa di strano, sarà che sono influenzato dalle voci, ma se il ritiro arriva presto non mi sorprenderei proprio….. Ma per me arriva a NY.
Articolo ben fatto,a parte gli aspetti tecnici che non si leggono da nessuna parte così competenti, mi è piaciuta la prima parte con la presentazione della giornata parigina. Per quanto riguarda la Giorgi, premetto che non sono un suo detrattore ma tanto meno un suo estimatore, tifo per tutti gli italiani ma faccio un tifo maggiore in particolare per Sara ma anche per Fognini e Quinzi, riassumendo quello che volevo dire è che la Giorgi finché giocherà così non troverà mai continuità nei risultati, perché il suo gioco è sprovvisto di variazioni ma sopratutto non tiene conto delle diverse rotazioni che imprimono le avversarie sulla palla costringendola a giocare colpi forzati. Anche il servizio non puoi servire prima e seconda allo stesso modo, perché in un match tirato la tensione ti può portare a commettere diversi doppi falli. Insomma ha un gioco troppo appeso ha un filo, comunque speriamo progredisca.
@ Lucco (#1351898)
Caduto giu dal letto dalla parte sbagliata stamane ?
Mazzoni, se vorrà, risponderà.
Da lettore solo un commento:
Nella mente del vero tennista, l’avversario non esiste neppure: esiste solo una palla che gli ritorna indietro tutte le volte o quasi, e che gli ritorna indietro molto meno quanto più il giocatore riesce a fare benissimo i suoi colpi
Questa affermazione è totalmente falsa.
Assolutamente priva di ogni fondamento psicologico e lontana dall idea stessa dello sport incluso il tennis.
Il colpo lo tiri affinche l’avversario non riesca a rispondere in campo. Quello specifico avversario. In quel momento , con quella forma fisica e su quel terreno.
Il muro risponde seguendo le leggi della fisica. Non si stanca, e non sbaglia.
Direi che passare un pò di tempo su un campo potrebbe essere opportuno
Brutto articolo di Mazzoni.
Primo, per l’espressione ‘tornando a far male anche col rovescio’, che praticamente stravolge completamente lo spirito del tennis. Nel tennis, si entra in campo per far bene non per far male. Lo scopo del tennis è quello di entrare in campo e fare bene il più possibile ciò che si sa fare, imparato con fatica. Nella mente del vero tennista, l’avversario non esiste neppure: esiste solo una palla che gli ritorna indietro tutte le volte o quasi, e che gli ritorna indietro molto meno quanto più il giocatore riesce a fare benissimo i suoi colpi. La parola male può cadere tutt’al più per dire che se il giocatore tira male allora la pallina gli ritorna indietro al punto che neanche può prenderla, e il punto è dell’altro.
In secondo luogo per le contaminazioni politico economiche: “exit strategy”, che è meglio restino fuori dal tennis, in quanto ci può essere qualcuno che fa sport proprio per dimenticarsele; oltre che, in questo caso, l’espressione è inglese, quindi brutta, ed è in questo periodo talmente stereotipata che il giornalista si sente quasi obbligato a tirarla fuori anche se si parla semplicemente di caffè e latte.
Ci sarebbe anche il “Giorgi style”… oramai una delle paure dei lettori di fronte a un articolo è quello di vederlo costellato da espressioni inglesi, usate non per necessità, cioè perché intraducibili in italiano, ma per vezzo, per affettazione, ecc.
Come al solito ottimo articolo Mazzoni !
Dopo le prime dieci righe mi era già venuta voglia di essere lì a Parigi e di gustarmi una colazione con baguette calda, burro e marmellata… 😀 😉
Ah, caspita. 🙂
Speriamo allora di sapere di più il prima possibile.. Se lascia dopo Wimbledon lo fa per un “problema” del genere, comunque. Altrimenti non avrebbe molto senso..
@ diegus (#1351855)
Vabbe, dai. Anche io ho letto ieri quei commenti,e mi son permesso inascoltato di pretendere da chi li ha scritti delle spiegazioni più precise che non sono arrivate. Per cui, anche per questo, credo che non sia vero nulla e soprattutto, ritengo che non sia inammissibile lanciare il sasso e nascondere la mano. Non c’e l’ho con te diegus sia chiaro ma con chi scrive “ci sono voci che si ritira dopo wimbledon” lasciando intendere qualche cosa che non viene esplicitato. Io credo che se si forniscono delle”voci” bisognerebbe anche dire che attendibilità hanno. Mi sembra assolutamente strano che lo sappiano dei lettori e non sappiano nulla i giornalisti presenti alcuni dei quali, uno su tutti, senza fare nomi, molto attenti per usare un ehfemismo, a tutto cio che è gossip.
Se fosse realmente in attesa di un bambino, non giocherebbe neppure qui e tantomeno a wimbledon non ha certo bisogno del price money del primo turno /pur essendo significativo per un comune lavoratore) e soprattutto non avrebbe vinto ieri al terzo!!
Circolano voci di un suo ritiro dopo Wimbledon, a quanto pare(riporto quanto ho letto ieri su questo sito).
Può anche essere che sia incinta; Prima o poi, comunque si saprà di più.
Se lascia, lo fa agli US Open. OVVIAMENTE.
Io spero arrivi fino alle Olimpiadi, almeno. Meglio ancora se agli US Open del 2016..
Poi, ovviamente, vorrà farsi una famiglia e sposarsi(?). Con Fabio, chi lo sa.
Cosa centra Wimbledon? Non mi sembra che Flavia abbia già deciso e comunicato il giorno del suo ritiro.
Io penso che x quanto riguarda Flavia sia ormai con la testa al dopo Wimbledon e alla bella famiglia che la attende,per Camila invece il discorso è più complicato..
Certo a Londra saranno lacrime..non ci voglio ancora pensare,speriamo in un buon torneo della Brindisina!
Grazie marco per questo bel resoconto parigino, mi sembrava di sentire il profumo della baguette 🙂 Viva Camila e Flavia, le due migliori tenniste italiane.
Bell’articolo!
Ho già detto che Camila utilizza poco il diritto lungolinea e comunque,anche,quando lo usa,secondo me ci arriva troppo frontalmente;dovrebbe girare di più le spalle.
Flavia,invece,secondo me non riesce più a giocare tranquilla.
Ho come la sensazione che abbia già stabilito il giorno del ritiro,e questa cosa la destabilizza.
Vediamo nel prosieguo del torneo.
Camila,secondo me,se la può giocare ampiamente con la Muguruza,mentre Flavia ha un secondo turno piuttosto abbordabile.
Bisogna pensare di partita in partita,e vediamo se le azzurre riescono a fare bene.
Comunque,questo RG è iniziato splendidamente;Siamo andati piuttosto bene nelle qualificazioni e subito 2/2 al primo giorno.
Speriamo di continuare così!
Io ancora non ho capito perche Camila non fa delle palle Corte. La palla corta mi sembra l’indice della sicurezza estrema del giocatore.
Ed avrebbe obbligato la sua avversaria oggi, a giocare piu avanti ed ad avere piu difficoltà a rispondere alle bordate.
Non c’è solo l’aspetto psicologico e quello tecnico. L’aspetto relazionale che si instaura in campo è una componente fondamentale da saper gestire.
Guardarsi la Wosniacki contro la marocchina, mi sembra a IW o miami, per capire di cosa sto parlando