Dal Foro Italico: Roma, la giornata dei rovesci ad una mano (di Marco Mazzoni)
Sole, caldo e vento. Il primo lunedì degli #IBI15 è sempre una bella scoperta, soprattutto arrivando prestissimo alla mattina, quando la macchina si mette lentamente in moto e le luci vivide rendono ancor più affascinante questo lembo di terra tra il Tevere e Monte Mario, illuminando in modo spettacolare le statue del Pietrangeli. Entrato nell’impianto poco dopo le 8, è un privilegio ammirare tutta l’area del Foro Italico nella sua nuda bellezza. Ampi spazi, ordinati, con tante piccole attività per preparare l’arrivo della folla. Due addetti che innaffiano i fiori, commentando stizziti la debacle della Lazio ieri sera, con gli sfottò di un collega (evidentemente giallorosso…) che sul muletto portava qua e là carichi di acqua e cibaglie varie. Aprono gli stand commerciali con il meglio delle collezioni 2015 in bella vista; si rifanno i campi, si controllano reti e accessori. Qualche giocatrice è già a tirar le prime palle, o correre per riscaldarsi. Girando senza meta, incontro amici e colleghi, pronti ad una lunga giornata di tennis, scorgendo da lontano anche le facce dei bambini che sono già all’ingresso, aspettando ansiosi di poter varcare le porte dell’impianto e perdersi in questa sorta di parco giochi tennistico che a loro sembrerà grandissimo. E bellissimo. E’ d’obbligo iniziare la giornata sui campi 1-2, sotto i pini, dove alle 11 iniziano le danze. La Keys tira mazzate in sicurezza, e Zarina Diyas fa valere tutta la sua sostanza e qualità negli appoggi (eccellente il lavoro del nostro Baraldo con lei!) per superare le resistenze della Pironkova. Ma è il giorno dei rovesci ad una mano: Dimitrov, Bolelli e Thiem, Roberta Vinci & Schiavone, Kohlschreiber, e Gasquet. Aspettando in serata il match del francese, che testerà il suo rovescio contro il buonissimo Fabbiano di questo periodo, gli altri rovesci sono andati su e giù, a corrente alternata. Non ho visto il match di Roberta e Francesca, impegnato su altri campi, a loro è andata male; come quello di “Kohli”, che invece deve aver mulinato in sicurezza per lasciare solo 5 games a Young. Ho seguito invece da vicino i match Dimitrov vs Janowicz, e Bolelli vs Thiem. Due match discreti, meglio il secondo, in cui proprio la qualità di certi rovesci ha creato i migliori momenti di spettacolo in campo.
Grigor ha vinto una buona partita, solida, approfittando degli alti e bassi del polacco, che continua a vivere il suo momento di limbo, lontano da quei picchi che avevano fatto innamorare tanti tifosi del Foro due anni fa, inclusa una bella sessione serale contro Federer nei quarti. Solido. Questa è la parola che descrive meglio il “nuovo” Dimitrov, quello gestito da Rasheed. Però è una solidità che personalmente mi lascia una certa amarezza, e porta tanti dubbi. Quando il bulgaro scelse di lavorare con il tosto ex coach di Tsonga (e molti altri), la prima sensazione fu di stupore, ma anche di un potenziale miglioramento. Grigor era assai indietro sul piano fisico, della resistenza, dell’ordine nel footwork e tanti altri aspetti atletici rispetto ai veri big; quindi avere un cerbero come Rasheed come preparatore atletico era interessante. La faccenda ha preso toni più foschi quando da inizio stagione si è visto come il coach aussie abbia invece cercato di mettere mano pesantemente al gioco ed alla tattica del suo nuovo assistito. Ok dotare Dimitrov di un tennis più solido, più razionale e pratico; ma pensare che spostare il suo baricentro troppo dietro possa farlo volare altissimo è pura utopia. Dare struttura è una cosa; castrare talento nell’impatto e tempi rapidi di gioco in nome di una solidità che non sarà mai ai livelli “dei Djokovic & C.” è una scelta che non condivido affatto. Un Dimitrov solido porta a casa più facilmente match come quello odierno, stando attento a sbagliare il giusto, mettendo tante palle consistenti di là, e prendendosi solo rischi calcolati. Ma che succede quando ha di fronte giocatori meno volubili del polacco? Che riescono a togliergli i tempi di gioco? Dalle paludi in cui Rasheed l’ha portato, l’unico risultato plausibile pare affogare. Eppure il rovescio ad una mano di Grigor, anche se sparato spesso da molto lontano, ha pizzicato angoli chiusi, ha trovato lungo linea sorprendenti, come tocchi in avanzamento notevoli. La mano c’è, l’istinto per inventare pure. Fermare questo scempio tattico prima che sia troppo tardi…
Ben altro match quello che è andato in scena dopo Sarita Errani (quanta lotta…) tra Thiem e Bolelli. Un incontro discreto, a tratti anche spettacolare, tra due racchette che sanno creare buon tennis e variare. A volte anche stupire. Purtroppo ha stupito di più l’austriaco, che vinto un match tirato prevalendo nei due tiebreak. Lasciando il centrale dopo il match point, mi sono portato via una discreta amarezza, perché Simone ha avuto buone occasioni, ma l’altro è stato semplicemente più bravo nei momenti importanti. In un incontro così tirato, la differenza è stata tutta lì, racchiusa in pochi 15 che Thiem ha giocato con più forza, freddezza, intuito e coraggio. La vera differenza è stata nel fatto che Dominic, seppur assai più giovane, nei “big points” ha avuto la lucidità di affidarsi ai suoi punti di forza, giocando in modo sì coraggioso ma razionale, percentuale. Ha servito prime centrali, potenti ma a rischio calcolato, senza cercare la riga; ha coperto bene il dritto con il cross carico, né troppo lungo né troppo largo, la soluzione che conosce meglio e che governa col pilota automatico; ha preso i rischi con il rovescio, il suo colpo migliore e con cui ti può sorprendere e sbaragliare perché è un colpo straordinario, che racchiude potenza, angolo e precisione. Al contrario, Simone in quei big point è stato meno deciso, meno saldo, ha improvvisato cercando soluzioni estemporanee (come il tentativo di smorzata nel tiebreak del primo set, che l’ha subito messo sotto nel punteggio), trovando più errori che vincenti. E’ lo specchio di una buona prestazione ma in cui non è stato capace di sfruttare le occasioni, ed in cui ha gestito non così bene troppi momenti delicati. Purtroppo Bolelli ha pagato spesso queste lacune, che fanno enorme differenza tra vittoria in sconfitta, in tante occasioni. Eppure Bolelli era partito molto bene, solido al servizio, con una posizione più corretta rispetto a quella fin troppo arretrata e difensiva di Thiem, che nello scambio lo costringeva compensare di potenza, visto che non gli manca affatto.
Dell’austriaco ho notato diverse migliorie rispetto a qualche tempo fa. La sua palla corre ancor più veloce, potente ed aggressiva. Tiene l’intensità più a lungo, ha meno pause e tende a prendersi rischi più calcolati, con qualche freno alla sua esuberanza. Evidente come sta lavorando sul servizio. Sulla botta centrale carica moltissimo con le gambe ma lascia correre il braccio in uno strappo alla massima velocità; invece quando cerca una soluzione esterna e più lavorata ha inserito un inarcamento più accentuato della schiena, abbinato ad un lancio di palla più laterale, ma che ancora non è sempre preciso. Una buona soluzione, che genera più spin che velocità e che in certi frangenti (ancor più su terra) potrà servigli molto. Deve lavorare ancora per metabolizzare un miglior sincronismo tra lancio e spinta. L’altra fase di gioco in cui l’austriaco deve crescere è il collegamento tra spinta da fondo e avanzamento nel campo, dalla tre quarti verso la rete. E’ palese che quando deve affrontare una palla più corta e non troppo carica, ancora sia indeciso sul da farsi, tra l’entrare a tutta per cercare una chiusura in avanzamento oppure un approccio più classico, per scendere a rete e mettere l’avversario in una condizione difficile da difendere. Ha mano per toccare la palla e farla cadere nei pressi della riga, ma difetta nella posizione, tanto da dover poi affrontare un passante insidioso più per una sua cattiva posizione che per la qualità del passante. Inoltre questa indecisione finisce per fargli perdere l’attimo ideale per l’impatto, sia quando sceglie l’attacco profondo che soprattutto quando decide di tirare a chiudere. In diverse situazioni ha fatto scendere troppo la palla, e vista la sua meccanica esecutiva non così breve, ha finito per sbagliare o perdere il miglior controllo. Ha questi ed altri difetti, ma che spettacolo vederlo mulinare quel rovescio poderoso, una rarità nell’universo del tennis attuale di vertice. Una esecuzione formidabile, non elegante come il canone classico vorrebbe, non totalmente fluida ma basata più sulla potenza. Fa davvero effetto vedere da bordo campo la palla che gli esce così facile, retta e velocissima dalle corde. E’ impressionante il suo tempo di impatto quando blocca il polso e quasi in contro balzo lascia partire un lungo linea con apertura quasi inesistente ma ugualmente veloce e preciso. Una soluzione che non si legge, che è difficilissima da controbattere perché esce in totale anticipo e pizzica spesso la riga. Per chi ama il rovescio ad una mano, è stato piacevolissimo vedere Thiem e Bolelli scambiare in sicurezza rovescio vs rovescio, con esecuzioni eleganti, e poi qualche cambio in lungo linea o tagli secchi, ficcanti. Bella la fluidità di Simone, incredibile come Dominic riesca a trovare equilibrio anche nel massimo della spinta, senza eccedere nella rotazione del busto.
Una giornata segnata dai rovesci ad una mano, incluso quello di Federer che finalmente è sbarcato al Foro e si è allenato con Volandri. Un altro rovescio ad una mano che quest’anno, dopo molti anni, manca nel tabellone principale. Assenza di cui pochi forse si sono accorti, ma che invece è giusto segnalare, perché Filippo è stato l’ultimo azzurro capace di infiammare il pubblico romano nelle fasi decisive del torneo, proprio grazie ai suoi rovesci meravigliosi e che oggi mancano terribilmente.
Dal Foro Italico, Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Dimitrov, Dominic Thiem, Janowicz, Marco Mazzoni, Masters 1000 Roma, rovescio ad una mano, Simone Bolelli, Thiem, Volandri
7 commenti
Marco Mazzoni é un grande !!! Scrive veramente bene !!!Complimenti
Bellissimo articolo, complimenti!!!
Thiem diventerà un top 5?
Bellissimo articolo, come sempre del resto da parte di Marco, però adesso mi piacrebbe sapere cosa ne pensa del futuro di questi due rovesci (thiem e dimitrov) chi ha più possibilità per i prossimi anni.
Grazie
Ho seguito dal Centrale la partita di Bolelli e Thiem. Hanno giocato bene entrambi, con pochi errori non forzati e parecchi vincenti.
Nei duelli a rete ha prevalso Bolelli, che ha messo in mostra anche il suo ottimo diritto inside-out. Nel primo set Bole ha perso punti con palle corte su cui Thiem – leggero e veloce – arrivava facilmente.
Il rovescio di Thiem che spazzola le righe è davvero spettacolare. Insieme alla maggior freddezza nei top point del non ancora 22enne austriaco, la vera differenza oggil’hanno fatta i servizi di Thiem sparati a oltre 220h km (uno anche a 226 kmh). A dimostrazione di quanto sia veloce il suo braccio ed efficace il movimento di spinta del servizio, teniamo conto che è alto “solo” 185 cm e serve come Janowicz o Isner, che superano abbondantemente i due metri. Thiem ha dimostrato anche un notevolissimo gioco di difesa.
Unico peccato veniale : in finale del secondo set ha dimostrato di soffrire un po’ il tifo “contro” di quella ridotta parte unfair del pubblico che applaude i doppi falli altrui. Anche se dopo qualche minuto si è subito ripreso. Tra un paio d’anni troveremo l’austriaco nei piani alti della classifica.
PS – Prima avevo visto anche la Errani, che ha vinto grazie anche alla fragilità emotiva della Hantukova. La slovacca chiudeva regolarmente in risposta le prime di Sara che serviva tra i 120 e i 130 kmh (al max oggi è arrivata a 133), Invece sbagliava malamente (forse la lentezza eccessiva la mandava “fuori palla”) quelle ancora più lente. Sara ha servito anche due prime nel puro stile “a straccio bagnato”, una a 96 e una a 98Kmh, roba che non si vede più nemmeno nei doppi della terza età tra i pensionati addobbati con le regolamentari fasciature del dr.Gibaud. A questo punto Sara potrebbe introdurre nel proprio repertorio anche la battuta sottomano assassina alla Chang. Hai visto mai?
Molto bello l’articolo,anche a me è piaciuta molto la partita di Thiem,oltre al rovescio,tanti miglioramenti dopo un periodo così e così.Bolelli aveva un pò troppa tensione addosso leggendo il suo linguaggio del corpo,una buona partita,nei punti importanti l’esuberanza del giovane ha prevalso.
Bel commento. Peccato per Bolelli e Vinci erano partite fattibili
Bellissimo commento. Grazie