Francesca Bentivoglio: una vita lontano dai riflettori
Iniziano gli Internazionali d’Italia, appuntamento clou della stagione sul rosso insieme al Roland Garros e da sempre culla e luogo ideale di storie di vita tutte accomunate dalla passione e dall’amore smodato per il tennis, che raccontano di sogni realizzati ma anche infranti, di incontri epici, di rivalità dentro e fuori dal campo, destinando i protagonisti del nostro sport alla gloria.
Ma il Foro Italico non è stato solo il teatro di gesta eroiche e di dure battaglie sulla terra rossa: il torneo di Roma ha visto transitare sui propri campi anche una serie di giocatori e giocatrici che a loro modo si sono resi indimenticabili. Una di queste è sicuramente Francesca Bentivoglio: probabilmente i più piccoli non assoceranno nessuno a questo nome ma Francesca, proprio a Roma, è stata autrice di un grosso exploit tennistico che le ha radicalmente cambiato la vita.
Classe ’77 nativa di Faenza, Francesca si affacciava agli inizi degli anni ’90 al circuito juniores, presentandosi come una delle più importanti speranze del nostro tennis tricolore: a 15 anni nel 1992 debutta agli US Open di categoria, raccogliendo poca gloria con un’eliminazione prematura ma lasciando intravedere il suo grande potenziale. Sono gli Internazionali d’Italia dell’anno successivo il luogo in cui la stella di Francesca però esplode e comincia a brillare in maniera accecante: posizionata oltre la 300esima posizione del ranking, la Bentivoglio ottiene una wild card per il tabellone di qualificazione, dove sconfigge due tenniste meglio posizionate di lei in classifica (Habsudova e Krizan), approdando al main draw principale. Risultato di per sé già molto interessante ma che diventa clamoroso con le avversarie battute in serie nel tabellone delle grandi: Marion Bollegraf al primo turno, la top10 Jana Novotna al secondo, Natasa Zvereva al terzo in un incontro durato più di tre ore e che la proietta incredibilmente ai quarti di finale.
Qui le resistenze della Bentivoglio sono oramai esaurite e la veloce eliminazione subita dalla pluricampionessa Sabatini con un duplice 6/1 assume un peso relativo. Tutti a chiedersi se sia nata una stella, d’altronde le premesse sembrano più che buone.
Purtroppo però, dopo un altro risultato di rilievo agli Internazionali di San Marino colto pochi mesi dopo Roma (quarti contro la tedesca Rittner), Francesca smarrisce la via che avrebbe potuto condurla alla gloria sportiva, o per meglio dire decide di non percorrere più quella strada.
Partecipa al suo primo torneo Slam da pro a New York nell’estate sempre del ’93 (sconfitta al 1T contro la Monami), vince il singolare delle ragazze, si prende il tempo per esordire in Fed Cup ma dopo il Roland Garros del 1994, dove supera anche il primo turno, accade qualcosa di inatteso: Francesca con un best ranking di numero 73 al mondo si ritira ufficialmente dal professionismo, per dedicarsi agli studi universitari o forse “solo” per cominciare a vivere lontana dalle luci della ribalta.
Forse quello che per molti amatori rappresenta il sogno di una vita, fra il professionismo e il girare il mondo per disputare incontri negli angoli più disparati del globo terrestre, per Francesca Bentivoglio rappresentava invece una gabbia dorata, un’esistenza che non sentiva cucita addosso, una seconda pelle che non ha potuto far altro che strappare via da sé. La sua è stata una scelta di puro coraggio, chissà quanti pareri contrari e quanti occhi increduli le si saranno piazzati davanti, ma l’incoscienza tipica che solo un adolescente può avere l’ha portata a perseguire la “sua” strada.
Alessandro Orecchio
TAG: Francesca Bentivoglio, Italiane
“L’equilibrio che serve per raggiungere la gloria
La bellezza crudele del tennis raccontata da Francesca Bentivoglio, predestinata che un giorno disse no”
di Giorgio Burreddu per “Il Foglio”
26 Gennaio 2020
https://www.ilfoglio.it/sport/2020/01/26/news/lequilibrio-che-serve-per-raggiungere-la-gloria-298346/
Praticamente i suoi genitori neanche la facoltà universitaria le fecero scegliere, classica mentalità ristretta che tarpa le ali!!
Peccato, sembra però diventata una donna saggia, non è poco!!
Cordiali saluti.
Fabrice
Perderla e’ stata una sconfitta per l’italia intera , talento incredibile, pulito, di eccezionale valore. Francesca aveva solo bisogno di essere guidata e se a 16 anni i genitori decidono per te il99% della tua vita tu non puoi fare nulla. Credo che un talento cosi ce ne sia 1 su un milione. Nel tennis delle grandi lei sarebbe diventata una tra le piu forti.Personalita’ timida , schiva di grande umilta’ e intelligenza incredibile nel gioco .naturalezza che pochi campioni hanno. Grandissimo rispetto a lei molto poco verso i suoi genitori che hanno giocato un ruolo decisivo per la sua vita.vederla giocare e’ un piacere anche dopo 22 anni e praticamente 0 allenamento fa capire quello che e’ e che poteva essere!! Grandissima!
L’HO VISTA GIOCARE IERI 25/05/2016 IN UN OPEN FEMMINILE A PIANGIPANE RAVENNA CLASSIFICA 3.5 NON SAPEVO CHI ERA MA VEDENDOLA HO NOTATO CHE AVEVA QUALCOSA DI DIVERSO RISPETTO ALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DELLE TENNISTE. OGGI PER CURIOSITA’HO CERCATO IL SUO NOME SU INTENET E CON MIA GRANDE SORPRESA HO SCOPERTO QUESTA BELLA STORIA. BELLO AVERLA VISTA GIOCARE
Di preciso,mi piacerebbe tanto sapere cosa accadde in quel fatidico 1994,dove,mi ricordo,subì una dura lezione da Mary Pierce,al secondo turno del Roland Garros,mentre l’anno prima,oltre i quarti di finale raggiunti a Roma,superò due turni anche al torneo di San Marino,e superò un turno a Palermo.Di preciso,è possibile che quella partita contro la Pierce,dove la Bentivoglio conquistò solo un game mi pare,l’abbia convinta che non sarebbe diventata forte come sperava,e quindi ad abbandonare l’attività.
@ frontino (#1339675)
si è laureata in medicina e fa la ginecologa!!
Ma ai suoi tempi le tenniste davvero brave non guadagnavano un botto di soldi come avviene invece nell’epoca attuale, altrimenti magari i suoi genitori ai tempi una figlia tennista ricca ma un pò ignorante l’avrebbero accettata di buon grado!!
My 2 cents!
Fab
PS se non ci fossero tutti sti soldi nel circuito WTA, tutta sta esplosione di tenniste professioniste non ci sarebbe mai stata!!
Nell’ambiente era risaputo che i suoi erano assolutamente contrari al tennis, arrivando a darle più volte aut aut tipo : ” se continui a giocare esci di casa e non tornare”, creandole cosi uno stato di ansia non sopportabile per una ragazzina.
Vi dico solo che pochi anni fa, un giornalista cercò di parlare con lei o i genitori ma questi istericamente si barricarono in casa ( manco fossero i genitori di Bossetti…).
Orecchio è simpatico in queste sue paginette, servono anche queste per imparare a scrivere.
La verità la capisco perché ci sono passato pure io: stava andando via di testa. La scelta in sostanza non è stata una vera scelta, ma una necessità per sopravvivere. E’ scoppiata.
sarebbe interessante capir cosa fa adesso..
Che ricordi.. L’ho vista giocare a Roma con la mia fidanzata dell’epoca, non saprei dire se fosse piu bello il tennis di Franceschina o la mia compagna,era una bella gara!! ah cosa pagherei per aver di nuovo 30 anni..
grabde che ricordi
“il miglior talento tennistico femminile che l’italia abbia mai avuto” Cit. Rino Tommasi
La laurea dell’epoca contava e pesava parecchio! Poi naturalmente c’è stato il piano segreto per svilirla ma è un discorso che appunto (da servizi segreti) è meglio tenere segreto! 😛
Diciamo che Guccini si è espresso ad alti livelli in entrambe le cose (studio Universitario con esami completati che sceglie di rimanere studente senza laurea+Musica) e per lui l’alternativa non si è posta. In linea molto teorica oggi con i new media e lo studio a distanza è anche possibile avere un tennista bravissimo nel tennis e coltissimo.
…non avevo visto… l’avevi trovato prima di me… 😉
INTERVISTA DI FRANCESCA BENTIVOGLIO A REPUBBLICA 08/05/1995
“Ero nervosa, non riuscivo più a calmarmi, tutto mi faceva paura. Ero stanca, esaurita, ansiosa. Ero terrorizzata all’ idea di prendere un aereo, entravo subito nel panico. In campo la stessa cosa. Non ero io, giocavo male, ero isterica. Soffrivo, la mia vita era diventata dura: vincere a scuola, vincere sul campo, non deludere. I miei mi hanno detto: se devi rovinarti la vita per lo sport è meglio che smetti”
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/05/08/via-da-questo-pazzo-tennis.html
Leggendo l’articolo si capisce che anche i suoi genitori hanno fatto la loro parte forse, ma secondo me “nel solito luogo comune” c’è caduto qualcun altro…
La cultura non va di pari passo con la monetizzazione della stessa ma con arricchimento interiore che produce.. Che tristezza tradurre tutto in vil moneta. E che tristezza le interviste di tanti giocatori di tennis che al microfono paiono delle scimmie antropomorfe. Per non parlar del calcio dove dal look dei giocatori all,eloquio si tocca veramente il fondo
Mi chiedo perchè questo maledetto destino abbia voluto donare il talento ad una ragazza che poi non voleva fare la professionista…pazzesco!
Bell’articolo
Io la ricordo bene per averla vista giocare e posso tuttora confermare che perdemmo uno Dei migliori talenti che il nostro tennis abbia mai conosciuto..
Ci vuole intervista..
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/05/08/via-da-questo-pazzo-tennis.html
Mi chiedo se è valido anche oggi,il concetto 🙄 ,specialmente in un Paese come questo,che se n’è sempre fregato della meritocrazia.In queste frasi,o versi di canzoni,io ci vedo solo tanta retorica.
Cito Guccini da l’avvelenata: “mio padre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato vale piu’ di un cantante”. Lo stesso per i tennisti 😉
grandissima francy
Sento di dover aggiungere che non erano tanto i risultati in se ad emozionare quanto la qualità del suo tennis di attacco davvero spettacolare. Quanto ho visto giocare camila ho subito pensato a Francesca, e mi sono detto: ecco finalmente un’altra ragazza in grado di dominare lo scambio contro chiunque senza se e senza ma.
E, visto il titolo, xche accendere i riflettori di livetennis?
Ricordo di lei, ero giovinciello anch’io. Scelta da rispettare, però è proprio vero… Chi c’ha il pane non c’ha i denti
Me la ricordo anche io, ricordo anche fu lei a voler abbandonare le scene, quantomeno lo disse Tommasi qualche anno fa che un poco la conosceva
Le imprese della Bentivoglio a Roma le ricordo bene poi non ne Seppi più nulla e mi sono sempre chiesto cosa fosse successo. 🙄
L’importante è che sia felice oggi il resto non conta. 😀
Bravo djdariop,anch’io ricordavo che non fu proprio una scelta della ragazza,quella di ritirarsi,ma piuttosto del padre,che in un articolo,se non ricordo male,si affermava che lui non voleva una figlia ignorante,preferendo che la figlia desse assoluta priorità agli studi.Forse l’autore del pezzo,Orecchio,si è lasciato affascinare in uno dei soliti luoghi comuni o racconti romanzati(dove però di verità ce n’è poca),in cui giovani atleti scelgono spontaneamente una vita normale,piuttosto di una sotto le luci dei riflettori,e che costa non poca fatica,specialmente se si vuole arrivare a livelli piuttosto alti,oltre che rimanerci.Non poteva,in alcun modo,essere una scelta di Francesca,che,ricordiamolo,quando abbandonò il tennis,aveva intorno ai 17 anni,quindi era ancora minorenne.Per fare un esempio,se tenniste divenute poi campionesse,come Pierce,Capriati,ecc,all’epoca dei loro esordi,avessero voluto abbandonare anzitempo la loro carriera,pensate che i loro ‘democratici’ padri 😆 lo avrebbero permesso? 🙄
Non so se sia reale ciò che scrivi, che sia stata una sua scelta quella di ritirarsi, io seguii le imprese della Bentivoglio in quanto mia coetanea e ricordo bene che c’era un grosso ostracismo dei genitori che volevano che la figlia studiasse e diventasse una Professionista, ma in ben altro settore. Se si potesse acclarare ciò, in modo tale da capire se devo aggiungere o meno fosforo al mio cervello 🙂