Open Court: arriva la terra, quali protagonisti e sorprese? (di Marco Mazzoni)
Nel tennis il colore di ogni superficie evoca sensazioni assai diverse, a suo modo uniche. Il verde dell’erba di Wimbledon, immagine della quiete, del silenzio. Cornice ideale della classicità, di palle che scivolano via, di quel che resta di un tennis d’attacco verso la rete. Il celeste del cemento, con tonalità che cambiano col riflesso del sole, immagine di rimbalzi alti e consistenti, e del tennis attuale, forse meno poetico ma estremamente concreto. Campi durissimi, su cui atleti sempre più veloci scattano e anticipano colpi potenti, a guadagnare metri di campo. E poi il rosso della terra battuta, colore a noi più caro e familiare, dove tutti siamo cresciuti rincorrendo palle da tennis, e nel nostro piccolo un sogno. E’ il colore più vivo, più acceso, immagine perfetta della passione, simbolo dell’arena gladiatoria dove tra scivolate, rincorse e tocchi magistrali sono nate leggende e si sono scritte battaglie sportive immortali. Un tennis non solo epico ma anche bello. La terra battuta è la superficie che esalta la differenza, la qualità di chi sa creare, colpire la palla con la violenza del top spin estremo ma anche con la dolcezza di tocchi e tagli improvvisi, passando per accelerazioni piatte, attacchi in contro tempo e smorzate irridenti. Se si potesse scegliere il contesto migliore per creare il massimo spettacolo tennistico tra due giocatori molto dotati tecnicamente, forse una terra battuta “veloce” sarebbe la superficie ideale, perché è la più varia, dove tecnica e tattica si possono interpretare con mille sfumature diverse.
Purtroppo la tendenza attuale è quella di un tennis “uguale in tutte le stagioni”, e tutte le superfici sono affrontate quasi allo stesso modo. Chi è dotato di gioco consistente tende ad imporre la propria superiorità atletica e la continuità di prestazione, da Wimbledon alla terra più paludosa… Ma per fortuna non è sempre così, e tante volte proprio la terra battuta riesce a regalarci sorprese e grandi spettacoli, e pazienza se non avviene alla finale di Roland Garros.
C’è quindi una certa attesa per rivedere i giocatori sul rosso europeo, la breve ma intensa stagione che ci condurrà a Parigi. Dopo l’antipasto di questa settimana a Casablanca e Houston, da lunedì si fa sul serio con il primo Masters 1000 di Monte Carlo. Un torneo che quest’anno soffre alcune assenze (sicure ad oggi quelle di Murray, Nishikori, Gasquet, Feliciano Lopez e Del Potro) ma da cui ci attendiamo risposte interessanti, dagli italiani e non solo. Provo a spingermi oltre all’immediato, cercando di analizzare quali potranno essere i protagonisti della terra battuta 2015, tra conferme e possibili novità.
Dici terra battuta e ovviamente il primo della lista è sempre Rafa Nadal. Più vecchio, più consumato, meno sicuro e poco continuo, ma sul rosso resta sempre l’uomo da battere. L’anno scorso la leggenda iberica visse il peggior anno di sempre sui suoi campi preferiti, rimediando alcune sconfitte inquietanti. Riuscì a strappare all’ultimo tuffo l’ennesimo trionfo a Parigi, rimontando un Djokovic deludente (in finale), quando l’impresa del serbo sembrava a portata di mano. Non è facile oggi capire che Nadal avremo. Lo zio ostenta sicurezza, ma questo è un indizio, forse negativo: negli anni buoni è sempre stato l’emblema del “mani-avantismo”, affrettandosi a ripetere “non siamo i favoriti”; chissà che oggi il buon Toni cerchi un disperato gioco al rialzo, sperando di spronare il suo “toro” all’ultima corrida, cercando di spremere le ultime stille di energia da una macchina da tennis estrema e spinta oltre i limiti dell’umana concezione. Se Rafa riuscirà a ritrovare anche il 70% della sua forza e della spinta con le gambe (il vero handicap fin qua mostrato), il favorito a Parigi resterà lui, ma aspettiamo Monte Carlo ed i tornei successivi per capire come procede. Ovvio che il rivale sarà Novak Djokovic, sempre più leader in classifica, sempre più forte sul cemento. Quello visto in America pare quasi imbattibile sul piano della consistenza e della spinta. E’ un classico che Nole giochi benissimo nei Masters 1000 su terra, ma a Parigi ha sempre fallito, tra la semifinale con lo “smash sciagurato” e la finale dell’anno scorso, quando Nadal era tutt’altro che ingiocabile. Mai come quest’anno i segnali dicono che il serbo potrebbe finalmente alzare la coppa dei Moschettieri e completare un career Grand Slam (…o Slam vero e proprio???), ma dovrà esser bravo a non disperdere troppe energie nei tornei precedenti a Parigi, arrivando al Bois de Boulogne al 101%. A tratti sembra una macchina infernale, quasi impossibile da scardinare, ma il suo tennis è terribilmente dispendioso perché si basa su di una totale efficienza fisica e mentale, su di un ritmo non facile da mantenere. Con la certezza che se dovesse trovare ancora Nadal in finale e la partita si spostasse sulla rissa punto su punto, le azioni del maiorchino pagherebbero un sicuro dividendo.
La ragione e la storia recente lascia pensare che i due grandissimi potrebbero trasformare per l’ennesima volta la stagione del rosso in una faccenda privata, ma speriamo che la terra ci sorprenda, proponendoci qualche gustosa novità, come fu la finale all Swiss di Monte Carlo (evento assolutamente imprevedibile). Chi potrebbe sorprendere, e magari infastidire o sgambettare i big? Andando per esclusione, non credo Andy Murray e Roger Federer. Il primo sulla terra è sempre stato battuto nelle grandi occasioni. E’ tornato a grandissimi livelli, ma senza vere novità nel suo gioco. Pensare che possa compiere proprio quest’anno un exploit in un 1000 o addirittura a Parigi pare totale utopia. Roger …è Roger. Se trova la giornata super ed il suo fisico è a posto, è capace di batterli tutti, ma la sensazione è che userà la terra per ritrovare la miglior forma in vista di Wimbledon, dove ha concrete speranze di far valere la sua qualità tecnica nonostante l’anagrafe dica quasi 34. Strana semmai la sua programmazione: troppi 3 tornei in fila con la novità Istanbul, speriamo non decida last minute di sacrificare i nostri Internazionali, come in qualche dichiarazione ha lasciato intendere. Oggi non ho grande fiducia nemmeno in Stan Wawrinka, anche se resta uno degli outsiders potenzialmente più pericolosi. Dopo la grandissima prestazione nella finale Davis ed un inizio di stagione eccellente, sembra aver perso brillantezza, tornando più pesante negli spostamenti, più falloso e meno devastante al servizio. A Monte Carlo deve difendere il titolo 2014, sarà un test fondamentale per capire le sue ambizioni sul rosso. Se ritrovasse la brillantezza dell’anno scorso proprio a Parigi, se fossi un big vorrei evitarlo dalla mia parte del tabellone…
Uno degli sport più classici di inizio stagione è quello di scommettere sul crollo al massimo livello di David Ferrer, e lui zitto zitto continua a macinare chilometri e martellare con grande intensità. Ha già vinto 3 tornei in stagione ed impensierito super Djokovic a Miami. Più che a Parigi, è probabilissimo che il valenciano sia protagonista in qualche Masters 1000, magari proprio a Roma, dove negli ultimi anni ha sempre perso da chi poi ha vinto il torneo. Se fosse la sua occasione?
Ho sensazioni molto negative su Dimitrov, che pare andato totalmente in confusione con la strada troppo muscolare imposta dal “guru” (?) Rasheed. Ok dotarlo di struttura, ma adesso si è andati troppo oltre, castrando la sue qualità primarie e zavorrandone il talento in nome di una consistenza atletica che non sarà mai il suo forte. Mi auguro che mi smentisca con prestazioni super. Interessante sarà invece valutare la seconda stagione sul rosso di Raonic dopo il lavoro con il team Piatti-Ljubicic. Mai aveva giocato così bene su terra come l’anno scorso. Milos pare ancora cresciuto, chissà che nelle condizioni rapide di Madrid possa esser la vera mina vagante del torneo. Peccato che Gulbis pare in una delle sue annate “no”, l’anno scorso a Parigi aveva regalato forse i momenti più divertenti dell’intero torneo.
Chi potrebbero essere invece le vere sorprese in positivo? Scommesse difficili, ma qualche nome provo a farlo. Il primo della lista è Dominic Thiem. Il giovane austriaco sembra in assoluto il giocatore più attrezzato per come oggi si gioca a tennis sulla terra, ed è forse il vero candidato a prendere il posto di Nadal e soci nel primo ricambio generazionale. Fisicamente è molto dotato, potente e resistente, e non ha paura della lotta. Il servizio non fa ancora la differenza ma è in crescita; col dritto spinge in top spin trovando angoli interessanti e col rovescio può spaccare lo scambio in qualsiasi momento, trovando vincenti bellissimi e soprattutto non subendo il pressing di chi ama spostarsi a tirare l’inside-out. Sul veloce Thiem soffre ancora una posizione troppo arretrata, e gioca poco d’anticipo, perdendo campo e subendo chi picchia di ritmo e gli toglie tempo di gioco; su terra questa lacuna è in parte arginata dai diversi tempi di gioco, e compensata dalla potenza e spinta dei suoi colpi. Forse quest’anno è ancora presto per vederlo alzare un grande torneo su terra, ma tra i giovani lo considero il vero outsider.
David Goffin dopo un 2014 strabiliante non ha iniziato benissimo la stagione, anche per via di qualche problemino fisico. La tenuta resta il suo punto di domanda: se ritroverà la miglior condizione fisica nelle prossime settimane, il suo tennis geometrico ed i suoi cambi di ritmo improvvisi potrebbero mettere in grande difficoltà anche i big sul rosso, per la gioia di chi ama un gioco poco muscolare e molto vario. Tra gli “specialisti” (se ancora esistono!), occhio a Cuevas, al suo massimo in carriera dopo mille peripezie fisiche, e Almagro, anche lui da poco rientrato dopo un lungo stop. Ma il rientro più interessante è quello di Dolgopolov, l’emblema del genio e della diversità in campo. Da lui ci si può aspettare tutto ed il contrario di tutto… Proprio sulla terra il suo tennis estemporaneo ed imprevedibile può mettere alle corde chiunque, e divertire follemente gli spettatori. Una menzione anche per un paio di giovani, da cui mi aspetto non vittorie ma segnali forti: Coric e Pouille. Il croato è già ad un passo dalla top50, ha rovescio gambe e testa per diventare un “cagnaccio” terrificante anche sul rosso. Resta da valutare come riuscirà a gestire gli scambi col dritto, colpo dove ancora paga qualche difetto ma che sul ritmo riesce a mascherare. Il francese sta crescendo più lentamente, ma è ormai a ridosso della top100, ed il suo tennis consistente è ideale per la spinta e le variazioni della terra. Nei tornei più piccoli potrebbe entrare in tabellone ed essere una delle sorprese.
E gli italiani? Mentre al Challenger di Napoli i giovanissimi stanno iniziando a macinare vittorie importanti e dare segnali positivi sul piano del gioco, la speranza è che le nostre “3 punte di diamante” riescano ad ottenere buoni risultati. La possibilità c’è. Ognuno di loro sta vivendo un momento molto diverso. Seppi ha scelto di saltare Miami per prepararsi bene alla terra. Non tutti hanno condiviso questa scelta, ma se c’è un ragazzo serio che ha saputo programmarsi bene e riprendersi più volte da momenti complicati è proprio lui. Bolelli è finalmente tornato nella top50, e pare passato un secolo da quando tornò nel grande tennis proprio a Monte Carlo l’anno scorso con un invito, giocando pure male. Sta vivendo un bel momento, che mi auguro riesca a capitalizzare anche sul rosso, …magari evitando qualche volta il “Raonic di turno” nel sorteggio! La mia sensazione (ed augurio) è che Simone possa compiere un exploit in un grande torneo nei prossimi mesi, anche se non sarebbe male riuscire a vincere finalmente un ATP, magari un 250 come Monaco, che di sicuro gli porta bei ricordi. Fognini resta il nostro miglior giocatore da terra battuta. Fa ancora male pensare all’occasione di Parigi dell’anno scorso, quando non riuscì a chiudere quella maledetta e folle partita contro Monfils che poteva addirittura aprirgli la strada verso una possibile semifinale. E’ la dimostrazione che Fabio ha colpo in canna per l’impresa sul rosso, pronto ad esser sparato. E’ tutto nelle sue mani, nelle sue gambe e soprattutto nella sua testa. L’anno scorso arrivò mentalmente molto male ai grandi appuntamenti di primavera, quasi in una “collera contro il mondo”, una situazione che non ho mai compreso, e che gli ha in parte rovinato in momento migliore della carriera. Di sicuro per lui l’obiettivo potrebbe essere quello di cancellare la figuraccia patita l’anno scorso a Roma, un’eliminazione al primo turno davvero dolorosa. Fognini che finalmente infiamma il Foro Italico sarebbe un’immagine da copertina mica male…
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Djokovic, Dominic Thiem, Fognini, Marco Mazzoni, Masters 1000 Montecarlo, Masters 1000 Roma, Nadal, Open Court, Parigi, protagonisti terra battuta, Roland Garros, Seppi, Simone Bolelli, terra battuta, tornei su terra
Rafa tutta la vita!. Il piu’ forte sulla terra rossa di sempre. Una vera leggenda! Per il momento vola basso e fare proclami non e’ il suo stile. E che noia il tennis fatto di battute al fulmicotone, sparate a velocità supersoniche senza quegli scambi raffinati dove il colpo di classe fa la differenza. Che gusto c’ e’ in tutta questa fretta di fare punti senza giocare? Torna Nadal con quegli scambi prolungati e gli angoli deliziosi e i lungo linea strepitosi! La terra rossa ti aspetta per ridarti il trionfo!
nel pezzo non si cita affatto nishikori, dimenticanza o non pensa che potrà far bene? X me quello di madrid dell’anno scorso è stato un evento particolare, viste le condizioni di altura, ma chissà. piuttosto non escluderei qualcosa di buono da parte di un francese. solito ottimo articolo come analisi
Ottimo pezzo…
Prevedo una stagione sul rosso molto noiosa.. I giovani ancora acerbi e Nole e Federer una spanna sopra tutti (Nole una spanna ulteriore sopra Federer). Pertanto spero tanto in un ritorno a grandi livelli di Nadal.
Gli unici che potranno fare qualcosa di buono e mettere qualche bastane fra le ruote ai soliti noti saranno Nishikori e Raonic!!
Sono d’accordo su Murray, ma non farei lo stesso discorso su Federer. Chissà che al RG con Djokovic non replichi il 2011 😉
Nishikori potrebbe fare i danni veri…
Come un altro utente ha detto è la stagione sul rosso più importante degli ultimi anni.
Secondo me Nishikori e Dimitrov ci faranno vedere di che pasta sono fatti.
Tra i giovanissimi credo che Kyrghios abbia le capacità per far bene anche sulla terra.
Nole il vero uomo da battere al Roland Garros ma se sulla sua strada ci fosse il Fogna non avrei dubbi su chi tifare…
@ l (#1310354)
Be certo, ci vuole poco ad essere “melio” dello zio toni…… 😆
Nole vince il RG15!!!!
melio di lui credimi
@ l (#1310290)
Ma chi sei lo zio toni?!?!?.?
spero tanto che rafa vinca sul rosso nuovamente in maniera straripante come ci ha fatto vedere over a decade quasi! troppi ne hanno parlato male ultimamente, iper sbagliando ovviamente. lui si che e’ il campione : umilissimo, e x niente snob! uno di noi. spero tanto che vinca nuovamente come merita lui e il tennis.