Kimiko Date Krumm e una storia d’amore senza tempo
La storia d’amore cui si fa riferimento nel titolo dell’articolo è quella fra la bionica Kimiko Date Krumm e il tennis, uno sport amato e soprattutto “vissuto” dall’atleta giapponese senza tempo che, nata nel lontano 1970, continua a barcamenarsi fra scali aeroportuali e viaggi in giro per il mondo per disputare i tornei più diversi, con motivazioni difficilmente comprensibili dalla maggior parte degli appassionati. In tanti si sono, ci siamo chiesti perché una tennista di quasi 45 anni si ostini a giocare nel circuito cercando una gloria sportiva che è evidente sia impossibile da raggiungere, rischiando di diventare la copia sbiadita della campionessa che fu.
In pochi non conoscono le due carriere di Kimiko, forse solo l’ultimissima generazione di sportivi che non vivono di curiosità: una prima del ritiro e una dopo il suo ritorno, un rientro nel mondo del professionismo che ha sorpreso e continua a catturare attenzione. Va subito precisato che i risultati ottenuti nelle due vite sportive della giapponese non sono minimamente paragonabili: a soli 26 anni la Date lasciò il mondo del tennis in modo scioccante da numero 8 del mondo, dopo 149 settimane in top ten, tornei vinti in singolare e in doppio, con risultati ottenuti nelle prove Slam di assoluto rilievo (semi finale in Australia nel 1994, a Parigi nel 1995, sull’erba londinese nel 1996 più due quarti di finale a New York nel biennio ‘93/’94), con battaglie epiche sul campo passate letteralmente agli annali del tennis (come non ricordarsi della semi finale thrilling del 1996 persa immeritatamente contro Steffi Graf a Wimbledon?).
Dopo il suo sorprendente rientro a distanza di ben 12 anni dall’ultima presenza nel circuito WTA, la Date ha trovato la forza per affermarsi nuovamente sia in singolare che in doppio (Seul 2009 più 5 affermazioni in coppia) e anche se le prestazioni hanno ovviamente risentito dello scorrere del tempo (come potrebbe essere altrimenti?), ha dato vita alla sua personale favola. I risultati migliori sono arrivati nel doppio, dove l’anno scorso a New York si è issata insieme alla ceca Zahlavova – Strycova fino alle semi finali, ma Kimiko ha battuto tutti i record di anzianità possibile, divenendo anche la giocatrice più “vecchia” a superare due turni di un torneo dello Slam in occasione del suo terzo turno raggiunto sulla tanto cara erba di Wimbledon.
Uno spot per il tennis di una bellezza inaudita. Una storia di vita che si intreccia inevitabilmente con lo sport. I valori e l’educazione che ti hanno formato e continuano a farlo ogni giorno della tua vita che si trasferiscono sul campo e diventano una fonte preziosa di insegnamenti per gli altri. Si potrà ironizzare a più non posso con battutine di dubbio gusto sulla “nonna Date” e sulla sua presenza in campo frutto della longevità del popolo giapponese: la verità è che l’atleta asiatica è stata ed è tuttora una formidabile sportiva, una che ha beneficiato di una fisicità “innaturale” per la propria resistenza ma allo stesso tempo naturalissima per la semplicità in cui il suo corpo è stato ed è in grado di compiere ciò che gli riesce meglio, ossia stare con racchetta in mano a correre a perdifiato sulle linee di un campo da tennis.
La Date ogni volta che lotta, che si affatica per raggiungere un colpo avversario, ci offre il suo amore per questo sport e ci insegna cosa voglia dire sport pulito, quello sport mosso da pura e semplice passione e che dovrebbe essere preso a modello nelle scuole tennis, dove i bambini dovrebbero scoprire cosa possa voler dire diventare un tennista nel vero senso della parola.
Poco importa se questo 2015 ci ha “regalato” una Date in difficoltà con uno score di 2/7, con molti tornei in cui non ha superato le qualificazioni (Brisbane, Sydney, Acapulco, Indian Wells e Miami) e due primi turni nello Slam australiano e nel torneo di Pattaya, tanto la voglia che lei mette ancora in campo vale (per noi) più di tante vittorie: vedo delle analogie nella sua storia con Francesca Schiavone, apprezzata oramai dai suoi tanti tifosi non più per le affermazioni quanto per la sua fame di tennis, quel desiderio che non ti fa appendere la racchetta al chiodo e ti fa scendere in campo anche a 45 anni suonati. Finchè ne avrai voglia cara Kimiko, sarà un piacere vederti con la racchetta in mano.
Alessandro Orecchio
TAG: Date, Kimiko Date
Kimiko Date rientra nel circuito a 38 anni suonati dopo ben 12 anni di assenza…. che dire? CHE CORAGGIO… E ora a quasi 45 anni è ancora lì. Fa’ veramente sognare questa atleta… BRAVA! Spero di rivederla ancora nelle varie qualificazioni e primi turni dei tornei (e possibilmente anche più avanti, non si sa mai…).
La differenza con la Schiavone è che la Date butta sempre il cuore oltre l’ostacolo mentre Francesca, dopo Parigi e con un fisico atletico come quello di nessun’altra, sembra la controfigura di se stessa. Magari
avesse il cuore e soprattutto le motivazioni della Date. Sarebbe ancora una top 20.
un esempio x tanti giovani che si credono arrivati solo x aver vinto due partite
Questo è il vero tennis, forza Kimiko!
@ grandepaci (#1300547)
anche io……presente!
Grandissima la date!! Speriamo che rientri nelle top 100
Grandissima atleta e il più bel sorriso del circuito!
E da tanto che aspettavo un articolo su Kumiko che è un grande esempio per tutti. Grazie. Spero che Date torna presto nel top 100.
INTRAMONTABILE KIMIKO DATE-KRUMM….. MI HA FATTO SEMPRE SOGNARE!!!
Classe 1970 come gabriela sbatini! Alla bellissima italo-argentana è accomunata da un’altra caratteristica, si sono ritirate entarmbe giovanissime all’età di soli 26 anni nel novembre del 1996 (contemporaneamente ad un altro mostro sacro del tennis, stefan edberg, che però era nato 4 anni prima.
Quando ho visto la foto della Date senza aver ancora letto il titolo dell’articolo ho avuto paura che la giapponese avesse annunciato il ritiro. Mitica Date e bell’articolo
io me la ricordo agli esordi
ne e’ passato di tempo…
davvero brava la giapponese nella carriera uno ed ancor di piu nella carriera due.
Un passato che è ancora presente
Che mito, l’ho vista a NY perdere con Serena, ma che battaglia……. Potremo dire a Fona di andare a vederla……….
Redazione siete grandi!!! Questi viaggi nel passato mi emozionano davvero!
mitica classe 1970 la mia eheheh classe di ferro ..immensa date 😆
Molto bello questo articolo, non conoscevo questa storia anche perché seppur appassionato di tennis per un lungo periodo non ho più seguito il tennis professionistico da vicino, ma Orecchio come sempre, me la ha fatta “rivedere” con le sue parole.