Aus Day14: Djokovic, una vittoria all’insegna della solidità
Nel giorno in cui Martina Hingis torna a vincere uno Slam nel doppio misto in coppia con Leander Paes a scapito della coppia franco – canadese Mladenovic/Nestor, Nole Djokovic porta a casa l’ottavo titolo Slam della carriera, dimostrando ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, di essere il giocatore più completo e resistente dal punto di vista fisico degli ultimi anni, fatta eccezione forse per il Rafa Nadal dominatore sul rosso.
Contro lo scozzese Andy Murray, tornato a Melbourne a giocare una nuova finale Major dopo un lungo digiuno e infortuni seriali, Nole ha condotto una gara di nervi, non si è mai disunito e ha creato un solco notevole con l’avversario soprattutto dal punto di vista fisico nel momento chiave del match. L’atletismo del serbo è cosa nota ai più, ma oggi ha saputo condurre in porto una partita così importante logorando il nemico proprio sul suo punto di forza: i recuperi di Murray questa volta non sono bastati, Nole lo ha fiancheggiato fin quando si è avvertito un vero e proprio calo del britannico, mentre lui dava l’impressione di poter continuare ancora per ore.
In una partita che poteva assumere i crismi della maratona sportiva con i primi due set che si sono conclusi entrambi al tie break e che sono durati più di due ore, è in parte mancato lo spettacolo: gli scambi per i primi due parziali sono stati estenuanti, con colpi che non sembravano avere da entrambe le parti quella risolutezza necessaria per spaccare in due l’incontro con due giocatori che davano fortemente l’impressione di poter davvero non sbagliare mai (ricordate lo spot epocale della Nike con Agassi e Sampras impegnati in uno scambio lungo un’eternità?) ma che poi alternavano invece colpi miseramente messi in rete a causa della paura palpabile.
Murray è arrivato a un passo dal vincere il primo set al gioco decisivo ma ha finito col perderlo con doppi falli e volée di semplice appoggio che morivano in rete. Nel secondo mentre la tensione continuava a farla da padrone e i due giocatori non rischiavano più di tanto per non sbagliare, si giungeva a un nuovo tie break con lo scozzese che finalmente tirava fuori dal cilindro delle belle accelerazioni e costringeva il serbo all’errore raddrizzando il conto dei set.
È l’inizio del terzo set che può divenire il turning point dell’incontro con Murray che continua a cavalcare l’onda dell’aggressività e scappa sul 2-0 con break. È qui che lo scozzese potrebbe far girare il match dalla sua e invece…indietreggia, comincia a non spingere più non mettendo l’avversario alle corde rendendosi conto che, purtroppo per lui e dopo quasi 3h di partita, la benzina è finita. Finita. Nessuna energia nascosta. È finita davvero. Nole fiuta le difficoltà fisiche dell’avversario e, come tutti i grandi campioni della racchetta, capisce che è il momento di portare l’inerzia di questa ennesima finale Slam sotto la bandiera serba. È lì che innesca il turbo e infila un parziale mostruoso di 12 giochi a 1, regalandosi proprio come contro Wawrinka in semi finale, addirittura il lusso di un bagel nel set decisivo (con lo svizzero era il quinto qui oggi è “bastato” il quarto parziale). Ancora un KO per lo scozzese in una finale che conta, un bilancio in merito invece per Nole che comincia a sorridere nuovamente, il tutto condito dall’aggancio a mostri sacri all time come Agassi e Lendl per quanto riguardo i più vincenti dell’era Open nei tornei del Grande Slam.
Il 2015 inizia nel medesimo modo in cui si era concluso il 2014, ossia nel segno di Novak Djokovic. I suoi avversari sono avvisati: per batterlo bisogna giocare meglio di lui, difficilmente il serbo esce mentalmente da un match e anche se sembra possibile batterlo, bisogna mantenere una costanza all’interno di un singolo incontro di caratura notevole. Oggi Murray non aveva in dote quel colpo risolutivo e risolutore che possono avere il miglior Wawrinka di rovescio o un Nadal in salute sulla terra battuta. Nole non soffre particolarmente gli avversari che come lui la mettono sull’atletismo e sull’agonismo: al riguardo sa che può avere sempre qualcosa in più. Buon 2015 Nole.
Alessandro Orecchio
TAG: Andy Murray, Australian Open, Australian Open 2015, Djokovic, Murray, Novak Djokovic
4 commenti
@ il luminare (#1255210)
Sì, vabbè, cominciamo le sparate
@ il luminare (#1255210)
ma magari il re vince wimbledon lo spero vivamente anche se sarà dura fosse su 3 set lo vincerebbe sicuramente o quasi ma su 5 non è semplice in ogni caso il re non penso che verrà più raggiunto da nadal come slam i tifosi di nadal dicono che lo raggiunge ma io da tifoso di federer dico che non lo raggiunge al massimo vedo nadal che vince il roland garros ma nemmeno così sicuro come gli altri anni…
È duro da battere il serbo!!! Ajdeeee
djokovic quest’anno vincerà 3 slam su 4, non vince wimbledon xchè lo vince il re