AUS2015 DAY9: che stesa Nadal e Halep!
Arrivano i momenti salienti del torneo e la cruda verità si abbatte sui giocatori scesi in campo, rendendo palesi i loro veri valori e confermando sensazioni che alla vigilia vivevano solo di possibilità ed erano sulla carta: si è fatto un gran parlare prima dell’inizio di questi Australian Open di Rafa Nadal e in che misura potesse ambire a un risultato di prestigio, di come la Sharapova fosse la reale candidata alla vittoria finale o di come Bouchard e Halep rappresentassero oramai nuove leve pronte a vincere anche a livello Slam senza essere solo atlete da piazzamento. E in una sola nottata italiana tutti questi interrogativi hanno trovato risposte adeguate.
Potremmo fare svariate considerazioni sul primo Slam 2015 dello spagnolo ma mentirebbe chi deliberatamente parlasse di un Nadal a pieno regime: la condizione ottimale è ancora palesemente lontana e forse difficilmente si raggiungeranno in tempi brevi i livelli migliori. Personalmente credo che ciò che sia riuscito a fare a Melbourne sia già qualcosa di considerevole: non siamo abituati a esaltarci per un quarto di finale Slam di Rafael Nadal, ma vi sono delle attenuanti decisamente forti per relativizzare la sconfitta odierna subita dal maiorchino per mano del ceco Thomas Berdych. In condizioni normali, dove i valori sono quelli soliti, Berdych difficilmente può battere Nadal: 17 sconfitte consecutive subite e l’ultimo sorriso ceco che risaliva a nove anni fa, sono infatti più di un dato indicativo. La situazione attuale è però diversa e coloro che nell’ultimo decennio hanno ricoperto il ruolo di meri outsiders in grado solo di piazzarsi assistendo all’equa spartizione dei titoli Major fra i Fab4 (o Fab3 …), adesso possono finalmente vivere il loro momento di gloria, con un Federer marcatamente over30, un Nadal appunto balbettante, un Murray di ritorno e un Djokovic che deve tenere a bada la variabile delle motivazioni personali e il contrastante appagamento. Per Berdych questo Australian Open assomiglia sempre più a un treno da cogliere al volo: mentre gli altri arrancano lui è in una condizione di forma smagliante e il 6/2 – 6/0 – 7/6 con cui ha spazzato Rafa ne è la prova più evidente. Non ha mai concesso il break a Nadal e proprio il servizio in questo scorcio di torneo, è sembrato il colpo con cui fare maggiormente male agli avversari.
Contro di lui in semi finale nella parte bassa del tabellone troverà un altro giocatore che qui a Melbourne aveva più di qualche sassolino da togliersi dalla scarpa: Andy Murray (6) batte l’idolo delle folle Nick Kyrgios e vola nuovamente in una semi Slam, mettendo a tacere tutte quelle voci che lo volevano un giocatore ormai incapace di arrivare in fondo nei 4 appuntamenti clou della stagione. Troppo spesso velocemente si decreta la fine (sportiva) di un atleta e troppe volte dobbiamo poi celebrarne la rinascita: chiacchierato per la sua decisione atipica di affidarsi ad Amelie Mauresmo come coach, Murray ha piegato le resistenze dell’arrembante aussie, oggi incapace di fronte ai recuperi e all’atletismo fisico dello scozzese di dettar legge con il suo turbo tennis (neppure parlare di power tennis si addice al gioco del giovane Nick…). Basta guardare le statistiche del match per capire la solidità di Murray, e la relativa credibilità che quindi acquisisce in ottica vittoria, superiore all’australiano in ogni fondamentale, perfino al servizio: 13 aces contro 9, 48 vincenti contro 36, 28 non forzati contro 38, 2 sole palle break concesse con ben 9 conquistate. Kyrgios non fallisce la prova del 9, sarebbe ingiusto dirlo: è stato Murray oggi a giocare una partita importante, rivendicando al mondo tennistico il suo status di top player. Sarà una semi finale dall’esito incerto, aperta e chiunque arriverà all’atto finale lo farà sull’onda dell’entusiasmo, dopo aver giocato per 2 settimane un tennis in crescendo e dal valore notevole.
Ad allinearsi a livello di semi finale è stata anche la parte bassa del tabellone femminile: scendevano in campo le due super favorite di giornata, Maria Sharapova (testa di serie numero 2) e Simona Halep (3). La russa d’America ha spazzato via senza alcun affanno la canadese Eugenie Bouchard (7), rivelatasi ancora inesperta per poter ambire a una vittoria importante. 6/3 – 6/2 e una nuova finale in Australia che a questo punto diventa sempre più probabile.
Ad attenderla ora un altro derby dopo quello thrilling con la Panova: Ekaterina Makarova ha infatti sorpreso un po’ tutti sbattendo fuori dal torneo la terza favorita del seeding Simona Halep, con un 6/4 – 6/0 che non ha ammesso repliche. A sorprendere non è la continua ascesa della Makarova, ormai divenuta una piacevole realtà, quanto il modo in cui la tennista russa abbia regolato la Halep. Su Simona si concentravano grandi aspettative e più di qualcuno era disposto a puntare su di lei per l’affermazione finale: forse la rumena è stata un po’ troppo esaltata, forse il cambio di allenatore con annesse polemiche l’ha relativamente distratta, forse ha solo messo in fila una serie di ottimi risultati in tornei minori senza però centrare grandi affermazioni o più semplicemente è ancora presto per portare a casa un torneo che veramente conta, con premesse che sono ottime ma ancora non rappresentano una base solida per trionfare in un torneo così difficile che dura due settimane e dotato di insidie che possono palesarsi anche laddove solitamente non albergano. La Sharapova appare lanciatissima verso la finale, a meno che le insidie di una sfida fra connazionali, da sempre e in qualsiasi sport sottostante a logiche di difficile comprensione, non creino l’ennesima sorpresa di un torneo che non smette di fare fuori protagoniste tanto attese.
Alessandro Orecchio
TAG: Australian Open, Australian Open 2015
6 commenti
accoppiata shara -nishi come vincitori
Ahimè la stesina l’ha presa pure la mia adorata Genie. 😥
Pensate i primi 11 punti del match 9-2 Sharapova con 9 gratuiti di Genie.
Fallisce 2 comodissime palle break per il 3-3 con 2 rovesci facili in lungo linea errati.
Anke secondo me patisce chi serve bene come Serena, Petra e Sharapova e chi ha colpi pesanti da fondo.
Ciò non toglie che contro di lei giocanto tutte molto concentrate e non si sognano nemmeno di sbagliare la giornata sempre perfette al servizio come Sharapova ieri che è stata implacabile sulla 1^ di servizio e con il dritto. 💡
Potrebbe essere la volta buona per Raonic o Nishikori.
Nadal non è che avesse convinto del tutto;basta ricordare come se la fosse cavata con l’americano.E nemmeno Halep aveva del tutto convinto.
Con Mattek-Sand era andata vicina a giocare il terzo set ed in più di una occasione era stata in affanno.Trarre il convincimento che non sia ancora matura per uno slam mi pare azzardato.Primo perchè l’avversaria era ed è di tutto rispetto,secondo perchè il tennis non è una scienza esatta cosicchè se sei numero tre devi sconfiggere la numero 10 e poi perchè una giornata di “ordinaria follia” può sempre capitare! Bouchard a mio avviso sembra patire le prime giocatrici,ma Sharapova resta sempre un osso duro,sopratutto dopo gli scampati pericoli.
A questo punto non mi meraviglierei se uscisse anke Djokovic…Alla Halep mi sembra il cambio di coach non abbia portato bene
mo’ se fa batte’ pure da’n ceco….