Marin Cilic: un’esibizione val bene uno Slam?
Pochi giorni fa il croato Marin Cilic, vincitore dell’ultima edizione dello Slam newyorchese, ha annunciato il suo forzato stop e il conseguente forfait ai prossimi Australian Open: ha tenuto con il fiato sospeso i suoi supporters per diverso tempo, con un ritiro dalla prima prova Slam che andava sempre più concretizzandosi e un infortunio alla spalla che di fatto gli ha impedito di prendere parte alla campagna in terra australiana.
Fin qui nulla da eccepire, d’altronde nella vita degli sportivi sono previsti purtroppo gli infortuni, soprattutto se si considerano i mezzi fisici notevoli ma di cristallo di un giocatore che più di una volta nella sua carriera ha dovuto combattere con noie fisiche e muscolari: il problema semmai è che nemmeno un mese fa Marin Cilic, ha preso parte all’International Premier Tennis League con il team degli Emirati Arabi Uniti UAE Royals al fianco di Nole Djokovic, Caroline Wozniacki e Goran Ivanisevic fra gli altri, le ricche esibizioni off season che hanno visto affrontarsi in 4 tappe non solo i più grandi giocatori del passato e del presente ma anche tennisti rappresentativi dei vari Paesi attraversati dalla competizione, Paesi dove la tradizione tennistica non la fa certo da padrona ma dove il verbo sportivo va però progressivamente diffondendosi. Ambasciatori importanti e di assoluto richiamo per un bacino d’utenza giustamente individuato, con potenzialità immense dal punto di vista economico e una globalizzazione che sempre più sembra prendere il sopravvento sul “vecchio” mondo sportivo.
Esibizioni affascinanti e di sicuro ritorno economico per i giocatori che vi hanno preso parte, ricoperti d’oro per non andare in ferie e continuare con le fatiche nonostante una stagione massacrante e di cui si sono lamentati spesso: gridi di allarme e infortuni paventati sempre dietro l’angolo ma il dio denaro a cambiare tutte le carte in tavola. In pochi dei grandi hanno rinunciato e personalmente non comprendo le logiche di campioni affermati che di guadagni ne fanno già abbastanza e non avrebbero di certo bisogno di un ulteriore gettone di presenza. Il problema è che il tutto avviene solo sulla carta: in realtà, purtroppo, quasi sempre non conta quanti soldi tu possa avere. Soldo chiama soldo e non fa nulla se si va contro proprie dichiarazioni fatte in precedenza o che si perda uno dei più importanti appuntamenti della stagione. Soldo chiama soldo.
È ancora vivo il ricordo nella mente degli appassionati di tennis il trionfo recente di Cilic a New York: un successo inatteso sotto l’egida di Goran Ivanisevic, in una finale che sapeva di novità, senza i Fab4 (o Fab3 … o Fab2 …) a disputarsi l’ennesimo titolo Slam, dominando un Kei Nishikori che si presentava all’appuntamento con la storia (la loro storia …) forse da vero favorito in quella differente e inusuale corsa al titolo. Un trionfo prestigioso, il primo trofeo Slam da riporre e custodire gelosamente nella propria bacheca, giunto dopo le note traversie esistenziali legate all’affaire doping che avrebbe meritato ben altro prosieguo, non certo l’IPTL come vetrina dove incarnare il ruolo del vincitore Slam ma piuttosto un torneo importante dove provare a dar credito all’exploit raggiunto per avvalorarlo ulteriormente e non relativizzare l’impresa che pochi mesi prima il bravo Cilic era stato in grado di far segnare.
Quanto può costare l’avidità? Perché di questo si tratta, di un bisogno di soldi facili che fanno gola e a cui sembra difficile rinunciare: Cilic non è l’unico giocatore di richiamo a saltare l’appuntamento australiano, con il francese Jo – Wilfried Tsonga che aveva già dato forfait e si era chiamato fuori dalla partita. Nel caso del transalpino la situazione che lo riguarda si tinge ancora più di mistero, con punti di domanda destinati a rimanere irrisolti. Come può un giocatore come Tsonga, ex top10 e che da sempre rivendica ambizioni Slam, giocare a mezzo servizio una finale Davis (persa contro la Svizzera), saltare il primo torneo Major della stagione, ma in mezzo trovare le forze e un gomito nuovamente sano per poter prendere parte all’ ”importantissima” International Premier Tennis League? Misteri dello sport. Mica tanto misteriosi poi in realtà …
Alessandro Orecchio
TAG: Australian Open, Australian Open 2015, Cilic, Marin Cilic, Notizie dal mondo
Meglio che non ci sia, un bombardiere inutile in meno.
Eh si che gli infortuni inventati sono quelli di Nadal!!
Beh Buon Rob, credo che un tennista che entra nel professionismo abbia come obiettivo, vincere più slams possibile, vincere la Coppa Davis, prendere una medaglia alle Olimpiadi, o perlomeno io se fossi in Cilic o in un qualunque tennista professionista la penserei così.
Qua non si tratta di silent ban o altre menate che si sono scritte, qua c’è, per me, la bramosita di denaro che supera la passione per il tennis.
@ marcopiper (#1239945)
SE LO DICI TU
silent ban o no,
dove ci sono più soldi si va,
ci sono parecchi collaboratori da stpendiare mensilmente,
alla fine queste scelte neanche tanto meditate, dove offrono soldi si va!
Questa è la vita al giorno d’oggi!
Scusate ma la domanda è semplice : perché alla fine di ogni Slam non si mette il controllo antidoping obbligatorio come nelle maggiori gare d’atletica o di nuoto o di tutti gli eventi di portata mondiale? Servirebbe a dipanare a priori molti dubbi. Ma forse, in generale, si sa già è non si vuole. Non solo per Cilic, ma per non rompere il giocattolo .
Bravo mamo io concordo con te: esibizione = nessun controllo.
= perche’ Nellie esibizioni non c’e’ controllo antidop.
Inutile l’articolo che ripropone una tematica già affrontata non aggiungendo nulla alla questione.
Certi commenti che sparano dubbi e/o sentenze senza lo straccio di una prova sono di una pochezza da far venire i brividi,
Se scrivi da uno smartphone sei parzialmente perdonato…
Silent ban.
Purtroppo ormai viviamo continuamente con la cultura del sospetto doping, scommesse , per cui penso sia legittimo dubitare se qualcuno salta uno slam quando gioca pochi giorni prima una ricca esibizione…
Mah, questi articoli sbattuti ogni due settimane qua e la’ mi lasciano un po’ perplesso, quasi che Cilic non avesse la libertà di giocare laddove ha un maggiore ritorno economico.
E anche queste storie sul silent ban e sul doping sono abbastanza sterili in assenza di prove. Per carità, ha dei precedenti poco rosei, ma a NY ha vinto uno slam a suon di ace e cannonate, tolto forse l’incontro vs Simon non l’ho mai visto correre per 6 ore a destra e sinistra come un cane… quindi certi sospetti, almeno in questa situazione, mi paiono un po’ ingiustificati.
A meno di non pensare che il tennis sia ancora quello del Barone Von Cramm, dei Moschettieri e di Fred Perry, secondo me sì, ne valeva la pena.
Tutti Paperone coi soldi degli altri.
Si comincia a contestare il diciottenne figlio di operai perché non vuole spendere ventimila euro al trimestre per giocare futures sperduti in Papua Nuova Guinea “perché hanno una entry list accessibile!!!!”, per poi passare al top 150 che preferisce fare challenger a due passi da casa spendendo poco piuttosto che giocarli dall’altra parte del mondo spendendo uno sproposito, e si finisce col contestare il neo top ten che ha finalmente trovato il modo di monetizzare i sacrifici fatti in trent’anni di vita.
Poi magari questa gente è la stessa che si indigna perché il caffè al bar costa 10 centesimi in più, o che se la prende, paradossalmente, con le compagnie aeree perché quando vanno in vacanza il biglietto è più caro.
Hai perfettamente ragione! 😉
ho un deja vu di questo articolo (o della sua sostanza) e di un’animata discussione a seguito…
ma non ho il link.
comunque l’IPTL fa schifo.
sportivamente un po’ una prostituzione di alto bordo del tennis, economicamente è comunque un grosso affare.
chi ha visto l ultimo slam a nyc …avra’ sicuramente notato che il gigante croato ha letteralmente dato lezione di tennis a tutti i suoi avversari impallinandoli uno x uno…..e considerando che come tutti sanno e’ un ragazzo semplice e non fa mai il fenomeno.. e magari anche se gli propongono il priv jet con il bodyguard, li manda anche a quel paese… fa benissimo a cautelarsi..se la spalla non va.. che’ se esce quella.. ha finito for ever… il knee si ripara.. la spalla direi proprio di no…!!! ripeto in forma 100% vale top 4 atp..tranquillamente..lo ha ampiamente dimostrato in america..no 3 anni fa..ma appena 4 mesi scarsi orsono..criticate i tennisti modellini e fenomeni invece..no chi come il buon marin.. rimane sempre se stesso !! avrebbe 1000 ragioni x fare il super man.. e’ sempre vincitore di slam.. non lo dimentichiamo cio’…altri .. – i nomi non si fanno -…ma li sapete meglio di me..hanno una squadra di calico dietro direttamente tra sponsors..allen..etc. e ancora fanno molta fatica.. ancora!! a vincere incontri..
per cosi’ di dire..fondamentali x un top players come slams.. finali di slams.. etc.. criticate loro..non chi rimane se stesso.. e ha diritto a fermarsi se non sta bene.. ..forza italia del tennis…
Durante il torneo sono stati fatti controlli antidoping……a sorpresa….aspettiamo
Mah … visti i precedenti gli infortuni di Cilic non sono granchè credibili e visto che l’IPTL non centra con ITF e ATP e magari neanche con la Wada, si poteva fare lo stesso ….
Tanto per pensare male, si intende…