Victoria Azarenka: “Purtroppo, però ero depressa, lo ero senza rendermene conto, perché certe volte le cose accadono senza che si riescano a gestire le emozioni”
A 25 anni, la bielorussa Victoria Azarenka è alla ricerca di una vera e propria rinascita tennistica, per mettersi alle spalle un anno davvero sciagurato, sia professionalmente sia sotto il punto di vista personale.
Nel corso di un’intervista concessa al ‘The New York Times’, la Azarenka ammette di aver sofferto molto negli ultimi mesi. Il primo grande ostacolo è stato rappresentato, a gennaio del 2014, da una forte infiammazione al piede sinistro, a cui avrebbero fatto seguito una fascite plantare, una tendinite ed un infortunio al ginocchio. Ha disputato un solo incontro tra febbraio e giugno, prima di porre la parola fine sulla stagione intera nella metà di settembre, a Tokyo.
“Ad un certo punto, mi hanno domandato: ‘Sei depressa?’. Io ho risposto: ‘Stai scherzando? Non sono depressa. Purtroppo, però ero depressa, lo ero senza rendermene conto, perché certe volte le cose accadono senza che si riescano a gestire le emozioni”. riconosce Victoria.
Agli innumerevoli guai fisici si sarebbe aggiunta la dolorosa rottura della relazione sentimentale con il cantante Stefan Gordy, noto come ‘Redfoo’. “Avevo il cuore spezzato. Adesso l’ho superato, però mi ha spezzato il cuore e non mi vergogno ad ammetterlo. La vita è cosi”.
Azarenka, tuttavia, intende marcare le differenze tra il proprio carattere e l’atteggiamento in campo: “Dentro di me, so di avere un’indole molto buona. Sono sensibile ed ho un gran cuore, ma quando gioco sono una lottatrice, così come molto competitiva nella vita. Alcune volte, capire ed accettare tutto ciò può essere difficile”. Infine, pronuncia una frase che riassume al meglio quell’intatta fame di successi: “Ad essere sincera, non sono mai stata tanto motivata quanto lo sono ora”.
Edoardo Gamacchio
Fonte: Punto de Break
TAG: Azarenka, Notizie dal mondo, Victoria Azarenka
Meno male che hai chiarito!
Il mental coach non lavora sulla mente? Peccato che si definisca MENTAL coach…gli stati mentali dove si trovano nello stomaco? dovrete cambiare la definizione evidentemente!
La depressione è uno stato mentale e non è una malattia? Ma l’hai mai visto un depresso? Li conosci i sintomi guida? Sai da dove nascono le spinte suicidarie?
L’atleta non è un superuomo ma un uomo normale che può ammalarsi nel corpo e nella mente e nel secondo caso va curato come qualunque altro paziente da specialisti qualificati medici o psicologi.
Mamma mia quanta confusione ho letto nei commenti.
Io sono un mental coach sportivo.
Scrivo solo per fornire qualche chiarimento:
1)I mental coach non lavorano sulla mente di nessuno. Ma si occupano di guidare gli atleti ( nel caso dello sport ) a raggiungere la migliore preparazione mentale ed emotiva per eccellere. Questo avviene attraverso alcune tecniche di mental training ( allenamento mentale ) e emotional training ( allenamento emozionale )
2) Il mental coach è diverso dallo psicologo o dallo psichiatra. Il primo è un professionista concentrato sul portare una persona sana all’eccellenza, i secondi si occupano di aiutare a guarire persone che hanno disturbi
3) La depressione ( e bisognerebbe capire davvero se la Azarenka fosse depressa ) è uno stato emozionale ( o più precisamente uno stato psico-fisico ), non è una malattia e non va curata. Bisogna lavorare sulla capacità dell’atleta in questione di gestire le proprie emozioni, di trasformarle in emozioni e stati emozionali più produttivi.
Mi auguro di essere riuscito ad arricchire la discussione chiarendo alcuni punti.
Chi vuole approfondire mi trova sul mio blog vinciconlamente.it
La trance ipnotica….non il trance ipnotico! Almeno la grammatica se non i concetti…
@antonios
e comunque egregio amico, l’autoipnosi non c’entra niente con il trance ipnotico.
(la sua unica tentata spiegazione, purtroppo conclusa con un insulto).
autoipnosi è un termine che si usa “impropriamente”, ma lo si fa per consuetudine, per indicare un insieme di tecniche mentali che perseguono il raggiungimento della calma mentale sotto situazioni di stress.
e il mental coach, NON è una figura professionale regolamentata.
forse il suo rifiuto a ragionare deriva da quello.
io sono mental coach se un atleta mi assume per farlo perché gli piace come lavoro, punto.
mi basta un sito internet, ce ne sono parecchi se dà un’occhiata in giro…
non c’è NIENTE DI MEDICO nella figura del mental coach, perché non si occupa di disagio psichico.
Scienziato tu parli di cose, di concetti e di figure professionali, che non conosci e che non sai nemmeno lontanamente cosa significano. L’autoipnosi ne è un esempio visto che è una scemenza colossale perché nessuno può autoindursi una trance ipnotica. Inoltre, per fortuna, in Italia possono lavorare sulla mente soltanto psicologi specializzati iscritti all’albo o psichiatri. Tutto il resto è anarchia totale e aria fritta a parte la figura del counselor che però non può lavorare clinicamente con nessuno ma svolgere soltanto consulenze. Ma di che parlo e con chi? Continua da solo questa polemica sterile. Ribadisco che ben ha fatto livetennis a dare spazio a questa notizia che apre uno squarcio su una realtà, quella del disagio psichico di un atleta, che non si vuol vedere.
Vika deve ritornare a essere competitiva e a far paura a tutte, Serena Williams in primis
Dai Vika, di uomini migliori di Redfoo ne troverai a migliaia e capita a tutti un’annata storta, malgrado non sia un tuo tifoso sono felice che ti sia ripresa, presto si aggiusteranno anche gli altri campi della tua vita 🙂
quello che dico è un fatto, non una cosa da capire.
lo psichiatra ti aiuta a funzionare (autobus), con dei farmaci ti aiuta a guidare da punto A a punto B perché non riesci ad arrivarci.
il mental coach (formula 1) ti aiuta (con reframing/meditazioni/pnl/ancore/autoipnosi/tecniche energetiche ecc.) ad andare dal punto A al punto B più veloce di tutti gli altri.
hanno le ruote entrambi (è sempre psicologia), ma non c’entrano niente.
Hai capito tutto…
@ antonios (#1235073)
il mental coach non si occupa di salute mentale.
si occupa di peak performance sportiva.
tra psichiatra e mental coach c’è la stessa differenza che c’è tra autista d’autobus e pilota di formula 1,
non devono fare lo stesso percorso di formazione…
la differenza tra depressione e profonda tristezza è che è la stessa cosa.
MA la depressione interviene il business medico che ti dice che c’è qualcosa di sbagliato in te, e tu ci credi, e ti impasticcano e vai avanti così tutta la vita.
INVECE la profonda tristezza è che sei triste e accetti la cosa, finché se ne va come l’inverno.
Sei probabilmente zero competetente di psicologia (al massimo sei un paziente), se non sai che chi vive nel corpo (dagli agricoltori agli atleti), ha un tasso di depressione quasi inesistenti rispetto a un impiegato d’ufficio.
E ai tempi di Sparta la gente era comunque molto più felice che nel mondo occidentale.
E stai sicuro che la Azarenka non va dallo psichiatra, ha ammesso di essere “depressa” nel senso lato del termine, non clinico.
Salute a te, e a tutti.
Anche Vika ha sofferto per amore e anche Vika come molti (non tutti) riuscirà a rivedere il sereno. 😀
Vedere alla voce Andrea Petkovic che sembra aver superato bene la prova d’amor finito. 😉
Forza ragazze. 😉
…ops mi era partito il commento senza averlo terminato. La depressione cos’altro è se non profonda tristezza? Certo essere tristi non vuol dire essere malati, ma se la tristezza diventa il sentimento prevalente e condiziona le nostre attività, nel caso di Vicka il tennis, diventa qualcosa in più che quantomeno va sottoposto ad uno specialista. E peraltro lei stessa riferisce di aver dapprima negato di essere depressa per poi riconoscerlo. Perché non crederle? Sul ristagno energetico e sul fatto che lo sport metta al riparo dalle malattie psichiche mi astengo dal commentare perché forse ai tempi di Sparta pensavano questo.
Quando parlo di negazione del problema mi riferisco proprio ad interventi, più che legittimi, come il tuo. Un atleta ha bisogno di cure in ogni specialistica medica, compreso quella psichica. Lo psichiatra non è il medico dei pazzi ma un professionista che valuta le problematiche mentali da cui tutti pissono essere affetti. I mental coach sono psicologi riciclati per ragioni di mercato…se non sono laureati in psicologia o specializzati in psichiatria peggio ancira sono dei cialtroni che possono fare danni.
@ antonios (#1234981)
bisogna distinguere tra mental coach, che è comune e dovrebbe esserlo di più per chi vuole essere un campione perché il gioco mentale è la componente che fa la differenza,
e psichiatra, che è molto raro trovare nello sport…
semplicemente perché gli atleti vivono “nel corpo” tutti i giorni ed esprimono e liberano la loro energia, e non hanno modo di sviluppare gravi forme di depressione che sono tipiche delle società in cui la vita è sedentaria e si vive “nella mente”, e nel “ristagno energetico”.
la depressione di cui parla Azarenka è “profonda tristezza”, una cosa che come ha detto molto bene lei fa parte della vita, e che non richiede alcuno psichiatra.
adesso ho capito perché si metteva i calzoncini da uomo l’anno scorso
Forza Vika,ritornerai più forte di prima!
Tanto di cappello alla Azarenka che è riuscita a parlare di depressione, parola indicibile nell’ambiente sportivo in generale pronto ad accettare qualsiasi malattia fisica, dalle più banali alle più gravi, ma completamente chiuso rispetto al disagio psichico, visto come la peste, che pure affligge tanti atleti. Generalmente uno sportivo si vergogna a parlare delle proprie ansie, paure, fragilità, come se fossero una colpa ed anche i professionisti della mente che lavorano in questo campo, furbescamente, si propongono con ruoli più rassicuranti, motivatore, mental coach, perché la figura dello psicologo clinico o dello psichiatra in ambito sportivo fa paura. Ben venga la testimonianza di una ex n.1 del tennis femminile, capace di parlare liberamente del proprio disagio allo stesso modo di come farebbe per una distorsione alla caviglia. Di questo si tratta, di malattie curabili.Perché, ci piaccia o no, siamo fatti di mente e corpo e si ammalano entrambi. Ed occorre curare e prendersi cura di chi sta male, senza girarci intorno. E bravi anche voi di livetennis a riprendere questa intervista.
Forza Vika…riprenditi al meglio!
Sono d’accordo.. bel commento! e speriamo che Vika si riprendi! ha giocato abbastanza bene contro la Pliskova, però da lei ci si aspetta molto di più!
Resta una storia misteriosa e cupa, questa della Azarenka.
Era chiaro che c’era dell’altro insieme ai problemi al piede e agli altri problemi fisici.
Mi piace e mi ha colpito l’umanità e la schiettezza di questa ragazza, ferita anche dal punto di vista psicologico e sentimentale e della “vita”, come dice lei.
Personaggio scomodo e fuori dalle righe, con un comportamento non sempre esemplare in campo, con vari scontri o battibecchi con altre colleghe del circuito, ma oggi le auguro di tornare in alto, di ricominciare e di ritornare dove le compete.
E’ ancora giovane: si può rinascere e ricominciare nella vita, anche dopo problemi e situazioni negative e incidenti di percorso vari.
Dai Vika!
Brava,
ottima recensione.
Mi dispiace vederla cosí, forza Vika che tornerai la campionessa che sei
Auguri.tante soddisfazioni per lei
Grande vika, ti aspettiamo on top