Parla Stefan Edberg dopo un anno che allena Federer: “Roger mi ha sorpreso per la quantità di cose che riesce ad assimilare e mettere in pratica. E’ capace di capire ed eseguire, subito dopo, ogni cosa che gli sia detta”
Intervista a Stefan Edberg ormai da 1 anno allenatore di Roger Federer.
Al momento dell’inizio della collaborazione, tra lei e Roger, oramai quasi un anno fa… avreste mai immaginato questi risultati?
“Personalmente, quasi tutto è stato una sorpresa, sin dalla prima chiamata ricevuta da Roger: sì, è trascorso quasi un anno esatto. Durante i primi mesi mi sono dovuto abituare all’idea di essere suo allenatore, nel senso che sarei diventato parte di un team di lavoro. C’è stato bisogno di venire l’uno incontro all’altro. In allenamento, Federer mi ha sorpreso per la quantità di cose che riesce ad assimilare e mettere in pratica. E’ capace di capire ed eseguire, subito dopo, ogni cosa che gli sia detta”.
Quale è stata la possibilità di sviluppare le idee con cui era partito, all’inizio del 2014?
“Avevo sin da subito in mente che non avrebbe potuto continuare a provare a vincere le partite giocando da fondo. Si trattava di passare ad una linea più offensiva.
Abbiamo modificato alcuni aspetti nella mentalità ed, inoltre, anche il modello della racchetta. Abbiamo formato un bel duo. Infatti, è stata semplicemente questione di aspettare che questi ottimi risultati arrivassero.
Ritiene che Federer, dall’alto dei suoi 33 anni, possa ancora vincere un torneo del Grande Slam?
“Non so se lo vincerà, ma sono sicuro che sia nelle facoltà di farlo. Si è visto nell’ultimo torneo di Wimbledon. Ha perso la finale, contro Djokovic, soltanto per questione di dettagli… mi pare evidente che chiunque, dei due, avrebbe potuto vincere quella partita. Nessuno si sarebbe detto sorpreso, se il titolo fosse andato a Roger”.
Quando ha fatto ritorno nel circuito, ha notato enormi cambiati tra la sua epoca, passata da più di vent’anni, e lo stile di gioco attuale?
“Con il passare del tempo, anche il gioco è in continua evoluzione. Compie costanti progressi, migliora sempre. Si ha a che fare, però, anche con personalità estremamente differenti, una caratteristica che genera grandi differenze. Penso che la gente ricordi Borg, McEnroe, Connors, Sampras ed anche me, ciascuno con una filosofia tennistica ed un carattere ben definiti… che quasi si riflettono nei giocatori di oggi, nello stesso Roger, Rafa Nadal, Novak Djokovic, Andy Murray… tutto va di pari passo con i periodi: ognuno è diverso dall’altro. E questo stesso aspetto contribuisce ancora di più all’evoluzione”.
Edoardo Gamacchio
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3 commenti
D’accordo con voi…scegliere edberg e’ stata una grande scelta! Speriamo lo porti ad arrivare a giocarsi un altro titolo di slam, magari proprio in Australia, essendo numero 2 de trova un buon tabellone chissà….
Si penso anch’io che abbia influito molto ma, d’altronde se Federer lo aveva chiamato era consapevole di quali miglioramenti avesse bisogno il suo gioco…Poi la classe do Edberg è indiscutibile a me piaceva moltissimo ed oggi ammiro Roger più di ieri
federer è davvero un mito,grande passione e umiltà,ma ad edberg va almeno il 30 % dei meriti della rinascita di re roger.