Cosa mi aspetto dai tennisti italiani nel 2015?
Il tennis italiano e i suoi rappresentanti non hanno vissuto un grande 2014: i due atleti di punta, Fognini e Seppi, hanno ad esempio cominciato la stagione con obiettivi prestigiosi, rispettivamente l’ingresso in top10 per il primo e il rientro in top20 per il secondo, ma per motivazioni diverse e con modalità diverse hanno attraversato un’annata deludente, non in linea con le aspettative maturate inizialmente. Non ammiro chi critica sempre e comunque per uno spirito distruttivo che non vede nelle cose belle che lo circondano o di cui parla gli aspetti positivi ma solo quelli negativi: bisogna pertanto ammettere che Fognini resta un giocatore top20 (al momento n°20 del ranking) che ha dimostrato con alcuni picchi anche in questo 2014 di potersela battagliare, almeno su terra battuta, con i più forti specialisti del circuito. Il problema è che tali picchi in questo 2014 sono stati davvero pochi.
Fabio è partito con l’ambizione di entrare fra i primi 10 giocatori del mondo e fra febbraio e marzo le sensazioni sono state molto positive in merito: è con l’arrivo della sua amata terra battuta che però, i sogni del ligure, sono andati letteralmente in frantumi, quando fra scatti d’ira e prestazioni negative, ha mancato praticamente tutti gli appuntamenti clou della stagione. Da Fabio non posso che aspettarmi allora un 2015 in linea con i mesi magici estivi del 2013: deve ritrovare la voglia di spaccare tutto, non solo le racchette. Un rapporto con un allenatore abile e capace da cui ricavare il meglio, cercando di non perdere troppi punti e posizioni nella prima parte della stagione per poi azzannare la sua terra rossa e ritrovare quel feeling incredibile con il suo tennis. Sogno: riavvicinarsi prepotentemente alla top10. Obiettivo realistico: tornare in top15 o perlomeno mantenere la posizione attuale. Se sarà quel fantastico giocatore che abbiamo ammirato poche volte quest’anno tutto è possibile, di certo non dovrà essere quello che in terra cinese perde dal numero 500 del ranking, mandando a quel paese pubblico e arbitro.
L’altoatesino Seppi, attuale 45 del mondo, per anni nostro miglior rappresentante in classifica e da sempre modello di costanza e dedizione, ha vissuto un 2014 che lo ha visto protagonista suo malgrado di una flessione in classifica notevole: vicino alla top20 a inizio anno, staziona ora come detto attorno alla 50esima posizione e cosa più preoccupante, ha smarrito strada facendo quello spirito indomito e battagliero che ha sempre caratterizzato le sue ultime annate. Epiche le sue rimonte Slam al quinto set, consuetudinarie le sue partenze a rilento con parziali di set letteralmente regalati agli avversari ma la forte consapevolezza che alla fine Andreas contro i più indietro in classifica difficilmente possa perdere. Nel 2015 deve ritrovare il filo della matassa e puntare forte sulla sua solidità per riavvicinarsi a posizioni che più gli competono come la top30: per lui inizia inesorabilmente l’ultima fase della carriera ma le soddisfazioni possono ricominciare a tornare. I più giovani ancora devono formarsi essendo pietre preziose grezze: per il ricambio generazionale c’è da aspettare e Andreas può ancora essere un alfiere importante del nostro movimento.
Simone Bolelli (55 ATP) è stato senza dubbio la nota lieta del tennis italiano nel 2014: i noti problemi fisici e il lungo stop per l’infortunio, il ricominciare divenendo uno dei dominatori del circuito challenger, gli exploit di Wimbledon e New York, e la top50 a portata di mano. Su Simone in pochi avrebbero scommesso a inizio anno, dandolo per finito, una carriera mai del tutto esplosa relegandolo allo status di promessa inespressa. Ma Simone non si è abbattuto e credendo nei suoi mezzi e nei suoi fondamentali è tornato con nuovi importanti propositi, da mantenere saldi per l’anno che verrà: ritoccare il suo best ranking entrando in top30 è fattibile così come vincere il suo primo torneo del circuito maggiore. Simone deve solo agguantare la voglia di stupirci un’altra volta, senza farsi distrarre dalle noie del tennis scommesse, cui sembra essere peraltro del tutto estraneo. La prima parte della stagione è quella maggiormente indicata per salire ulteriormente in classifica.
Paolino Lorenzi, oggi numero 64 del mondo, non vuole assolutamente mollare: raggiunta la sua prima finale ATP sulla terra sudamericana a inizio anno, nel 2015 vuole la top50 e magari dire la sua in modo un po’ più prepotente negli appuntamenti di primo piano. Paolo potrà sfruttare il suo essere a proprio agio nei tornei del circuito minore, soprattutto nella trasferta sudamericana, e se confermerà la sua recente classifica, potrà cercare di esprimersi al meglio anche sulla terra rossa europea nei momenti clou della stagione. Obiettivo: top50 e soprattutto farsi trovare presente a maggio/giugno.
Scorrendo la classifica oltre la 150esima posizione ci sono state realtà positive e altre meno: Luca Vanni si è rivelato al grande pubblico e con un servizio esplosivo a 29 anni ha raggiunto maturità e best ranking. Il tennista aretino ha fatto della dedizione e del sacrificio il suo mantra per l’intera stagione: in giro per il mondo disputando challenger nei più disparati angoli della Terra, Luca ha raggiunto una consapevolezza nei propri mezzi sinonimo di crescita, tardiva ma fortunatamente arrivata, che potrà continuare nel 2015. L’obiettivo della top100 appare di difficile realizzazione per potenzialità in dote al buon toscano, ma crederci non costa nulla: i sogni vanno perseguiti con costanza e questa a Luca non difetta di certo, d’altronde non ci sono grandi scadenze che incomberanno.
Chi ha vissuto una stagione in calando smarrendo le ottime sensazioni del 2013 è stato invece il siciliano Marco Cecchinato: oggi numero 160 del mondo, dopo una buona prima parte di stagione sembrava essere quello più vicino fra le nuove leve a poter ambire al traguardo dei primi 100 giocatori al mondo. Purtroppo il suo tennis non è sembrato compiere quel piccolo passetto in più, rimanendo invischiato in delle lacune tecniche su cui il Ceck dovrà lavorare indiscutibilmente nel 2015. Non è una questione di mancanza di fiducia: a mio avviso Marco per poter tornare vicino a traguardi creduti possibili in precedenza dovrà limare alcuni aspetti del suo gioco, colmando un gap tecnico/tattico al momento presente rispetto alla soglia fatidica della top100. Un 2015 per risalire col duro lavoro: la top150 sembra essere il suo habitat naturale al momento, non resta che sperare in una crescita definibile completa e che lo porti oltre.
Passando agli altri, Arnaboldi, Viola e Travaglia possono puntare alla top150, Fabbiano deve ritornare ai livelli del 2013 così come da recuperare appare Giustino, Marcora e Gaio devono avvicinarsi a passo spedito alla top200, mentre le giovanissime leve ottenere una crescita tennistica in linea con quella fisica: Donati (1995), Napolitano (1995), Mager (1994) e soprattutto Quinzi (1996) devono dimostrare che le aspettative riposte su di loro non sono state un abbaglio. La crescita fisica e la maturazione per un tennista italiano sono sempre un’incognita e i nostri tempi sono risaputamente più lunghi rispetto a quelli dei nostri coetanei vicini europei (e non solo), ma dopo un primo periodo di ambientamento nel circuito, nel 2015 sarà tempo di spingere e diventare piacevoli realtà e non solo buoni prospetti o interessanti scommesse. Il marchigiano Quinzi, in virtù anche della sua adolescenza da predestinato, deve trovare il giusto equilibrio fra un tennis che deve colmare alcune falle ancora evidenti e un fisico che deve adeguarsi sia alla potenza dei colpi (auspicabile un incremento in merito) sia all’agilità che dovrà caratterizzare gli spostamenti in campo. Non ultimo e da curare primariamente, non va sottovalutato l’aspetto psicologico: Quinzi quando è stato bene e non acciaccato è parso spesso insicuro nei momenti bui dei match, momenti che capitano a tutti ma che lui deve scoprire come gestire e superare. Gli sproloqui devono lasciare il passo alla concentrazione, la classifica deve tornare a sorridere, certamente il ragazzo non vale la 437esima piazza della classifica ATP attualmente occupata. Il 2015 sarà l’anno in cui capire se puntare ancora su di lui: tempus fugit, anche per GQ.
Alessandro Orecchio
TAG: Fognini, Italiani, Lorenzi, Seppi, Simone Bolelli
5 commenti
Ultima chiamata per Quinzi – Donati – Napolitano. Se nessuno di questi tre batterà un colpo nel 2015 prevedo tanto buio per il futuro del nostro tennis maschile…..
Da Fognini mi aspetto che si confermi a questi livelli e finire in top 20 per me c’è da leccarsi i baffi.
Seppi potrebbe fare un po’ meglio e chiudere nei top 40.
Bolelli e Lorenzi, con i rispettivi limiti penso che siano vicini al top delle loro possibilità, forse se il Bole fa uno sghetto in un GS potrebbe salire ancora un po’, ma già chiudere l’anno nei 50 sarebbe fantastico.
Tra i giovani speriamo che GQ sistemi le lacune tecniche…e che lo faccia! perchè sti discorsi si facevano anche l’anno scorso!
Travaglia e Cec li aspetto ad attaccare i 100!
@ Gigiomaradona (#1226168)
Il tema è che, ceteris paribus cm dicono quelli istruiti, nessuno degli attuali top-10 in assoluto è più debole di Fognini, nemmeno l’anziano e spesso bistrattato Ferrer del quale nn si perde occasione per considerarlo un modesto top-120 stranamente in top-10 quando invece è un gran tennista. Detto qst, per carità sognare è lecito. Su Quinzi l’unica nota è che concordo magari che l’attuale classifica nn gli rende giustizia. Ma nn mi spingerei piu di una top-320-350 che bene o male è la classifica che aveva prima dell’infortunio.
Su Fognini non mi sento di fare previsioni, potrebbe entrare nei 10 come uscire dai 30.
Mi aspetto Bolelli dentro i 50, mentre Seppi fuori dai 50 (ma sicuramente piu’ vicino ai 50 che ai 100).
Lorenzi e, spero, Cecchinato nei 100; Travaglia e Vanni nei 150, poi non so, spariranno Starace e Volandri, Arnaboldi e Viola come ora attorno ai 200, entro cui spero arrivi almeno un giovane (Donati? Quinzi?)
Trovo quest’articolo ben scritto ed equilibrato nella sua analisi: giusto puntare a migliorarsi con obiettivi più o meno fattibili poi nella realtà.