Andrada Ioana Surdeanu tra il mito di Simona Halep e le violenze del padre
Parla la giovane Andrada Ioana Surdeanu, picchiata dal padre dopo che aveva perso una partita nei quarti di finale del circuito Junior.
“Non ho giocato bene quella partita, specialmente negli ultimi giochi. Alla fine mi ha chiesto di dargli il cellulare, è il suo modo di punirmi quando non vinco le partite per colpa mia. Gli ho detto di prenderlo al volo e ho buttato il telefono lontano. Mi ha schiaffeggiato un paio di volte, una delle quali ha colpito il mio naso.
Mi chinai per evitare che mi colpisse di nuovo, allora mio padre mi diede un asciugamano bagnato e mi chiese di vedere il medico del torneo. Quando ritornai lui era stato già arrestato.
E’ stata la prima volta, non mi aveva mai colpito prima. Adesso ha delle restrizioni e non gli sarà più permesso di venire con me ai tornei. Ora come farò? Come posso diventare come Simona Halep?
“Quando ho visto che è stato descritto come un criminale mi ha fatto male e mi è venuta voglia soltanto di urlare. Mi sento colpevole per quello che è accaduto, anche se so che non è solo colpa mia. Lo amo molto e vorrei che torni al più presto a casa”.
Il padre è stato rilasciato dopo aver pagato una sanzione di 300 dollari.
TAG: Andrada Ioana Surdeanu, Notizie dal mondo
@ pinkfloyd (#1223182)
** che è quello
@ antonios (#1223158)
Esulando dal discorso sportivo, che ho quello che ho fatto io, non ti sto parlando di “violenza”, perché una discussione col genitore non la classificherei come violenza e uno schiaffo che parte una tantum o pochissime volte, nemmeno.
La violenza so che è tutt’altra cosa e so quanto è grave e lo si vede ogni giorno nei fatti di cronaca, ma non c’entra niente con quello che ti dico e con quello di cui stiamo discutendo.
Estremizzare è negativo, da entrambi i lati e comunque la si metta.
Tu dici zero schiaffi, poi, ad UNO e uno solo, la chiami già violenza.
Non estremizziamo.
Se vogliamo dire che tutti quelli che hanno una discussione e uno schiaffo nella vita diventano poi dei cretini e delle nullità, diciamolo, non saranno certo le chiacchiere (in generale) a cambiare il mio pensiero.
Au revoir.
Se sposti il discorso sul personale tutto si complica. Ognuno ha la sua storia e non serve giudicare. Le considerazioni generali, che non sono un’omelia, vertevano sul rapporto tra pedagogia e sport ed ho espresso la mia opinione con argomenti legati all’esperienza di lavoro sul campo. Non tutti si ammalano di influenza ma ciò non toglie che il virus sia patogeno. L’uso delle mani non rafforza mai un genitore: tutto ciò che si può ottenere da un figlio in termini di formazione non necessita di strumenti violenti che rischiano, non in tutti, di creare danni.
@ antonios (#1223095)
I miei genitori mi hanno dato un’educazione di altissimo livello, esemplare, corretta e funzionale e, anche se mio padre mi ha sgridato o dato qualche schiaffo estemporaneo (quando me lo meritavo) e abbiamo avuto dei momenti di tensione passeggeri, soprattutto nella mia fase adolescenziale (difficile per chiunque), adesso sono qui, vivo, vegeto e sono fiero di lui e di loro. E di me.
E questo potrebbe valere, in generale, per chiunque.
Le prediche e le omelie non servono, ripeto. Ma se si vuoi continuare a farle, non sarò certo io a impedirlo.
Faccio davveri i complimenti a livetennis per aver introdotto questi argomento, pur partendo da una partita di tennis. Anche se siamo nel 2014 è ancora radicato il convincimento che l’educazione autorevole non debba fondarsi su principi sani, stili di comportamento corretti proposti ai figli, coerenza tra i genitori, fermezza dello sguardo e del tono della voce, punizioni spiegate e non imposte senza motivo,ma possa essere ben aiutata da qualche ceffone. Ma quanti ceffoni è giusto dare e in quali situazioni? Chi stabilisce il limite tra lecito e illecito? Ciascuno può in questo modo costruirsi la sua regola. È evidente invece che un genitore che chiede rispetto deve innanzitutto rispettare il figlio sin da quando nasce proibendo a se stesso di violarne in alcun caso il corpo. Purtroppo è ancora diffuso il convincimento che un genitore qualunque cosa faccia la fa per il bene dei figli e che nessuno possa sindacare ciò che avviene in una famiglia. Pensate che il primo caso di denuncia di un genitore per maltratramento è di appena 140 anni fa nella civilissima New York. Una bambina di 9 anni era legata al letto dai genitori a causa dei suoi continui capricci. Un’infermiera che si accorse di tale brutalità dovette denunciare i genitori alla Protezione Animali. Perché? Per il semplice motivo che la legge non consentiva di denunciare quanto avveniva in casa altrui in materia di figli mentre invece tutelava gli animali da violenze e torture.
@ antonios (#1222982)
Ma si può trattare semplicemente di un momento e di una circostanza in cui lo schiaffo, la sculacciata, il rimprovero può capitare. Nella vita.
In generale, non nel caso specifico.
Estremizzare com questo buonismo cristiano di “viva la pace nel mondo” è anche inutile.
Se lo si fa proprio come violenza e in modo reiterato e continuo, allora è una patologia e diventa un problema grosso per i ragazzi. Farlo in determinate circostanze fa parte della vita, dovremmo essere tutti scemi, allora, adesso, e non per uno schiaffo ma anche solo per un rimprovero, una sgridata, un momento di tensione che capita nella vita tra genitori e figli.
Non facciamo i santi e non predichiamo come fossimo su un altare, perché non siamo in paradiso ma viviamo sulla Terra.
Non estremizziamo, dai, anche quando non ce n’è bisogno.
Altro problema dell’educazione con “mazzate” è che il più delle volte produce genitori che trovano giusto picchiare “per il loro bene” i figli, essendo l’educazione un processo imitativo. E molti commenti postati qui ne sono la prova.
Quindi secondo la tua opinione, noi della nostra generazione che siamo stati educati ANCHE a suon di schiaffoni, abbiamo sviluppato problemi comportamentali?? Ma che dici?? Non parlare di cose che non sai! Messe a confronto la nostra generazione con quella attuale non avrei difficoltà a sapere quale ha sviluppato più problemi.
La cosa sbagliata evidentemente è averlo fatto in un luogo pubblico. La violenza è sempre da condannare ma i panni sporchi si lavano in casa propria
Concordo sul fatto che genitori e figli non possano essere amici nell’accezione che comunemente si dà all’amicizia, ma eviterei di parlare di ontologia che è un concetto filosofico che non c’entra niente con l’argomento. Peraltro nella religione cristiana padre e figlio coincidono, quindi di che parliamo?
La violenza su un bambino, figlio, alunno, ospite di una comunità,non è mai giustificabile e va sempre condannata senza se e senza ma. Innanzitutto è diseducativa: i bambini picchiati, anche con uno schiaffo, sviluppano problemi comportamentali. In secondo luogo c’è una sproporzione fisica e di ruolo tra adulto e bambino. Figuriamoci se può essere legittamato anche un solo schiaffo per una partita di tennis persa. Quel che ora asserisce la ragazzina non ha alcun valore: è ovvio che voglia difendere il padre come dimostrano tutte le ricerche sui figli maltrattati.
beh…qualcuno ha chiesto,ma la ragazza vuole giocare a tennis?a me sembra di si visto che vuole diventare come la Halep….poi in Romania il stipendio e di 2-300 euro al mese e questo padre riesce chi sa come a fare che sua figlia segua il suo sogno.non credo che sia un padre proprio cattivo.se uno pensa mentre sua figlia gioca a tennis come fa a mettere da mangiare sul tavolo,magari anche altri figli e lei fa quel gesto penso si puo perdere la testa un attimo,e UMANE….non dico che ha fatto bene pero qualche scusa si puo trovare.io volevo giocare ma non ho potuto perche i miei non potevano permetersi ma qualche shiafo l,ho preso lo stesso…quindi io penso che non e un cattvo genitore…anzi
Se dice che vuole diventare la nuova Halep, evidentemente sì.
Comunque il tutto dipende dalla violenza del gesto…
Se si è trattato di due schiaffi “normali” non ne farei un dramma (tutti i genitori ai miei tempi, ho 36 anni, e quelli prima di loro sarebbero dovuti andare in galera altrimenti).
Sul corriere dicono “malmenata selvaggiamente”, bhè allora in quel caso è ovvio che si tratta di una violenza inammissibile…
@ Ktulu (#1222832)
esatto…anche la mia ex moglie punisce mio figlio 13 enne con il “sequestro” del “mezzo” per 1-2-4 settimane dipende dall gravita’ dell infrazione e dal tasso alcolemico 🙂
poi il ragazzino si rivolge al giudice di pace (io) per ottenere uno sconto di pena che viene sempre accordto
le botte cred siano scappate come rezione per il mancato rispetto al padre ed il lancio del cellulare stesso. Non per la sconfitta.
@ pallettaro (#1222739)
OMFG ma ti rendi conto che qui si sta parlando di due schiaffi e non di bastonate o bombe a mano? Perchè dovete sempre travisare e pompare tutto?
Un conto è quel deviato del padre di Tomic che spacca la faccia alla gente, un conto sono un paio di pacche…
Sentire parlare di “violenza” per questa storia è ancora più violento del fatto in sè, perchè si attenta all’intelligenza delle persone…
Ma guarda che la “punizione” era la consegna del cellulare, mica le botte…
Storia triste, la violenza non è mai giustificabile, specialmente se utilizzata per motivi sportivi. Auguro alla ragazza di trovare una sua serenità prima di ogni risultato su un campo da tennis
Sull’educazione che i genitori di oggi impartiscano ai propri figli ci sarebbe da discutere per giorni e ve lo dice uno che alle scuole elementari ne vede di tutti i colori….I genitori non possono essere amici dei figli, sono in una posizione ontologicamente diversa, rispetto e autorevolezza DEVONO esserci e DEVONO essere insegnati anche nei confronti delle figure di riferimento….altrimenti va tutto a rotoli….Nel caso in esame mi sembra siano 2 reazioni entrambe esagerate, quella del padre di trattare a schiaffi il comportamento della figlia e quelle delle autorità di mettere in galera il padre…. 😯
@ pinkfloyd (#1222781)
ah ecco. ok.
@ botta (#1222698)
il tuo commento mi piace e lo trovo equilibrato come dovrebbe essere ogni commento.
aggiungo solo una cosa…
in questo caso non possiamo paragonare il tenns della ragazzina con il tennis ricreativo che possiamo fare noi o lo sport generico dei ragazzini che lo fanno a scopo educativo
qui la posta in palio e’ diversa per il padre: in palio c’e’ un futuro professionale potenzialmente ricco.
E’ un approccio diverso. Al padre in questo momento non frega nulla dei valori dello sport…lui pensa al futuro professionale della figlia. bisogna entrare in questa ottica per capire le sue reazioni.
poi si puo anche non essere daccordo che un padre pensi a far lavorare sodo la figlia ad una eta’ in cui bisognerebbe solo giocare e divertirsi…ma questa per lui e’ una questione di sopravvivenza.
Probabilmente ha investito tutto da anni sulla figlia.
Non dico che va giustificato….ma solo capito…lo sta facendo per lei oltre che per lui.
La reazione agressiva e’ da condannare, ma non ho elementi per dire che la bimba sia picchiata regolarmente.
Ripeto…gesto non bello ma non credo meriti l arresto per questo.
non la vedo una nuova halep,è troppo fragile emotivamente ed ha un padre che la picchia dopo ogni sconfitta 😛 quanti dolori per lei,povera,col papà pure in carcere 😛
@ pallettaro (#1222694)
ho apprezzato il tuo commento e lo condivido.
io da ragazzino giocavo a calcio basket e tennis abbastanza bene e alla fine scelsi tennis
mio figlio a 6 anni ovviamente l ho mandato a un corso di tennis 🙂 e te pareva..ma poi a 7 mi dice…”papi..non mi piace tennis”
gli ho chiesto…cosa ti piace?
basket..
oggi a 13 gioca a basket ed io gioco sempre 1 contro 1 con lui sui campetti 🙂
Non mi pare di aver detto che i miei rifiutassero di ragionare con me, non strumentalizzare le mie parole. Ma quando i ragionamenti non bastavano mi davano le sacrosante sculacciate che nessuno, all’epoca, ha mai scambiato per violenza sui minori.
Nel caso specifico della vicenda, è chiaramente diverso, perché NESSUNO dovrebbe comportarsi così, perché si è e si diventa personaggi pubblici e un padre dovrebbe limitarsi. SEMPRE.
Ed assumere un comportamento esemplare, da sportivo, da facente parte di uno sport e delle sue tante competizioni.
Nessuno dovrebbe assumere questi comportamenti: se non si è in grado di trattenersi ed assumere posizioni non eccessive, si può benissimo smettere di fare questo lavoro, perché non si è in grado di farlo.
@ pallettaro (#1222740)
Diciamo che ci può essere un motivo per cui un genitore possa dare uno schaffo. Anche il genitore è un essere umano e può avere un attimo di stizza. Non è un supereroe di fantasia.
Se il genitore mena in modo immotivato e seriale, allora è estremamente preoccupante. E lì c’è certamente da chiamare i carabinieri.
Se avviene una volta nella vita, per un motivo particolare e inevitabile, quando tu hai fatto ‘na cazzata da ragazzino indisponente, io la chiamarei “vita”, la chiamerei una cosa che succede.
Io ricordo, ora, degli schiaffetti ricevuti da piccolo (pochi, ogni tanto, in situazioni particolari) e, a pensarci ora, me li sono meritati e comunque ci penso in modo leggero, come ricordi di vita qualunque.
E senza traumi alcuni.
Pienamente d’accordo!!!
Perché estremizzi le mie affermazioni? Io non ho detto che il padre ha agito bene, ma che l’arresto è stata una gigantesca esagerazione.
Diciamo che se è fuori luogo prendere a calci Quinzi, allo stesso modo era fuori luogo l’arresto.
@ Hoila Seppi (#1222732)
condivisibile a parte il senno di poi. Non c’è niente che possa provare in modo inconfutabile che quel ceffone ti ha fatto bene. Magari ci eri arrivato da solo.
A me i ceffoni, per fortuna non tanti, che ho preso non mi hanno fatto bene, mi facevano star male.
@ PingPong (#1222724)
E’ un tuo parere, superficiale e pressappochista. Botte tanto al chilo, ma quando è il giusto limite?. I ragazzi di oggi sono viziati perchè noi genitori li viziamo. Siamo noi che compriamo i giocattoli e i vestiti. Ieri mia moglie ha comprato le’ennesimo paio di scarpe per mia figlia e come padre ho fatto presente che era una spreco.
Sono padre e vedo tanti padri e fidati, i figli li viziamo noi. Prima li viziamo e poi le prendiamo a botte? E’ sbagliato. Sbagliato e sbagliato. Iniziamo a non viziarli poi il resto viene di conseguenza.
Quello che dici non è vero. Ci sono stati tantissimi casi di figli presi a schiaffoni che han fatto purtroppo di peggio con i loro. La sculacciata al limite può essere in qualche modo una punizione da usare con parsimonia perchè se li picchi sempre i ragazzi non capiscono il messaggio. Capito?
Parli di cose che evidentemente conosci poco.
Ma il punto che volevo sottolineare è questo. Volete educare i vostri figli o farli rigare dritti. Io preferisco educarli, MAI e poi MAI mi azzarederò a prendere a schiaffi mia figlia.
Parere mio.
Io mi chiedo solo se la carriera di tennista è veramente quello che questa ragazza vuole fare.
Il resto si puo capire
io ho un figlio nella pubertà´e vi assicuro e lo sanno tutti che in certe sitauzione e´facile perdere la calma per chiunque.
Cosa ne sappiamo noi della figlia? Se offende il padre, le lancia il cellulare e indolente uno sberleffo se dato in casi estremi puo´anche far bene, sempre se non si e´troppo violenti. E qui sicuramente il padre ha esagerato.
Anch´io ho preso qualche schiaffone da mio padre, eppure non ho traumi (tranne il tifo per il fenomeno) e anzi con il senno di poi mi hanno fatto anche bene.
Credo che il padre abbia punito il comportamento non il fatto che la ragazza abbia vinto o perso.
@ pallettaro (#1222709)
Da secoli e secoli vale il bastone e la carota. Per gli esperti del nulla che citi ci vorrebbe solo la carota e, siccome la carota nemmeno piace a tutti, passiamo direttamente alle caramelle. Poi magari passiamo direttamente la menefreghismo per cui se un ragazzino è fattualmente un pezzo di merda in verita è “poverino” “è solo un ragazzo” “passerà” “lei non si azzardi a rimproverare mio figlio” e tanti etc. Solo diritti e nessuno dovere, nemmeno quello basilare di rispettare l’anziano (essendo annullate le figure paterne che sono solo “amici” che possono solo vagamente indirizzare il figlio, ma non sia mai che provino a raddrizzargli la schiena se è una capra assoluta)
E oggi vediamo le nuove di generazione di dolci, gentilissimi e poco viziati, ben educati geni che questo modo di pensare ha generato.
Cmq parole al vento…da un lato si va in galera (giustamente perchè sei delinquente criminale e forse pure pedofilo, chissà) per due ceffoni, dall’altro acclamazioni per chi minimo minimo manda a fare… arbitri e supporters, e chi più ne ha più ne metta. 😆 😆
PS: potevo sopravvivere anche se mi sparavano alle gambe… 😆
@ PingPong (#1222684)
Dimenticavo. Forse non saresti morto nemmeno se avessero usato la frusta. Se è per questo….
Inoltre aggiungo che è necessario considerare il sesso della vittima , le ragazze o le donne risentono maggiormente a livello psicologico delle violenze fisiche , perchè solitamente dotate di corporature più esili e meno forza fisica rispetto agli uomini e questo , in caso di violenza , può creare un senso di impotenza e sudditanza .Il quale può portare conseguenze nello sviluppo della personalità
@ PingPong (#1222684)
Ma guarda che è sbagliato. Anche io ho preso qualche schiaffo da mio padre, ma questo non significa che mi abbia fatto bene. Anche perchè poi rimaneva amarezza e frustrazione da entrambe la parti.
Dare uno schiaffo o peggio prendere a schiaffi tua figlia davanti a tutti è, come dicono ormai tutti i più esperti, DISEDUCATIVO perchè diminuisce l’autostima dell’adolescente che si sente umiliato, si sente inferiore agli altri, ne esce ancor più sconfitto.
Il fine non giustifica i mezzi nei rapporti con i figli. A me non interessa avere mia figlia numero uno al mondo se poi mi odia, preferisco che rimanga una ragazza normale piuttosto.
Se i nostri genitori ci hanno fatto studiare ottenendo da noi risultati solo con i ceffoni allora era meglio rimanere ignoranti
Mah?!, io non vedo nessuna possibile giustificazione al gesto.
In primo luogo punire una ragazzina perchè ha perso una partita per poco impegno non ha senso… C’è chi fa paragoni con le punizioni per un brutto voto a scuola ma non reggono.. Lo Sport per i minori DEVE essere un gioco .
Dalla “Carta dei diritti dei ragazzi allo Sport” (Ginevra 1992 – Commissione Tempo Libero O.N.U
i minori hanno diritto a:
• IL DIRITTO DI DIVERTIRSI E GIOCARE;
• IL DIRITTO DI FARE SPORT;
• IL DIRITTO DI BENEFICIARE DI UN AMBIENTE SANO;
• IL DIRITTO DI ESSERE CIRCONDATO ED ALLENATO
DA PERSONE COMPETENTI;
• IL DIRITTO Dl SEGUIRE ALLENAMENTI ADEGUATI AI SUOI RITMI;
• IL DIRITTO DI MISURARSI CON GIOVANI CHE ABBIANO LE SUE STESSE
POSSIBILITÀ DI SUCCESSO;
• IL DIRITTO DI PARTECIPARE A COMPETIZIONI ADEGUATE ALLA SUA ETÀ;
• IL DIRITTO DI PRATICARE SPORT IN ASSOLUTA SICUREZZA;
• IL DIRITTO DI AVERE I GIUSTI TEMPI DI RIPOSO;
• IL DIRITTO DI NON ESSERE UN CAMPIONE.
In secondo luogo alcuni parlano di buffetto , ma leggendo il racconto si parla di più di uno schiaffo , probabilmente di una certa intensità dato che la ragazzina ha riportato una ferita al naso e questo mi fa pensare più ad un attacco d’ira di una persona che ha problemi a controllare la propria aggressività più che di una punizione calcolata.
Infine quando lei dice :”Mi chinai per evitare che mi colpisse di nuovo ” mi fa pensare che non sia stata la prima volta che succede, perchè la ragazzina non è rimasta attonita ma ha reagito prontamente cercando di evitare ulteriori colpi.
Non voglio dire che il Padre sia un mostro e/o non ami sua figlia , ma credo debba farsi aiutare a controllare queste reazioni in modo che non capitino più, speriamo che l’arresto lo abbia spaventato abbastanza.
@ stef (#1222663)
Buon per te e per tuo figlio che non l’hai mai picchiato, ma vedi io non dico, mai uno scappellotto, una sculacciata o un ceffone, ma bisogna vedere il contesto in cui il fatto è avvenuto. Cioè da questa vicenda emerge un padre di ferro che se percepisce che la figlia gioca male la si deve punire. (Premetto pure che gli slavi in generale, su quello che fanno, di solito, ci mettono moltissimo impegno).
Con questo comportamento, si hanno 2 conseguenze, per me: La prima è l’imbarazzo e le vergogna della figlia che si becca i ceffoni davanti a tutti e poi deve, ovviamente, cercare di sminuire il fattaccio. Dall’altra c’è il rischio che questa severità ed esigenza faccia disinnamorare alla figlia questo sport.
Poi te hai fatto il raffronto con la società di oggi, ma lì ci sarebbero troppe cose su cui scrivere e dibattere, ma è decisamente Off Topic.
L’esempio di Cremonini è l’eccezione che conferma la regola, ci può essere ma poche volte, imho.
Sul secondo, tuo intervento, dico che non si sta giudicando il padre in quanto tale, ma l’episodio sul campo di tennis, a casa potrà essere il padre migliore del mondo ma in questo caso ha sbagliato alla grande e il fatto di averlo arrestato, può, spero, inculcargli il vero significato dello sport.
@ stef (#1222663)
Credo che ci siano tante cose giuste in quello che dici.
Sono daccordo che imporre le lezioni di piano così come le lezioni di tennis sia una violenza.
Le ragazze stupide sui motorini e le purtroppo tante Andrada Ioana Surdeanu (a cui al contrario viene invece imposta una vita ferrea) sono un pò lo stesso problema: la difficoltà di comunicazione e comprensione con i propri figli.
Quindi il padre che risolve il problema fregandosene con il suo lassismo o il padre che schiaffeggia sono due facce della stessa medaglia. Troppo facile. Bisogna impegnarsi, parlare e discutere con loro. Non parlare con i propri figli, non capirli, così facendo non ci permette di capire le loro abilità ed aspirazioni riuscendo quindi ad imporre una cosa che non vogliono.
Quelle che ho scritto sono belle parole, ma poi nei fatti è difficile lo so bene. A 12 anni (molto tardi) ho iniziato a giocare a calcio, perchè mia madre voleva farmi fare sport. Ci andavo solo per compiacere lei, non ne avevo nessuna voglia, mentre in realtà ero portatissimo per quello sport, tant’è che ho smesso a 35 anni dopo una onesta, ma per me soddisfacente carriera calcistica a livello dilettanti. A 10 anni non mi piaceva giocare a calcio, a 12 non potevo vivere senza.
Quindi è ovvio che i nostri figli quando sono piccoli non sono in grado di capire da subito cosa vogliono fare, ma seguendoli, parlando con loro, apprezzandoli e giocando con loro credo che ci permetta di migliorare il nostro rapporto con loro. Quanto ad una carriera professionistica di alto livello credo che la si possa ottenere solo con un enorme sacrificio umano, rischiando di deteriorare del tutto il rapporto padre/figli, come i casi Pierce, Graf e Dokic dimostrano. Il successo o meno di tuo figlio non cambia, gli hai comunque imposto una vita che non ha scelto lui di fare. Agassi nel suo libro questo lo spiega molto bene, ma la gente pensa che i soldi risolvano tutto.
No, non volevo dire questo, anche perché io lo so bene che si può vivere anche senza, il mio primo cellulare l’ho avuto a 16 anni, quindi…
Il fulcro del discorso sta nel fatto che un padre punisce (in qualsiasi modo) la figlia per aver perso un match in uno sport.
Cioè per me è fuori dal mondo, proprio perché va contro tutte le dinamiche e i presupposti dello sport e del perchè si fa sport, cioè la passione, la voglia di migliorarsi ogni giorno, l’adrenalina pre-partita, la soddisfazione post-partita o la tristezza post-sconfitta, per me sono delle emozioni potenti e in ogni caso costruttive. Poi sul fatto del telefono sono assolutamente d’accordo con te! 😉
Il fatto di “farsi dare il cellulare” probabilmente è come dire “ti sei impegnata poco sul campo perchè hai cazzeggiato troppo con le amiche su FB etc e te l’avevo detto”. Ritirare un cellulare che punizione terribile sarebbe? A me se andavo male a scuola (equivalente del tennis, perchè fino a prova contraria è il papi che la mantiene questi livelli e le permette di poter diventare qualcuno, il sacrificio economico lo fa lui) mi toglievano il pc, mi evitavano le uscite la sera. Poi magari se li mandavo a cagare (equivalente di tirare un cellulare) mi prendevo pure due sberle e anche di più. Sono forse morto? Meritavano la galera i miei? No, sono solo cresciuto con più .alle di tutti.. viziati di oggi, che se li sfiori con un dito rischi la galera 500 anni. La punizione sarà stata plateale, ma la strafottenza della bambina pure.
Pensate con qualche schiaffo in più come sarebbe oggi Fognini…
infine dico una cosa … stiamo giudicando un uomo come genitore e come uomo senza conoscerlo e senza sapere nulla di lui piu di tanto. gli di sta facendo un processo sommario e mettendolo al muro e al pubblico ludibrio senza sapere molto dei particolari della vicenda. Nessun genitore e’ perfetto. Come reagiremmo noi se una figlia tirandoci addosso il cellulare magari dicendoci “figlio di p….” dopo tutti i sacrifici che stiamo facendo per lei e il suo futuro? Andiamo ragazzi una reazione a caldo puo accadere. Magari le ha dato uno schiaffo che l ha mancata ed ha preso il naso e le e’ uscito del sangue dal naso. Deprecabile quanto si vuole ma non gridiamo al mostro per favore. Non ce nessun mostro qui. Si cada a vedere cosa fa il genitore medio nei campi di calcio delle squadre juniores. Genitori che insultano altri ragazzini, madri che si prostituiscono all allenatore perche faccia giocare il proprio figlio titolare, genitori che urlano di tutto all arbitro e parolacce e bestemmie. Guardiamo un po anche in casa nostra. Non facciamo i perbenisti sempre e comunque.
Fimo agli anni 70 in Italia la cultura dello scappellotto ai figli era comune, normalissima, e nessuno e’ mai stato arrestato per questo. Stiamo passando all estremo opposto. Credo ci voglia solo un po di buon senso. Io sono contro ai ceffoni ma non ho mai provato ad essere insultato da mio figlio o che la mia autorita venga messa in discussione. E una reazione (eccessiva) a caldo puo capitare a tutti. Basta che non sia una abitudine.
Poi se il tutto sarà reiterato e ripetuto lo vedremo, l’ho scritto anche prima.
Chiaramente già questo caso costituisce violenza e su questo non si discute, tutte le giustificazioni sono superflue, è vero, però vedremo se sarà un caso isolato.
Il padre ha dimostrato irruenza e un istinto aggressivo, questo non è un buon sintomo, ma ora farebbe bene a comportarsi da padre-allenatore ma soprattutto da padre, che è la prima cosa che desidera sua figlia.
E’ certamente vero, però non facciamo nemmeno che nessuno di noi ha mai avuto un rimprovero, anche pubblico, un buffetto, uno schiaffetto dal proprio padre.
Tutti dentro, i nostri genitori? Domanda. E dico in generale.
Non è cosi complicata, ma non è nemmeno così semplice, la questione.
Ci sono anche i distinguo, ma non sul fatto che questa non sia VIOLENZA, perché lo è, è incontrovertibile, ma sulle modalità e sui retroscena.
Alla fine la ragazzina ama e agogna il padre, lo dice lei, e si dice “colpevole”, perché il padre non è un criminale.
Lo dice lei, io credo a lei, non potrei fare altrimenti, stiamo discutendo su questo caso, che poi la VIOLENZA è condannabile sempre e ovunque e comunque, lo sappiamo tutti.
O, almeno, dovremmo saperlo tutti.
intanto parla per te: io sono della tua stessa generazione e non mi ha mai picchiato nessuno. I miei ragionavano e discutevano con me, e questo mi ha aiutato a crescere. Chi deve affermare la propria autorità con la violenza per me non vale niente.
@ Marcus91 (#1222649)
premetto che ho un figlio di 13 anni col quale ho un ottimo rapporto e col quale sono sempre stato abituato a ragionare. Credo di non avergli mai dato schiaffi o sculaccioni perche fortunatamente quando.ha avuto comportamenti non corretti mi son fermato alla sgridata ad alta voce …quando.mi ha combinato un disastro o rotto un pc in mia assenza a 7 anni. Non riuscirei mai a dare schiaffoni sul.volto.che ritengo.umilianti e ritengo che mai un genitore dovrebbe alzare le.mani sul figlio. Quando ho ricevuto ceffoni da mia madre mi sentivo.impotente ed umiliato e in segreto nel.mio angolo la.maledicevo ed.odiavo per questo. Credo che sia enormemente meglio parlare con i figli che schiaffeggiarli ed ancora oggi quando vedo la.madre.di mio figlio che lo schiaffeggia le.dico….per favore…non in faccia.
Detto questo, il succo del.mio discorso era che, ovvio che ero meravigliato per un ARRESTO per 2 SCHIAFFI.
Avremmo le carceri piene in Italia allora.
Non ho disquisito sulla liceita’ del comportamento del padre che punisce la figlia per.il tennis. Io nella mia cultura non obbligherei mai mio figlio a fare qualcosa e punirlo se non ha risultati all altezza. Ma questo e’ un altro discorso. C e da dire che tanti campioni del passato o attuali devono ringraziare il genitore “aguzzino” che li ha forzati a volte in modo troppo militaresco, ad impegnarsi nel tennis. Questi genitori hitleriani son convinti di fare il bene del.figlio per il sui futuro soprattutto nei paesi dell est dove non ce garanzia di grande futuro e si vede nel.tennis una opportunita di successo ed economica per tutta la famiglia.
Personalmente oreferusco un padre troppo presente e coinvolto nelle vicende sportive della figlia (senza violenze ovvio) e che gli impartisce punizioni tipo NJENTE CELLULARE …che vedere ragazzine viziate sui motorini…che fumano e che non fanno nulla oltre la scuola e stanno a bighellonare dalla mattina alla sera sedyte sugli scooter a fare le stupidine con i ragazzini. Mi chiedo che rapporto abbiano col padre e cosa facciano.insieme?
Infine vorrei dire che essere cosi autoritari con la figlia punendola (con il ritiro del cellulare…non con le botte ovvio, anche se credo sia stata una reazione a caldo dettata dalla mancanza di rispetto) non e’ molto dissimile da quei genitori che forzano i figli (per il loro bene e futuro luminoso) a studiare pomeruggi interi e non uscire di casa…o fare lezioni di pianoforte se odiano il pianoforte.
Ascoltate la canzone di Cesare Cremonini “padre madre” e’ molto significativa. Cremonini passo’ una vuta da ragazzino chiuso in casa a studiare pianoforte forzato dalla madre. La si puo vivere volendo.come.una violenza…far fare qualcosa che odia. Ma da adulto oggi rinvrazia la.madre per averlo costretto a studiare pianoforte senza il quale non sarebbe diventato Cesare Cremonini.
Ciascuno ha il pieno e sacrosanto diritto di esprimere la propria opinione, ma sono letteralmente basito dalle pieghe che ha assunto la discussione (sia oggi, che l’altro giorno) riguardo a questa triste vicenda: una marea di distinguo, sofismi e funambolismi dialettici.
Per come la vedo io, LA VIOLENZA SUI MINORI E’ DA CONDANNARE FERMAMENTE, SEMPRE E COMUNQUE, SENZA SE E SENZA MA.
Punto.
Il classico caso di genitore frustrato che vuole a tutti i costi far fare alla figlia ciò che non è riuscito a fare lui.
@ Marcus91 (#1222649)
Se posso dire una cosa banale, ma si può vivere anche senza cellulare e, ancora di più, a una certa età.
Cioè, non è la fine del mondo se, per qualche ora, si tiene spento quell’aggeggio. Anche solo “per punizione”.
Una volta c’era “a letto senza cena”, perché ora non ci può essere “no cell per qualche ora” ?
Non esageriamo anche all’inverso, i ragazzi di oggi hanno già tutto bello e pronto e vogliono tutto e indiscriminatamente.
Si è vissuto anche senza cellulare e internet ecc ecc e molti lo sanno benissimo, non facciamo che il mondo sia nato negli anni ’90 del secolo scorso.
Complimenti, spero che mai dovrai ragionare così con i tuoi figli, sennò ti conviene non averli… 😯
Cioè te giustifichi un padre che punisce la figlia, sequestrandogli in cellulare, solo perché sta ragazzina ha perso un match…Ma in che mondo viviamo, dove va a finire il vero senso dello sport, se sta poveretta, gioca con la paura che se perderà il match sarà punita….
Un mostro non è, ma non è un buon padre uno che si comporta così, e una sanzione che può essere anche detentiva, si spera, possa servire a far ragionare e a far capire il suo comportamento, assolutamente sbagliato.
Sicuramente una vicenda da condannare ma anche una vicenda, probabilmente, particolare.
Visto che c’è di mezzo “un cellulare lanciato in aria”, un “cellulare”, simbolo principale e quasi status symbol di questa generazione e di questa generazione di ragazzini e ragazzine.
Cellulare usato come “punizione”, probabilmente la più terribile per una ragazzina in generale.
E il fatto che, questa vicenda, abbia come fondamento un cellulare, la dice tutta.
Questo a me ha fatto un po’ sorridere, tutto il resto no, perché la reazione del padre è stata plateale e pubblica e visibile a tutti, facendo in modo che fosse, giustamente, “fermato”.
Poi la ragazzina ci è rimasta male, giustamente, dice di pentirsi e di amare il padre e si preoccupa perché “come farà a diventare la Halep?…”
Insomma una vicenda con tanti significati ma con, sullo sfondo, tutte le caratteristiche e gli stati d’animo di una ragazzina e di questo si tratta, che si è trovata, suo malgrado, già sulla ribalta.
Umana, triste, ma comunque già catapultata su un certo palcoscenico.
Sperando sia un caso isolato, la reazione del padre, e questo lo vedremo, non si sfugge, ormai sappiamo già chi sono e da dove partono…
Ovvio che non mi riferivo alla violenza psicologica, nemmeno a quella fisica usata a sproposito. Non puoi confondere violenza in generale con la disciplina. Premesso che ogni genitore stabilisce quale disciplina impartire ma non si può incarcerare mio padre se nelle mura domestiche mi sculacciava quando pensava me lo meritassi. Stigmatizzo assolutamente il comportamento del padre della tennista. Non puoi punire un figlio perchè ha perso una partita, tantomeno davanti agli altri, cosa che svilisce l’amor proprio della bambina. Quello che condanno è l’atteggiamento della società moderna verso le sculacciate in generale, condannandole a priori come metodo diseducativo.
@ marcopiper (#1222575)
nel tuo caso questo tipo di educazione ha funzionato? Non possiamo esserne certi dai. Ti posso dire che se tu sei una persona seria, non violenta e rispettosa del prossimo l’hai imparato da solo e non perchè ti sculacciavano. Cioè hai fatto la tua crescita personale.
Ci sono persone cresciute nell’agio e con una educazione estremamente indulgente che sono diventate persone normalissime e altre sono diventate dei terroristi.
Ci sono persone cresciute nella violenza e che sono state educate con la violenza che hanno avuto qualsiasi tipo di problema comportamentale e altre invece hanno avuto una vita normalissima.
Questo per dire che un conto è la sporadica sculacciata un conto è la continua violenza, anche psicologica.
Quindi nel tuo caso non parlerei di violenza ma di una educazione un pò all’antica che ho ricevuto anche io.
Ho 38 anni, una figlia adolescente, ed il solo pensiero di mollarle due schiaffoni in faccia mi fa davvero rabbrividire, mai lo farei e spero di non farlo mai nemmeno in futuro.
CONDANNARE LA VIOLENZA SEMPRE E COMUNQUE.
Classico caso di figlia plagiata dal padre.
La ragazzina ammette le punizioni e le violenze.
Violenze psicologiche e violenze (per la prima volta a quanto dice lei….) fisiche.
Insegnare l’educazione ai figli con la violenza porta alle reazioni come quelle di Andrada che, a modo suo, si voleva ribellare alla pressione del padre.
Chi giustifica queste cose giustifica la violenza che si presenta in varie forme e di solito, purtroppo, ha un crescendo.
“..Il suo modo di punirmi quando non vinco le partite per colpa mia..” Detto cosi’, con naturalezza!
Cosa e’ rimasto dello sport, della passione, del divertimento del tennis? Per questa ragazza e’ un obbligo, un lavoro.
Inoltre, stabilito che e’ solo un lavoro per lei, potrei capire la punizione per la scarsa voglia di allenarsi, non quella per la sconfitta: tutti sappiamo che si puo’ perdere, e la sconfitta in se’ e’ una punizione per chi gioca.
Forse noi italiani prendiamo il tennis poco sul serio, per noi e’ primariamente uno sport, ma una via di mezzo sarebbe auspicabile!
@ Shuzo (#1222514)
allora quinzi andrebbe preso a…. nel sedere… dopo ogni partita ?….. io direi di si , fino a che non impara l’educazione !!!!!!!
Noi della nostra generazione (ho 43 anni) siamo cresciuti con gli schiaffoni e le sculacciate! Ho ringraziato i miei per quelle sante sculacciate! Ora invece è diventato reato! Ma per favore! Poi che ci siano modi e ragioni per impartire tale disciplina se ne può discutere tutta la vita ma l’arresto è l’emblema di cuna società permissiva e idealista.
Onestamente trovo che l’arresto sia una gigantesca esagerazione. Soprattutto perché dal racconto della figlia mi sembra di capire (ma è solo un’interpretazione) che il padre la ha schiaffeggiata non in quanto ha perso, ma per il modo in cui gli ha tirato il cellulare, dove ravviso una certa impertinenza. Un cellulare si dà in mano, non si tira. Quando poi lo si tira volutamente più lontano…, non ne parliamo.
In ogni caso è grave punire la figlia solo per aver perso una partita giocando male. Avrebbe avuto senso se si fosse comportata in campo in modo indecoroso, tipo imprecando o lanciando palline a destra e manca.
A volte ritengo che anche i genitori dovrebbero ricevere delle ramanzine, però da chi?
Per favore redazione…capisco che bisogna fare audience ma scrivere “…le violenze del padre” per un paio di ceffoni…
Avevo pensato a cose ben più turpi dal titolo
mia madre mi ha dato ceffoni dai 6 ai 12 anni e non sono morto anzi..mi han fatto bene
Cosa deve fare un genitore? farsi prendere in giro dal figlio e stare li come se nulla fosse? ha fatto bene a darle 2 ceffoni!!
e viene fatto passare per un mostro…ma dai..
non dico che sia una cosa giusta ma nemmeno da galera dai… suvviaaaa
come direbbe Mughini
Triste storia….