Spacca Palle: i perché di Master che non si accende
L’atmosfera all’interno della O2 Arena ha qualcosa unico, a suo modo magico. Sarà per i giochi di luce straordinari che creano una tensione teatrale; sarà per il pubblico internazionale (e competente) che assiste con passione ai match, o per il contesto della città, dove il tennis è letteralmente a casa. Le ATP Finals dopo qualche lustro in giro per il mondo tra Cina, USA, Australia ed Europa, a Londra hanno finalmente trovato una location adeguata. Almeno fino all’anno prossimo, in attesa di sapere che ne sarà nel 2016 quando il contratto in vigore sarà scaduto. Kermode ha fatto capire che ci si sposterà da Londra, alla ricerca di contratti ancor più ricchi. Addirittura s’è fatto scappare l’altro ieri che “forse già dal 2015…”. La speranza è che il grande evento di fine anno non venga di nuovo trasferito in Cina e dintorni, dove le gesta dei campioni della racchetta sono come “un gioiello gettato nel deserto”, visto che alla gente non frega assolutamente niente del nostro sport nonostante i tentativi disperati di farlo esplodere nel mercato potenzialmente più ricco. Vedremo.
Quel che purtroppo vediamo quest’anno è un torneo assolutamente al di sotto delle aspettative. Davvero strano quel che sta accadendo in campo. Mai le Finals nelle prime 5 giornate avevano proposto una serie di match così scadenti, senza agonismo e rari momenti di spettacolo, prodotti dal one man show di turno. Una novità “al contrario”, visto che il Master è sempre uno dei tornei più belli dal punto di vista della qualità tecnica, agonistica e del divertimento. Gli score di quasi tutti i match finora disputati sono lì, impietosi, a testimoniarlo. Nella prima giornata l’incontro tra Murray e Nishikori è stato l’unico vagamente combattuto e incerto, anche se tecnicamente lo scozzese non è affatto piaciuto, e Kei è andato via piuttosto liscio, ma senza incantare. Nel serale Raonic è stato investito dal treno Federer, e la sua reazione nel secondo set è stata totalmente cancellata dal tiebreak, perso senza nemmeno vincere un punto. Terribile la seconda giornata: 4 set terminati per 6-1, con Berdych e Cilic non pervenuti. Due match conclusi sotto l’ora di gioco (56 minuti di noia per Djokovic-Cilic, 58 per Wawrinka-Berdych). Non va molto meglio al martedì, con Roger che domina un Nishikori poco esplosivo e falloso, e Murray che batte Milos senza convincere né esaltare il pubblico. Mercoledì altra giornata misera, sia nel pomeridiano con Berdych che vince senza sudare contro un Cilic abulico, e Djokovic che massacra con una prestazione di alto livello un Wawrinka impotente. Il forfait “sospetto” di Raonic ieri ha messo in campo Ferrer, che non ha deluso le attese sul piano dell’impegno e dell’agonismo, regalando al pubblico il primo terzo set del torneo; pochi però i momenti di bellezza, solo qualche rincorsa dell’iberico ed accelerazioni sporadiche del giapponese. Ancor più devastante la partita più attesa dei round robin: Federer ha distrutto Murray, impartendogli una lezione severissima. Gli astrusi calcoli dei gironi imponevano a Murray di vincere senza perdere un set per strappare una semifinale; è stato massacrato, prendendosi in faccia un 6-0 durissimo in 24 minuti, in cui ha vinto solo 8 punti! E la lezione è continuata fino al 5-0 del secondo, quando ha mosso finalmente il punteggio evitando uno storico doppio cappotto. Un Roger davvero bello. Vederlo mulinare dritti pazzeschi per dinamicità e precisione è stato come assistere ad una sinfonia di velocità, aggressività e leggerezza, portando il pubblico molto vicino a toccare l’infinito tennistico… ma resta l’amarezza per l’ennesimo match senza lotta, e due gironi “vuoti”.
Assistere ad una serie di match a senso unico non è quello che ci si aspetta da un torneo in cui sono in gara i migliori 8 giocatori dell’anno. Incontri scarni, conditi più da errori che vincenti, e praticamente senza lotta. Un solo match è andato al terzo set, e l’unico tiebreak disputato è stato un 7-0 per Federer. Roba mai vista in un evento di questo livello, manco fossero primi turno di uno Slam rosa (con tutto il rispetto, sia ben chiaro…).
Paradossalmente a livello di spettacolo la baracca finora è stata salvata del doppio, con diversi match divertenti e combattuti. A segnare la delusione galoppante per come stanno avanzando le ATP Finals, la vendita online dei biglietti nel mercato secondario: mentre di solito strappare un posto last minute sul più famoso sito di compravendita online costa oltre 300 euro, per la sessione pomeridiana di mercoledì si trovavano biglietti a 10 euro. Prezzi da ATP 250 in America Latina…
La delusione è accentuata dalle alte aspettative che questo Master aveva alla vigilia. Dopo una stagione diversa, che ha prodotto alcuni risultati a sorpresa ed elevato personaggi nuovi allo status di “campione”, ci si aspettava che i vari Nishikori, Cilic, Raonic e lo stesso Wawrinka arrivassero carichi a mille, pronti a dare zampate e creare scompiglio a quella che sembrava una lotta a due per il titolo. L’andamento dei gironi ha confermato che quasi sicuramente non si scapperà da una finale tra Roger e Novak. Purtroppo tutti gli altri hanno impressionato in negativo, nessuno escluso. La domanda allora è: perché? Come mai gli altri sono arrivati così male alle Finals? C’è qualcosa che li blocca? Si può accomunare queste prestazioni generalizzate così scadenti sul piano tecnico ed agonistico? Non è facile trovare un filo conduttore, ma andando a vedere le situazioni di ognuno, qualcosa forse si può individuare.
Partendo dal gruppo A, quello che sembrava più sbilanciato dalla strapotenza di Djokovic, si può dire che la delusione totale è stato Cilic. Dopo la sbornia di Flushing, il buon Marin non è più stato in grado di ritrovare quel tennis aggressivo e vincente che aveva sorpreso, ed esaltato. I tornei autunnali spesso l’avevano visto tra i protagonisti in passato: niente. Probabilmente il peso di un successo così grande ed inaspettato è ancora un fardello troppo ingombrante, che necessita di tempo per esser metabolizzato, se mai ci riuscirà. Quel Cilic formidabile sembra smarrito in qualche angolo di NYC, per la delusione di tutti. Male pure Berdych, che oggi potrebbe subire l’ennesima imbarcata dal Djokovic straripante di questi tempi. Poco da dire su Tomas: è una delle delusioni dell’anno. In una stagione in cui ci sono state sorprese, poteva e doveva essere il suo anno, quello per tentare l’impresa di una vita. Non c’è riuscito, e anzi i momenti in cui diventa uno spara palle incontenibile sono sempre più rari, e relegati a tornei di seconda fascia, quando i grandi sono a spasso. Non mi aspettavo granché da Berdych, e così pare che stia andando. Invece mi aspettavo una reazione da Wawrinka, sia per l’importanza del torneo che in vista dell’appuntamento Davis della prossima settimana. Stan da mesi latita al massimo livello, tornato più pesante, impreciso e meno continuo con dritto e servizio, le armi che aveva affinato ad inizio anno e l’avevano reso incontenibile. Qualche segno di ripresa si è visto, ma troppo poco. Probabilmente oggi batterà Cilic e andrà in semifinale. Lì vedremo – soprattutto in caso di derby svizzero – se ha ritrovato quel fuoco di cui avrà terribilmente bisogno sulla terra di Lille.
Nel gruppo B Federer sta andando via liscio, alternando momenti di quiete a strappi imperiosi di classe immensa, come ieri sera contro un Murray troppo brutto per essere vero. Lo scozzese ha pagato la fatica della rincorsa per qualificarsi, presentandosi a Londra poco brillante, non continuo nella spinta e poco efficace alla battuta. Un po’ come Nishikori, che è arrivato alle Finals come primo asiatico in gara ma anche con le gambe un po’ scariche. Dopo una discreta prestazione contro Murray, i contropiedi ed anticipi micidiali di Roger hanno messo a nudo la sua minor reattività e velocità, proprio le armi principali del suo tennis. Ha pure sofferto qualche fastidio fisico, come gli capita troppo spesso del resto. La sensazione è che una stagione di così alto livello sia difficile da tollerare per il suo corpo, di una cilindrata un filo inferiore a quello che si richiede per eccellere in un circuito troppo sbilanciato sul lato atletico della prestazione. Kei resta il migliore degli esordienti, pur senza il suo miglior tennis. Invece da Raonic ci si aspettava qualcosa in più. Dopo aver sconfitto Federer a Bercy, era quasi scontato che il “Re” avrebbe cercato una vendetta sportiva. Più che sottolineare ancora i limiti strutturali e tecnici di Milos, in questo torneo era fondamentale che arrivasse una reazione mentale quando si trovava sotto pressione. Non è arrivata. Sotto quella maschera inespressiva bolle un fuoco, una rabbia ed una tensione che deve riuscire a gestire meglio ed incanalare in modo positivo nella sua prestazione, altrimenti riuscirà solo sporadicamente a battagliare ad armi pari in questi contesti. L’unica giustificazione per lui è quella dell’esordio, della poca esperienza a questi palcoscenici.
Tirando le somme, a parte carenze fisiche e stanchezza mostrata da Murray (e in parte da Nishikori), che sia stato proprio l’aspetto mentale a penalizzare gli esordienti o “new comers” e quindi produrre un torneo finora così scadente? Gli indizi sembrano esser concordanti in questa direzione.
Da un lato, una stagione così “demanding” sul piano fisico ha portato a Londra alcuni big molto stanchi, con il serbatoio in riserva e non nelle migliori condizioni. Dall’altro queste prime cinque giornate di gara hanno confermato come sia difficile reggere un palcoscenico così importante, la pressione di giocare un torneo di questo livello trovandosi di fronte i migliori. Oppure guardando l’altra faccia della medaglia, la soddisfazione per essere nel lotto dei top8 ha paradossalmente smorzato la cattiveria agonistica di alcuni, relegandoli al ruolo di comprimari, “…tanto va bene così”. Facile pensare a Berdych e soprattutto a Cilic in questo caso, davvero troppo morbidi in campo. Del resto, proprio Cilic ha affermato con totale serenità che le batoste rimediate nella O2 Arena non fanno così male, perché è ancora bello fresco il ricordo dolcissimo della vittoria agli US Open. Non proprio quello che ti aspetteresti da un Campione con C maiuscola, uno che ha il piglio e l’esigenza di primeggiare, ancor più negli scontri diretti contro gli altri big. E simile è da tempo l’atteggiamento di Berdych, uno che non nasconde le proprie ambizioni (e la voglia di crescere rincorrendo disperatamente Ivan Lendl come coach…) ma che ha affermato che quelli sopra di lui hanno qualcosa di più, e meritano di stargli davanti. Diverso invece l’atteggiamento di Stan Wawrinka, che esplode nella sua faccia più rabbiosa quando deve giustificare le troppe sconfitte nella seconda parte di stagione, dicendo “l’aver vinto a Melbourne e Monte Carlo devono farmi riflettere e farmi ancor più arrabbiare per come sto giocando da settimane…”. Chi è un campione, e chi no?
Campione. Si presume che gli 8 del Master siano appunto i migliori, otto campioni pronti a giocarsi il quinto evento stagionale, con la voglia assoluta di sconfiggere i rivali più qualificati. Forse il Master di quest’anno è così scadente sul piano dello spettacolo proprio perché alcuni dei qualificati sono ben lontani dallo status di “campione”. Forse lo saranno a breve, forse non lo saranno mai, la risposta oggi non c’è. Oggi pare certo che questi tennisti – di ottimo livello – non incarnano lo spirito del campione, e forse nemmeno hanno la vera potenzialità per diventarlo pienamente. Sono giocatori di altissimo livello, con il colpo in canna per l’impresa improvvisa, ma non per reggere il confronto alla pari e con continuità con Djokovic, Federer e mettiamoci pure Murray, anche se un gradino sotto. E l’assenza di Nadal in questo Master si sta rivelando pesantissima, come l’apparizione tardiva di Ferrer, che almeno sul piano dalla voglia e dell’agonismo non delude mai.
Questo Master pare quindi nato sotto la stella di una stagione interessante ma strana, che ha innescato un cambiamento importante senza portarlo a termine. Una stagione di passaggio, che ha visto imporsi dei personaggi interessanti, in parte nuovi, ma che sono lontani dall’essere compiuti e diventare stabilmente giocatori pronti a giocarsi i grandissimi tornei. E questo Master forse ci conferma come il tanto atteso ricambio al vertice, quando sarà compiuto, probabilmente non avverrà con questa generazione ma con la seguente, come trattato la scorsa settimana. Ripeto, è una ipotesi, ma gli indizi sembrano sempre più numerosi, e concordati. La qualità dei vari Raonic e compagnia è alta, ma non così alta da riuscire a scalzare i grandissimi degli ultimi anni; mentre forse i classe ’95-’98 porteranno un tennis più interessante e completo, in grado di definire il ricambio generazionale.
Questo l’amaro bilancio dopo cinque giornate abuliche di ATP Finals. Speriamo che la fiammata arrivi nel weekend, o almeno in finale. Il livello che stanno tenendo Djokovic e Federer sembra molto alto. Se saranno loro due a giocarsi il titolo, forse avremo finalmente un grande spettacolo.
Marco Mazzoni
TAG: ATP, ATP Finals, Berdych, Cilic, Djokovic, Federer, Marco Mazzoni, Masters Cup, Murray, Nishikori, raonic, Spacca Palle, Wawrinka
@ winter18 (#1212924)
Figurati, so che i tuoi commenti sono sempre moderati e interessanti, però quella parola accostata al mio commento non mi è piaciuta, tutto qua.
Cmq, se può esserti utile come dato di riflessione, considera che le aziende di abbigliamento sportivo che si erano buttate nel tennis pensando di avere tra le mani una gallina con le uova d’oro, sono già quasi scappate. Tacchini (comprato dai cinesi, che hanno già mollato), altre case che sono tutte in rosso e in vendita. Questo è solo un dato, ma ce ne sarebbero un sacco. Probabilmente il tennis in Cina prima o poi esploderà anche. Ma ci sono tanti tanti tanti posti con più cultura e fame di tennis, che meriterebbero assai di più un Master, un Master1000, ecc.
saluti
@ marco mazzoni (#1212871)
Egregio Marco, avevo già accolto le tue precisazioni sulla xenofobia, no problem. Nel merito non sono d’accordo con la tua opinione. Li Na è la sportiva più popolare in Cina, quando arriverà anche un maschio sarà un delirio. E vedendo i dati di affluenza ( e i prezzi!!!) di Pechino e Shanghai, non mi pare proprio siano tornei deserti. da spettatori appassionati che un torneo si svolga a 2.000 km o 20.000km da casa, l’importante è che arrivino le immagini! Il Master è sempre stato itinerante. Sta tranquillo che il giorno che dovessero spostare Wimbledon a Canton, scendo in piazza anch’io a fare le barricate! Con stima.
@ winter18 (#1212751)
Winter perdonami ma ti prego di non travisare le mie parole. La xenofobia è una cosa seria, e grave. Nel pezzo ho affermato cose che nulla hanno a che vedere con quello, ma dati di fatto.
Da quando esiste la Atp moderna, non è mai stato investito tanto in un paese per provare a fare entrare il tennis e diffondere alla gente cultura e passione per questo sport.
I risultati in termini di quantità di quanto si è speso e risultati ottenuti sono disastrosi.
Stadi vuoti, tornei minori snobbatissimi, interesse nella gente pari quasi zero. Lo dicono ricerche di mercato, ascolti tv, esperienze dirette dei giocatori che vanno la a giocare. Ovvio che la associazione che gestisce il tour cerca di monetizzare il più possibile e tenta l’impossibile per aprire questo mercato. Ma ancora non ci siamo, per niente. Ci sono ben altri paesi che meritano di ospitare un Master se sarà spostato da Londra, altro che Cina…
Sportivamente, saluti
@ winter18 (#1212751)
mi riferivo alla diatriba su Nadal
A forza di provarci e soprattutto quando ci sarà un cinese in Top Ten. La componente- tifo è fondamentale
Una splendida spiegazione, tranne che per bello e bellico che hanno due etimi diversi: un conto è “bellus” contrazione di “bonulum”, “benulum”, diminutivi di “bonum”; altro conto è “bellum” (da cui deriva bellico) che è un’alterazione del latino antico “duellum”.
Dovreste considerare un aspetto: intanto lo sportivo più ricco al mondo é ancora un pugile, fonte forbes, poi nei primi 10 posti ci sono federer, Nadal e djokovic tra i tennisti e se non ricordo male Mayweather ha guadagnato poco meno della somma dei 3 tennisti, come a dire che il pugilato “tira” ancora molto nonostante tu dica che il tennis ne ha preso il posto.
Seconda considerazione: il tennis come secondo me un pò tutti gli sport, è un insieme di fattori, non é solo eleganza, non è solo efficienza, c’è forza mentale e per esempio Nadal e djokovic sono i maggiori rappresentanti, forza fisica e resistenza e Nadal è imbattibile, tattica e tanti altri aspetti ma sono tutti importanti e tutti fanno la differenza. Roger come somma dei singoli fattori, soprattutto eleganza e tattica, lo considero il miglior giocatore, quello che fa le cose difficili come se fossero facili, un po’ come veder suonare la chitarra elettrica da Steve Vai, per chi lo conosce o veder toccare la palla da Zidane. A me piace molto Del Potro, secondo me l’unico giocatore che al top della forma, purtroppo spesso falcidiato da infortuni, se la gioca davvero alla pari con i 3 tenori. Tutti gli altri possono vincere come è capitato ma solo se beccano la loro giornata di grazia o la giornata storta del rivale. Non si puó dire che sia elegante o tattico ma è una forza della natura. Elegante lo è gasquet con quel rovescio pazzesco ma cos’ha vinto e cosa vincerà mai? Purtroppo a lui come a tanti altri buoni tennisti, manca un’altra fondamentale caratteristica, la costanza.. Che é qualcosa di diverso dalla forza mentale, ruotano tutte intorno a un qualcosa in comune ma non sono la stessa cosa.. Possiamo aggiungere anche la Dedizione… Ho letto il libro di Djokovic e la cosa che mi ha trasmesso con più forza è proprio la dedizione nel ricercare l’alimentazione giusta, alla pari del ricercare ogni minimo aspetto anche nella vita quotidiana pur di raggiungere il suo obiettivo. Quanti tennisti viziati ci sono nel circuito? E cosa ottengono? Una vittoria ogni tanto.. Mentre chi si impegna con dedizione totale a questo sport, poi ottiene slam su slam o il primo posto nel ranking. Sotto questo aspetto insieme a djokovic sul podio metto anche Nadal e ferrer, tecnicamente limitato ma spettacolare nella dedizione, forza fisica e costanza.
Invece i vari dimitrov Gulbis e fognini tanto per citarne 3, tutto hanno tranne che dedizione e costanza…
@ pastrocchio (#1212732)
è spiaciuto anche a me lèggere cose come “il nostro sport” “gioiello gettato nel deserto” “gente a cui non frega assolutamente nulla”. Xenofobia non significa altro che aver paura del diverso. Io ho còlto una nota non simpatica, ma se così non voleva essere, meglio così. Il tennis è uno sport universale ed è giusto che vada dappertutto.
@ winter18 (#1212708)
e se fosse solo un fraintendimento??
deponi l’ascia di guerra (e togli le sottolineature)
@ marco mazzoni (#1212652)
io davo per assodato che un giocatore tecnico fosse anche elegante, bello da vedere.
in ogni caso credo sia un fraintendimento che accomuna molti
@ winter18 (#1212708)
ciao,
xenofobo l’accetto mal volentieri… In Cina il tennis è uno sport del tutto marginale ancora, nonostante si sia investito montagne di denaro. A forza di provarci, prima o poi un minimo di seguito lo avrà, ad oggi stiamo quasi a terra. Lo dice chiunque va a giocarci 😉
@ groucho (#1212698)
Ti ringrazio della spiegazione e mi scuserai se il mio pensiero è molto più semplice e.pratico, ma a me dello sport in generale è sempre piaciuta anche la componente fisica e mentale! Quindi, in un certo senso, la lotta, il superamento dell’avversario in potenza e resistenza! Credo che questo coincida con ciò che dici tu quando parli di aspetto “bellico”. Trovo che questo sia presente anche nel tennis, ed è anche per questo che mi piace! E deve essere anche per questo che mi sono appassionato di tennis vedendo per caso la finale Nadal-Federer di Roma 2006! Per questo il mio idolo è Nadal! Ma poi vedo Federer giocare e dico: che bravura, che velocità e che semplicità con cui gioca colpi difficilissimi per quasi tutti gli altri! Come si fa a non guardare un giocatore così! Ma appena scendobin campo vorrei tirare quei drittoni in top spin esasperato e avere quella grinta su ogni pallina…
@ groucho (#1212698)
OT: complimenti per l’eloquio e le ottime considerazioni storiche. Per me ( ma anche per molti altri) più che in riferimento alla boxe, il tennis è il vero erede, e il mix perfetto, creato dalla società moderna per sostituire ed affiancare le due più antiche modalità di conflitto agonistico, fisico e mentale che hanno contraddistinto secoli di competizioni tra due individui: il DUELLO ( con le racchette a sostituire simbolicamente le sanguinose spade e rivoltelle) e gli scacchi ( con la rete che sostituisce la scacchiera nel dividere il campo di battaglia dall’avversario, che è da “uccidere” prima di tutto mentalmente). E sul tutto l’idea diabolica e sopraffina che l’unico momento di contatto fisico tra i due rivali sarà la stretta di mano a fine partita.
comunque anche in passato ci sono stati tennisti che vincevano tanto giocando “male” (connors per dirne uno).
il problema di nadal è che ormai le sue assenza dal circuito sono veramente troppe, non si può parlare di sola sfortuna perchè i suoi problemi dipendono da come usa il fisico.
alla lunga tutte queste pause, indipendentemente dalle sue vittorie, rovinano la sua immagine e il suo ruolo nel mondo del tennis.
@ guidoyouth (#121252
dire che Nadal è scarso tecnicamente può significare solo due cose: desiderio di provocazione o capirne di tennis come il sottoscritto di meccanica quantistica (cioè zero). Bel servizio di Mazzoni ( come al solito), l’unico articolista di livello in questo sito. Tralasciando la piccola vena xenofoba (i cinesi sono molto interessati al tennis), resta una ovvia verità: il business va dove c’è il dinero.
Il tennis è ormai lo sport di confronto individuale per eccellenza, così come prima del tennis, dagli anni venti agli anni settanta del secolo scorso, lo era stato il pugilato. Ma poi questo sport, nell’interesse collettivo delle nuove masse – più raffinate e colte, influenzate dal pensiero pacifista che il mondo occidentale ha abbracciato da metà anni sessanta in poi – è stato gradualmente soppiantato. Ma non va dimenticato che il pugilato era chiamato la “nobile arte” e nasceva come sport d’élite e di confronto… Nel pugilato il fattore estetico era, ed è, una componente altrettanto importante quanto l’efficacia dei colpi, tant’è che Cassius Clay, perfetta combinazione delle due, è stato l’emblema di questo sport.
Da metà anni settanta, con l’avvio del tennis professionistico, il nostro sport è stato capace di rimpiazzare il pugilato negli interessi delle nuove masse, gradualmente e con la stessa intensità emotiva. La pallina, in fondo, scagliata da una parte all’altra della rete, nulla è che la rappresentazione di un immaginario colpo a distanza inflitto all’avversario alla ricerca del KO: senza violenza fisica, ma con una violenza intrinseca e latente altrettanto chiara. Così alla fine è risultato più moderno del pugilato perché “ripulito” del sangue.
Insomma il tennis è diventato lo sport di confronto più duro, il più “bellico”, con la novità di aver rafforzato anche la componente mentale e psicologica. Non dimentichiamo che nel confronto l’uomo non cerca solo una vittoria ma cerca anche e soprattutto una bella vittoria, perché la lotta, la sfida individuale, è osservata e apprezzata. Tanto che le principesse del castello venivano date in sposa ai vincitori dei tornei medievali.
Ah, si noti che le due parole bello e bellico hanno radice simile, e forse non è un caso.
Rispetto l’opinione ma non sono del tutto d’accordo! il tennis nasce come sport a punti quindi conta anche l’efficacia! se fosse uno sport fondato sulla bellezza del gesto, come ad esempio il nuoto sincronizzato, il pattinaggio artistico, ci sarebbe una giuria che vota! Invece, secondo me, ne fanno parte anche agonismo, tattica e forza! Se poi un giocatore riesce a unificare il tutto come Federer, tanto meglio!
1. perché ci sono 3 giocatori che si sono qualificati al master con un gioco basato quasi tutto sul servizio, e su questo campo lento sono fregati
2. perché manca Nadal, e Federer e Djokovic sono in grande spolvero.
Ma dalle semifinali con Wawrinka e Nishikori e la tensione dell’eliminazione diretta, credo ci sarà grande spettacolo.
@ groucho (#1212646)
Mi inchino a tanta saggia eloquenza, Signor Marchese: Ella di gran retaggio al bello ha fatto omaggio
😉
@ pastrocchio (#1212631)
No, nemmeno hai confuso tecnica con eleganza. La sua è una tecnica molto buona, ma non elegante. Non sempre elegante vuol dire ottimo. Quando è elegante ed è anche ottimo, siamo al massimo.
E’ molto interessante il commento di Groucho poco sotto, che ringrazio per la osservazione. Il tennis “sarebbe” (o almeno così è nato) uno sport fondato su di una certa grazia e armonia di movimento, era insita nella concezione dello sport stesso.
Poi tutto cambia e si evolve, arrivando ad estremi superiori troppo spinti per chi ha un palato classico del gioco stesso, scaturiti dalla deriva generale dello sport – tutto lo sport – verso l’estremizzare il lato atletico della prestazione.
Ma non sempre più forte-più duro-più tosto equivale a più divertente e o più bello. Quello semmai equivale a più “vincente”, quindi più capace di vincere premi e denaro. Qua mi fermo sennò si entra in un ginepraio inespugnabile…
Spiegazione esemplare!
L’eleganza è componente indispensabile in questo sport. C’è un’esigenza di bellezza che in altri sport è molto meno importante.
Il tennis va osservato come un’opera a teatro, non a caso il silenzio richiesto al pubblico non è uno stupido retaggio snob ma una condizione necessaria (ma non sufficiente) per mantenere nello spettatore quella concentrazione che serve per apprezzare il bello.
@ marco mazzoni (#1212551)
dunque avrei confuso tecnica con eleganza…può essere.
in ogni caso non volevo sminuire il giocatore Nadal, pur preferendogli giocatori più “eleganti”, mi sono esaltato nel vedere molte delle sue partite epiche
@ marco mazzoni (#1212551)
Concordo cn lei, nn se ne può più di sentire delle fesserie a proposito della scarsezza tecnica di Nadal e del fatto che potenzialmente , “sempre potenzialmente” ce ne sarebbero a decine migliori di lui. Io credo invece che abbia un gran tocco e sensibilità anche se magari nn è piacevolissimo da ammirare rispetto ad altri grandi maestri o stilisti del tennis. Resta il fatto che concordo sulla pesantezza della sua assenza dal Master anche se il “è colpa sua se richiede così tanto al suo fisico” beh. Avrebbe potuto limitare magari qualche partecipazione cm in Brasile ma a mio avviso ha delle deficienze, se così possiamo chiamarle, genetiche. E’ troppo frequente la periodicità degli infortuni
@ marco mazzoni
sulla formula non hai detto niente, sarei curioso di sapere che ne pensi.
qualcuno dice che la superficie è troppo lenta.
a me sembra che ci siano soprattutto poche prime in campo.
forse perchè devono forzare?
@ pastrocchio (#1212515)
ma scherziamo? la tecnica di Nadal è sopraffina e totalmente efficiente al suo modo di interpretare il gioco. Mi chiedi “ti piace? è elegante?”, ti dico così così, preferisco gesti più fluidi e meno basati sulla forza e lo strappo; ma è una tecnica assai evoluta e per nulla banale. Inoltre Rafael ha assai più tocco di quello che tanti gli riconoscono… sono sicuro che se fosse stato impostato in modo meno estremo, sarebbe cmq in grado di giocare un gran tennis.
Ma resterei nei commenti alle considerazioni del Master. Come ho scritto, Nadal manca a questo masters, ma è solo “colpa sua” se chiede troppo al suo fisico, ed a fine anno ci arriva a pezzi.
Direi che personalmente non apprezzo il campo di gioco in realzione a quello che era nei Masters che si svolgevano in Germania ed al Madison. Li vi era uno stacco netto con gli altri tornei della stagione che emergeva dal disegno del campo senza corridoi. Questo rendeva il Masters un qualcosa di unico anche a livello visuale e di ambientazione rendendo coloro che scendevano in campo dei protagonisti di elite al contrario di tutti gli altri umili, fognineschi utilizzatori dei campi con corridoi inutili per il singolare! Una stupidata? Forse ma per me contribuiva tantissimo a rendere questo torneo unico e con un suo perchè!
@ pastrocchio (#1212518)
Se è così scarso spiega perché, dopo mezz’ora di dritti e rovesci in top spin, alla prima smorzata, volee, twiiner o colpo in back che gli capita di dover fare, difficilmente sbaglia! E cmq guido ha ragione! Se giocassi a tennis sapresti che il dritto in top spin di Nadal, che tu definisci inguardabile, è quasi inimitabile, per coordinazione, equilibrio, tempismo, forza di gambe e velocità di braccio che richiede! Quindi tecnicamente difficilissimo! Non una randellata a tutta forza e semplice da eseguire, come molti incompetenti pensano. Ecco perché, appena la sua coondizione atletica non è ottimale, quei dritti così lavorati rimbalzano alti a metà campo e permettono ai grandi colpitori di rispondere con colpi piatti dall’alto verso il basso e in avanzamento, che diventano imprendibili!
djokovic e federer in questo momento sono una spanna sopra agli,mentre raonic cilic e berdych deludenti in questo asters.
la lentezza del campo ha determinato molte cose,ma molti match deludenti.
l’ho detto pure io che tecnica ed efficacia sono due cose diverse, ci mancherebbe. quanti giocatori validissimi tecnicamente non riescono a fare carriera e perdono contro gente “scarsa”? un sacco.
ma dire che nadal sia scarso tecnicamente significa avere una visione molto superficiale del suo gioco.
@ guidoyouth (#1212511)
non sono daccordo.
tecnica ed efficacia sono due cose diverse.
e Nadal tecnicamente è scarso, pur essendo efficacissimo il suo gioco.
@ marco mazzoni (#1212464)
sono daccordo.
e sulla tecnica pura di Nadal che mi dici? sei daccordo che sia davvero modesta o la definiresti comunque accettabile?
quel dritto uncinato per me è inguardabile e credo sia all’origine dei suoi problemi alla schiena
dai sbilanciati un po’: dammi un numero di giocatori che secondo te gli sono davanti da questo punto di vista, cosi i Nadaliani ti ameranno o odieranno per sempre 😈
la tecnica si misura nell’efficacia (il tennis non è la danza artistica diceva qualcuno) e dipende da qualità che variano a seconda dei tennisti.
la tecnica di nadal dipende dal suo strapotere fisico: se gli manca benzina il suo gioco diventa inefficace e può perdere dai ragazzini. se nadal ha il motore a mille riesce ad effettuare colpi tecnicamente difficilissimi e in pochi gli resistono (su terra nessuno).
la tecnica di federer dipende dalla pulizia dei suoi colpi: cambiando racchetta ha ricalibrato il suo arsenale recuperando grande efficacia.
l’efficacia naturalmente è la capacità di mettere in difficoltà l’avversario fino ad arrivare a batterlo.
Scambi tecnica con eleganza.
@ pastrocchio (#1212438)
La tecnica da sola non basta, e nemmeno il fisico! Ma per essere top ten non puoi fare a meno di nessuna delle due cose! Che nadal sia indietro a Federer lo sanno tutti, ma che sia indietro a migliaia è una barzelletta. Forse è persino avanti a Djokovic, che a volte sbaglia degli smash non complicati!
Tornando all’articolo, secondo me quest’anno sono arrivati alla top ten giocatori appagati dalla stagione, come Cilic e Raonic, o bolliti come Murray! Berdych non ha stupito mentre laltalenanza di Wawrinka non la capisco… infine, Novak e Roger troppo superiori!
@ pastrocchio (#1212438)
ciao,
argomento piuttosto complesso, difficile rispondere in un commento. Però vorrei ricordarti che un ranking del genere è un puro esercizio di stile, poiché in uno sport complesso come il tennis la tecnica non è mai fine a se stessa, perché deve essere inquadrata in un contesto mutevole, variabile, in cui la capacità intuire la traiettoria della palla e muoversi di conseguenza è fondamentale quanto la pura tecnica esecutiva. Se si parla di pura tecnica, ovvio che è un n.1, ma ce ne sono altri. Ad esempio, come pulizia e meccanica, Goffin è molto bravo.
una considerazione generale, che prescinde da questo Master.
a livello di pura tecnica tennistica ovviamente Federer è number one.
Secondo metterei Wawrinka.
Poi ci tanti giocatori vicini tra loro, compresi Nole, Andy e compagnia.
Il buon Nadal è distante anni luce, ha davanti a se centinaia di giocatori sotto il profilo strettamente tecnico, forse anche migliaia.
mi piacerebbe sapere l’opinione del grande Mazzoni in merito
la partita di ieri tra murray e federer rimane un caso più unico che raro. murray non era nelle condizioni psico-fisiche per competere in quel contesto, ha giocato al 20% delle sue possibilità.
nel tennis queste cose possono anche capitare. curioso come nel primo game dell’incontro federer ha preso una riga per questione di millimetri e se sbagliava quel colpo si sarebbe trovato sotto 15-40.
@ Gaucho (#1212417)
Ma grande interesse da parte di chi?!
Gran bell’articolo, come sempre. L’unico dato che non è stato menzionato, per giustificare queste partite deludenti, è la lentezza del campo, che come sottolineato da Federer, ha impedito ai “bombardieri” come Raonic e Cilic di essere competitivi con Djokovic, Federer e lo stesso Nishikori. L’unica vera delusione a mio avviso di questo master, a prescindere dal campo è Murray. Da Wawrinka non mi aspettavo niente di più.
Intanto nel Masters a Londra, stanno facendo per me un grande interesse le sfide di doppio, dove la signora ATP ha sempre ritenuto che il doppio non porta vantaggi.
il master non si accende xchè djokovic e federer sono mostruosi rispetto agli altri e in particolare in questo torneo dove gli altri sono in condizioni pessime, l’unica partita degna di nota sarà l’epica finale domenica tra djokovic e federer