Simona Halep e Andrea Petkovic: quando il coach diventa un accessorio
Titolo provocatorio per raccontare e riflettere su due separazioni che potevano essere gestite diversamente e destinate a creare sentiti malumori: Simona Halep e Andrea Petkovic, dopo un anno ricco per entrambe di soddisfazioni e successi, hanno salutato senza troppo calore due coach che le avevano portate (o riportata come nel caso della tedesca) in alto in classifica, fra trofei alzati e consistenti assegni incassati.
Andrea Petkovic tornata quest’anno a livelli eccellenti dopo tribolate stagioni segnate da gravi infortuni, è rientrata in top 20, ha vinto nel circuito WTA, ha raggiunto la semi finale al Roland Garros (suo primo acuto Slam) e per concludere in bellezza, ha trionfato a spese della nostra Flavia Pennetta al Masterino giocato a Sofia. Eppure tutto ciò non è servito a salvare la poltrona di Eric Van Harpen, liquidato rapidamente ma congedatosi da vero gentiluomo augurando alla sua ex assistita nuovi successi per il suo futuro.
Per certi versi simile ma dai toni decisamente più grotteschi la separazione fra la rumena Simona Halep e il suo allenatore Wim Fissette: un’annata strepitosa di conferma che ha fatto seguito a un 2013 da rivelazione, la prima finale Slam al Roland Garros raggiunta ma persa, un Master di fine stagione giocato da assoluta protagonista e che più furbescamente avrebbe potuto vincere a mani basse e la sensazione diffusa generalmente di poter essere la degna erede di Serena Williams in vetta alla classifica WTA quando l’americana abdicherà, con il buon Fissette esautorato però dai propri compiti senza pensarci su troppo.
Un Fissette preso alla sprovvista che ha lasciato ai social network il difficile compito di mal celare il suo dispiacere: l’allenatore si è detto sorpreso soprattutto dalle modalità con cui la rumena ha interrotto il loro rapporto, attraverso un semplice messaggio di testo, un sms utilizzato peraltro come strumento per licenziare anche i due precedenti allenatori. Un brutto vizio insomma per la Halep e sicuramente una caduta di stile. Le collaborazioni di lavoro nel nostro tennis possono interrompersi, anche quelle che durano decenni e che hanno creato nelle figure degli allenatori dei sostituti paterni, ma l’affidare il commiato in un rapporto consolidato a un semplice SMS mi appare personalmente squallido, soprattutto alla luce della recidiva presente in questo caso.
Dietro questo fulmine a ciel sereno, Fissette individua motivazioni extra sportive e quindi ancora più complicate da accettare: un entourage quello della Halep alquanto ingombrante che, a detta dell’allenatore silurato, avrebbe spinto per un allenatore rumeno, con cui la comunicazione sarebbe più facile e immediata (come se la Halep atleta internazionale possa avere problemi a esprimersi in inglese…), motivo unico che avrebbe impedito alla giocatrice di continuare a sognare con un coach che l’aveva saputa valorizzare e l’aveva portata anche a crescere dal punto di vista personale limando, sempre a suo dire, quei blocchi dovuti a timidezza e insicurezze varie riscontrate al principio della loro conoscenza. Una crescita interrotta con un sms, con qualcuno di malfidato che ha visto dietro tale decisione l’ingerenza di sponsor vari e addirittura di Ion Tiriac, capo supremo del tennis rumeno. Al di là delle speculazioni più o meno immaginifiche, resta il fatto che la Halep abbia chiuso un sodalizio vincente in vista chissà di cosa, chissà di quali ulteriori traguardi da raggiungere, intraprendendo una strada a mio avviso in salita in assenza di una fidata spalla.
Personalmente credo che l’evolversi degli eventi debba sempre rispondere al criterio del rispetto reciproco, con l’incapacità di saper dire un semplice grazie, malessere tanto diffuso nella nostra contemporanea società, celandosi dietro vie di fuga immediate ma che sono caratterizzate un po’ dalla codardia. Soprattutto il caso della Halep, molto più di quello della Petkovic, denota a mio avviso paura, un logorante timore verso il futuro che non fa spingere oltre i propri limiti: il coraggio di sognare che crolla infatti di fronte alla necessità e alla convinzione di essere al sicuro entro i propri confini nazionali. Ma come oltrepassare l’asticella dei propri obiettivi se poi si ha paura di uscire dal proprio sicuro orticello?
In un ambiente sportivo dove mancano troppe volte punti di riferimento veri fra hotel cambiati ogni settimana e poche amicizie possibili all’interno del circuito, spiace che la figura di un allenatore arrivi ad avere un’importanza relativa, quando invece dovrebbe e potrebbe diventare oltre che una guida quotidiana una fonte positiva di benessere, ritrovando nella solitudine del proprio lavoro un vicino certo cui appoggiarsi.
Peccato per come siano andate le cose, ho la sensazione che si sia persa una buona occasione per gestire una situazione scomoda all’insegna del buon senso e delle buone maniere.
Alessandro Orecchio
TAG: Andrea Petkovic, Halep, Notizie dal mondo, Petkovic, Simona Halep
Anche l’anno scorso in molti hanno criticato la scelta di separarsi dall’allenatore(di cui mi sfugge il nome) che la portata a vincere 6 titoli in un anno e che la fatta conoscere al grande tennis.Poi com’e’ andata a finire?
Credo che nella vita una dei sentimenti peggiori che possono qualificare un essere umano sia l’ingratitudine. E spiace constatare che sia una caratteristica di due tenniste che ho sempre seguito con interesse. In particolare della Petkovic sono (o sono stato, non so…) un quasi-fan….
peccato che entrambe abbiano cambiato coach,ma nella vita occorre sempre cambiare.
Si, può essere: il “diabolico” Tiriac ha tra le mani una giocatrice forte del suo Paese…e non vedeva l’ora… 🙂
A parte tutto, non so se il cambio di allenatore sia così determinante e se il prossimo sarà rumeno e se lei sarà “gestita” solo da rumeni.
Certamente adesso cresce la “curiosità” sul prossimo coach che dovrà portarla ancora più in alto.
E anche un po’ di “tensione” per questo allenatore che ora avrà anche mille pressioni 🙂
prima di tutto non e proprio cosi..il contratto tra loro era fino a RG,poi hanno rinovato fino a Singapore.la Halep aveva detto che pensera un po e poi decide cosa fare.ha deciso di non continuare e basta.prima di tutto perche Wim non era mai in Romania e si sa che Simona va sempre a casa.tra infortuni e altro era sempre in Romania dove guarda caso era allenata da un altro.perche l,alenatore aveva anche altri impegni.quindi a parte l,sms in Romania non so perche ma Wim non era ben visto…poi certo che il suo l,ho ha fatto pero non e che ha preso una giocatrice dalla 50 posizione..era la nr 10 se ricordo bene….
Come detto in precedenza non vorrei che in questi cambi tecnici improvvisi ci sia l’influenza di Tiriac. Vedremo, di sicuro la giocatrice ha tutto per vincere almeno uno slam. Poi anno per anno vedremo e soprattutto capiremo meglio il perchè dei vari cambiamenti tecnici.
@ Fab (#1212375)
Non era ancora uscito questo commento prima di scrivere il mio, comunque si, l’ho scritto anch’io, l’allenatore non è un mago e, soprattutto, in campo ci va la giocatrice e questo vale anche per tutti gli altri sport.
Per quanto riguarda i motivi di questa separazione non li sappiamo, anche se è come esonerare un allenatore di calcio che ti porta in Champions League.
Probabilmente lei vuol proprio vincerla, quella “Champions League” e subito e per parecchi anni, vediamo se ci riesce e se era davvero quello il suo problema.
Halep non ha ancora deciso cosa farà da grande, ma non perché non lo sappia ancora, ma perché è impaziente di diventarlo, grande.
Evidentemente è rimasta delusa, in cuor suo, da questa stagione: magari si aspettava un paio di Slam e il lancio definitivo in triplo salto mortale nell’elite del tennis.
Invece bisogna aver pazienza, bisogna anche vedere e considerare i propri limiti, non è l’allenatore che ti rende invincibile e ti fa vincere l’impossibile.
Halep ha il potenziale per restare lì in alto, quanto in alto
– e come – non l’abbiamo ancora capito, Fissette o meno non fa differenza.
Come ho già scritto, credo che gli orizzonti dell’entourage di Simona siano troppo limitati, e molta gente ci marcia sopra.
Fossi in Simona mi trasferirei a vivere in Florida e monterei il mio staff. Ma è molto giovane e molto influenzata dall’entourage.
Diciamo che liquidarlo con un SMS è vero che è squallido ma altrettanto squallido e oltretutto ipocrita sarebbe se ufficialmente ci fosse stato un comunicato tipo il seguente:
“Di comune accordo Simona e Wim hanno deciso che il loro rapporto di collaborazione è finito. Wim fa tanti auguri di buon lavoro a Simona e Simona altrettanti a Wim”
E di robe del genere nel tennis femminile e maschile ne sono avvenute diverse volte!!
Comunque staremo a vedere sto grande allenatore rumeno che così a naso mi sembra non sarà chissà quale novità per il suo gioco e per la sua testa!!
Il nuovo allenatore magari le costerà meno economicamente ma sostanzialmente il suo tennis e la sua testa quelli sono ormai, anche perchè con quel fisico minuto non è che può diventare una tennista spaziale !!
Ok, qualche lieve miglioramento nel tennis giocato e nella testa, ma al di là di quello non ci sono altri margini!!
Per carità, sempre un’ottima giocatrice, ma cambiare allenatore non la farà diventare un fenomeno!!
Saluti.
Fab
Ma quale erede della Williams? La Williams non ha eredi, al massimo sarà un usurpazione del trono… Qualcuno prima o poi numero 1 dovrà diventarlo per forza, ma il livello della williams è pressochè irraggiungibile. 😀