Il ritiro di Alessio Di Mauro

12/11/2014 08:35 25 commenti
Alessio Di Mauro classe 1977,  best ranking n.68 del mondo
Alessio Di Mauro classe 1977, best ranking n.68 del mondo

Mancino, con un rovescio bimane performante, un ottimo servizio e un dritto non certo colpo risolutore ma comunque efficace, Alessio Di Mauro in questo 2014 ha detto addio al tennis giocato da pro, dopo aver rivelato al mondo tennistico e non un’indomita forza e un carattere deciso e dedito al sacrificio sul campo che lo hanno portato a un più che onorevole 68esimo posto del ranking ATP come miglior piazzamento in classifica.

Nato a Siracusa nel 1977, Di Mauro conta diverse affermazioni a livello futures e challenger sempre su terra rossa, sua superficie preferita, ma superò curiosamente un turno sia a Wimbledon che a New York rispettivamente nel 2005 e nel 2006, mentre sull’amata terra battuta non raggiunse mai la “gloria” di un secondo turno nelle sue partecipazioni.

A livello ATP il coriaceo siciliano arrivò in finale al torneo di Buenos Aires nel 2007, dove purtroppo raccolse però solo 3 games contro l’idolo locale Juan Monaco. Un onesto mestierante, un lavoratore tutto fatica, sudore e lacci bianchi che lentamente diventano rossi sporcandosi del terreno di gioco, che il 10 novembre 2007 visse una pagina nera della sua vita sportiva (ma non solo…): Alessio Di Mauro è stato infatti il primo tennista italiano squalificato per aver scommesso su diversi incontri, ricevendo una condanna apparsa ai più iniqua e di ben 9 mesi. Sarebbero molte le discussioni da fare in merito, ma mi limiterò a una frase sibillina che lascerà da fare le più svariate considerazioni a voi lettori e appassionati: a pagare sono sempre i pesci piccoli.

Tornando semplicemente ai risultati, che dovrebbero avere il peso specifico maggiore in ogni analisi di una qualsivoglia disciplina sportiva, Di Mauro ha vinto il suo primo challenger nel luglio del 2001 a Campinas in Brasile, facendo seguire un proficuo ritorno italiano a Rimini, dove conquistò dopo un paio di settimane un future locale. Per tornare alla vittoria Alessio dovette aspettare esattamente 2 anni, quando a 26 anni vinse il suo secondo challenger a San Marino, torneo prestigioso e rappresentativo, dall’importanza simile a quella di molti ATP250: 26 anni e la conferma della tendenza tutta italiana a ottenere una considerevole maturazione in netto ritardo rispetto ai vicini colleghi europei. A giugno del 2004 arriva un nuovo challenger a Mantova, nel 2005, anno del suo ingresso in top100, porta in bacheca il trofeo di quello di Monza, mentre nel 2007 si ripete in quel di Mantova.

Nel 2009 vince la Zenith Tennis Cup di Milano (oggi meglio noto semplicemente come Milano ATP challenger), ma esce anche dai primi 100 tennisti al mondo: 32 anni non sono pochi ma Alessio, nonostante acciacchi fisici a ripetizione, non vuole proprio mollare. Di Mauro si conferma e diventa quindi una relativa certezza, quando col passare degli anni si mantiene senza troppi problemi su quella linea di galleggiamento fra la top100 e la 150esima posizione mondiale del ranking: il suo valore, al di là degli exploit attorno alla 70esima posizione raggiunta nel suo passato recente, è proprio questo.

Nel 2010 arrivano 3 affermazioni (Foggia, Pozzuoli e Reggio Calabria), prima del lungo digiuno dalla vittoria fino al 2013, quando quasi a 36 anni si scopre giocatore d’altura e trionfa incredibilmente nel challenger di San Luis Potosi in Messico: si può tranquillamente parlare di impresa e le braccia sono nuovamente levate al cielo per sollevare una coppa. Gli ultimi sigilli risalgono all’ottobre dello stesso anno, quando mette in fila due successi future a Palermo. Contando le 9 finali perse sempre a livello challenger, Di Mauro può essere tranquillamente annoverato fra i migliori giocatori di questa categoria.

Nel 2014 poche apparizioni, troppe qualificazioni da disputare, i quarti di finale raggiunti nella “sua” San Luis Potosi, le rivelazioni (difficili da fare per il suo passato da squalificato…) che nel tennis esistono partite combinate e a non vederle sono solo coloro che non vogliono farlo, prima di cedere il passo alla comprensibile e giusta stanchezza che lo porta ad annunciare il ritiro definitivo.

Lottatore, discusso e discutibile, Alessio Di Mauro ci ha insegnato che al di là dei mezzi tecnici posseduti con il sudore sulla fronte e la fatica messa in campo è possibile tagliare traguardi inaspettati e che ripagano di ogni sacrificio fatto. Ciao lottatore siculo. E grazie.


Alessandro Orecchio


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25 commenti. Lasciane uno!

bellazio (Guest) 14-11-2014 21:40

grande alessio 😉 io sono un giovane tennista e conoscendo personalmente ale credo che sia l’esempio di amore verso il tennis, duro lavoro che noi giovani dobbiamo aspirare. alessio dimostra che pur non avendo del talento smisurato con il duro lavoro si riesce ad arrivare a degli obbiettivi mai immaginabili prima.

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Mane (Guest) 13-11-2014 05:03

Suo tifoso da sempre . Spero di rivederlo come coach. In bocca al lupo leone!

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simone (Guest) 12-11-2014 23:05

Scritto da pincopallino
Dal cellulare non riesco a quotare.. Ma voglio dire che ho apprezzato l’intervento di Figologo. Come mi accade spesso.
Volevo solo chiarire che non ce l’ho con Orecchio, che ho sempre letto con piacere.
Ne’ volevo fare un attacco diretto a Di Mauro, che mi ha fatto sognare in piu’ di un’occasione.
La mia voleva essere una considerazione generale su un certo “cosi’ fan tuttismo” che percepisco sulla rete.
E uno stimolo a valutare pro e contro di un’atleta (ho premesso che non sapevo se avesse ammesso l’errore, io sono per il perdono una volta chiariti gli errori) e fare attenzione a farne un modello per i giovani.. E’ come nelle cause di santificazione.. Ci vuole l’”avvocato del diavolo”. Buona serata a tutti.

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pincopallino (Guest) 12-11-2014 19:59

Dal cellulare non riesco a quotare.. Ma voglio dire che ho apprezzato l’intervento di Figologo. Come mi accade spesso.
Volevo solo chiarire che non ce l’ho con Orecchio, che ho sempre letto con piacere.
Ne’ volevo fare un attacco diretto a Di Mauro, che mi ha fatto sognare in piu’ di un’occasione.
La mia voleva essere una considerazione generale su un certo “cosi’ fan tuttismo” che percepisco sulla rete.
E uno stimolo a valutare pro e contro di un’atleta (ho premesso che non sapevo se avesse ammesso l’errore, io sono per il perdono una volta chiariti gli errori) e fare attenzione a farne un modello per i giovani.. E’ come nelle cause di santificazione.. Ci vuole l'”avvocato del diavolo”. Buona serata a tutti.

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manuel (Guest) 12-11-2014 19:20

un siciliano che non molla mai.
bravo lui e basta.
solo bravo.
da ammirare.

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Figologo (Guest) 12-11-2014 17:30

Scritto da dani1kenobi

Scritto da Figologo
Se il bravo Orecchio mi permette provo a dare una lettura generale.
Alla base di tutto credo ci sia un fraintendimento di ciò che Orecchio ha voluto dire. Questo perchè, e sono sicuro che il nostro amico non la prenderà a male, ci sono i pennini fini che riempiono articoli di arzigogoli letterari e tocchi di alta sintassi, ma che poi non sanno nulla (ogni riferimento a ex grandi giornalisti che nel rin.. del tempo che passa ammettono candidamente di non conoscere Wawrinka), e matitoni più grezzi come quelli di Orecchio che sacrificano la beltà della pagina e prediligono la sostanza, cioè traslare su una pagina web la propria conoscenza e passione tennistica anche in contumacia di una scrittura impeccabile.
Per inciso, il massimo sarebbe Honorè de Balzac prestato a tennis, ma io mi accontento di Orecchio, piuttosto che di un solone bravo a scrivere ma fermo all’esistenza dei top ten e del tutto ignorante dell’esistenza di challenger e futures.
Detto ciò, io non credo che quella di Orecchio sia stata una demagogica difesa di Di Mauro, secondo l’odiosa linea di pensiero secondo cui ogni volta che si delinque, “c’è chi delinque di più”.
Se Orecchio avesse voluto coprire la magagna di Di Mauro probabilmente avrebbe soprasseduto liquidando l’affaire con un “Il 2009 è l’anno buio della squalifica per scommesse, ma Di Mauro torna al tennis piu forte di prima”, o una banalità simile.
Io credo invece che Orecchio sia stato molto onesto a soffermarsi su questo cancrenoso aspetto della carriera del Leone Di Mauro e abbia voluto ricordare che l’atleta che celebriamo oggi è un ragazzo che in mezzo a tutti i meriti, chiude la carriera anche con una macchia indelebile.
Non a casa Orecchio parla chiaramente di “pagina nera”.
Al contempo, quando Orecchio dice “a pagare sono sempre i pesci piccoli” , invitando previamente il lettore a una considerazione, credo sia conscio e memore dello scandalo sollevato al tempo, quando, come ricordato dall’amico Gabriele da Ragusa, Di Mauro venne additato come una sorta di “padre di tutti i mali del tennis”, un “delinquente”, “uno da radiare”, eccetera.
Orecchio ha voluto calcare la mano sul fatto che Di Mauro commise sì l’illecito, ma non era affatto il mostro da sbattere in prima pagina come unico e solo corruttore o come “rovina del tennis”.
E che il tifone in cui Alessio si ritrovò fu semplicemente esagerato, utile forse, come accade sempre quando il sistema se la prende “coi pesci piccoli”, a far credere appunto che il sistema funziona.
Posto comunque che il venticello della squalifica doveva soffiare.
Peraltro,fermo restando che la violazione è stata commessa, e lo riconosciamo tutti, sostenere che una sanzione sia iniqua non vuol dire automaticamente dubitare della violazione ma limitarsi a discutere, credo legittimamente, della commisurazione della pena.
Ora, non voglio fare l’avvocato difensore di Orecchio, ma una lettura degli articoli che sia meno frettolosa e più ragionata, senza pretendere esercizi di FILOLOGIA (lol), credo possa essere utile per comprendere al meglio quello che si legge.
Perchè comprendere è il presupposto necessario per dissentire.
Triangolari saluti.

chapeau! Che lavoro fai?

Rubo ai ricchi per dare ai poveri. 😛

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dani1kenobi (Guest) 12-11-2014 17:10

Scritto da Figologo
Se il bravo Orecchio mi permette provo a dare una lettura generale.
Alla base di tutto credo ci sia un fraintendimento di ciò che Orecchio ha voluto dire. Questo perchè, e sono sicuro che il nostro amico non la prenderà a male, ci sono i pennini fini che riempiono articoli di arzigogoli letterari e tocchi di alta sintassi, ma che poi non sanno nulla (ogni riferimento a ex grandi giornalisti che nel rin.. del tempo che passa ammettono candidamente di non conoscere Wawrinka), e matitoni più grezzi come quelli di Orecchio che sacrificano la beltà della pagina e prediligono la sostanza, cioè traslare su una pagina web la propria conoscenza e passione tennistica anche in contumacia di una scrittura impeccabile.
Per inciso, il massimo sarebbe Honorè de Balzac prestato a tennis, ma io mi accontento di Orecchio, piuttosto che di un solone bravo a scrivere ma fermo all’esistenza dei top ten e del tutto ignorante dell’esistenza di challenger e futures.
Detto ciò, io non credo che quella di Orecchio sia stata una demagogica difesa di Di Mauro, secondo l’odiosa linea di pensiero secondo cui ogni volta che si delinque, “c’è chi delinque di più”.
Se Orecchio avesse voluto coprire la magagna di Di Mauro probabilmente avrebbe soprasseduto liquidando l’affaire con un “Il 2009 è l’anno buio della squalifica per scommesse, ma Di Mauro torna al tennis piu forte di prima”, o una banalità simile.
Io credo invece che Orecchio sia stato molto onesto a soffermarsi su questo cancrenoso aspetto della carriera del Leone Di Mauro e abbia voluto ricordare che l’atleta che celebriamo oggi è un ragazzo che in mezzo a tutti i meriti, chiude la carriera anche con una macchia indelebile.
Non a casa Orecchio parla chiaramente di “pagina nera”.
Al contempo, quando Orecchio dice “a pagare sono sempre i pesci piccoli” , invitando previamente il lettore a una considerazione, credo sia conscio e memore dello scandalo sollevato al tempo, quando, come ricordato dall’amico Gabriele da Ragusa, Di Mauro venne additato come una sorta di “padre di tutti i mali del tennis”, un “delinquente”, “uno da radiare”, eccetera.
Orecchio ha voluto calcare la mano sul fatto che Di Mauro commise sì l’illecito, ma non era affatto il mostro da sbattere in prima pagina come unico e solo corruttore o come “rovina del tennis”.
E che il tifone in cui Alessio si ritrovò fu semplicemente esagerato, utile forse, come accade sempre quando il sistema se la prende “coi pesci piccoli”, a far credere appunto che il sistema funziona.
Posto comunque che il venticello della squalifica doveva soffiare.
Peraltro,fermo restando che la violazione è stata commessa, e lo riconosciamo tutti, sostenere che una sanzione sia iniqua non vuol dire automaticamente dubitare della violazione ma limitarsi a discutere, credo legittimamente, della commisurazione della pena.
Ora, non voglio fare l’avvocato difensore di Orecchio, ma una lettura degli articoli che sia meno frettolosa e più ragionata, senza pretendere esercizi di FILOLOGIA (lol), credo possa essere utile per comprendere al meglio quello che si legge.
Perchè comprendere è il presupposto necessario per dissentire.
Triangolari saluti.

chapeau! Che lavoro fai?

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Figologo (Guest) 12-11-2014 14:44

Scritto da Micelopus
@ Figologo (#1211342)
Bravo, anche leggere i tuoi post…come gli articoli di Orecchio, sono motivo di interesse x chi visita questo sito

Grazie, caro.

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abba (Guest) 12-11-2014 14:12

Un ricordo personalissimo, vittoria a Montecarlo al secondo turno (da qualificato aveva battuto Stan Waw al primo) contro Stepanek.
Finì 7-6 al terzo, e con un gruppetto di amici trascinammo Alessio in quella lotta furente, ricambiati alla fine da un pugnetto del siculo rivolto proprio a noi, giovani rumorosissimi (per qualche altro spettatore pure troppo) e caldissimi. Lea Pericoli a fine match ci venne incontro e ci disse “Alessio dovrebbe pagarvi da bere stasera…”, ma era come se lo avesse fatto quando ha chiuso quell’ultimo 15. Atleta dal cuore enorme!!! Quel momento resterà indimenticabile, semplicemente grazie Alessio!!!

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Nevskij (Guest) 12-11-2014 13:58

Più che un articolo tecnico, un epitaffio. E quando morirà (tra cent’anni…) cosa gli scriverà? Tirata… d’Orecchio

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Micelopus 12-11-2014 13:50

@ Figologo (#1211342)

Bravo, anche leggere i tuoi post…come gli articoli di Orecchio, sono motivo di interesse x chi visita questo sito 😉

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Figologo (Guest) 12-11-2014 12:51

Se il bravo Orecchio mi permette provo a dare una lettura generale.

Alla base di tutto credo ci sia un fraintendimento di ciò che Orecchio ha voluto dire. Questo perchè, e sono sicuro che il nostro amico non la prenderà a male, ci sono i pennini fini che riempiono articoli di arzigogoli letterari e tocchi di alta sintassi, ma che poi non sanno nulla (ogni riferimento a ex grandi giornalisti che nel rin.. del tempo che passa ammettono candidamente di non conoscere Wawrinka), e matitoni più grezzi come quelli di Orecchio che sacrificano la beltà della pagina e prediligono la sostanza, cioè traslare su una pagina web la propria conoscenza e passione tennistica anche in contumacia di una scrittura impeccabile.

Per inciso, il massimo sarebbe Honorè de Balzac prestato a tennis, ma io mi accontento di Orecchio, piuttosto che di un solone bravo a scrivere ma fermo all’esistenza dei top ten e del tutto ignorante dell’esistenza di challenger e futures.

Detto ciò, io non credo che quella di Orecchio sia stata una demagogica difesa di Di Mauro, secondo l’odiosa linea di pensiero secondo cui ogni volta che si delinque, “c’è chi delinque di più”.

Se Orecchio avesse voluto coprire la magagna di Di Mauro probabilmente avrebbe soprasseduto liquidando l’affaire con un “Il 2009 è l’anno buio della squalifica per scommesse, ma Di Mauro torna al tennis piu forte di prima”, o una banalità simile.

Io credo invece che Orecchio sia stato molto onesto a soffermarsi su questo cancrenoso aspetto della carriera del Leone Di Mauro e abbia voluto ricordare che l’atleta che celebriamo oggi è un ragazzo che in mezzo a tutti i meriti, chiude la carriera anche con una macchia indelebile.

Non a casa Orecchio parla chiaramente di “pagina nera”.

Al contempo, quando Orecchio dice “a pagare sono sempre i pesci piccoli” , invitando previamente il lettore a una considerazione, credo sia conscio e memore dello scandalo sollevato al tempo, quando, come ricordato dall’amico Gabriele da Ragusa, Di Mauro venne additato come una sorta di “padre di tutti i mali del tennis”, un “delinquente”, “uno da radiare”, eccetera.

Orecchio ha voluto calcare la mano sul fatto che Di Mauro commise sì l’illecito, ma non era affatto il mostro da sbattere in prima pagina come unico e solo corruttore o come “rovina del tennis”.

E che il tifone in cui Alessio si ritrovò fu semplicemente esagerato, utile forse, come accade sempre quando il sistema se la prende “coi pesci piccoli”, a far credere appunto che il sistema funziona.
Posto comunque che il venticello della squalifica doveva soffiare.

Peraltro,fermo restando che la violazione è stata commessa, e lo riconosciamo tutti, sostenere che una sanzione sia iniqua non vuol dire automaticamente dubitare della violazione ma limitarsi a discutere, credo legittimamente, della commisurazione della pena.

Ora, non voglio fare l’avvocato difensore di Orecchio, ma una lettura degli articoli che sia meno frettolosa e più ragionata, senza pretendere esercizi di FILOLOGIA (lol), credo possa essere utile per comprendere al meglio quello che si legge.

Perchè comprendere è il presupposto necessario per dissentire.

Triangolari saluti.

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adriano (Guest) 12-11-2014 12:45

Scritto da pincopallino
Rispetto per una carriera onorevole e sicuramente piena di sacrifici sportivi, ma non mi sembra giusto liquidare con la frase “pagano solo i pesci piccoli” la condanna per scommesse. Esistono regole e leggi nella vita come nello sport e chi non le rispetta sa che può essere punito.
Non so se Di Mauro abbia mai ammesso di aver sbagliato. se lo ha fatto può essere rivalutato, altrimenti non me la sento di metterlo tra gli “esempi” per i giovani.
E’ molto più un esempio per me chi fa un lavoro umile e onesto con dignità e operosità per tutta la sua vita, senza cercare scorciatoie.

stra

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Coriandolino72 (Guest) 12-11-2014 12:43

Prim@ pincopallino (#1211321)

Prima di sparare sentenze informati sui fatti!!!! Pincopallino

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Gabriele da Ragusa 12-11-2014 12:40

@ pincopallino (#1211318)

Io nn ti insulto ma ti rispondo solamente, anche se obiettivamente sulla rete trovi articoli in grado di spiegarti cm andò. Ammise lui stesso di essere stato ingenuo e di nn conoscere affondo il regolamento ma nn si parla d’altro. Scommise su match nn suoi e solo per, se vogliamo, una sciocca abitudine. Lo faceva addirittura col proprio account che tra l’altro era pure in rosso proprio a testimoniare la sua totale buona fede. Nn fu, cm del resto tutti gli altri coinvolti nel 2007 credo, mai neppure sfiorato dall’ipotesi di una qualsivoglia combine ma ripeto semplicemente delle stupide puntatine personali. Poi, io nn lo conosco di persona ma tutti me lo descrivono cm un ragazzo eccezionale e valido, per cui questo è quanto.

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pincopallino (Guest) 12-11-2014 12:19

@ Coriandolino72 (#1211320)

non sono io che devo valere qualcosa. sono un utente come tutti e dico quello che penso come tutti. qui si parla di atleti. non mi sembra il caso di passare agli insulti.. anche perchè non è che coriandolino mi faccia pensare ad una voce autorevole nel panorama tennistico…

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Coriandolino72 (Guest) 12-11-2014 12:15

@ pincopallino (#1211318)

Pincopallino il tuo nickname rende l’idea di quanto vali….

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pincopallino (Guest) 12-11-2014 12:10

Rispetto per una carriera onorevole e sicuramente piena di sacrifici sportivi, ma non mi sembra giusto liquidare con la frase “pagano solo i pesci piccoli” la condanna per scommesse. Esistono regole e leggi nella vita come nello sport e chi non le rispetta sa che può essere punito.
Non so se Di Mauro abbia mai ammesso di aver sbagliato. se lo ha fatto può essere rivalutato, altrimenti non me la sento di metterlo tra gli “esempi” per i giovani.
E’ molto più un esempio per me chi fa un lavoro umile e onesto con dignità e operosità per tutta la sua vita, senza cercare scorciatoie.

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Gabriele da Ragusa 12-11-2014 11:37

Sempre apprezzato Di Mauro, mio conterraneo di una provincia adiacente alla mia, grande professionista e futuro grande coach (se lo vorrà), ingiustamente vessato nel 2007 anche da qualche grande solone del tennis italiano (in particolare uno che al giorno d’oggi ci allieta con la sua competenza in tv) che ne aveva auspicato addirittura la radiazione a vita. Vi assicuro che per uno con la sua carriera e i suoi guadagni con sacrificio portati a casa, star fermo 9 mesi e pagare se ricordo bene 30k di multa fu un duro colpo. Con i se nn si fa storia, ma a mio parere senza quella situazione avrebbe potuto quanto meno stare qualche anno in più ad alto livello.

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3.4 (Guest) 12-11-2014 10:28

ero presente alla vittoria del challenger di san marino. bei ricordi, grande alessio. onore alla Tua carriera.

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k (Guest) 12-11-2014 10:14

GRANDE ALE. VAMOS

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saro (Guest) 12-11-2014 10:00

Grandissimo Leone
Forza Sicilia….

4
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dieter (Guest) 12-11-2014 09:52

performante non esiste in italiano…….

3
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Tifoso degli italiani (Guest) 12-11-2014 09:32

Grande Di Mauro, miglior tennista siciliano di sempre..mancherai tanto nel circuito!

Alé Ale!

2
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Figologo (Guest) 12-11-2014 09:13

Vecchio leone siciliano. Onore a te.

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