Roger Federer parla a tutto campo: “Stefan ha voluto che giocassi più partite e più tornei, con continuità. Penso che, giocando all’attacco, ci sia minore necessità di reazione. E’ vero che la generazione di Djokovic, Murray e Nadal mi abbia reso un tennista migliore”
Nei giorni precedenti alle World Tour Finals, Roger Federer ha rilasciato un’intervista in cui ha descritto l’influenza positiva avuta dal suo allenatore, Stefan Edberg, e la sua evoluzione tennistica per far fronte all’avanzata poderosa della generazione principalmente rappresentata da Rafael Nadal, Novak Djokovic ed Andy Murray.
Nel corso di un’interessante conversazione con il quotidiano britannico Daily Telegraph, Roger Federer tocca svariati temi che possono essere riassunti secondo i seguenti nuclei:
Le novità portate da Edberg
“Stefan ha voluto che giocassi più partite e più tornei, con continuità. Io mi organizzavo a periodi, ma lui non è un sostenitore di ampie pause. Pensa che vada bene da giovani, invece avanzando con l’età ritiene che al corpo faccia meglio tenersi in attività. Abbiamo adattato un’idea simile anche agli allenamenti. Stefan mi ha detto che avremmo continuato a simulare punti veri, cosa che prima ero solito fare soltanto in procinto dei tornei. Credo che anche questo mi abbia aiutato a mantenere un ritmo sostenuto.”
Il recupero dell’infortunio alla spalla
“Quando si prende una direzione, bisogna perseguirla e vedere se funzioni. Cosa che è accaduta nel mio caso, perchè la spalla non mi provoca più dolore. A metà dell’anno scorso, mi trovavo forse nella condizione in cui Andy Murray si è trovato all’inizio di questa stagione. Sei consapevole di non essere al cento per cento, ma non puoi dire nulla al riguardo perché non sai come riuscirai a giocare in futuro. Fortunatamente, in quella circostanza entrambi eravamo sotto al nostro livello migliore.”
L’influenza di un “credo” di gioco
“Penso che, giocando all’attacco, ci sia minore necessità di reazione. E’ dura dover costantemente reagire alle mosse dell’avversario. Farlo per un’intera settimana, mese o carriera, correre dietro la pallina ed inseguire sempre, riduce la brillantezza.
Si può lavorare sotto ogni aspetto, sono i migliori ad essere capaci di alternare attacco e difesa. Ad esempio, l’indole di Nadal e Murray è principalmente difensiva. Non vogliono sbagliare, ma allo stesso tempo sono tra i più bravi ad attaccare. Accade lo stesso con Djokovic e me. Entrambi prediligiamo essere offensivi, ma abbiamo sviluppato importanti abilità in difesa.”
La felicità
“Ho sempre detto che le critiche possano essere una spinta per le motivazioni.
Io sono contento semplicemente scendendo in campo. Anche dovendo perdere una finale, trascorro del tempo con squadra ed amici e sono soddisfatto di una settimana positiva.”
Federer, tennista tra due generazioni
“E’ vero che la generazione di Djokovic, Murray e Nadal mi abbia reso un tennista migliore. Rafa, specialmente, mi ha messo molte volte in severa difficoltà sotto molti punti di vista, siccome il suo gioco è diverso da quello di tutti gli altri.
D’altro canto, non direi che mi fosse servita questa generazione per continuare. Continuo perchè amo giocare, adoro competere in grandi palcoscenici contro grandi giocatori. Sarebbe stato altrettanto stimolante trovarmi ad affrontare sempre la passata generazione, quella con cui avevo iniziato: Hewitt, Roddick, Ferrero o Safin. O i ragazzi giovani come Raonic.”
La paternità di Djokovic
Ho sempre avuto voglia di parlarne, ed ora sono felice di avere l’opportunità. Io e lui non ci troviamo spesso in circostanze in cui si possa avere tempo sufficiente. Con la prima paternità sorgono moltissimi interrogativi. Ho avuto la sensazione che lui volesse arrivarci il più preparato possibile, una cosa stupenda. A Parigi non ho avuto la possibilità di affrontare l’argomento con calma con lui. Gli ho soltanto fatto brevemente le mie congratulazioni, ma spero che voglia darmi qualche dettaglio che non ha voluto condividere con la stampa.”
Edoardo Gamacchio
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grandissimo Roger