Spacca palle: la qualità “superiore” dei classe ’95-’98, pronta ad esplodere
ATP Finals più Coppa Davis. Il 2014 sta per salutarci con due appuntamenti super: il Master di Londra, quinto evento stagionale per importanza (a mio avviso pari ad uno Slam, o sotto di qualche decimo nella “scala Mercalli” del tennis) e la finale di Davis, dove lo squadrone francese cercherà insieme ai 27mila di Lille di infrangere il sogno di Federer.
Per un bilancio definitivo dell’annata al vertice è bene aspettare il 23 del mese, quando a bocce ferme si potranno davvero tirare le somme; ma tanti altri aspetti possono essere già analizzati con una certa profondità. Ogni stagione ci regala temi interessanti, ma il 2014 sarà ricordato come l’anno della nostra semifinale Davis e per aver innescato un cambiamento che si aspettava da tempo. Il dominio dispotico dei “soliti noti” è stato finalmente messo in discussione: 2 Slam su 4 sono stati vinti da giocatori diversi (Wawrinka e Cilic); nelle semifinali dei Majors si sono affacciati finalmente tennisti più giovani (Raonic, Dimitrov, Nishikori), come in quelle dei Master 1000, con alcuni giunti ad un passo dalla vittoria (ad esempio Kei a Madrid). Giocatori più freschi o di ritorno sono stati decisivi in ATP 500 e 250 (Thiem, Goffin, altri). Risultati nuovi che hanno portato a 3 new entry alle ATP Finals: Cilic, Nishikori e Raonic, con Dimitrov che è stato in corsa fino all’ultimo per strappare un posto. L’assenza di Nadal è pesante, “sanguinosa”, ma i tre giovani si sono ampiamente meritati il posto, segnando pure qualche record assoluto. Nishikori è il primo asiatico a prendere parte al Master e Raonic è il primo tennista nato nei ’90s a qualificarsi per le Finals. A quasi 24 anni (li compirà il 27 dicembre) il gigante canadese apre quindi la strada delle cosiddette “New Balls” verso l’Olimpo del tennis.
24 anni… Giovane, ma non giovanissimo per strappare un traguardo che fino a qualche tempo fa si raggiungeva a 20 anni, o poco più. E’ la certificazione di come i giovani stiano facendo enorme fatica ad imporsi al massimo livello, e di come il ricambio generazionale stia tardando ad arrivare. Perché i classe ’90-’93 hanno tardato tanto?
I motivi sono molti e l’analisi richiederebbe uno spazio adeguato. Volendo sintetizzare in modo estremo (…forse brutale) e tralasciando altre concause non da poco, tra i vari fattori ritengo che i due più importanti siano un gap di talento tecnico rispetto ai dominatori del tennis moderno e la quasi impossibilità di avvicinare i migliori sul lato fisico (e mentale), il tutto in un tennis sempre più spinto proprio sul lato atletico ed agonistico della prestazione. La generazione dei “fab 4” sarà ricordata a lungo. Campioni epocali, fortissimi, nati con geni ideali e quindi sviluppati al meglio per eccellere con le condizioni di gioco attuali, tanto da diventare dominanti. Dispotici. Dimitov, Raonic e compagnia hanno trovato un vero muro in Djokovic & soci. Un muro reso ancor più infido da quella manciata giocatori appena sotto ai big (Ferrer, Berdych, Tsonga, ecc), che a loro volta sono stati costretti ad elevare al massimo la propria prestazione per restare in scia, e qualche volta sgambettare i leader. Ma oltre ad una qualità minore sul piano squisitamente tecnico, credo che il fattore determinante a penalizzare la generazione dei ’90-’93 sia stato l’arrivare al grande tennis assai più indietro sul piano fisico, della velocità di base e della posizione in campo in un tennis che è diventato invece sempre più sbilanciato su quelle abilità.
Parlavo recentemente di quest’aspetto con il bravo preparatore Stefano Baraldo, oggi all’angolo di Zarina Diyas e SaiSai Zheng. Con lui analizzavo il fattore Velocità e Capacità di Anticipazione, che ritengo chiavi per il successo nel tennis moderno. Dall’alto della sua esperienza sul campo, ha focalizzato l’attenzione soprattutto sulla Posizione. “È inutile allenare la velocità e la reattività quando il giocatore non ha il senso della posizione e gioca arretrato. Prima si lavora sulla posizione, poi sul footwork, e quando c’è abbastanza ordine si cerca di velocizzare il tutto per farlo mantenere più a lungo possibile. Nel tennis dei prossimi anni saranno sempre più determinanti il ritmo e le accelerazioni, quindi colpi al volo per chiudere e tanto servizio. Se si vuol passare da una fase di difesa o neutra ad una fase di attacco coi piedi dentro il campo, serve anche tanta agilità e reattività”. Questa la sua sapiente risposta, ricca di verità e che sintetizza a pieno quel fattore di cui parlavo sopra, una lacuna determinante a rendere i big fortissimi e invece penalizzare terribilmente Raonic e compagnia, che hanno tardato (e tutt’ora tardano) ad eccellere in quegli aspetti.
Fermiamoci un attimo. Un altro dei grandi motivi di interesse della stagione 2014 è stato l’affacciarsi – in alcuni casi l’esplosione – di alcuni giovanissimi classe ’95-’97. Addirittura ’98. Teenager come Kyrgios, Zverev, Coric, Kokkinakis, Kozlov e Rublev si sono imposti all’attenzione degli appassionati per il loro tennis molto interessante e pure alcuni risultati di rilievo in rapporto alla giovanissima età. La vittoria di Kyrgios su Rafa a Wimbledon è stata epocale, e pure Coric s’è preso l’enorme soddisfazione di battere il campione di Manacor, seppur menomato. Zverev ha vissuto un’estate clamorosa, dimostrando a livello tecnico e fisico di esser già a posto per il livello ATP a soli 17 anni. Coric ha dimostrato di esser prontissimo, tanto da esser premiato questa settimana come Star del domani. Kokkinakis ha finalmente giocato una stagione intera, ed a livello Challenger ha impressionato, con qualche presenza anche negli ATP e negli Slam. Rublev ha mosso i primi passi, come Kozlov, facendosi notare non solo per la giovanissima età ma per qualità notevoli.
E’ presto per tracciare un vero profilo ed analisi tecnica di questi giovani. Ho parlato recentemente di Kozlov e la scorsa estate di Zverev, più come impressioni di gioco per sottolinearne qualità e prospettive, segnalando anche i tanti aspetti in cui dovranno naturalmente crescere. Coric è forse quello “più pronto” per l’altissimo livello. Sembra il ragazzo dotato delle qualità, mezzi atletici ed agonistici più adatti a sfondare, e farlo molto in fretta. Veloce, rapido, “cattivo”, si muove alla grande e sa cosa fare in campo. Senza paura. “Piccoli Djokovic crescono” si direbbe… Ben diverso il russo di Germania Zverev, che come tennis puro preferisco. Alexander tecnicamente possiede una facilità di gioco disarmante ed un’enorme gamma di soluzioni, con cui può farti il punto da ogni posizione del campo e gestire senza affanno ogni situazione di gioco, offensiva e difensiva. Chi lo conosce dice che sia animato da un caratterino niente male… che racchiude il meglio ed il peggio dell’animo russo, di quella drammatica indole che li fa esser uno dei popoli più affascinanti e allo stesso tempo incomprensibili, e quindi difficili da gestire ed amministrare. In uno sport come il tennis dove la solidità mentale è importante quanto un winner, potrebbe essere un limite importante. Ma con soli 17 anni sulle spalle di tempo per lavorare – e crescere – ce n’è eccome. Del resto Re Roger alla sua età spaccava racchette in serie, e poi qualcosina ha combinato in carriera. Più indietro è forse Kokkinakis, ma il suo potenziale è sterminato, forse perfino superiore al suo amico e connazionale Kyrgios, già molto noto e più strutturato come fisico e tennis. Thanasi mi impressiona per la spinta dal fondo, che si basa sulla combinazione servizio più primo colpo, con cui può sprigionare una potenza e precisione terrificante. Potente, fortissimo e piuttosto agile, ha avuto finora il tallone d’Achille nella fragilità. Ha patito gravi infortuni, soprattutto alla schiena, probabilmente per colpa della naturale fase di sviluppo che in pochi anni l’ha portato a sfondare il metro e novanta non supportato da un’adeguata crescita muscolare. Sta migliorando settimana dopo settimana, alla ricerca di un maggior ordine nella sua prestazione, ancora troppo effervescente e con la tendenza ad andare fuori controllo; ma con quelle armi e quell’animo può sfondare chiunque a furia di bordate micidiali. Stefan Kozlov è davvero piccolo, classe 1998, e la sua esperienza è assai relativa. Eppure in pochi mesi ha ottenuto buoni risultati a livello Challenger, arrivando a giocarsela ad armi pari con avversari esperti e ben inseriti nella top100 ATP. E’ talmente giovane che la sua carriera potrebbe prendere strade imprevedibili, anche negativamente; ma poi lo ammiri in campo mentre disegna con facilità disarmante angoli davvero “agassiani” che diventa facile immaginarlo non fra molto competitivo a livello ATP. Chissà, magari a duellare con il russo Rublev, che vanta il record di 3° tennista più giovane ad aver vinto un 10.000$ dopo Gasquet ed Ancic. Assai acerbo muscolarmente, con quella faccia curiosa e quel ciuffo ribelle che lo avvicina ai personaggi dei “Manga”, in campo ti sorprende per la facilità con cui lascia partire rovesci micidiali, colpiti con un timing perfetto, segno di un talento sontuoso accompagnato dalla agilità con cui si muove in campo.
Muoversi bene in campo, talento, facilità di gioco e una certa completezza. Quella che sembra la chiave di Rublev può forse esser spesa per tutti questi teenager che ho appena citato. Ognuno con le proprie qualità, difetti e lacune, ben diversi tra di loro; ma tutti – in relazione all’età – sono piuttosto avanti in queste basi. Proprio quel che serve per esplodere al massimo livello e diventare i campioni del prossimo futuro.
Allora, facendo due conti e guardando alla generazione precedente, quella dei ’90-’93 che tanto ha stentato ad emergere e salire… che cosa si nota? Si può forse rischiare, cercando un filo comune, una traiettoria di carriera futuribile per i nati nel lasso ’95-’98. Tutti ragazzi piuttosto dotati sul piano tecnico e relativamente completi vista la giovane età. Giovani dotati di un tennis assolutamente “moderno”, forse più ricco di talento e di qualità fisiche-atletiche (velocità, reattività e senso della posizione) superiori a quelle delle “new balls” della generazione precedente.
Visto che a breve i “grandi vecchi” (Rafa, Novak, Andy) avranno sulle spalle oltre 10 anni di logorante carriera, forse non è utopia pensare che questi giovanissimi classe ’95-’98 possano avere la forza per imporsi piuttosto velocemente, magari tra 2-3 anni, prendendosi di forza il posto che a rigor di logica dovrebbe invece spettare a quelli della classe ’90-’93? Forse è uno scenario un tantino azzardato, una scommessa, ma qualche fondamento tecnico e non solo c’è.
Non è utopia immaginare che nel momento in cui i campionissimi inizino il proprio declino, i giovanissimi dell’ultima generazione siano già pronti sul piano fisico ed agonistico, tanto da salire e scalzare i rivali più vecchi di un lustro. Questo perché ripensando al tennis della classe ’90-’93 di alcuni anni fa, ritengo che i giovani della classe seguente abbiano un livello mediamente più alto, ossia che i vari Coric & C. siano più completi rispetto a quanto lo erano a pari età Raonic & C. Più forti e più completi anche a livello tecnico, ma soprattutto nelle qualità fisiche, nel trovare una posizione in campo aggressiva e funzionale al proprio gioco, e pure nella velocità. Una maggior completezza e talento che li potrebbe far esplodere e prendere il sopravvento.
Non sarebbe la prima volta che una generazione “salta”, superata da quella successiva. Una situazione relativamente simile accadde sul finire degli anni ’90. I miti Agassi, Sampras e compagnia erano ancora i migliori, seppur con qualche pausa. Arrivarono grandi giocatori (Kafelnikov, Kuerten, Norman, altri), ma non riuscirono a scalzarli del tutto; e quando sbocciò la generazione successiva dei nati nei primi anni ’80, questi crebbero e si imposero velocemente (Hewitt, Roddick, Safin e Federer), “pensionando” al vertice la generazione dei nati nel periodo ’74-’78, che mai riuscì a surclassare davvero quella precedente. Staremo a vedere. Di sicuro l’arrivo di nuovi potenziali grandi giocatori è sempre benvenuto.
Marco Mazzoni
TAG: Alexander Zverev, Borna Coric, Giovani talenti, Marco Mazzoni, New balls, Nick Kyrgios, ricambio generazionale, Spacca Palle, Stefan Kozlov, Thanasi Kokkinakis
Anche secondo me Kyrgios, nonostante in realtà io lo abbia seguito molto poco, non è affatto solo servizio. Dritto e rovescio sono già davvero ottimi, poi è chiaro che ancora è incompleto, ha solo 19 anni. Però in generale nella partita con Nadal mi ha davvero impressionato, soprattutto a livello mentale. Un fatto secondo me degno di nota è che almeno a me è parso già molto formato fisicamente. In ogni caso credo che abbia margini di miglioramento davvero importanti, mi è sembrato piuttosto grezzo (e difficilmente poteva essere altrimenti) dal punto di vista tattico e della posizione in campo, al contrario dei fondamentali, che sono già abbastanza “maturi”.
In conclusione non lo vedo per nulla un bombardiere simile a Raonic e gli altri, anche perché mi sembra che si muova davvero bene. Se devo paragonarlo a qualcuno lo paragonerei un po’ a Tsonga, ma lui mi sembra più agile e credo che possa diventare più completo. Secondo me ha uno stile di gioco davvero interessante e se migliora nei punti giusti può diventare fortissimo.
La VELOCITÁ…..Quello che manca concretamente al momento a Quinzi per essere giá a certi livelli. Se Quinzi fosse veloce coi colpi che ha prenderebbe a pallate tutt ora Coric che ha una pesantezza di palla ridicol, compensata da una fase difensiva notevole e saggi colpi manovrieri. Nel singolo colpo non può reggere il confronto.con Quinzi che tutt ora è in grado di lasciar fermo gente navigata. Parere personale
@ guidoyouth (#1208424)
È vero quello che dici il tennis soprattutto negli ultimi 20 anni è molto cambiato ed in futuro sicuramente uscirà il tennista perfetto magari alto 1.95 potente come un Raonic ed veloce ed agile come un Djokovic ma penso che almeno per i prossimi 10-15 anni saranno ancora piu forti i tennisti con queste caratteristiche fisiche.Vedremo fra una quindicina di anni se sarò io a pagare una cena a te o tu a me, al tempo l’ardua sentenza. 🙂
@ fabrizio (#1208418)
non mi fossilizzerei sull’altezza ideale: murray è 1.90 e si muove da dio. lo stesso janowicz (2 metri) si muove in modo fantastico.
penso che il tennis del futuro possa tranquillamente avere supercampioni oltre il metro e novanta.
@ alexalex (#1208361)
Si è chiaro sono opinioni personali quindi opinabili ma credo che oltre al servizio Kyrgios possieda un gioco da fondo devastante soprattutto su determinate superfici quando sarà più continuo e maturo, ma vedo meglio Coric per la determinazione del croato e poi sembrerà strano anche migliore fisicamente, si è un po complicato da spiegare ma ci provo, circa 3-4 mesi fa guardando le caratteristiche fisiche del croato c’è un dato che mi ha colpito altezza 1.85 e lo unisco hai dati dei grandi campioni del recente passato e del presente Sampras 1.85, Federer 1.86, Nadal 1.85, questa sembra un analisi superficiale ma secondo me ha la sua spiegazione, io credo che nel tennis di oggi se non arrivi almeno ad 1.80 si sarai un ottimo giocatore ma mai un campione perché i tuoi colpi soprattutto il sevizio non avranno la stessa efficacia e potenza dei top, mentre al contrario penso che gli atleti oltre 1.90 avranno si una maggiore potenza degli altri ma la difficoltà negli spostamenti peserebbero alla lunga nei confronti dei vari Roger, Rafa, Nole e perché no in futuro Coric.Quindi concludendo Coric parte già da un fisico perfetto per il tennis moderno (ovviamente tale fisico si completerà nel futuro) in più se ci mettiamo la testa altra parte fondamentale per lo sport ecco perché penso che il croato in futuro completandosi anche a livello tecnico primeggera’ in un era forse non paragonabile a quella di oggi.
@ guidoyouth (#1208385)
Da quello che dici è evidente che tu segui questo giocatore da molto più di me! Io fino a Wimbledon non sapevo praticamente chi fosse! Comunque il servizio forte non è una colpa anzi! Dico solo che difficilmente diventerà un giocatore completo!
Ormai con questa tiritera inutile non siete più nemmeno patetici. Siete ridicoli.
@ alexalex (#1208361)
è sbagliato continuare a descrivere kyrgios come solo-servizio, non è mica colpa sua se ha una battuta importante.
in realtà ha anche due ottimi fondamentali, il dritto soprattutto, lo gioca in tutti i modi possibili, trova i vincenti, si appoggia ottimamente. anche sul rovescio ha fatto passi da gigante, era il suo colpo debole da junior, adesso non patisce più lo scambio (guardate le diagonali con gasquet in coppa davis).
aggiungiamo una discreta propensione per i colpi ad effetto (palle corte, pallonetti, choppate) e un’attitudine da numero uno…insomma l’australiano è un signor tennista e ha già una palla pesantissima (vedere i commenti dei pro che si sono allenati con lui).
adesso va forte coric perchè sulla cresta dell’onda ma occhio che nel tennis moderno con un dritto scomposto e ballerino diventa complicato reggere lo scambio nei punti importanti contro i big.
@ fabrizio (#1208293)
Io in Kyrgios non ho visto tutto questo tennis strutturato… o meglio, ho visto un gran servizio, difficilmente molto migliorabile. Forse si da troppo peso al fatto che abbia battuto Nadal a Wimbledon. Ma è solo un’opinione. Gli altri giocatori invece possono diventare molto più completi di un bombardiere come l’australiano. Senza dimenticare che anche il nome di Coric, prima di battere Nadal, non lo avevo mai letto in un articolo di questo sito…
@ winter18 (#1208099)
Concordo pienamente cn te. Pensa a cosa avrebbe vinto Sampras se fosse nato dieci anni dopo…e cn quel vuoto di cui ha beneficiato Federer
@ alexalex (#1208087)
Caro Alex come sempre sono vicino al tuo pensare però io metto Kyrgios al numero 2 e Coric al numero1 perché vedo il croato in futuro più continuo del più talentuoso australiano.
Safiullin penso che farà una buona carriera, ma mi sembra un po’ troppo legnoso per reggere i superscambi di oggi a livelli top.
per me coric sara numero uno e vincera 5/10 slam e gli altri invece saranno dei talenti sprecati,me lo sento..
Sostengo da diverso tempo che i giovanissimi, Coric e C., saranno i grandi tennisti del futuro e, purtroppo per loro, i vari Dimitrov, Raonic e C. saranno ben presto superati. Unica eccezione Nishikori, che se riuscisse a non farsi male per due anni di fila arriverebbe molto in alto.
A me non dispiace neanche Safiullin, e almeno stilisticamente lo preferisco al suo connazionale Rublev.
@ marco mazzoni (#1208156)
si, speriamo che si rimetta presto in strada fisicamente e mentalmente.
@ guidoyouth (#1208143)
ciao Guido,
in realtà ho scritto diffusamente di Quinzi la scorsa primavera, quando era nel pieno di una importante decisione tecnica sulla strada da prendere (stava provando con Piles). Purtroppo al momento è assai indietro rispetto a quelli di cui ho parlato, ed è prematuro parlarne di più, anche perché non lo vedo giocare dalla scorsa estate.
Inoltre ha avuto un’annata disastrosa sul piano fisico con il problema al polso e non solo. Purtroppo, dispiace dirlo, ma il 2014 è stato un anno non dico “perso” ma assai al di sotto delle aspettative; e non parlo di risultati ma di crescita tecnico-tattica. Se avesse aggiunto un gran servizio e altre cose, e avesse chiuso l’anno al n.250, avrei fatto personalmente i salti di gioia… essere n.250 a 18 anni nel tennis di oggi non è affatto disastro. Nella fase che sta vivendo, è la crescita tennistica che conta, non tanto i risultati. Infatti mi aspettavo un 2014 di risultati così così ma di crescita tecnica e tennistica. Sono successe molte cose, e non è questo il momento di parlarne. Ci sarà tempo.
Ma guai a pensare che sia un talento perso. Il gioco al massacro non giova a nessuno, soprattutto al suo talento che è importante, da coltivare ed aspettare. Forza GQ!
tra i giovani citati nell’articolo sono curioso di vedere coric cosa riuscirà a combinare nel 2015.
è quello che si muove meglio di tutti, ha un gran servizio e un ottimo rovescio…però ha anche un dritto nettamente inferiore alle altre giovani promesse, un dritto direi quasi da ricostruire.
https://www.youtube.com/watch?v=5KWseanygs4
sono quindi curioso di vedere fin dove riuscirà ad arrivare, grazie a mobilità-talento-grinta, nonostante questa grave pecca.
Guarda ti rispondo io su Quinzi:
oggi come oggi è un incompiuto. Per cui non c’è il tanto per potersi esprimere
A livello tennistico è incompiuto per non avere un colpo definitivo su cui tessere tutto il suo gioco, e su cui costruire trame tattiche, oggi semplicemente subisce.
Da un punto di vista mentale è incompiuto per non essere pronto ad affrontare il circuito. Non può andare in campo ciondolando, imprecando e sparando fior fior di bestemmie, o dicendo durante il gioco frasi del tipo “tennis sport di m….” quando gli altri gli prendono le righe o lo rimontano nei set.
Se vuole essere un tennista deve scegliere di esserlo e lo deve fare iniziando da queste cose e da quei piccoli atteggiamenti che dimostrino che lui crede in quello che fa.
La maturazione nel suo caso conta quanto i miglioramenti tecnici che pure sarebbero possibili e auspicabili.
Come sempre l’analisi di Marco Mazzoni è perfetta. Continuo a leggere con grande piacere i suoi pezzi. Trovo anche sempre molto centrate le sue analisi sui talenti emergenti: ho nella memoria gli articoli su Zverev, Thiem e Goffin, e li vedo giocare solo ricordando le parole di Marco…
Poi non è detto che non salteranno fuori altri nomi nuovi oltre a quelli da lui citati in questo pezzo, magari il campionissimo del futuro sta ancora costruendosi la tecnica alla scuola tennis, e magari è un italiano… Insomma dopo tanti anni passati ad aspettare sarebbe pure ora!
Ricordo che quando Alberto Tomba esplose, tutto insieme, e praticamente da sciatore di seconda fascia (partiva col pettorale 24) diventò un campione imbattibile, Adriano Panatta, allora Capitano di Davis, gli disse: “Ma tu, da bambino, non potevi iniziare a giocare a tennis?”
su quinzi mazzoni non scrive mai perchè secondo me avrebbe troppe cose da dire.
Ci andrei cauto sugli under 20. Hanno fatto vedere sprazzi di buonissima predisposizione atletica e una solida tecnica, oltreché un gioco moderno. Avrei delle riserve sull’aspetto mentale.
In sostanza non è facile capire la traiettoria della loro maturazione prima come uomini che come giocatori. Aspetto che secondo me conterà maggiormente rispetto all’aspetto tecnico, nei prossimi anni. C’è chi arriverà nei top-five, chi nei top-ten, chi invece potrebbe non arrivare neanche di striscio, dove oggi diciamo che li attendiamo. Bisogna vedere la determinazione che dimostreranno di possedere e la capacità al sacrificio. Quest’ultima a 18 anni puoi non sentirla grazie all’entusiasmo e ai progressi che ti fanno andare avanti, ai 22-25 anni la predisposizione al sacrificio, se non ce l’hai, la vai a scontare con cali di concentrazione, con una minore determinazione, con una incostanza nella preparazione ai tornei e gestione delle partite.
Lo dico in termini brutali ma se qualcuno di questi giovani preferisse andar dietro a modelle e bella vita, lo sfido a diventare un grandissimo del tennis. Questo oggi non è più possibile. I Gerulaitis oggi non potrebbero arrivare in top-five (chiedere a Gulbis che nelle sue attitudini non è che un pivello rispetto a ciò che faceva Vitas).
Un Djokovic, se non si è perso, è perché ha voluto fortissimanente ciò che è, e si è programmato per avere un solo obiettivo e pochissime distrazioni. E così a ben vedere è stato lo stesso per Federer, Nadal e lo stesso Murray.
Quindi il vero test attitudinale di questi under 20 è proprio cosa sceglieranno per la loro vita, cosa effettivamente vorranno per il loro futuro. A quante distrazioni sapranno rinunciare e a quanti svaghi sapranno dire di no. I miglioramenti tecnici saranno importanti ma non saranno la cosa essenziale del loro essere tennisti.
Poi sul fatto tecnico concordo anche io su Kokkinakis, tennista che quest’estate mi ha impressionato più di chiunque altro (proprio per il punch dopo il servizio e in genere nei primi 3 scambi del punto contro gli avversari), sebbene i suoi risultati non siano ancora paragonabili a quelli di Kyrgios, di Zverev e di Coric. Se devo mettere 10 euro su un possibile giocatore di vertice li metto senza esitazioni su Kokkinakis e a ruota su Kyrgios la cui determinazione da fighter mi da abbastanza garanzie.
un lunghissimo prolississimo articolo e nessun accenno a quinzi…
DOMINATOR è del 93′
Di QUINZI nessun cenno da parte dell’autore ?
caro Marco, su una valutazione non sono d’accordo: il grande buco generazionale reale è stato nelle annate 77-84, nelle quali è nato solo un fuoriclasse, e solo un paio di potenziali rivali al suo livello tecnico come Safin ( ma, come ben scrivi tu, era russo 🙂 ) e il fisicamente fragile Nalbandian. In quella transizione son arrivati a numero uno del mondo tennisti come Ferrero, Roddick, Hewitt, che sono precocemente usciti dalla prima fila appena si sono affacciati gli 85/88. Per non parlare di vincitori di Slam del livello di un Albert Costa, Gaudio o Thomas Johansson e finalisti di Slam del calibro di un Baghdatis o un Philippoussis, livelli di gioco incredibilmente mediocri per il livello del tennis contemporaneo. Eppure era solo pochi anni fa. Si potrebbe aprire la vexata quaestio sulle “fortune” generazionali di un certo Federer ma, dato il campo minato, mi fermo qui. Con stima.
Per quanto riguarda l’Italia vedo nubi all’orizzonte! o salta fuori un vero talento e viene preparato all’estero, oppure…
Il famigerato Quinzi, ad esempio, che fine ha fatto?
Se devo aspettarmi un numero uno del futuro, fra tutti i giocani citati, vedo Kyrgios come il meno favorito! se andrà bene diventerà un Raonic, non di più! Coric, Thiem e Zverev hanno più chance di fare un vero salto di qualità! ovviamente è solo un parere!
Caro Marco Mazzoni, leggo solo i tuoi editoriali, al cui cospetto quelli dei tuoi colleghi su questo sito sembrano compitini superficiali e pleonastici. Nei tuoi scritti, anche se non sempre sono d’accordo con le tue opinioni, non ci trovo solo passione e competenza tecnica ma, vivaddio, anche una preparazione culturale, una sintassi e un lessico più unico che raro su livetennis e, quel che più conta, utili informazioni. Bravo.
i tutti di cui parli sottovalutavano l’inefficienza del suo servizio e l’inesistenza del suo gioco di volo. quelli come te non hanno invece la pazienza di aspettarne la maturazione fisica che in kyorgios è già avvenuta.
Ottima analisi. La condivido al cento per cento. Anch’io sostengo da qualche tempo che i big del futuro saranno proprio i sei di cui hai parlato nell’articolo. E penso anch’io che tra due o tre anni scalzeranno la generazione ’90-’93, meno talentuosa e meno completa.
Unica eccezione, come “infiltrato” tra i fortissimi del futuro, secondo me ci sarà Dimitrov che tra due o tre anni, quando avrà un’età di 24-27 anni, avrà un livello di maturità e di esperienza che gli consentirà di vincere qualcosa di importante. Il bulgaro, secondo me, durante la fase di transizione dai campioni di oggi (i big four) a quelli di domani (i big six che hai citato) potrà anche riuscire a passare qualche settimana al numero uno del ranking.
Dimitrov, Raonic, Nishikori soggiorneranno moltissimi anni ALMENO in top 10 e secondo me anche nei 5 non appena qualcuno dei fab four inizierà a mollare la presa. Tra i ”giovani” e ”giovanissimi” vedo Thiem, Kyrgios, Coric e Zverev come quelli con le maggiori potenzialità, chi per tecnica, chi per predispozione mentale, chi per colpi vincenti, chi per preparazione atletica, chi per tattica, chi per più di uno di questi fattori. Kokkinakis è a mio avviso sopravvalutato ma ha tutto il tempo di smentirmi piacevolmente. Gli altri lasciamoli crescere in pace e senza pressione che a confronto sono veramente ancora dei ”bambini” e caricarli di eccessive aspettative a 15-16 anni credo sia deleterio.
e pensare che tutti davano Quinzi come il migliore della sua età…….
ma dimenticavano la smisurata conoscenza del tennis e di come valorizzate un giovane da parte dei nostri tecnici certificati FIT….
W l’Italia….
Tutto l’articolo racconta cosa accadrà in casa d’altri. Nulla di tutto questo da noi dove, dopo il pensionamento degli attuali atleti, tutti o quasi attorno ai 30, non si intravede nulla di positivo.