Djokovic troppo forte per Raonic: si conferma campione a Bercy vincendo in due set
12 giorni dopo la nascita del piccolo Stefan, Djokovic festeggia il primo titolo da “papà” vincendo la finale di Bercy contro Raonic per 6-2 6-3. E’ il 20° Master 1000 per Novak, che entra così nel club ristrettissimo di campioni con più di venti successi nella categoria, insieme a Rafa e Roger. E’ la conferma della vittoria del 2013, quando il serbo fu di fatto imbattibile fino al termine della stagione. Quest’autunno Djokovic ha concesso qualcosa (sconfitto da un grandissimo Federer a Shanghai), ma a Parigi sembra tornato quel giocatore così tosto, solido e sicuro da esser l’uomo da battere e legittimo numero uno del ranking.
La finale appena conclusa non ha regalato molto, tradendo la tradizione di un torneo che spesso ha regalato sorprese ed emozioni. Purtroppo il gap tra i due giocatori è stato netto, a tratti anche superiore a quello che traspare dal punteggio, già piuttosto severo. Gli head to head tra i due finalisti recitava un secco 3-0 a favore di Djokovic, con l’ultimo scontro al Roland Garros 2014, 3 set per il serbo. Personalmente non mi aspettavo granché da questo match, sperando di sbagliarmi e di assistere invece ad una partita combattuta e a suo modo spettacolare. Ma vedendo come i due erano arrivati all’atto conclusivo, c’erano segnali inequivocabili di squilibrio, che solo una prestazione super di Milos o scadente di Novak avrebbero potuto in parte pareggiare. Non è successo.
Nonostante Raonic sia stato assai volonteroso e abbia provato a muovere il gioco con le proprie armi, non è mai riuscito a fare la differenza. Nemmeno al servizio, cosa assai grave per il suo tennis. Djokovic si è dimostrato troppo più forte, solido e lucido. E’ sceso in campo determinato a non rischiare molto, scegliendo una saggia tattica percentuale, basando la sua prestazione sulla solidità e consistenza. Novak non ha regalato praticamente nulla, decidendo di non forzare i suoi colpi ma lasciando giocare l’avversario, sfidandolo sul piano a lui meno congeniale, quello degli angoli e della corsa su palle molto cariche. Una tattica che si è rivelata perfetta, ma che ha privato il pubblico dei momenti più interessanti e spettacolari, come i rovesci maestosi del serbo in lungo linea, o le sue accelerazioni in progressione dopo aver spostato il rivale. Raonic ha pure servito bene con la prima, ma la risposta del serbo è stata nettamente superiore. Non c’è stato un settore del gioco o del campo in cui il canadese è riuscito a superare il rivale. Nessuno. Segno evidente di una superiorità tecnica, fisica e mentale. Non per niente Djokovic è il vero n.1, con buona pace dell’ambiziosa (ma tardiva) rincorsa di Federer.
Difficile fare una interessante cronaca di un match così sbilanciato e lineare nel suo andamento. Inizia a servire Novak, che cerca immediatamente traiettorie esterne e non particolarmente veloci con la battuta, seguite da colpi altrettanto angolati e carichi di spin. Chiaro lo scopo di questa tattica: non dare al rivale punch e costringerlo a muoversi. Infatti il canadese in risposta (e anche nello scambio) non trovando palle dirette e forti da impattare ma angoli più aperti e palle più corte e cariche, è stato costretto a lavorare con corpo e con i piedi, proprio i suoi punti di relativa debolezza. Novak tiene il primo game di battuta a zero. Raonic esordisce con una bordata di servizio a 230km/h, ma Djokovic è molto presente, reattivo e agonisticamente cattivo. Novak risponde, contiene e contrattacca. 30-40, è subito palla break. Raonic serve e ¾ di velocità esterno, Djokovic contiene di rovescio e gioca un passante maligno, mal gestito da Milos che affossa una volée non impossibile a rete. 2-0 Djokovic. Raonic cerca di incidere col dritto inside out, ma lascia aperto troppo campo, con il rovescio lungo linea chirugico di Novak che lo trova facilmente. Inizio da brivido per il canadese, in difficoltà in tutti settori del gioco contro un rivale troppo più completo, veloce e sereno. 3-0 Djokoivc in meno di 10 minuti. Il pubblico spesso caldo di Bercy assiste in silenzio, temendo una finale sotto tono.
La maschera di Raonic, al solito inespressiva, tradisce qualche emozione quando si asciuga il sudore tra un punto e l’altro. Lo sguardo sembra sbarrato, come quello di colui che cerca un appiglio senza trovarlo. Attacca la rete, serve con tutta la sua forza esterno, cercando disperatamente di restare in scia, ma la risposta di Djokovic è feroce, precisa, continua. Il canadese cerca di sfondare sulla diagonale del rovescio (giocando di dritto) ma non ci riesce, e quando avanza lo fa da una posizione di campo non ideale vista la sua naturale lentezza, e lascia scoperto quel piccolo fazzoletto di campo che la precisione del rivale trova, inesorabilmente. Si va ai vantaggi, con una palla del 4-0. L’Ace salva Milos. Respira, fa rimbalzare a lungo la palla guardando in basso, forse cercando la concentrazione perché sa benissimo che l’unica speranza di fare partita è quella di ottenere il massimo con la prima di servizio. Muove il punteggio, ma è 3-1 Djokovic.
Il serbo in questa fase esagera nel non dare massima velocità ai suoi colpi, lavorandoli fin troppo e lasciando così molto tempo al rivale. Raonic, due metri fuori dal campo, rema e regge, trovando un paio di soluzioni da fondo molto rischiose ma vincenti, volando 0-30 e quindi 30-40. E’ la sua prima palla break. Esagera il canadese, cercando un dritto anomalo troppo stretto, ma adesso c’è partita perché Djokovic non fa la differenza col servizio e nemmeno con il primo colpo dopo il servizio. Con qualche patema di troppo, il n.1 tiene il servizio, restando avanti 4-1, con un solo break.
Raonic va a servire, ma sembra bloccato, forse scorato per l’occasione del game precedente che continua a frullargli per la testa. La prima non fa male, sbaglia col dritto: in pochi attimi si ritrova sotto 0-40, per tre “virtuali” set point. Si aggrappa al servizio, un paio di Ace e angoli ingestibili gli danno cinque punti di fila per il 4-2, ma troppa fatica nei suoi turni per muovere il punteggio.
Novak rallenta ancora la velocità dei suoi colpi, fin troppo carichi e poco profondi, dando modo a Raonic di scaricare tutta la potenza del suo dritto. Improvvisamente si va 0-40, ma il n.1 alza il livello di attenzione, giocando con precisione e andando a solleticare le diagonali che il rivale detesta. Si salva e si cambia campo sul 5-2. Entra in campo il trainer dell’ATP Hugo Graville, che discute con Novak per un problema alla caviglia, un dolore che avverte non lontano dal tendine d’achille. Medical time out. Raonic serve per restare nel set, e si arriva ancora ai vantaggi. Errore madornale in uno smash accademico, e set point per Nole. Segue un attacco a rete del canadese che sbaglia completamente la direzione della prima volee, subendo un passante al corpo. 6-2 Djokovic. Raonic chiude il primo set con un 69% di prime palle, regge e ringhia, ma non basta. La sensazione è che Novak possa ancora crescere, aumentare la spinta e prendere più spesso l’iniziativa. E’ il segnale evidente del gap di classe e di forza tra i due.
Inizia il secondo parziale con il n.1 al servizio. Non cambia il canovaccio del match: Raonic ci prova, comanda col dritto e attacca, rischiando anche alla risposta; Djokovic regge da fondo, apre gli angoli e passa il gigante canadese, dando sempre la sensazione di non lasciare andare il braccio a tutta. La maggior parte degli scambi – quando allo scambio si arriva – resta sulla diagonale del rovescio, con Milos con i piedi quasi nel corridoio a tirar drittoni inside out e Novak che chiude ancor più l’angolo e raramente prova il lungo linea a chiudere. 1-0 Djokovic, e immediata palla break a suo favore nel secondo gioco. L’Ace centrale non arriva, la seconda di servizio muore a metà rete. E’ break. E’ di fatto la resa di Milos, anche perché Djokovic sente il momento, serve bene e spinge un paio di dritti a tutta. 3-0 Djokovic. Lo spettacolo langue, eccetto qualche sporadico scambio con i due sotto rete. Mancano anche winners diretti dal fondo, mancano volée ficcanti chiuse da Milos; mancano quei colpi in anticipo del “Djoker” che spaccano gli scambi e creano spettacolo. Manca un grande match, che si trascina stancamente e senza grandi sussulti. Djokovic è molto attento al servizio e non sbaglia più niente. Liberatosi dalla tensione del punteggio, lascia finalmente correre il suo braccio, trovando qualche dritto penetrante e anche qualche soluzione di tocco più delicata. Raonic non riesce più ad incidere alla risposta. Sul 5-2 arrivano i primi match point, salvati con orgoglio dal canadese. La partita finirà pochi minuti dopo, con un dritto lungo linea imprendibile di Novak. 6-2 6-3 in poco meno di 1h e 30 minuti di tennis di qualità inferiore alle attese.
Questo Djokovic sarà nettamente l’uomo da battere anche a Londra, in un Master che si annuncia una corsa a due tra lui e Federer, ma con la speranza di assistere match di altissima qualità e spettacolo.
Marco Mazzoni
La partita punto per punto
N. Djokovic – M. Raonic
4 Aces 9
0 Double Faults 2
75% 1st Serve % 66%
34/42 (81%) 1st Serve Points Won 24/37 (65%)
7/14 (50%) 2nd Serve Points Won 7/19 (37%)
4/4 (100%) Break Points Saved 6/9 (67%)
9 Service Games Played 8
13/37 (35%) 1st Return Points Won 8/42 (19%)
12/19 (63%) 2nd Return Points Won 7/14 (50%)
3/9 (33%) Break Points Won 0/4 (0%)
8 Return Games Played 9
41/56 (73%) Total Service Points Won 31/56 (55%)
25/56 (45%) Total Return Points Won 15/56 (27%)
66/112 (59%) Total Points Won 46/112 (41%)
TAG: Djokovic, Masters 1000 Parigi Bercy, Masters 1000 Parigi Bercy 2014, Milos Raonic, Novak Djokovic, raonic
Quando Nole sta in forma come adesso è praticamente imbattibile. Solo un Roger perfetto (come a shangai) può batterlo.
Fenomeno assoluto.
3 h e 26 mi pare… tanta roba
quoto pure io, abbasso i giocatori solo servizio
Come volevasi dinostrare! I bombardieri non arriveranno mai al n.1 finché ci sarà un difensore di talento nel circuito!
Raonic è arrivato scarico alla finale, il massimo l’aveva dato con federer e berdych. Il bombardiere senza la prima di servizio non può sperare di battere djokovic. Comunque complimenti per il torneo e la qualità del gioco di raonic che è migliorata, ma purtroppo negli spostamenti i due metri di altezza penalizzano la reattività dei movimenti.
Che dire…à già detto tutto l’ articolo! 😀
Djoker più solido in ogni aspetto del gioco.
Se Raonic al Master regge la pressione come oggi la vedo dura per lo spilungone canadese….
😎
da fan di Federer che spera che il re torni numero uno, sono stra contento che “noia morale Raonic ” abbia perso
una cortesia dalla redazione…il tempo della Wozniacki alla maratona di ne York? !?! grazie
nole,favorito al masters.
Un “antipastino” per Nole, prima dell’imminente vittoria al Masters 😉
Basta col vodka domenica pomeriggio, ragazzi! :–)