Martina Hingis e un sogno infranto chiamato Grande Slam
Correva l’anno 1997 e la numero 1 del mondo WTA, la svizzera Martina Hingis, si apprestava a vivere la sua migliore stagione da professionista, mentre dal cima del ranking cullava un sogno, il suo sogno, chiamato Grande Slam.
Tornata agli onori della cronaca recentemente con il suo secondo rientro nel circuito (il primo ebbe il triste epilogo nel 2007 per il brutto affaire cocaina) per giocare e vincere nel doppio femminile, trionfando prima in coppia con la tedesca Lisicki nel prestigioso torneo di Miami di quest’anno per diventare poi l’attuale compagna della nostra Flavia Pennetta, Martina Hingis nel 1997 viveva la sua stagione di grazia, raggiungendo la finale in tutti i tornei del Grande Slam, vincendo nello specifico 12 finali su 13 disputate, in quella particolare fase del movimento tennistico femminile che assisteva al canto del cigno della campionissima teutonica Steffi Graf e si apprestava a dare il definitivo benvenuto alle sorelle Williams.
Vincitrice di 15 titoli dello Slam (5 in singolare, 9 in doppio e 1 nel misto) più 9 finali perse (7 in singolare), la tennista di origine ceca è ricordata dagli appassionati per le sue geometrie messe in campo, per la sua intelligenza tattica sopraffine, per una mamma chioccia eccessivamente presente non solo a bordo campo ma in generale nella sua vita (leggenda narra che la piccola Martina avesse palline da tennis nella culla) e per una passione extra tennistica che segnò indelebilmente la sua intera vita sportiva: l’equitazione.
Dopo aver trionfato in Australia in finale all’inizio dell’anno contro la francese Mary Pierce, la Hingis dovette saltare parte della stagione su terra battuta a causa di una caduta da cavallo, rinunciando anche a molti tornei di preparazione al Roland Garros, presentandosi allo Slam parigino in non perfette condizioni fisiche a causa dei postumi di quest’incidente, giungendo sì fino all’atto conclusivo ma perdendo contro la tennista croata Iva Majoli, fra lo stupore degli spalti e degli addetti ai lavori, dando vita a una delle sconfitte più difficilmente pronosticabili della storia di questo sport. La botta psicologica fu tremenda e con gli anni sempre più avvertita: la Hingis non vinse mai lo Slam parigino, non completando mai neppure il Career Slam, raggiungendo la finale nuovamente nel 1999 contro Steffi Graf ma perdendo nuovamente e fra le lacrime.
Martina Hingis insieme alla statunitense Serena Williams è la tennista che più di ogni altra è andata vicina al completamento del Grande Slam negli ultimi 20 anni e probabilmente in quel 1997 il suo più grande sogno si sarebbe concretizzato: quell’anno la Hingis infatti trionfò a Wimbledon fra le lacrime questa volta della ceca Novotna e a New York contro la più grande delle sorelle Williams, regolando Venus in due rapidi set.
Abile nello sfiancare le avversarie con i suoi colpi puliti, la Hingis quell’anno sembrava aver trovato la perfetta quadratura del cerchio, limitando i suoi turbamenti psicologici che nelle occasioni importanti (soprattutto nelle finali Slam) talvolta condizionavano il suo gioco: subì l’esplosività delle americane Lindsay Davenport e Jennifer Capriati, l’arrembante sbarco nel circuito delle sorelle Wlliams, senza dimenticare l’eleganza e la potenza di Steffi Graf. Credo vivamente che una giocatrice in possesso di un talento così cristallino avrebbe meritato un numero di trionfi Slam in singolare decisamente maggiore, per rimanere ancora di più impressa nella storia (e iscritta negli albi d’oro) di questo magnifico sport. Ma lo sport è imprevedibile, così come la sua sconfitta parigina del ’97, e i risultati sono determinati da tanti, troppi fattori.
La sua inquietudine però, che da sempre mi è sembrato la contraddistinguesse, la sua voglia di evasione dagli schemi rigidi imposti dall’onnipresente madre con la voglia di “trasgredire” continua con la passione ad esempio per l’equitazione, potrebbero essere state messe a tacere se proprio quell’anno, quel 1997 che difficilmente dimenticherà, Martina Hingis avesse compiuto quell’ultimo step, scalando quella montagna a prima vista insormontabile in un’impresa indimenticabile chiamata Grande Slam.
Alessandro Orecchio
TAG: Hingis, Martina Hingis, Notizie dal mondo
@ La forza della paszek (#1143418)
Non sarebbe male
Per fantatennis non intendi i giochi che ci sono qui sul sito vero?.
Sinceramente ero un grande tifoso di Monica Seles ed avere la carriera stroncata a 20 anni dico 20 anni è dura da digerire.
Però non mi chiedo cosa sarebbe accaduto se … sarebbe troppo faticoso il solo pensarlo; ho poca memory in my mind per me …
Complimenti Orecchio per questo interessante articolo,Martina mi ha sempre affascinato ..quel suo sguardo profondo,determinato e tormentato al tempo stesso esulava dalla banalità e dalla monotonia a cui ci hanno spesso abituato le nuove leve.
Tennisticamente parlando i risultati parlano per lei:una grande Campionessa.
Contento che ti siano piaciute le mie considerazioni.Anche te sei un appassionato del fantatennis,e ti trovi a chiederti quesiti del tipo:” Cosa sarebbe successo se….” 😉
Attenzione a non farsi sopraffare dall'”effetto nostalgia” 😉 🙂
Steffi Graf è stata una maciullatrice più delle due Sorellone messe assieme.
Una grandissima! Bei tempi, quando c’era lei, la Graf, la Seles, la Davenport, la Capriati, la Pierce, la Mauresmo giovanissima etc… poi sono arrivate le sorelle addams a rovinare tutto
Le auguro di firmare il career grande slam nel doppio in coppia con un’altra grandissima del tennis: Flavia pennetta…
Vamosss
E la Mandlikova dove la metti? 😉
Quoto, riquoto, straquoto. 😉
Mi spiace io resto della mia opinione dopo Berlino 93 per Hingis e Graf non fu vera gloria. 😉
CIT: … per una passione extratennistica che segnò indelebilmente la sua vita tennistica: l’equitazione…. (manca la specificazione:……)
PS: Hingis = più grande tennista della storia (a prescindere dal sesso) dal punto di vista tecnico, mentale e tattico. Purtroppo non fisico.
Come sarebbe andata non lo sapremo mai.
In compenso, sappiamo come è andata: quella di Martina e della Graf fu vera gloria.
Andando controcorrente,si può dire che Martina Hingis è riuscita a ritagliarsi uno spazio,anche piuttosto importante,nella storia del tennis femminile,in relazione però a quanto accadde alla Seles in quel 1993,quando quel folle la accoltellò ad Amburgo? Mi viene da dire questo,perchè una Seles a mezzo servizio,cioè quella che tornò a giocare a partire dall’estate del 1995(o se preferite,iniziò la sua seconda carriera),che non si può certo paragonare a quella che si era vista,fino a quel giorno fatidico del 1993,riuscì comunque a battere la Hingis nella semifinale del Roland Garros del 1998,e l’anno prima,quando ne uscì sconfitta,sempre in semifinale,se non ricordo male,io credo invece che avrebbe potuto benissimo vincere anche quella partita,se la serba fosse rimasta integra,e non avesse mai subìto tutto quello che le successe,perchè nel magico 1997 della svizzera,la Seles aveva solo 23 anni,e poteva benissimo essere all’apice della carriera e dell’esperienza.All’inizio anch’io pensai,che per quella banale caduta da cavallo,la svizzera fallì clamorosamente il Grande Slam che sembrava assolutamente alla sua portata.Però tenendo conto di ciò che accadde alla Seles,io credo che Martina Hingis,se avesse affrontato una Seles al massimo della forma,senza il trauma dell’attentato,forse oggi sarebbe stata ricordata di più come la “Tracy Austin” degli anni Novanta,e cioè proprio come l’allora giovane campionessa americana,forse avrebbe vinto non più di due Slam,perchè avrebbe avuto davanti a se,due campionesse più brave,come la Seles e la Graf,ad impedirle di vincere di più,allo stesso modo in cui alla Austin fu impedito di vincere di più,perchè aveva davanti a se,due autentiche leggende come Navratilova ed Evert,anche se poi,come fosse un parallelo con la Seles di giovane fenomeno stoppato,la Austin ebbe la carriera troncata da guai fisici,che non si poterono risolvere,e che magari senza di essi,avrebbe vinto più Slam,approfittando del calo e del declino,prima della Evert,e poi della Navratilova,e magari anticipando la Graf,facendo prima di lei,il salto di qualità che l’avrebbe consacrata come campionessa di quegli anni.
Tutto bello ma senza Gunther Parke il grande slam l’avrebbe fatto Monica Seles forse nel 93 e anche negli successivi.
Nel 97 la vera Seles avrebbe compiuto 24 anni a dicembre.
A soli 20 anni aveva vinto ben 8 titoli slam.
Gunther Parke ha cambiato la storia del tennis femminile e gli albi d’oro dei 5 anni successivi sono non “veritieri” è un modo carino il mio per definirili.
Nulla contro la Hingis ma fu vera gloria la sua e quella della Graf post Berlino 93?. Chi vuol capire capisca.
Errata corrige..veramente Martina è di origine slovacca non ceca..per la precisazione di Kosice 50 km dal confine ukraino
Condivido in pieno le considerazioni “tecniche”, tennista eccezionale e donna bellissima ed affascinante (magari un po’ “pericolosa”, ma per lei varrebbe la pena affrontare il pericolo).
Comunque, nell’articolo non se ne parla, ma il roland garros 1999 le è stato scippato dalla Graf con l’aiuto decisivo dell’arbitro (donna) e degli spettatori…
Giusto un paio di considerazioni tecniche: bravissima e bellissima.