Master Series Amburgo 1996: la favola di Roberto Carretero
Nei giorni in cui si disputa l’ATP 500 di Amburgo, i ricordi degli amanti del tennis non possono non tornare a uno degli exploit più simbolici ed eclatanti dell’ultimo ventennio di questo sport: era il 1996, il torneo tedesco godeva di un prestigio ben diverso (prima dell’inevitabile declassamento) e lo spagnolo Roberto Carretero stupiva il mondo intero, vincendo un torneo di alto lignaggio, partendo dalle qualificazioni e sbaragliando una concorrenza agguerrita e abile sull’amata tierra batida.
Classe 1975 e professionista dal 1993, Carretero si presentava ai nastri di partenza del torneo con poche credenziali e attese fino a quel punto disilluse: nel circuito aveva vinto appena 10 partite e il suo status di giovane promessa era stato fino a quel momento un viatico che non aveva portato a un successo che in molti si aspettavano da lui. La vittoria al Roland Garros junior del 1993, l’essere ricevuto successivamente dal re Juan Carlos e il clamore che attorno a lui si generò, non erano coincisi con una maturazione (più mentale che fisica) che lo avrebbe dovuto accompagnare nel mondo del professionismo.
Ma accompagnato dal suo fido allenatore Ricardo Sanchez, Roberto Carretero arrivava ad Amburgo e si apprestava a giocare il torneo della sua vita, un evento che impresse il suo nome nella mente degli appassionati: Horst Skoff, Americo Tupi Venero e Herbert Wiltschnig furono i 3 avversari sconfitti nelle quali.
A questi seguirono nel tabellone principale lo spagnolo iper arrotino Jordi Arrese, l’americano (prossima meteora di Wimbledon) Malivai Washington, l’eroe di Coppa Davis francese Arnaud Boetsch, Gilbert Schaller, il futuro re di Francia Yevgeny Kafelnikov per un cammino netto e senza particolari patemi che lo condusse in finale contro il ben più quotato Alex Corretja. Mentre i suoi coetanei spagnoli emergevano lentamente (Albert Costa, Carlos Moya, Alberto Berasategui), Carretero aveva fatto fino a quel punto fatica nel circuito dei grandi, ma non si fece sfuggire un’occasione tanto unica quanto rara: 2/6 – 6/4 – 6/4 – 6/4 il parziale (quando ancora i Master Series si giocavano al meglio dei 5 sets) per vincere il suo primo torneo e acquisire lo status di possibile campione.
Il risveglio post Amburgo però fu decisamente traumatico: balzato al numero 58 del ranking mondiale, Carretero nel resto della stagione rimediò 1 vittoria a fronte di 10 sconfitte, facendo registrare anche una statistica surreale per quanto riguardava i tie break giocati fra la sua vittoria ad Amburgo 1996 e l’edizione successiva del torneo tedesco del 1997 (1 vinto e 12 persi, come ad evidenziare il suo sciogliersi e il suo “braccino” nei momenti che diventavano importanti).
Improvvisamente si spense la luce, la voglia di giocare a tennis sembrò smarrita nel giro di poco tempo: il suo essere una bellissima meteora tennistica (o come dicono gli americani uno splendido One Hit Wonder), ha fatto epoca ma ha anche evidenziato come il tennis possa essere uno spietato meccanismo ludico in cui le aspettative altrui possono essere altamente lesive. Questo dovrebbe farci riflettere altamente.
Carretero si ritirò alla fine della stagione del 2001, non raccogliendo altre soddisfazioni (un 3T a Umag 2000 non può essere certamente il fiore all’occhiello di un tennista pro), lasciando con un impietoso bliancio di sole 23 vittorie e 45 sconfitte.
Chi lo ha visto giocare ricorda le sue impressionanti doti fisiche, con due quadricipiti femorali esplosivi: un servizio molto liftato, un dritto potente, un rovescio a una mano a evidenziare una certa capacità di tocco ma anche i suoi caratteristici occhi spiritati, la coda di cavallo, una simpatia contagiosa e i famosi monologhi tenuti in mezzo al campo.
Dinamite Carretero (così fu chiamato all’indomani della sua vittoriosa campagna tedesca) ha “ballato” una sola stagione, anzi per un solo torneo, ma dei suoi trascorsi da tennista che potremmo definire incompiuto e che avrebbero potuto lasciare molti più strascichi, non ne ha fatto una malattia: amava questo sport, forse non ne reggeva lo spirito agonistico e la pressione attorno a lui, ma la sua vita post ritiro è rimasta significativamente sempre all’interno di questo mondo, che può essere spietato ma che culla meglio di altri i sogni personali.
Insieme all’amico Carlos Moya ha aperto un’accademia (la SD Tennis Academy) per giovani promesse (ironia della sorte) e ha fatto il commentatore a Canal+ per Sky España: a colpire sono le sue parole all’inaugurazione della sua accademia, quando dichiarò che ciò che più gli stava a cuore era il divertimento che potessero provare i giovani iscritti. Ecco forse sta qui la chiave di volta: non bisogna mai perdere la voglia di divertirsi nel tennis, bisogna sempre relativizzare tutto. La vita di un tennista può essere inclemente, ma non bisogna mai dimenticare che una volta usciti dal campo si comincia una vita ben diversa e più reale. Carretero aveva perso proprio questo desiderio di giocare, ma il suo nome rimarrà sempre legato a una delle più incredibili favole tennistiche degli ultimi decenni.
Alessandro Orecchio
TAG: Carretero, Masters Series Amburgo 1996, Roberto Carretero
Peccato per la musica del video…
Comunque che grande Corretja!
@ SoFarAway (#1119973)
E si come darti torto…era un habitué delle finali su erba inglese…mamma mia la voglia di criticare vince sempre su tutto!!!!!
Washington meteora di wimbledon perchè? buonissima carriera con l’apice di quella incredibile finale arrivata in età già matura (soprattutto per quei tempi), ma definirlo meteora proprio no
riguardo Carretero era una grande promessa ma all’epoca era già in ritardo rispetto ad Albert Costa, da lui dominato nella finale del roland garros junior… quel clamoroso exploit sembrava averlo portato nel grande tennis invece sparì nel nulla. Tornò a vincere un match ATP solo un anno dopo quando difese il titolo. Poi ne vinse ben poche ancora. Meraviglioso l’abbraccio di Corretja
grazie per aver ricordato questa bella favola di sport….non tanto per la vittoria di carretero……quanto per lo splendido comportamento di quel gran signore che è sempre stato corretja
Soprattutto la collocazione terricolo-estiva quasi spiaggiosa illude chi poi va troppo bene in questi tornei. Non c’è nulla di veritero per lo status di campione in questi risultati e sono spesso in definitiva illusori. Anche Delbonis rivendicherebbe altrimenti un posto da fenomeno!
Ricordo la sua vittoria ad Amburgo(anche se ero ragazzino) e sempre di quell’anno ricordo un altro epico incontro visto dal vivo al Foro Italico sul Pietrangeli tra lui ed un’altra meteora(del tennis italiano) Corrado Borroni che quell’anno dal nulla fece un exploit a Roma battendo tra gli altri(sospinto dal pubblico) proprio Carretero e Kafelnikov x poi arrendersi negli ottavi solo a sua Maestà Stefan Edberg.
Il livello dell’attuale torneo di Amburgo è lontano anni luce rispetto ai fasti del passato, con tutto il rispetto per la straordinaria settimana di Zverev (e dei finalisti dell’anno scorso Fogna/Delbonis)
@ zagortenay (#1119697)
Erano molto rari anche allora comportamenti del genere. McEnroe, Borg, Connors, Lendl….sono sempre stati antisportivi. Corretja era così, era unico, un vero hidalgo d’altri tempi
@ renzopi (#1119757)
http://www.livetennis.it/post/6116/lutto-nel-mondo-del-tennis-muore-in-germania-horst-skoff/
Purtroppo si..Un abbraccio.
@ groucho2 (#1119671)
mi pare sia morto in circostanze misteriose
Martinez Sanchez storia comparabile , con le dovute diversità, o no?
Che emozione vedere queste immagini con quell’abbraccio finale tra i due…… Ormai comportamenti come questo non se ne vedono più oggi sui campi da tennis… Che nostalgia dei vecchi tempi! 😥 😀
Quoto pienamente! Impara Fognini….e se non hai più voglia di giocare ritirati!
Questa favola di Carretero me l’ero quasi dimenticata! 😀
skoff…che mito, ve lo ricordate?
La cosa più bella e l abbraccio sincero dei due giocatori… ke bello….impara Fognini
Ho le lacrime!
Che grande Corretja!
Il tennista più sportivo che abbia mai visto
Grande impresa, impossibile da dimenticare!