Tra sorprese e conferme
E’ passata una settimana dalla fine del torneo più famoso del mondo. L’edizione 2014 dei Championships è stata indimenticabile,con alcuni match splendidi,la nascita di giovani stelle e l’evoluzione di altre, destinate a brillare sempre di più negli anni a venire.
Infatti se di Nick Kyrgios si parlava già da qualche tempo,nessuno avrebbe mai potuto immaginare quanto è accaduto nelle due settimane londinesi,con l’australiano di origini greche che è arrivato fino ai quarti di finale annullando nel secondo turno ben nove match point ad un Gasquet sempre più in crisi di gioco e con ricorrenti problemi fisici,compiendo poi l’impresa qualche giorno dopo contro Rafa Nadal,sconfitto in quattro set mettendo a segno trentasette aces e mostrando un gioco davvero esplosivo e a tratti ingiocabile. Intrattabile al servizio, il diciannovenne di Canberra ha condotto quasi sempre la partita,attaccando il dritto dell’iberico soprattutto con il proprio rovescio bimane, con il quale è riescito a trovare angoli eccezionali conducendo il gioco soprattutto nei punti più importanti. Il giorno dopo si è però dovuto inchinare ad un ottimo Milos Raonic, contro cui ha pagato sia la stanchezza sia l’inesperienza per affrontare la “prova del nove”.
E’ però importante sottolineare come il tennis forse abbia trovato un nuovo campione pronto ad esplodere,che ha la personalità del grande giocatore,nonostante il suo carattere vada “normalizzato” almeno in parte, e che ha i colpi del campione,ma anche grandi margini di miglioramento. Se infatti il servizio ed il rovescio sono già armi con cui riesce a far male a chiunque,il dritto risulta decisamente più instabile. Esso infatti viene eseguito con un’impugnatura molto estremizzata e si avvale di un movimento molto veloce ma non troppo fluido che in alcuni casi tende a “strappare” troppo, non riuscendo così a spingere con tutto il peso del corpo.
Inoltre sarà necessario progredire molto nella risposta, che spesso esegue in modo pigro e scomposto, nell’esecuzione della volée ed anche nella ricerca e chiusura della rete, dove troppo spesso arriva impreparato.
L’impressione però è che gli ingredienti per colmare questi difetti e per diventare molto forte ci siano tutti.Resta solo da vedere entro quanto tempo riuscirà a trovare la miscela giusta e vincente che lo porterà ai vertici della classifica mondiale. Anche il suo giustiziere, Milos Raonic,ha disputato un ottimo torneo,arrivando in semifinale,dove ha perso in tre set da un grande Federer. Il canadese ha confermato ancora una volta di essere il miglior battitore del circuito e di essere sempre più vicino ai primissimi tennisti del mondo. Contro lo svizzero sono però riemerse alcune importanti lacune tattiche e mentali.
Infatti il ventitreenne di Podgorica non è sembrato avere ancora la personalità per reggere il confronto con un fenomeno come il tennista di Basilea, nonostante abbia compiuto dei notevoli passi avanti anche in questa direzione. Lo scorso venerdì infatti è entrato in campo timoroso,emozionato e poco lucido,affidandosi quasi esclusivamente al servizio e di tanto in tanto al dritto “anomalo”. Nei momenti importanti del match però sono ritornati tutti insieme i suoi problemi sul lato sinistro del campo, le difficoltà di mobilità e di riorganizzazione in caso di grande risposta dell’avversario.
La strada che Milos sta percorrendo con Piatti e Ljubicic è però quella giusta e fino a questo momento lo ha portato al numero sei del mondo,ma le possibilità di crescita ci sono ancora e probabilmente entro un anno circa sarà pronto per disputare l’atto finale di una prova dello Slam. Chi nel terzo Major dell’anno ha convinto come e più del canadese è stato Grigor Dimitrov, che ha perso in semifinale contro Djokovic mancando quattro possibilità di andare al quinto set.
Il bulgaro, da questa settimana fra i primi dieci del mondo al numero nove, ha eliminato dal torneo uno spento Andy Murray, ancora in cerca di equilibrio dopo la fine del rapporto con Lendl.
Il ventitreenne di Haskovo è notevolmente migliorato nella spinta con il rovescio e nella solidità mentale che,unita al gioco estremamente vario e preciso, lo stanno portando sempre più in alto nel ranking. La pesantezza di palla è un altro aspetto che sta decisamente migliorando,con una profondità di colpi che sta diventando sempre più continua e di alta qualità. Se saprà eliminare alcuni importanti passaggi a vuoto,aumentando le percentuali di prime di servizio in campo nei momenti clou delle partite e mostrando più lucidità mentale e tattica anche nelle situazioni più tese degli incontri, allora “Baby Fed” sarà forse anche più pronto dello stesso Raonic per vincere dei tornei di primissimo piano e per arrivare ai vertici della classifica Atp.
Nonostante siano molte le nuove leve che scalpitano, i più forti ancora resistono e la finale della scorsa domenica lo ha dimostrato fino in fondo. Infatti Djokovic e Federer ,insieme alla storica partita del 2008 tra lo stesso svizzero e Nadal, hanno disputato la più bella finale dei Championships degli ultimi quindici anni.
E’ stato un match equilibrato,appassionante,dal tasso tecnico elevatissimo e giocato con cuore immenso da parte di entrambi i giocatori. Raramente si era visto “Fed-Express” lottare come ha fatto la settimana scorsa,dimostrando una grande tenuta fisica e mentale,oltre ad un livello di gioco davvero alto. Aiutato da Edberg,Roger ha servito in una maniera incredibile ed ha interpretato la partita molto bene difendendosi bene,attaccando molto bene con il dritto,contenendo il più possibile le accelerazioni del serbo con il back di rovescio e andando a rete ogni volta che poteva. Oltre alla palla break non sfruttata nel settimo game dell’ultimo parziale,dove però non si poteva fare molto, Roger ha perso la partita nella carenza alla risposta al servizio durante i primi tre set. Infatti prima del quinto gioco del quarto set ha avuto solo una palla break, non trovando mai le giuste misure e il giusto coraggio per “osare” nei game di servizio del rivale. Le sue risposte passive,la mancanza di brillantezza nel leggere i servizi del serbo hanno reso la vita complicatissima all’elvetico,che solo con la sua gran classe è riuscito a vincere il tiebreak del primo set.
L’unica altra recriminazione dal punto di vista tecnico per quanto riguarda Federer è che nell’ultimo set avrebbe potuto far venire l’avversario molto di più nei pressi della rete,dove non è quasi mai impeccabile,tanto meno in una situazione come quella che si era creata in quel momento della partita. Infatti con i suoi back bassi e corti e con le sue smorzate Federer forse avrebbe potuto fare qualcosa di diverso nei primi game dell’ultimo parziale,ma così non è stato. Grandissimo merito va però dato a Nole,da pochi giorni sposato con la fidanzata storica Jelena Ristic. Il tennista slavo ha infatti disputato il suo miglior match su erba della carriera,sfoderando in generale una delle sue più grandi prestazioni della carriera. Pur essendo arrivato in finale con alcune performances altalenanti,Djokovic ha disputato un match perfetto per intensità,scelte di gioco e tenuta fisica e mentale,curando ogni più piccolo particolare come meglio non avrebbe potuto.
Dopo l’unico vero passaggio a vuoto alla fine del quarto set, il ventisettenne di Belgrado ha stretto i denti,si è aggrappato al servizio,alla sua solidità ed al suo coraggio,portando a casa una finale che lo ha riportato al numero uno delle classifiche mondiali e che soprattutto gli ha ridato grande fiducia,dopo aver perso ben cinque degli ultimi sei atti conclusivi di Slam disputati. Senza dubbio è giusto che sia lui il numero uno in questo momento. “The Djoker” è infatti il tennista più continuo fra tutti,quello che arriva sempre fino in fondo in tutti i tornei, che anche non giocando benissimo riesce a trovare il modo per arrivare fino in fondo negli appuntamenti importanti,perdendo solamente qualche volta contro qualcuno che quel giorno è più forte di lui, e di solito non è nessun altro al di fuori di Nadal,Federer e Murray. Tornando proprio al quasi trentatreenne di Basilea,che da questa settimana è numero tre del mondo, la sconfitta patita è stata senza dubbio dura da digerire,come ha evidenziato la lacrima sul suo viso durante la premiazione.
Eppure, nonostante questa sia stata una delle ultimissime chances per rivincere un Major, aver rivisto lo svizzero lottare a grandissimi livelli è un segnale estremamente positivo,che testimonia il fatto che sta disputando un eccellente 2014 e che forse le possibilità per rivincere qualcosa di molto importante non sono esaurite,anzi. Per quanto riguarda invece Murray,come già anticipato in precedenza,lo scozzese deve ancora trovare un proprio equilibrio e la giusta continuità di rendimento per tornare a competere in ogni torneo con i primi tre giocatori del mondo. Il sodalizio con Amelie Mauresmo potrà sicuramente aiutarlo in questo senso. Infatti quello che l’ex tennista francese potrà insegnargli è molto,soprattutto nell’interpretazione del gioco,troppe volte passivo e rinunciatario,come visto anche contro Dimitrov nei quarti di finale dello Slam di casa. Il bagaglio tecnico del tennista di Dunblane è impressionante,eppure sembra che non venga sfruttato fino in fondo. Per Andy sarà senz’altro necessario ritrovare le antiche certezze e quella stabilità fisica e mentale che gli ha fatto vincere gli Us Open,Wimbledon e le Olimpiadi.
Inoltre è fondamentale che diventi più aggressivo, verticalizzando maggiormente il gioco,mettendo più spesso i piedi dentro al campo e andando a rete ogni volta che ne ha la possibilità. Questa probabilmente sarà la grande sfida che dovrà affrontare insieme alla Mauresmo:la strada non è tutta in salita,ma quel che è certo è che al ventisettenne britannico serve una scossa importante già a partire dai due Masters 1000 nordamericani.
Proprio in questi due prestigiosi eventi ritroveremo Rafa Nadal, uscito agli ottavi per mano di Nick Kyrgios,pur non disputando una brutta partita. L’iberico è stato però sorpreso dalla potenza e dall’esuberanza del giovane australiano,non riuscendo a dominare il gioco sulla sua diagonale preferita,subendo moltissimo il grande rovescio dell’attuale numero sessantasei del mondo. Lo spagnolo,che pure è un grande campione anche sull’erba,ha dimostrato ancora una volta di soffrire particolarmente su questi campi i tennisti con colpi estremamente potenti e che non gli consentono di entrare nello scambio. Non è certo un torneo che può mettere dubbi su un campione come Rafa,ma la sensazione è che quest’anno,escluse le fasi finali del Roland Garros,il suo miglior tennis si sia visto molto raramente.
Proprio per questo motivo in particolar modo per lui sarà davvero molto importante l’estate americana che, come sempre, si preannuncia intrigante e ricca di spunti interessanti.
Gabriele Ferrara
TAG: Break Point, Dimitrov, Djokovic, Federer, Kyrgios, Nadal
1 commento
Bravo Gabriele. Bellissimo articolo!