Madison Keys: una giovane promessa già realtà
Madison Keys è il giovane talento americano (classe ’95) che si sta affacciando al grande pubblico e ai grandi palcoscenici tennistici, impersonando, finora alla perfezione, il ruolo di enfant prodige del tennis statunitense alla disperata ricerca di un cambio generazionale e di un erede credibile per le sorelle Williams (il precedente improbabile è quello legato al nome di Melanie Oudin, piombata in classifica e nell’oblio degli appassionati dopo l’exploit di alcune stagioni fa nello Slam di casa).
La Keys fa parte di un gruppo di ragazze agguerrite e dai mezzi considerevoli (con lei Lauren Davis classe ’93, Christina McHale classe ’92 e Coco Vandeweghe classe ’91), su cui la USTA (United States Tennis Association) sta decisamente puntando per rilanciare il proprio movimento tennistico femminile e di cui proprio la Keys rappresenta l’attuale fiore all’occhiello. Curioso come nel giorno del suo primo trionfo nel circuito maggiore nel torneo WTA Premier di Eastbourne, la collega Vandeweghe sia anche lei arrivata alla sua prima affermazione in carriera nel torneo di s’Hertogenbosch. Entrata a soli 6 anni all’accademia dell’ex campionessa a stelle e strisce Chris Evert a Boca Raton, la Keys rappresenta quella boccata d’ossigeno che il tennis statunitense in toto (negli ultimi anni in una decisa fase calante ma che ha per diversi decenni riempito l’albo d’oro dei più grandi tornei di tennis grazie ai propri rappresentanti), aspettava da tempo, troppo tempo.
Con questa vittoria prestigiosa pre Wimbledon, la Keys, tennista natia di Rock Island, ha raggiunto il suo best ranking in singolare (n°30) e avvalorato la tesi di chi la vede come possibile mina vagante nel tabellone dello Slam londinese, dove dovrà difendere comunque il 3T dell’edizione passata e dove avrà un esordio non proprio semplice contro un’altra ragazza terribile del circuito, la portoricana Monica Puig (classe ’93) contro cui vanta due sconfitte in altrettanti precedenti (uno proprio a livello Slam al Roland Garros del 2013).
Il torneo di Eastbourne poteva contare prima della Keys, su un albo d’oro decisamente importante, con nomi altisonanti e di richiamo come quello di Chris Evert, Lindsay Davenport e Martina Navratilova: proprio la tennista naturalizzata statunitense ha premiato la giovane vincitrice, in una simbolica cerimonia di investitura a sancire gli evidenti meriti della Keys, meriti che appaiono peraltro destinati ad aumentare nel prosieguo degli anni.
Nella finale contro la tedesca Angelique Kerber (novella n°7 del ranking mondiale), Madison Keys ha messo in evidenza un potenziale che definire interessante appare riduttivo: 17 ace e 60 vincenti totali con un’attitudine mentale da combattente nata che le ha permesso di restare sempre centrata nel match, spingendo con entrambi i fondamentali da fondo campo, dimostrando un sangue freddo nei momenti chiave del match che l’ha portata a conquistare la sua prima corona nel circuito WTA.
Proprio il servizio è stato individuato dalla Keys come quel quid pluris nel suo gioco, un colpo che, specialmente sull’erba dove la palla schizza assumendo traiettorie spesso imprevedibili, è stato in grado di portarle molti punti diretti, risparmiando energie preziose per gli scambi più lunghi e faticosi: “Il mio servizio è stato una grande arma” – ha affermato la Keys aggiungendo il più classico degli “ho sempre amato giocare su erba”, frase quest’ultima di rito durante ogni premiazione ma che nel suo caso sembra dotata di un’assoluta veridicità.
Forse Wimbledon sarà un banco di prova troppo duro, forse la Keys non riuscirà a ricoprire fino in fondo il suo ruolo di mina vagante del tabellone in grado di generare sorprese, forse gli Stati Uniti dovranno pazientare ancora un po’ prima di avere il loro nuovo campione o forse magari proprio l’erba londinese sancirà la definitiva esplosione di questo nuovo astro tennistico rendendolo una piacevole realtà.
Alessandro Orecchio
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Grande Madison,una delle poche nel circuito WTA che non mi fa’ annoiare quando gioca…
Riguardo a Camila Giorgi, per fare un ulteriore salto di qualita’ deve
trovare un altro allenatore che nn sia il padre..
(mia personale opinione)
Senza polemica, Madison Keys ha solo 19 anni ed ha già vinto un Premier, quanti Premier ha Sara in bacheca?
Relativamente a Sara a guardare i numeri, ha fatto un salto in pochi mesi dalle posizioni anonime attorno alla 45esima, direttamente in topten, ed ad un attento osservatore non può sfuggire che il netto miglioramento è stato sotto l’aspetto fisico più che tecnico, ma naturalmente anche quest’ultimo ne ha tratto giovamento essendo comunque il secondo aspetto molto condizionato dal primo.
Non sto criticando Sara ma trovo fastidioso, ridurre il valore di una giovanissima 19 enne al solo aspetto missilistico, chi ha visto la finale ieri soprattutto il terzo set ed in particolare gli ultimi 2 game in cui Madison ha deciso di forzare e chiudere il match, facendo letteralmente piegare le gambe ad una che di gambe assai forti ne ha come la Kerber, non può dire che ci sono stati soli i missili, si è trattato di molto di più.
Ora non voglio dire che è nata una stella, serve continuità, vedremo nel proseguo della stagione che farà.
@ raonic (#1100741)
chi serve piano (e benchè piano nn sono i cinquanta che dici tu)ha tutti i colpi fondamentali del tennis che le varie bombardiere si sognano affidandosi fortuna loro al servizio .ma penso che tante di loro oggi vorrebbero fare ciò che ha fatto Sara(perchè tanto è di lei che parli)poi…se un giorno faranno meglio…
Complimenti all’autore, ottimo articolo.
Aggiungo che la giovanissima Madison, sembra abbia anche un’ottima personalità, carattere ed equilibrio mentale non comune.
La Giorgi può migliorare alla grande..servono testa e un allenatore serio!
Si ma la Keys tira lavandini più regolari e sensati. Tira forte ma fa ace. La Giorgi mostra potenziale ma troppo spesso ad esempio le sue prime a 190 non sono nemmeno aces sporchi. Basterebbe questo e una risposta più puntuale per farne una star ma ormai non è così giovane da poter migliorare tantissimo in questo. La tranquillità della Keys fa in modo che il suo tennis risulti più efficace e sensato di quello di Camila.
La Suarez Navarro non è proprio giovanissima e ha troppi limiti caratteriali per essere una superbig, nonostante a tennis ci sappia giocare eccome. La Beck è una pallettara con poca potenza e pochi colpi vincenti, non credo che possa divenatre una big. Sulle altre sono abbastanza d’accordo, aggiungerei anche Townsend e Garcia alla lista, ma di giovani promettenti ce ne sono molte.
E’ da un anno che sto dicendo che :Suarez Navarro-Simona Halep-Madison Keys-Eugenie Bouchard-Beleinda Bencic-Garbine Muguruza-Vekic Donna-Beck Annika-Ana konjuh-(Jamie Hapton se stesse bene) e qualche altra saranno le prossime Big del Tennis.!
@ giovanni (#1100709)
La Keys con la Hampton non c’entra niente, suvvia…
E ora per favore non parlate MAI PIU’ della Stephens. Quella non vale niente, la vera promessa è Madison !! 😉
vedi te…se si battono numero 1…c’è un’unica deduzione
meglio i lavandini che gente che serve a 50
sempre che i lavandini rimangano in campo……..
Credo che uscirà contro Puig,ma grandi prospettive per Madison. Sicuramente più promettente di Sloane Stephens. Senza però dimenticare l’altro talento: Jamie Hampton
il tennis femminile è e sarà roba da tira lavandini…quindi Camila Giorgi lascia ben sperare!
A me la Keys piace tantissimo e mi sembra già decisamente matura per i grandi teatri!!!