Vita da Future: un grido d’allarme che non ascolta nessuno
Se dovessimo immaginare la vita di tutti i giorni di un tennista, penseremmo a hotel a 5 stelle, spostamenti in aereo first class, un coach da mantenere (un top player arriva a spendere 200/300.000 dollari l’anno per un allenatore ma anche un top 50 arriva a 70/80.000 dollari comprensivi di rimborsi e percentuali sui prize money), un immancabile fisioterapista e magari anche un mental coach. Tante spese, certo, ma come può un tennista di successo prescindere da tutto questo?
Con il tennis ci si può arricchire a certi livelli, almeno questa è la favola che ci si racconta, ma cosa succede quando si esce dall’elité del tennis mondiale? Un ragazzo che volesse sfondare in questo sport, che prospettive effettivamente può avere? Ammesso che davvero in pochi (in percentuale ovviamente), appesa la racchetta al chiodo, vivono di rendita e che molti tennisti invece devono reinventarsi una seconda carriera, esiste un circuito, quello dei futures, dove riuscire ad arginare le spese a fronte dei pochi guadagni è veramente un’impresa ardua. Una situazione del genere va sicuramente a incidere sul rendimento in campo e sulla propria concentrazione, con l’ossessione del dover far risultato per forza che può diventare di certo controproducente.
Vi è una cosiddetta soglia critica, che per molti tennisti rappresenta un traguardo e che non tutti riescono a raggiungere ogni anno: 10.000 dollari di guadagni, una cifra davvero insufficiente con cui si va certamente in perdita. E fa rabbia pensare che una soglia così esigua per uno sportivo possa rappresentare la mera sopravvivenza per molti tennisti.
Come detto, il gradino più basso del professionismo sono quindi i futures e in questo contesto la situazione si fa grottesca: questi tornei si dividono in 3 categorie (10.000 dollari, 15.000 e 15.000 più ospitalità di montepremi). Per ammortizzare le spese spesso i tennisti sono costretti ad alloggi di fortuna e certamente non di lusso, dividendo la propria stanza con altri colleghi. Senza contare che per i viaggi aerei il must sono le compagnie low cost, con tutti i disagi che comportano. Come si può arrivare in campo centrati e pronti alla battaglia?
Ciò che allarma maggiormente riguarda però le cifre distribuite ai giocatori che partecipano a un future: spesso nascosti, i prize money sono consultabili nelle più di 130 pagine del regolamento ITF; si va dai circa 1500 dollari in caso di vittoria in un 15.000 ai 150 dollari circa per chi perde a un 1T. Come non andare in passivo con cifre del genere?
Mentre l’ATP conta su più di 60 dipendenti (alcuni di loro con stipendi da 500.000 dollari l’anno) e muove un giro da 80 milioni di dollari complessivo, ogni anno i tornei del Grande Slam e i masters 1000 giocano al rialzo, aumentando i propri prize money a livello esponenziale: è notizia recente che entro il 2017 gli US Open arriveranno alla cifra monstre di 50 milioni di dollari tondi tondi, e gli altri tornei non stanno certo a guardare in questa gara paradossale.
Il rischio ovvio e concreto è che molti ragazzi che ancora non sono riusciti a sfondare, mollino la presa e abbandonino il loro sogno. E se si deve pensare pure a tasse e assicurazioni contro gli infortuni, il problema si fa ancora più lampante.
Le soluzioni potrebbero essere molteplici, solo che appare inspiegabilmente difficile realizzarle, come se ci fossero interessi superiori a bloccarle: se spesso il circuito ATP e quello challenger sono andati in netto contrasto (vincere un challenger di medio valore porta sicuramente nelle casse più soldi di un 1T in un torneo 250 o 500), non si capisce fino in fondo perché non si possa valorizzare il circuito minore e soprattutto i giocatori che vi partecipano con sponsor ad hoc e generalizzati per l’intero circuito, come se si acquistasse un pacchetto di tornei. L’ ATP ma anche il circuito dei challenger sono una continua fucina di sponsorizzazioni, più o meno importanti ovviamente, anche guidate e veicolate dall’alto al fine di salvaguardare i tornei stessi. Si potrebbe altresì pensare a un fondo pensionistico per tutti, non solo per chi ha dei guadagni altamente tassabili a fine anno, oppure stipulare una serie di accordi che garantiscano incentivi o prestiti a lungo termine a chi è in difficoltà e arranca. Così la speranza non svanirebbe e il sogno potrebbe essere ancora cullato. Non tutti i giovani tennisti hanno famiglie alle spalle pronte e nella possibilità economica di investire ingenti capitali nell’attesa del loro boom sportivo.
Non è possibile sentire le cifre monstre dei prize money degli Slam (nel 2017 gli US Open arriveranno a un montepremi di 50 milioni di dollari!) senza ascoltare le lamentele di chi il movimento tennistico lo muove dal basso: da Naso a Vagnozzi, i giocatori italiani più volte hanno urlato il loro allarme ed esiste anche un gruppo su Facebook, fondato dal tennista sudafricano Keith – Patrick Crowley (oltre la 1000esima posizione nel ranking), che si chiama “ATP and ITF – Time for Change”, dove ci si può iscrivere e commentare, per raccontare i propri divertenti aneddoti ma anche cercare di trovare soluzioni per invertire la rotta, per trovare il modo per una repentina e più equa suddivisione dei guadagni.
Se Nick Bollettieri ha affermato che solo 163 tennisti hanno nel recente passato guadagnato effettivamente col tennis, se il serbo Janko Tipsaveric si è fatto portavoce della situazione a suo dire disastrata dei circuiti minori, se l’ATP prevede una pensione aggiuntiva per i top player per 20 anni dopo il loro appendere la racchetta al chiodo ma nulla per chi al top non ci è mai arrivato, è evidente che il problema è sentito ed emblematico per una situazione che rischia una vera implosione.
L’intervista del gennaio scorso a Gianluca Naso
Alessandro Orecchio
TAG: Circuito Future, Keith Patrick Crowley, Montepremi Future, Naso, Vagnozzi
Allora grande Robi malo sai che sei il tennista italiano che negli ultimi tre anni ha salito più posizioni? Da 658 a 280 ! F.i.t. Ti dice qualcosa il nome marcora?
Blasfemo!!! Hai nominato invano, per ben 3 volte, il nome di (dio) Mercato!!! Brucerai all’inferno assieme a eretici e consumatori di condom
Ma volete capire che più aumentate i soldi dei futures e più troverete giocatori anziani che giocano? Nulla in contrario per me, tanto il giovane forte sale comunque…ma la vostra presunta logica non c’entra nulla…
E infatti la soluzione sarebbe proprio quella, come dico da tempo…..più che altro per le cifre in gioco che sono 4/5 mln in confronto più di 100 solo per gli slam.
Proponiamolo a Nadal, Djoke, Murray&co …basta togliere solo il 5% dal prizemoney che sono già 2,5 mln solo con gli slam, poi imponi una fee di 200.000 ai master1000 e hai già fatto bingo, oppure destini % dei proventi degli sponsor…basterebbe anche solo l’hospitality.
Detto questo: i giovani non si disperdono, perchè il 90% di quelli che valgono arriva eccome…anche perchè se poi tutti si potessero permettere coach e trasferte non si farebbe altro che aumentare il livello medio…e chi era da futures prima, giocherà meglio…ma sempre avrà davanti quei 350 giocatori più bravi di lui, che come lui hanno approfittato delle migliorie….il tutto per pagare magari di più un coach o una academy….???
e se invece si introducesse un limite di età ( 24-25 anni)….
@ gjovi (#1096367)
Grande….. direi che sarebbe un’ottima soluzione…. fai da consulente all’ ATP e alla WTA che forse migliora qualcosa….. hai detto una cosa molto saggia e meritocratica.
A mio avviso si deve dare l’opportunità di “provare” a sfondare. Più che aumento del montepremi ( che in qualche modo è legato ad un a sorta di legge della domanda e dell’offerta ) introdurrei un meccanismo di abattimento delle spese , introducendo una sorte di rimborso a gradino legato all’età del tennista ( es. under 20 rimborsio totale, ander 22 80% …. ). Il rimborso potrebbe essere a carico della APT, che dovrebbe aver interesse ad sponsorizzare la crescita di nuovi giocatori.
Quando sono stato a boston sono rimasto impressionato per le attrezzature sportive pubbliche messe a disposizione di tutti. Campi da football, tennis pallacanestro e tutti curatissimi e in ottime condizioni. Bisogna dare la possibilità a tutti sin da bambini di poter usufruire di strutture pubbliche adeguate e far coltivare il talento magari innato che neanche il bambino sa di avere ma può sperimentare. Di contro bisogna cambiare la testa degli italiani perchè mantenere strutture così è un costo e gli italiani non sempre hanno rispetto delle cose pubbliche. Se diamo la possibilità di praticare a più persone di diverse categorie sociali i talenti veri alla fine usciranno siano essi di famiglie abbienti o meno.
Qualche volenteroso può scrivere più o meno le varie spese di un tennista in per una stagione? Giusto per farmi un’idea completa visto che non ho mai tentato la via del professionismo
bisogna anche vedere il livello dei tornei
@ Buon Rob (#1096314)
In effetti il tennis è ancora oggi uno sport abbastanza elitario. Infatti non c’ è un Africano nelle zone dignitose del ranking. Perchè giocare a tennis costa decisamente di più che nuotare o correre o giocare a pallone.
Quindi c’è bisogno di supporti per i giovani. In particolare per i meno abbienti.
E’ curioso notare che l’esplosione tennistica di ragazze/zi dell’Est europeo (attirati dagli enormi guadagni potenziali) sia stata resa possibile dal fatto che il tennis non costava molto nei Paesi d’oltre cortina, grazie ad un sistema di tariffe statali basse e di costi di maestri di tennis bassisimi. Tutti potevano giocare…non lo facevano o non tentavano una carriera perchè il tennis non andava alle Olimpiadi e al Governo non importava e non potevi avere le agevolazioni e il prestigio riservato ai campioni degli sport olimpici.
Dopo l’89 è cambiato tutto. Ma le basi a supporto c’erano. La differenza l’ha fatta la voglia di arrivare, la capacità di sacrificio, la voglia di riscatto sociale che spesso manca all’Ovest.
E probabilmente un aiuto è arrivato anche dal doping, questo invitato sgradevole ormai seduto a tutti i tavoli delle discipline sportive….
Ma a parte il doping, chiedo: quanti ragazzi italiani vanno in giro per il mondo facendo i sacrifici di molti ragazzi/e dell’Est? Dormire in tenda o in macchina e altre amenità del genere.
Io non dico che ciò sia giusto…come ho già detto credo che vada cambiato il sistema di remunerazione dei Futures…ma senza la feroce voglia di arrivare non si diventa Number 1.
Puoi essere ricco come Gulbis o benestante come Fognini ma…non basta.
C’è anche da dire che ai tempi che dici tu, i primi 100 erano composti da una pletora di teenager e da sparuti over 30, mentre adesso è il contrario.
Tu che idea avresti, quindi, per evitare che gli junior si disperdano, se non un circuito future strutturato come adesso e che, però, si autofinanzierebbe con le tassazioni sugli Slam?
E comunque la similitudine fatta dall’altro utente, invece, è giusta.
Allora anche uno che è ricco può dire “io la sanità me la posso permettere perché sono ricco, che i poveracci muoiano pure tanto sono poveracci”.
In pratica Vanni, se ha davvero guadagnato 11.000 euro per SEI TORNEI VINTI, ha guadagnato quanto uno qualsiasi dei giocatori che si è qualificato al secondo turno delle quali a Roehampton oggi.
E Vanni è n.300, mentre molti di quelli impegnati a Roehampton sono n.250 circa.
Ma per i rosiconi dell'”andate a lavorare in miniera, non giocate a tennis, soprattutto se avete più di 23 anni!!!” questo è un sistema equo, perchè le partite dei futures sono “noiose” (mentre tutte le partite degli Slam sono notoriamente “avvincentissime”, errore grammaticale voluto).
Se si vuole il ricambio (e, a quanto leggo, molti NON lo vogliono, e vogliono che il circuito ATP assomigli a quello professionistico americano, rivale di quello degli Slam, degli anni ’50-60) bisogna aumentare il montepremi dei futures.
Ed è un concetto talmente lapalissiano che mi pare assurdo vengan oscritte bugie giusto per tentare di confutarlo.
@ guidoyouth (#1096287)
Guidoy. allora siamo d’accordo. Non mandiamo nessun tennista maturo al mattatoio. Ce li teniamo…e secondo me senza limitarli in alcun modo. Violeremmo – e questo lo dico seriamente – dei diritti umani.
Mi piace anche il tuo discorso dei supporti o agevolazioni ai giovani…però a chi li diamo?? Perchè l’esistenza di provvidenze da assegnare presuppone che ci siano dei Saggi, dei Comitati, degli Esperti che decidono chi le deve ricevere. Non può essere fatto in modo indiscriminato. Perchè le risorse (tutte da reperire) non sono infinite. Si creeranno inevitabilmente figli e figliastri. Chi saranno i meritevoli? E cominciamo dai Futures o pensiamo anche ai tornei Juniores?
Ma credo che sarebbe bello averli e risolverli questi problemi; mentre ora non c’è nulla.
non ne facciamo una questione ideologica tra mercatismo e socialismo, sarebbe infatti compito della federazione individuare i talenti su cui spendere due soldi pubblici sperando che un domani ci sia un ritorno d’immagine sportiva e compito dei tornei stabilire classifiche di eccellenza.
D’altro canto mi ricordo che una volta del n. 300 onestamente nessuno sapeva nulla ed era un tipo che girava in posti ameni e faceva open mentre magari insegnava anche al circolo part-time…figuriamoci che già il n.100 era considerato un pippone, quindi in realtà non è cambiato molto…..solo che oggi con livetennis&friends sappiamo anche cosa mangiano la sera!
Forse anche il tennista stesso ha l’impressione di potercela fare quando invece tutto gli dice che quello è il suo livello e amen.
Se poi il Beretta di turno allenato da Lendl e con tutta l’academy img a disposizione, più nutrizionista, mental coach, pa e supercaxxola sarebbe potuto diventare n. 50 …se mia nonna aveva le ruote…..
A dire il vero no, è una bugia.
Io infatti ho parlato di LEGHE, ho detto che col ricavato della champions League o dei diritti TV delle serie maggiori ci guadagnano le SERIE MINORI.
Ma mi rendo conto che riportare ciò che ho scritto io avrebbe confutato la tua tesi e quindi era meglio inventarsi cose mai scritte. 😕
Qua leggo cose allucinanti: ragazzi, per fare il tennista professionista, o provarci seriamente, servono circa 20/30 mila euro l’anno. Non si possono paragonare i calciatori che spendono 0,0 oppure gli aspiranti attori o veline che al massimo si pagano la scuola di danza o di canto. Il discorso è proprio quello di cercare di aiutare, in un mondo ultraricco, a fare l’attività in modo dignitoso anche a chi non riesce a sfondare subito o a chi non ha un padre che gli scuce 30.000 euro per il giochino.
ti pare che vorrei far fuori i tennisti maturi dai tornei minori?
è grazie a loro che i giovani si fanno le ossa quindi ben venga la loro presenza. io mi riferivo alla distribuzione delle risorse.
farei in modo che un tennista fino ad una certa età abbia delle agevolazioni economiche per tentare il grande salto tra i big.
queste agevolazioni sono previste in molti altri settori della vita, faccio riferimento ai giovani professionisti in certe categorie lavorative.
per dirla volgarmente: aiuto finanziariamente il giovane underX a resistere i primi anni di attività pro.
se poi uno mostra un livello che non consente di salire, può tranquillamente continuare a giocare, ormai sa a cosa va incontro.
La mafia americana!!!!!!!
Il problema è che possono trovare 2 soldi per fare un future, ma non hanno speranza di pianificare una crescita. Vengono da famiglie non abbienti, e non possono passare tutto il tempo a cercare aiuti a destra e a manca, senza avere una sola certezza. Senza parlare di un allenatore decente.
@ guidoyouth (#1096260)
Perchè ci dovrebbero essere delle regole per “far fuori” i tennisti maturi dal circuito Futures??? Ma che discorso è?
Vanni a 29 annni si è preso le soddisfazioni più grosse della sua carriera. Fa per caso male a qualcuno?
E Karlovic allora perchè dovrebbe continuare ad esistere nel circuito ATP? Al mattatoio anche lui!!! E anche quella quasi carampana di Federer! Che sono 15 anni che ci scassa i maroni con la sua classe infinita, le sue vittorie, i suoi slam!! Poniamo fine a questo scandalo.
E’ proprio dal confronto con quelli esperti che i ragazzini e i loro coach devono imparare. Poi magari c’è Camila con Papà che non imparano da nessuno… nemmeno dalla Flipkens che con tanta buona volontà ha cercato di darle dei suggerimenti…pazienza.
E la Schiavone che ruba il posto nelle quali ad una giovane schiappa meritevole? In carcere! Subito. Immensa Francesca. 😈
Non vedo grandi differenze tra i giovani tennisti e i giovani – maschi e femmine – che cercano di affermarsi nel cinema, nel mondo della canzone, come ballerini o come pittori o come artisti.
Quanti ci provano? Tantissimi. Quanti si affermano? Molto pochi in proporzione.
E per tutti agli inizi ci sono solo incertezze, ansie, difficoltà. Molti e molte fanno anche una brutta fine.
Almeno i tennisti – come sottolineava altro utente ex tennista – non finiscono su una strada o a fare la lap dance.
Sono professioni in cui conta il talento di base ma ci si afferma con un concorso di cause. Ci vogliono anche testa e fortuna. E salute.
Non c’è la sicurezza dell’affermazione.
Però mi permetto di dire che se il buon Vanni che ha vinto 6 futures questo anno – E SOTTOLINEO 6 – ha guadagnato un prize money di soli 13.000 dollari…forse c’è qualcosa che stride.
Però io ammetto di non vedere una soluzione o di non essere capace di trovarla.
cosa c’entra il posto pubblico? 😆
qui si tratta di adeguare i montepremi che sono fermi da anni.
allo stesso tempo andrebbero previste delle agevolazioni per i giovani, con delle regole che invitino i tennisti troppo maturi ad abbandonare il circuito futures o a limitarne la presenza.
la vera selezione dovrebbe avvenire con la competizione ad alto livello e non per motivi prettamente economici.
oppure rimane tutto come adesso e continuiamo a leggere le storie di miracolati come janovitz.
@ guidoyouth (#1096221)
tutti fin da piccoli sogniamo di diventare delle rock star dei grandi calciatori o dei grandi tennisti, ma poi devi essere realista.
Pietro Ansaldo, campione europeo under 16, già aveva capito di lasciar perdere e fa ingegnere. Dario Sciortino batteva Safin (stessa età), ma non ha sfondato.
Il tennis è un sogno. E’ un terno al lotto. Lasciamo stare le elemosine per i tennisti.
@ guidoyouth (#1096223)
ma servono per chi? Per far giocare tutti a tennis?
Questa è la mentalità che abbiamo e che non ci ha permesso di avere dei campioni. La mentalità da posto pubblico inutile e garantito.
Il tennis è ben altro.
Fino a 5 anni fa giocavo a calcio in categorie minori. Come ho già avuto modo di dire, anni fa in prima categoria si prendevano anche 500 euro al mese. Ora manco più quelli.
A 27 anni, nel 2004, giocavo in Eccellenza e portavo a casa anche 1200-1300 euro al mese.
Mi sembrava già di essere un privilegiato rispetto ai miei amici.
Se a 27 anni sei ancora n. 500 del mondo e perdi nei future, vai a lavorare come facevo io, che giocavo a calcio e lavoravo
si ma che senso ha? abbattere di netto il doppio non mi sembra una soluzione
e non trovano 2 soldi per giocare un paio di future? in italia ce ne sono molti (chiedo eh, non è in tono polemico)
dal sito wikipedia dell’atp risultano:
115 tornei challenger (35.000 a 150.000)
420 tornei futures (10.000 a 15.000)
solamente i primi 5 tennisti del doppio hanno guadagnato nel 2013 qualcosa come 5.250.000 euro in premi.
con 5.250.000 euro si possono portare i futures a 20.000 e 25.000 euro.
rendiamoci conto della marea di soldi che già esistono e che potrebbero essere redistribuiti dove veramente servono.
@ anonimo (#1096196)
Sono d’accordo con te ma ribadisco l’unico passaggio su cui non concordiamo. Ad esempio, si pensi all’università. Non c’è dubbio che, indipendentemente da chi paghi la retta (se i genitori o lo studente stesso) si tratti di un investimento. Ma quanto meno si conduce una vita oculata in rapporto alle proprie possibilità e ai guadagni di chi paga la retta stessa in modo da azzerare o comunque ridurre le perdite. Ragion per cui ripeto, non bisogna mantenere in assoluto il professionismo ai tal dei tali n. 300-800 del mondo, ma rendere un minimo più soft, più sostenibile l’attività semiprofessionistica del mondo futures che nasce per promuovere le nuove leve. Chiaro che inevitabilmente e indirettamente beneficerebbero di un eventuale ritocchino del prize money o della formula generale di questo tipo di tornei anche gli over 30 che ancora si dannano in questo circuito, ma non è l’obiettivo centrale di quanto io affermo.
a me sembra che fin da piccoli siano richieste delle cifre impressionanti…voglio vedere in quanti possono permettersi di aspettare questi x anni prima di cambiare eventualmente progetti.
la fai troppo facile.
mi spaventa molto questo modo di pensare “ognuno per sè”, pensiamo se fosse così anche in altri settori tipo la sanità, che tristezza.
Qualche linea per ribadire e spiegare.
Confermo: ovunque, non solo nel tennis, I milioni generano milioni, le migliaia generano migliaia. Ma certamente dobbiamo trovare un meccanismo per aumentare le migliaia, e per trasferire una parte dei milioni. Purtroppo non credo che un’associazione di categoria possa funzionare, la storia dimostra che queste funzionano solo con grande numero di lavoratori, o con lavori poco specializzati.
Non ho biglietti da 100 euro per accendere I sigari, altrimenti ci andrei piuttosto a Wimbledon ;-).
Sono una schiappa in politica, altrimenti ci andrei in federazione, ma anche se questo è solo un blog mi piacerebbe vedere qualche numero e qualche idea concreta, troppi ragazzi arrivano al no. 1000 e si bloccano per mancanza di fondi. Ne ho due nel mio club, giocano da meraviglia, e fanno già I maestri…
@ Buon Rob (#1096166)
perchè nel calcio investono i presidenti, non i giocatori. Lieve differenza…
Si tratta di un investimento. Io voglio aprire un’attività? Investo dei soldi e so che devo iniziare a recuperarli entro “x” anni…se entro quel periodo non riesco devo cambiare i miei progetti in qualche modo.
Qui è esattamente uguale: chi gioca e ci prova lo fa per diventare ricco inseguendo il sogno dei top 100. Questo è il pegno da pagare…
si, a quel punto meglio abolire del tutto il doppio.
mi riferivo ai grandi tornei perchè non capisco come sia possibile riversare tutta quella montagna di soldi in una specialità che non ha alcun ritorno, nè in termini pubblicitari (le tv non trasmettono gli incontri) nè in termini di botteghino (gli spalti sono sempre semideserti).
quanti sono i tornei futures e challenger in giro per il mondo all’anno?
a quanto ammontano i premi attuali destinati al doppio?
avrebbe senso distribuire questi proventi per aiutare i tornei futures e challenger? bisognerebbe fare due calcoli ma forse avrebbe senso si.
straquoto…
l’età media di tutti i primi 20 giocatori delle 10 coppie top è 33 anni.
Però a questo punto dovresti eliminare proprio il doppio in toto, perchè nessuno farebbe un challenger di doppio per magari 2000€ senza nessuna possibilità di salita.
Quello del doppio comunque rimane un mistero soprattutto per gli italiani di seconda fascia che a 23 anni farebbero bene ad abbandonare il singolo e concentrarsi lì se vogliono continuare a girare il mondo, sempre che non abbiano la mano di pietra e un servizio alla Volandri.
Io col tennis non ci guadagno. Non sono mai stato nè giocatore, nè tecnico, nè arbitro nè simili.
Solo tifoso, al massimo ho pagato biglietti.
Non riesco a capire perchè non vi sia chiaro un semplicissimo concetto: come coi soldi della Champions League ci campa anche la Lega Pro, non vedo perchè coi soldi degli slam non ci debbano campare i futures.
Secondo la vostra bizzarra teoria, si passerebbe direttamente dai tornei dell’oratorio a Wimbledon, a cui si accederrebbe chissà come. 🙂
Eliminiamo i futures, come proponete, e poi il ricambio arriverebbe da limitatissime zone geografiche e solo per censo.
Poi magari i punteggi li teniamo facendo pitture rupestri sui muri. 🙄
E vabbè, meglio vedere Barcellona – Real Madrid o una partita qualsiasi di Lega Pro? Eppure sono sicuro che nessuno ha mai messo in dubbio che i giocatori scarsi di Lega Pro vadano pagati.
@ Buon Rob (#1096151)
ma no dai, 100 ci mangiano bene, ma se vuoi metterci qualche soldino tu…
Come diceva qualcuno il problema non è il n.800, che è solo uno buono a giocare che ha 4 soldi da spendere in trasferte, ma permettere il “transito” ai giovani nei primi 2/3 anni (dai 16/17 ai 19/20) senza che ci siano burnout dovuti alle basse condizioni economiche.(ance se per la verità penso che un novello Rafa qualche sponsor che ci crede lo trova).
Basta aumentare l’hospitality anche ai futures e finanziarla con un 4/5 mln di € annui estretti dal movimento intero.
Giusto.
Facciamo giocare a tennis solo 4 persone, e tutti gl ialtri si arrangino, “perché non c’è scritto da nessuna parte che bisogna giocare a tennis”.
Altra demagogia ne abbiamo ancora?
@ dave (#1096113)
fanno …are pure le finali challenger….
Tutti ormai giocano uguale, si spera di vedere del bel tennis nel grandi tornei. Per me ci vanno anche troppi i vedere i vari Vanni e Brizzi, ma non capisco il problema soldi.
Se si lamentassero anche quelli della scherma? o quelli del golf?
questa è la tua opinione la rispetto ma non la condivido per niente…per me è giustissimo il sistema che cè ora..le partite dei futures sono inguardabili..e non cè scritto da nessuna parte che si deve campare di tennis…
Secondo me sbaglia di grosso chi dice “i campioni smuovono milioni di euro e quindi guadagnano milioni di euro, i giocatori da futures smuovono pochi euro e quindi è giusto che guadagnino pochi euro”.
Questo principio, ad esempio, fu alla base del movimento professionistico che per alcuni decenni si contrappose al “tennis dilettantistico” e quindi agli Slam.
Ma, pur avendo giocatori molto più forti, il sistema fallì proprio perchè era basato su quel concetto: ok, vedevi i Nadal-Djokovic di allora al MAdison Square Garden e comunque per trenta volte l’anno, e quindi partite molto più belle di quelle che c’erano a Parigi, Wimbledon o Flushing Meadows, ma l’unico ricambio anche loro lo avevano dai giovani che si mettevano in luce tra i dilettanti.
Soprattutto oggi, che nessuno diventa più campione a 18 anni ma c’è una pletora di over 30, se fino ai 21-22 anni non puoi guadagnare (ricordo a tutti che c’è UN SOLO Under 20 tra i primi 200) anche se sei bravo smetti.
Ed è stupido e populistico che si dica “eh vabbè, giocare a tennis mica è obbligatorio”. Perchè non tutti nascono Gulbis, e il rischio autentico è che il tennis torni a diventare ciò che è stato nei primi decenni del secolo scorso, cioè uno sport che poteva essere giocato a livello “pro” solo da coloro molto ricchi di nascita (Ai tempi per via del dilettantismo “puro”, ora perchè non si può guadagnare finchè non si entra stabilmente nei primi 100 al mondo, cosa che la maggior parte dei tennisti fa solo intorno ai 25 anni).
Non è questione di “discorsi socialisti o meno”, è che a leggere (molte) risposte ho la netta impressione che la maggior parte dell’utenza parli col monocolo in un occhio e il sigaro nella mano, acceso con la classica banconota da 100 dollari.
il problema a mio avviso fu analizzato molto bene da Ljubicic : se guardiamo l’intera classifica ATP rispetto agli anni scorsi si noterà la presenza di più di 2000 “giocatori” . Questo perchè è stata applicata una liberalizzazione di tornei che ha permesso di organizzare nei luoghi più impensabili del pianeta . Ciò ha comportato oltre a un dislivello tennistico tra tornei Europei e quelli africani ad esempio , anche una scarsa distribuzione dei fondi per permettere l’innalzamento del prize money e la possibilità di permettere l’ospitalità gratuita ai giocatori , si viene a creare così una guerra fra poveri come quella che colpisce l’economia attuale .
La soluzione per me sarebbe quella di terminare questa politica liberista evitando la nascita di nuovi Futures , unire 3 tornei ITF già esistenti per crearne uno solo con montepremi e ospitalità garantita e questo bisognerebbe farlo ovunque , poi accordi con le federazioni per gli allenatori e per allenarsi in centri sportivi convenzionati . Questo permetterebbe di diminuire i “giocatori” di più del 50% , ma permetterebbe a 700/800 giocatori di vivere una vita dignitosa nel mondo del tennis
la parola deve essere una sola: mercato, mercato, mercato. I più bravi faranno presto a salire di livello, gli altri si divertiranno e si troveranno qualcosa di più remunerativo da fare.
il tennis, come il calcio, come la musica, fa parte dell’industria del divertimento. Ci sono persone che in una domenica di sole decidono di spendere il loro tempo libero a vedere una partita di calcio, una partita di tennis, un concerto rock, una regata di barche. Contemporaneamente, ci sono aziende che decidono di accrescere la propria visibilità tramite questi eventi, a seconda del numero, degli introiti, delle caratteristiche delle persone che li vengono a vedere, e decidono di investire su questa visibilità del denaro. Gli ATP muovono molti soldi, i futures non ne muovono (quasi) affatto. La legge di mercato dispone i montepremi sulla base di questo principio.
Il future dovrebbe servire a due cose: 1) preparare i giovani giocatori alle difficoltà dei circuiti maggiori: hai diciotto anni e sei un dio tra gli juniores? Ti iscrivi ad un future, dove ti trovi Brizzi, Vanni e Marrai, raccatti tre giochi, impari un sacco e torni ad allenarti con più voglia di prima; 2) raccogliere gli appassionati locali di tennis intorno ad un evento, il che consente al movimento di crescere.
Se aumenti il montepremi e non aiuti il circolo, ti trovi con la metà dei tornei che chiudono. Se sovvenzioni a livello FIT, ti trovi con i classici potentati di galganiana memoria che si spartiscono il bottino.
Per me le idee proposte peggiorano solo la situazione. Io lascerei fare alle leggi di mercato.
Basta piazzare quelle 4-5 scommesse all’anno quando nn si ha punti da difendere XD
ti quoto alla stragrande per i punti 2) e 3), mentre per il punto 1) ci sarebbe da sviluppare ulteriormente il tema.
Intanto noto la bellezza estetica di Orecchio che intervista Naso.
E poi metto in guardia da sovvenzioni a pioggia di tipo socialista, o corporativo. Non creiamo danni ulteriori.
Bè in parte è vero che se hai i numeri giusti puoi sfondare ma,credetemi,di giovani davvero talentuosi che poi non ce l’hanno fatta ne ho conosciuti tanti..A certi livelli(come quelli dei futures) il tennis assomiglia a una barchetta che fa acqua da tutte le parti e galleggia per miracolo,basta un’onda un po’ più grande(un infortunio,un problema economico anche di poco conto)che tutto cola a picco..E quando si inabissano i sogni di giovani ragazzi è sempre un grande peccato. Ma come direbbero gli americani con il loro feroce pragmatismo:” that’s life! ” e c’è ben poco da fare..
è la legge del mercato e della meritocrazia, mio caro Orecchio. Il denaro deve andare in tasca ai più bravi, per gli altri c’è il divertimento, altrimenti si può anche fare altro nella vita.
concettualmente hai perfettamente ragione, ma vorrei puntualizzare che se sei 200 al mondo e(/perchè) vai a fare i tornei in Asia e Sudamerica un po’ te la cerchi
Lo scandalo non quanto guadagna (o ci rimette) l’800 al mondo ma che vada a pari o quasi il 150/200 al mondo (quindi un gran tennista) arrivato alla soglia degli Slam.
Non che debba vivere da nababbo ma almeno quadagnare al netto delle spese quando prende un calciatore di serie B o C (quindi viverci e viverci piuttosto bene).
Concordo che i futures non dovrebbero essere popolati da trentenni che li alternano ad Open, i quali dovrebbero fare i maestri di tennis senza inseguire sogni orami sfumati 😕
O, se lo fanno, giusto che sia per loro un costo e non un guadagno
@ anonimo (#1096009)
Sei sicuro che gli aumenti dovrebbero metterli di proprio pugno ed integralmente i circoli? Se una cosa la si vuole, si studiano tutta una serie di possibili soluzioni. Ripeto, che non passi il messaggio che bisogna a tutti i costi mantenere in vita il giocattolino a gente che non merita. Si tratta di rendere più sostenibile, anche e sopratutto per i futuri talenti, l’attività agonistica. Già 3-4 anni che tu consideri di passaggio, per qualcuno richiederebbero sforzi economici insostenibili. Saluti.
credo che innanzi tutto bisognerebbe arrivare a ad una separazione tra professionisti e dilettanti, perchè ad esempio e con tutto il rispetto vedere giocatori come Becuzzi in un atp 250 non è il massimo
Dimentichi che i tennisti sono una categoria di lavoratori. E i vari Tipsarevic del caso, una volta arrivati ai guadagni monstre basterebbe che si ricordassero di chi non ce l’ha fatta. Si chiama “fondo di solidarietà”: cioè una parte del prize money degli slam e master 1000 andrebbe obbligatoriamente versato dai tennisti a questo fondo che aiuterebbe, insieme a tutte le ipotesi da te avanzate (giustissima quella dell’hospitality obbligatoria) la sopravvivenza dei tennisti nei circuiti minori.
Però devono iniziare a comportarsi come associazione di categoria. Come fecero quando ottennero lo status di professionisti 40 anni fa.
Ma non scherziamo…e parlo da ex giocatore di tornei futures.
Punto 1: i futures sono un punto di passaggio, se ci rimani incagliato 3-4 anni significa che oltre non vai e che devi farti un altro progetto di vita.
Punto 2: i soldi vanno dove i soldi arrivano(tornei più importanti). Ringraziate che ci siano circoli che con fatica organizzano 10 mila dollari. Se il montepremi fosse di 15 mila dollari ce ne sarebbero mooolti meno.
Punto 3: quando appendono la racchetta al chiodo molti tennisti vanno a fare i maestri di tennis, non i minatori….
Buona giornata a tutti
@ Kriss69forever (#1095974)
Presentati in federazione a sto punto…invece di fare il saccente qui…che poi un articolo di giornale è una cosa un’analisi dettagliata di costi, a mio umile avviso, un’altra. Un articolo deve essere romanzato, sempre a mio umile avviso…
ma come si fa a separare gli slam dai futures?
forse che i campioni degli slam non hanno fatto pure loro la gavetta nei tornei minori?
il movimento tennis va considerato come un blocco unico e bisogna prendere decisioni di conseguenza: prima cosa abolire i doppi nei grandi tornei e dirottare quelle cifre per aiutare il movimento alla base.
@ Kriss69forever (#1095974)
analisi esatta e…spietata e un pò fantastica,pensi veramente che la nostra federazione non abbia mai pensato alle cose (sacrosante) che dici? Pensato,certo ma solo pensato,meglio investire nella tv……
Ragazzi il problema è stato affrontato già un mare di volte e mi stupisco che ci sia ancora il sempre verde politically correct che non centra mai il tema. Sono sicuro che il tema dell’articolo così come a suo tempo l’intervista di Naso non sia strettamente il garantire e mantenere il professionismo ai giocatori dal n. 300 in giù. Perchè ovviamente in questa situazione concorderei con chi avanza delle critiche, dal momento che arrivati ad un certo punto se non puoi più permetterti la giostra è giusto che si smetta e si faccia altro. A mio modesto avviso il tema è un altro. E’ consentire alle giovani promesse (e per carità indirettamente anche a chi bazzica da una vita nel mondo dei futures senza esserlo più una promessa) di condurre una vita dignitosa consentendo loro di investire nella propria attività non dico guadagnandoci già a tale livello ma non andando in perdita profonda. E’ vero infatti che nel corso degli anni il montepremi dei futures non ha mai subito rilevanti aumenti a differenza degli altri circuiti. Secondo me le soluzioni ci sarebbero. Nessuno penso preveda di passare da 10k a 50k di montepremi ma garantire una distribuzione migliore delle risorse. Per esempio, oltre ad un aumento simbolico come ad esempio il passaggio ad un montepremi minimo di 15k per gli attuali 10k e a 20k per gli attuali tornei da 15k, si potrebbe prevedere un pacchetto di convenzioni con compagnie aeree e hotel che magari esistono gia ma solo sulla carta. Inoltre, proprio per incentivare l’emergere della meritocrazia, si potrebbe applicare un po lo stesso format dei tornei Open dove il prize money si inizia a percepire non già dal primo turno ma ad esempio dai quarti in poi in modo da premiare chi ai tornei arriva sino in fondo. Dopo di che resterebbe alle singole valutazioni di costi/benefici/opportunità scegliere se continuare o meno con l’attività che, sino a livello futures (e non me ne voglia nessuno), io considero semiprofessionistica, non ancora professionistica
Con tutto il rispetto per l’autore, articolo di stampo tristemente nazional-socialista senza la minima proposta su di un problema conosciutissimo, trito e ritrito.
Sarò drastico a tutti I livelli.
1) Principi
– negli slam si guadagnano milioni di euro, gli slam muovono milioni. I future, qualche migliaia di euro, si guadagna qualche migliaia di euro. Legge del mercato, giusto così, questione chiusa.
– un tennista di 30 anni numero 800 del ranking è un tennista fallito che ha fatto le scelte sbagliate. Può fare (avrebbe già dovuto) il maestro di tennis, non vedo perché dovrebbe accampare diritti di pensione od altro.
– lo sport pro vive di selezione, se togli ai ricchi per dare ai poveri, fai sparire il 90% dello scopo di una carriera sportiva. E non diciamo come al solito “si ma almeno un po’” perché se si apre la porta poi non ci sono più limiti
– il tennis è però lo sport individuale più diffuso, non è possibile che solo 100 giocatori ne vivano al mondo
2) Obiettivo
Come facciamo a far vivere chi è nella top 500, ed I giovani (<24 anni) nella top 1000? Parliamo di circa 40 ragazzi ed altrettante ragazze, credo.
3) Necessità
Di cosa hanno bisogno?
– SPESE:
materiali (corde racchette scarpe etc.)
Centro di allenamento
Allenatore
Viaggi
Vitto e alloggio
– GUADAGNI
almeno 2,000 euro al mese
4) Soluzioni
Le spese di materiali: contratto collettivo di sponsorizzazione tramite Federazione od altra associazione.
Centro di allenamento: club, centri federali. Mi sembra che questo sia ok.
Allenatore: raggruppare I giocatori il più possibile, dare accesso a tecnici federali part-time, inviare tecnici "di gruppo" sui futures/itf.
Vitto ed alloggio: tutti I futures con ospitalità obbligatoria.
Viaggi: rimborso spese (federale? Sponsor collettivo? ITF? Club?).
Guadagni:
– aumento progressivo montepremi, sponsor locali, quota aggiuntiva federale, creazione campionati individuali ed a squadre. Alcune idee.
Questa è la mia visione da profano, con alcune piccole idee. Non posso dire di più, finchè invece di articoli come questo qualcuno non pubblica un'analisi dettagliata linea per linea dei guadagni/costi di atleti rappresentativi del problema (ripeto, trito e ritrito) menzionato.
Forse questo grido d’allarme,sarebbe stato più ascoltato,almeno in Italia,se ad essere intervistato,e a dire più o meno le stesse cose,fosse stato un Vanni,che almeno lui quest’anno i futures li vince,e non un Naso che oltre a non essere più una promessa tanto giovane,di partite ne sta vincendo molto poche in un periodo piuttosto lungo.
l’Italia sul numero di tornei è all’avnaguardia…sono pochi i Paesi al pari dell’Itaia in grado di garantire future e challenger praticamente in tutto il territorio della penisola ogni settimana…pertanto credo che i tennisti italiani abbiano poco da lamentarsi…possono provare una carriera da pro con costi limitati…ti puoi magari persino spostare in treno (esisterà anche un abbonamento annuale!)….insomma se uno non sfonda è perchè sostanzialmente non ha la stoffa….devo comunque ammettere che da noi i giocatori da veloce sono più penalizzati dei terraioli, essendoci meno tornei sulla superfice prediletta…..Ripeto se non vinci manco il future di Abbiategrasso…non puoi pensare che sei vittima di un sistema che ti impedirà fra 3 anni di fare semi a wimbledon…
Per me va bene così,
è bello pensare che lo sport sia anche una cosa che uno fa per piacere e non per guadagnarci.
E poi ovviamente se vogliamo far valere la legge del mercato su tutto
(non lo condivido ma il mondo è già da anni che è in questa direzione)
è naturale che poi le cose stanno come stanno.
Chi ha deciso che un nr 472 al mondo deve poter vivere di tennis agonistico?
E se il numero 472 vivesse di tennis allora il dilemma sarebbe:
Chi ha deciso che il numero 2743 al mondo deve poter vivere di tennis agonistico?
e così via..
Se i tornei futures non li caga nessuno e non rendono niente da dove si trovano i soldi da dare a quelli che vi partecipano?
Prenderli da Nadal & C.?
E’ come dire che l’Africa muore di fame e allora bisogna che l’America gli dia i fondi, mentre se diamo un’occhiata alle cose il mondo funziona esattamente al contrario 😆 😆 😆
I soliti discorsi..per me e giusto cosi…ci sono tanti futures in italia e parteciparvi non costa tento e cmq se sei forte emergi..il problema è aumentare semmai tutti i challenger sotto gli 80 mila euro e dare l’ ospitalità a tutti..