Renzo Furlan presente al Future di Siena: “Lavoro da allenatore molto più stimolante, nessun rimpianto per la mia carriera da giocatore’
A margine della giornata inaugurale del Città di Siena ITF futures 2014 abbiamo raccolto alcune interessanti dichiarazioni rilasciate da Renzo Furlan, numero 19 al mondo nel 1996.
Dal 2004 al 2010 ha lavorato in Federazione come direttore del settore tecnico e da circa 4 anni è tornato sul campo andando ad allenare Francesca Schiavone e Simone Bolelli; terminata l’esperienza con due tra i tennisti più noti del panorama nazionale ha deciso di occuparsi dei giovani, e oggi segue da vicino due ragazzi classe 94, Pietro Licciardi e Federico Maccari.
Oggi alleni Pietro Licciardi e Federico Maccari, come valuti la tua attuale esperienza e come stai strutturando il lavoro?
“Dopo l’esperienza in federazione sto seguendo Pietro e Federico ma anche la stessa federazione fa uno sforzo economico per supportarli; lavoriamo al Centro Tirrenia che secondo il nostro parere è il migliore e per il momento ci stiamo orientando sui futures. Li facciamo da circa due anni, Pietro più o meno è il numero 700 al mondo mentre Federico ha avuto un brutto infortunio alla caviglia. Si è rotto due legamenti, ma adesso non ci si opera più per questo tipo di infortuni, ha lavorato per due mesi e questo torneo rappresenta un test; oggi è andata bene, il nostro obiettivo è farlo rientrare tra i primi 1000 al mondo. Dopo ci orienteremo su altri futures e solo più in là su qualche Challenger, adesso entrambi hanno 20 anni, l’obiettivo nostro è far arrivare Federico sopra ai primi 700 al mondo mentre per Pietro puntiamo ai primi 400.”
Quali sono le principali differenze tra il ruolo che ricoprivi in Federazione e quello che svolgi adesso come allenatore?
“Dobbiamo partire da un presupposto: per me il tennis è professionismo, l’ho sempre inteso così, come direttore tecnico ho avuto una bellissima esperienza ma il lavoro da allenatore è molto più stimolante per me. Lavoro tutti i giorni con due ragazzi coi quali programmiamo obiettivi condivisi e viviamo le tensioni giornaliere legate al match e al post match, tutto questo mi appaga molto, devo dire che il campo mi mancava e che adesso mi trovo molto meglio”.
Il campo quindi è il tuo posto, ma l’esperienza da direttore tecnico com’è andata?
“E’stata davvero positiva sotto il profilo umano e professionale. Molti dei tecnici con cui ho lavorato sono diventati miei amici, ho imparato a gestire gruppi di lavoro diversificati, a coordinare preparatori fisici e tecnici direttamente sul campo e portare avanti un centro. Esperienza certamente positiva ma adesso è finita e sono concentrato su altro”.
Pensando alla tua carriera da professionista quali errori hai commesso e sempre che tu ne abbia quali rimpianti hai?
“Come giocatore ho davvero dato il massimo, non ho rimpianti particolari anche se nella seconda parta di carriera non ho dedicato all’attività il 100% del tempo come prima. Quando gli anni hanno iniziato a farsi sentire avevo bisogno di lavorare sempre di più per mantenere certi standard ma non ho potuto e sono dovuto scendere a patti con me stesso calando un pò come rendimento generale”.
Come valuti in generale il tennis italiano oggi e come giudichi la crescita del settore?
“La sorpresa più piacevole di tutte è stata certamente quella di Fognini che ha dato una bella iniezione di fiducia all’ambiente. Ci voleva uno che fosse fra i primi 15 al mondo per poter dimostrare agli altri che si può fare bene lavorando sodo. Il momento attuale per i giovani è molto positivo, ci sono almeno 8 giocatori promettenti concentrati tra il 93 e il 96, tra questi di sicuro ci sono anche Pietro e Federico (Licciardi e Maccari, ndr.) ma anche altri faranno parlare molto bene di se. Penso che il lavoro sui giovani darà i suoi frutti tra 3 o 4 anni”.
Restando sui giovani, mi sembra di capire che i centri di lavoro si raggruppino tutti a Tirrenia: cosa ne pensi?
“Condividere le stesse strutture è molto positivo. Qualcuno viene sempre, qualcun altro viene a periodi alterni ma Tirrenia è un ottimo punto di riferimento; riunirsi fa crescere, sia i ragazzi che noi tecnici troviamo beneficio da tutto questo. Speriamo si continui così”
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4 commenti
Tutto giustissimo..aggiungo che a Fognini sarebbe bastato non un quarto ma anche un decimo della professionalità di Renzo,ma parliamo di due livelli di personalità e serietà lontani anni luce!!
Renzo Furlan un mito: professionalità, abnegazione, sacrificio. E’ arrivato al nr. 19 del mondo lavorando come un treno tutti i giorni e trasformandosi da terraiolo a giocatore capace di battere Chang nella finale indoor di S. Josè (’94). Avesse avuto mezzi tecnici elevati, avremmo avuto il nostro campione. Onore e merito al grandissimo Renzo.
Renzo Furlan dovrebbe allenare quella testa calda di fognini, che invece di fare le foto e postare le sue serate mondane a Formentera con Valentino Rossi sarebbe bene che postasse qualche allenamento…ma i troppi soldi e quel po’ di notorieta’ lo hanno gia’ rovinato e secondo me non ha piu voglia…e i risultati 2014 fino ad oggi purtroppo ne sono la conferma.
Se Fognini avesse solo un quarto della professionalita’ di Furlan avremmo gioito molto di piu e ci vergogneremmo molto meno.
😉 grande renzo speriamo che i due ragazzi prendano da te l’importanza del lavoro,ma soprattutto l’atteggiamento in campo sempre positivo educato è FOCUS sulla partita