Mauresmo – Murray: accoppiata vincente o puro business?
A 3 mesi dall’inattesa e mediatica separazione da Ivan Lendl e 2 giorni dopo la sua sconfitta in semifinale al Roland Garros contro Rafael Nadal in 3 rapidi set, Andy Murray ha tenuto una conferenza stampa in cui ha rivelato di aver scelto Amelie Mauresmo come suo nuovo coach, per un periodo iniziale di 4 settimane, coincidenti guarda caso con la stagione su erba. Boom: la guerra dei sessi versione 2.0 e rivisitata. Come può una donna allenare un uomo?
Seduto accanto alla 34enne capitana francese di Federation Cup, Andy Murray ha detto: “Non vedo l’ora di iniziare questa nuova partnership, Amelie è una persona che ho sempre ammirato. Ha affrontato diverse avversità nella sua carriera, prima di diventare una giocatrice straordinaria in grado di vincere titoli importanti, tra cui Wimbledon […] Il mio obiettivo è quello di vincere altri tornei del Grande Slam”. Ricordiamo che la francese nel 2006 ebbe il suo anno di grazia, vincendo oltre allo Slam londinese anche il major australiano (per lei sempre sull’erba di Wimbledon anche due semi finali nel 2004 e nel 2005).
A queste parole del britannico hanno fatto eco quelle della francese: “Sono davvero entusiasta di poter lavorare con Andy […] Andy è un giocatore di tennis incredibilmente talentuoso e sento di avere molto da offrire sia a lui sia al suo team. Voglio subito mettermi al lavoro e aiutarlo a vincere altri tornei del Grande Slam”.
Dichiarazioni congiunte e obiettivi comuni ma la francese è davvero la persona giusta per aiutare il talentuoso britannico? È chiaro che Andy Murray punti forte su questo Wimbledon dopo una parte iniziale di stagione tribolata e caratterizzata dalla ripresa dal suo infortunio: semifinalista dal 2009 al 2011 e finalista nel 2012 nello Slam londinese (sconfitto da Roger Federer), Murray ha sfatato il tabù inglese ai Giochi Olimpici di casa del 2012, prima di affermarsi nel suo primo Slam a New York dello stesso anno. Solo l’anno dopo è arrivata però la vera gloria imperitura: vittoria a Wimbledon e titolo riportato a casa dopo 77 anni e dopo Fred Perry (12 – 0 il record su erba nel 2013, compreso il trionfo al Queen’s); dopo aver rischiato infatti la sconfitta nei quarti di finale con Fernando Verdasco (sotto 2 set a zero), lo scozzese superò prima Jerzy Janowicz (4 set) e poi Djokovic in 3 parziali in finale (3h30 m di lotta).
La Mauresmo quindi come coach di un tennista di spicco. Uomo. Alcuni hanno storto il naso e hanno pensato a una mera operazione di marketing, altri l’hanno reputata una scelta folle mentre i critici più duri hanno evidenziato come il fattore psicologico (reputato il tallone di Achille di Murray) fosse proprio la nota dolente della carriera della transalpina, che ben più avrebbe potuto raccogliere delle sue due sole affermazioni Slam. Qui però sembra esserci di più: eliminate le fastidiose e faziose chiacchiere da bar, apprezzato il lavoro della Mauresmo come capitana non giocatrice di Fed Cup, sfatato l’idiota luogo comune per cui una donna non possa capire l’atletismo di un uomo (come se viceversa gli uomini non allenassero le donne …), la scelta della francese come coach appare affascinante e stimolante, per una volontà comune di stupire ancora e prendersi qualche piccola rivincita. Si sa che tutto ciò che è inusuale inizialmente infastidisce ma poi, lentamente, comincia ad attrarci.
Attenzione però: se le aspettative attorno a Murray sono sempre alte (soprattutto nel torneo di casa), siamo sicuri che una decisione del genere non crei un pericoloso effetto boomerang con un’attenzione dei media e degli appassionati tennistici che possa diventare esagerata e controproducente? Ne sapremo di più fra 4 settimane.
Alessandro Orecchio
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Molti allenatori maschi anche di grandi campioni sono meno forti della mauresmo es toni nadal pertanto secondo me puo essere un’ottima scelta
Bah, figuratevi che io non ho mai capito a cosa servano i coach a questo livello, amschi o femmine che siano. Cioè se a questo livello e a questa età non capisci da solo cosa devi fare…
La Mauresmo, come molti altri, ha trovato il bancomat
Non credo sia la seconda, che poi sia vincente è tutto da dimostrare, fondamentale credo sia anche un buona amicizia tra Amelie e la fidanzata di Andy, l’aspetto psicologico in qualsiasi azione umana ha una componente non indifferente, anzi quasi sempre è determinante.
Al di là di tante chiacchiere fatte o che si potrebbero ancora fare, la francese è solo in prova. Se in 4 settimane Andy vede che il rapporto può funzionare, la collaborazione proseguirà, altrimenti finirà.
Amelie si è sempre distinta per la sua professionalità e sicuramente lo confermerà anche con Murray. Il punto è quanto sia in grado di intendersi con lo scozzese. Questioni tipo il diverso sesso dei due, il maschilismo che ne deriverebbe, sono tutte stupidate.
Business
secondo me più che andy ha scelto Judy 😈
il maschilismo è sempre duro a morire…
Ad un atleta bravo serve un tecnico bravo, che sia uomo o donna, bianco o nero, con il naso dritto o storto, capellone o rasato a zero, eterosessuale o gay interessa solo ai poveri di spirito.
Tra un anno si vedranno i risultati.
Il resto sono solo chiacchiere da bar.
mah… c’è chi i soldi li butta al Casinò e chi intende perderli in un altra maniera
Murray il gioco ce l’ha e lo testimonia il fatto che nonostante la schiena e la lunga ripresa, sia andato in semi al Roland Garros quasi alla chetichella, senza che se ne accorgesse nessuno.
Gli è sempre mancato quel quid in più che aveva trovato con Lendl, che per me lo ha portato al 100% del suo potenziale.
Se vuole rimanere al vertice e spartirsi i titoli slam con gli altri due ci vuole uno che abbia un grande carisma, non una tremebonda ingarbigliata come Amelie(comunque gran tennista).
Prenderà una stesa a Wimbledon…
La seconda che hai detto (nel titolo) 😉