Spacca Palle: Camila, “studia e impara” da Flavia
Una lezione. L’attesissima sfida tra Camila Giorgi e Flavia Pennetta ad Indian Wells ha purtroppo deluso le aspettative di chi è rimasto alzato ben oltre la mezzanotte sperando di assistere ad un match combattuto, spettacolare ed interessante.
Addirittura ad un “passaggio di consegne” secondo alcuni. Troppa Pennetta per la Giorgi. Flavia ha surclassato la giovane rivale, dimostrandosi superiore in ogni aspetto del match: fisico, tecnico, mentale. E’ stata quello che in gergo si definisce “un muro”, mentalmente e tecnicamente. Ha dato alla rivale una palla sì forte e consistente, ma mai banale. E’ stata molto lunga nel palleggio, e ha spesso preso il controllo dello scambio senza subire più di tanto le sfuriate in spinta della Giorgi, terribilmente imprecisa.
Contro una Flavia mai così tosta, Camila ha trovato problemi tecnici notevoli che non è riuscita a gestire e risolvere. La Pennetta si conferma in uno stato di forma psicofisica eccellente. E’ scesa in campo fin dall’inizio estremamente serena, concentrata, molto sicura su come impostare la partita, facendo leva sulla sua esperienza e sagacia. Ha sbagliato pochissimo, tenendo alti i giri motore del suo tennis ma senza esagerare, senza aprire troppo l’angolo ai fendenti potenzialmente letali della Giorgi.
Flavia ha saputo esser paziente all’avvio, giocando i primi punti con molta attenzione per cogliere le giuste sensazioni sulla palla e studiando “la giornata” di Camila; ne ha subito cercato il dritto, meglio se dopo un paio di scambi, solleticandone i limiti attuali. E’ stata brava la brindisina a saper incassare senza scomporsi le prime pallate micidiali di Camila, che però non è mai riuscita a dare continuità alla sua spinta. Quindi Flavia ha iniziato a spingere, e non si è fermata più. Ha servito con alte percentuali di prime, in modo da non far entrare in campo la Giorgi già dalla risposta (pochissimi infatti i suoi winner diretti in quella situazione, al contrario del match contro la Sharapova). La Pennetta soprattutto è stata chirurgica nel gestire con calma e freddezza i momenti importanti, piazzando il colpo lungo, facendo correre la Giorgi, e soprattutto non regalando mai niente.
In campo si avvertiva nettamente la maggior presenza di Flavia, quello sguardo che pareva infuocato contro la Stosur ieri notte era fiero, sicuro. Profondo. Non una smorfia, non un momento di incertezza in lei, ma tantissima consistenza e consapevolezza della propria forza. E come sentiva la palla col rovescio! La Pennetta ha mulinato dei cross straordinari, spesso già dalla risposta, a tagliare le gambe alla Giorgi, che nonostante il suo footwork clamoroso si è fatta trovare spesso impreparata di fronte a quelle accelerazioni micidiali. Una Pennetta praticamente perfetta, così lucida ed in trance agonistica da intuire le traiettorie di Camila e così farsi trovare sempre pronta, reattiva e cattiva per entrare con le sue corde su ogni palla, e ricavarne meraviglie. Non un momento di debolezza, un passaggio a vuoto o incertezza. In pratica uno sacco matto tennistico alle ambizioni della Giorgi, che è uscita sconfitta nettamente.
Non ha senso trovare alibi alla prestazione grigia di Camila. Lei stessa al microfono post partita ha ammesso di non aver giocato affatto bene, di non aver trovato in campo né ritmo né sensazioni paragonabili a quelle vissute contro la Sharapova. Forse proprio dopo quella enorme vittoria c’era fin troppa attesa su di lei; aveva passato la serata a rispondere a mille domande, anche della stampa internazionale, e chi ha avuto modo di rapportarsi a Camila sa quanto lei sia ermetica e riservata. Sottoporsi ad un fuoco incrociato di domande varie deve esserle costato più di un match contro una Serena doc… ma se vuol crescere e scalare le classifiche alimentando la sua ambizione dovrà abituarsi a questo ed altro. Più semplicemente ha patito la situazione, quella di una prova del nove complicata contro una giocatrice troppo in forma e “smart” per il suo livello di gioco attuale, più che il non aver avuto il tempo per materializzare l’impresa contro Maria.
Chissà che Flavia non si fosse legata al dito la sconfitta patita vs. Camila nell’unico precedente, a Wimbledon 2012. Più facile che la Pennetta abbia semplicemente vissuto questo match come tutti quelli di questo suo momento magico: con la calma dei forti. Flavia sta vivendo un vero stato di flow quando scende in campo, quella condizione ideale in cui tutto riesce bene, in cui si è capaci di gestire al meglio i punti di forza, controllando gioco ed emozioni. “Ho giocato un match perfetto” ha dichiarato sorridente in campo alla tv USA.
E’ troppo difficile e forse anche ingiusto fare un confronto diretto tra le due nostre tenniste. Una è matura, forte e consapevole, con le spalle molto larghe, forgiate da una storia importante di successi e sconfitte, dolori e gioie, che l’hanno resa donna prima ancora che atleta; l’altra è una giovane che ha bisogno di crescere moltissimo sul piano umano prima che sportivo per riuscire a far esplodere il suo indiscutibile talento per il gioco. E’ un diamante grezzo con tanti spigoli oscuri, durissimi da limare, ma con una luce nascosta al suo interno vivissima, pronta ad esplodere nella sua cristallina bellezza. Sono due ragazze con una testa molto diversa, un background opposto ed un tennis che viaggia su binari differenti. Flavia è una tennista fatta e completa, con una tattica di gioco ben precisa sostenuta da una mente tennistica fine e pensante; Camila è una colpitrice formidabile che deve disperatamente cercare di dare un ordine ai propri mattoncini per costruirsi come tennista. E’ un enorme potenziale ma con ancora troppi dubbi sul dove andare e come arrivare per essere una tennista “vera”.
La Giorgi è molto migliorata fisicamente rispetto alla stagione scorsa. E’ nettamente più forte e tosta, potente e reattiva. La spalla, che le aveva dato non pochi problemi, pare a posto, tanto che al servizio è nettamente cresciuta. Serve più forte, più “continuo” (se mi passate il termine “continuità” accostato alla nostra…), e trova meglio gli angoli rispetto al recente passato, quando si limitava a cercare la botta a tutta e mai copriva leggermente la seconda con un filo di effetto di sicurezza.
In quest’aspetto del gioco c’è ancora tanto tanto tanto da lavorare, ed è un passaggio necessario alla sua crescita, per due motivi. Intanto un tennis esuberante e tutto votato all’attacco come suo deve per forza esser sostenuto dalla battuta, visto che in difesa le sue debolezze sono assai più evidenti delle forze; inoltre riuscire a giocare con continuità al servizio presuppone serenità e convinzione nei propri mezzi sul piano mentale, aspetto in cui oggi Camila resta totalmente deficitaria. Personalmente continuo a leggere il suo non accettare mai il compromesso non come una prova di coraggio, e nemmeno come una mancanza di intelligenza, ma come “una fuga”; come lo specchio di una mancata sicurezza in se stessa. Non aver margine, non accettare mai uno scambio vuol dire anche non voler accettare il confronto, non volersi misurare mentalmente con l’avversaria, e con se stessa. Vuol dire anche non pensare e meditare, ma affidarsi solo all’istinto ed alla sua incredibile capacità di far volare la racchetta in accelerazione. Una macchina infernale da tennis, ma che senza alcun compromesso e sicurezza non sarà mai davvero vincente con continuità.
Sicurezza… una parola che non esiste nel vocabolario di Camila, e che forse mai vi entrerà. Invece quel che deve entrare è il termine equilibrio. La Giorgi è una macchina infernale da tennis, una Seles estrema, modernissima, che tira tutto in ogni condizione. Imbrigliare in un piano tattico preciso la sua furia agonistica non ha forse senso, perché se togli quel grande istinto e fuoco al suo tennis vai a mortificarne il punto di forza. Però tra il giocare totalmente col paraocchi e cercare di esser più lucida in campo, in modo da poter almeno selezionare il momento della spinta ce ne corre… Nessuno chiederà mai a Camila di diventare una contrattaccante, di esser forte in contenimento e difesa, ma lei ancora non ha chiaro il concetto di difesa del campo e degli spazi usando i tempi di gioco. Sparare sempre per uscire dallo scambio non è un modo di stare in campo che la porterà lontana, perché nemmeno gente come Seles e Serena sparano e sparavano sempre e comunque. Agassi c’ha provato negli anni giovanili, uscendone con qualche meraviglia e tante perdite, tanto da tarare un tantino il cannone, e quindi vincere. Restando così, continuerà a vivere alla giornata, sperando che il vento tiri nella sua direzione. Troppo poco per un talento così grande. E nonostante alcuni importanti miglioramenti, c’è ancora moltissimo da fare, in tutti i settori del gioco.
Su come lavorare per crescere, la Giorgi proprio da Flavia potrebbe e dovrebbe imparare tante cose. Infatti Camila ha qualcosa del tennis della Pennetta, come la facilità di incontrare la palla e generare velocità con traiettorie molto pulite in anticipo, anzi con ancor più violenza per la maggior esplosività. Ma è totalmente carente nell’ordine di gioco, nel senso geometrico del campo e nella lucidità per giocare non solo a chiudere ma anche in progressione. Tirare solo pallate cercando di spolverare la riga dal primo colpo non è tennis, è un’esercitazione balistica. A tennis gioca (e bene) la Pennetta, che alla facilità di spinta aggiunge lucidità, tempi di gioco, pazienza e capacità di attendere la palla giusta per lasciare andare il braccio; e anche capacità di soffrire “tenendo”, senza buttar via lo scambio.
La Giorgi dovrà far tesoro di questa partita, che le consiglierei di rivedere più volte per capire come Flavia l’ha sconfitta. Camila forse non avrà mai il controllo dei colpi e i tempi di gioco di Flavia; ma se alle proprie qualità naturali di picchiatrice, al suo istinto per la palla e alla clamorosa velocità dei piedi riuscisse ad aggiungere un minimo dell’ordine, pulizia ed equilibrio del gioco della brindisina avremmo di che divertirci da qua in avanti. Avrà Camila la forza e lucidità di analizzare questa sconfitta, traendone i giusti insegnamenti? Avrà il coraggio di accettare qualche compromesso? La sua crescita passerà obbligatoriamente da qua, da una sua maturazione personale più che da un cesto di servizi in più.
Marco Mazzoni
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Secondo me bisogna fare alcuni distinguo, fermo restando che indiscutibilmente la batosta rifilata dalla Pennetta è stata una questione + mentale che di gioco.
Partendo dalle qualificazioni secondo me Camila ha pagato non tanto atleticamente ma piuttosto mentalmente la partita con la Sharapova, e a mio modo di vedere non ha + trovato la necessaria concentrazione.
Poi ovviamente il tipo di gioco della Giorgi è talmente estremo che x raccoglierne i frutti la concentrazione massima è basilare, molto + che per la Pennetta. La dimostrazione è stata la partita con la Stephens, dove la Pennetta è stata disastrosa con le prime di servizio: la differenza tra Camila e Flavia è l’esperienza: grazie a quella (e a una Stephens molto imprecisa) Flavia è riuscita a portare in porto questa partita, Camila l’avrebbe perso (fermo restando cmq che imho la Giorgi vista contro la Sharapova avrebbe potuto battere la Pennetta vista contro la Stephens).
Cmq la vedo rosea x la Giorgi, non fosse altro perché oramai giocatrici con un gioco come la Pennetta sono in via di estinzione e si vedono affacciarsi solo giocatrici di potenza (con le quali Camila va a nozze).
@ tommaso (#1020908)
Se parliamo di stanchezza fisica è già stato fatto notare come i tanti scambi prolungati del match Pennetta-Stosur siano stati assai più dispendiosi rispetto ai “non scambi” del match Giorgi-Sharapova…in cui la maggior parte dei punti sono stati assegnati tra servizio e risposta…nel bene e nel male.
L’argomento “stanchezza fisica” quindi dal mio punto di vista è pressochè inconsistente.
Diverso è invece il discorso a livello mentale…io stesso ho scritto che Camila sia entrata in campo scarica, perchè non aveva ancora metabolizzato l’impresa del giorno prima.
Ed ho anche scritto che senza tutti quei gratuiti il match anzichè durare 55 minuti, sarebbe potuto arrivare forse a superare l’ora e mezza di gioco….tuttavia l’esito credo proprio che non sarebbe cambiato e sostenere il contrario, significherebbe non avere compreso che Flavia ha giocato una partita perfetta.
Concordo con Fabio, ed aggiungo che per me la Sharapova battuta da Flavia nel 2011 agli UsOpen era più forte di quella che ha perso con Càmila.
Tanto per ricordare il valore di Masha allora era arrivata a New York dopo aver vinto il Premier5 di Cincinnati, battendo nell’ordine, Kuznetsova n.13, Stosur n.10, Zvonareva n.2, Jankovic n.14.
Forse dovresti informarti un pò meglio, Flavia ha ottenuto i suoi massimi risultati a 26 e 27 anni e non 29 come hai scritto, probabilmente confondendo 2009 con 29.
Quando Flavia quando è diventata n.10, la Na Li era n.19 e le era sicuramente inferiore.
L’unica italiana che ha sempre messo in difficoltà, Maria è stata Flavia, anche quando era ancora n.80 e Maria già n.24.
E non diciamo eresie mettendo tra le ammazza Sharapova la Camerin, visto che MEC aveva 19 anni e Maria solo 14.
Anche la vittoria della Farina è molto sui generis, visto che è stata ottenuta sulla terra di Roma e Maria 17 anni appena compiuti le era ancora dietro in classifica. Nell’incontro successivo otto mesi dopo agli Aus Open la Farina prese una stesa.
@ Vince (#1020628)
Flavia il terzo set non l’ha praticamente giocato, chiudendolo senza patemi di fatto dopo un paio di games. Camila ha lottato fino all’ultimo punto. Non si parla solo di freschezza fisica ma anche mentale ed è ovvio che a 32 anni ne hai passate talmente tante che battere la Stosur è niente, in confronto a battere la Sharapova, al primo incontro, sul centrale, a 22 anni.
Se Camila avesse una percentuale media al servizio del 10% in più di prime in campo sarebbe quasi ingiocabile. Nei turni in risposta, guardandola giocare, si ha quasi sempre la certezza che arriverà a palla break (poi convertirla è un altro paio di maniche, ma anche un certo RF ha quel problema da sempre), mentre il servizio sembra quasi un deficit. Per una che fa della potenza e dell’aggressività i propri credo avere questo servizio ballerino è un controsenso. E’ migliorata con il migliorare delle condizioni fisiche (spalla in primis) ma deve ancora lavorare.
Altra cosa sulla quale lavorare mezz’ora al giorno, a mio avviso, sono i colpi a metà campo. Quando sbatte in braccio al giudice di linea l’avversaria ed entra in campo per “benedire” il punto spesso sbaglia per la fretta o per un calo di tensione, come pensasse “ok, fatta”. Invece no, e quello smash lungo contro Maria sul 5-4 e 15-30, che invece di un 30-30 l’ha portata a due palle del controbreak poteva costarle la partita. Avesse perso, ci si sarebbe ricordati solo di quel punto su una partita giocata, nel secondo e terzo set, a livelli altissimi. Quei punti nei pressi della rete, non solo quelli da giocare al volo, li sbaglia in lunghezza ancora spesso. E’ lì, secondo me, che manca di “controllo” e non tanto di “tocco”.
Io vedo queste due falle nel suo gioco. La difesa… bah, contro la Pennetta tornava indietro quasi tutto, ma contro altre bastano due catenate col diritto e il rovescio e il punto è fatto. Non sarà (quasi) mai una che soffrirà il gioco d’attacco delle avversarie (tranne Serena e forse Vika, con Sharapova già ha dimostrato di tenere bene lo scambio) e con le altre non c’è gran bisogno di difendersi, quanto di non sbagliare gli attacchi.
GRANDISSIMOOOOOOO!!!Veramente tutta la mia stima, hai espresso in pieno il mio pensiero!!!!Ti stra-stra-stra-stra-stra quotoooooo!!!!
No, non è acrimonia, è che mi sono rimaste impresse quelle parole, che mi sembravano eccessive. Ed è un eufemismo.
Io ‘tollero’ tutto, tranne quel tipo di esternazioni. Verso chiunque e in qualsiasi circostanza. Io la penso così.
Poi ho risposto alle tue considerazioni e, vedendo il tuo nick, mi sono ricordato di quella cosa.
No problem, assolutamente, è un caso chiuso, come si suol dire 😉
@ ste (#1020833)
A caldo nell’intervista in campo, che spero tanto supertennis riproponga, Flavia ha dimostrato ancora una volta la sua signorilità. Ha voluto rimarcare che in italia anche altre giocatrici hanno fatto grandissimi risultati ed ha elencato lo slam di francesca, la top five di sara e la ottima classifica n.11 di roby.
Il tennis femminile è un mondo ipercompetitivo e fin qui sta bene, ma è anche un mondo dove le invidie sono assolutamente evidenti, lei è una mosca bianca.
Appena prima aveva abbracciato baciato e consolato camila a fine match.
Sembra persino impossibile poter dissentire da questi semplici, chiari ed evidenti concetti. Eppure qualcuno ci riesce. Mistero.
Aggiungo che la partita pennetta stosur è stata molto più dura perchè ha avuto scambi mooolto più lunghi di sharapova giorgi.
PAROLE SANTE, MA LASCIALI STARE.
Flavia, tra l’altro ha vinto il premier di los angeles 2009 battendo sei giocatrici (sei, una in meno degli slam) tra le quali zvonareva, sharapova e stosur!!!!
PREMIER DI LOS ANGELES!!!!
ovviamente imparare non è un termine spregiativo ma secondo il mio modesto parere troppo facile pretendere che si prenda da un’atleta i suoi punti di forza tralasciando il fatto che qlla stessa atleta ha altrettanti punti di debolezza. Per me un concetto del genere non ha ne capo ne coda. mi spiego meglio: mi piacerebbe avere un tennista italiano con la testa di nadal, l’attacco di roger, la difesa di murray o djoko e l’estro di un gulbis e potrei dire a fognini ogni volta che ci perde di prendere “lezioni” da loro. Questo secondo me è sbagliato, le sconfitte come le vittorie sono lezioni e bla bla bla però poi i difetti te li devi correggere da solo sennò a star a guardare come fanno le cose gli altri finisci per snaturare te e il tuo gioco. riguardo al discorso invece dove vai sul personale e dici che io non tifo la pennetta manco ti rispondo. sono un tifoso non un cieco e quando sbagliava ero deluso e amareggiato quindi la criticavo anche, ma non per dirti nnt ma la seguo da quando vinse acapulco nel 2005. se segui una tennista per 9 anni magari puoi anche ssere suo tifoso e non dire per forza “va tutto bene”. Io auguro a tutte le nostre di raggiungere il massimo potenziale, e immagino che anche tu dietro questo velo di acrimonia faccia lo stesso…evitiamo.
Ma cosa ha detto Flavia a fine incontro? Non riesco a trovare da nessuna parte l’intervista
@ Koko (#1020778)
In effetti il servizio può essere migliorato e può essere un’arma in più per lei. La stessa Pennetta ha detto ‘che ha imparato a servire a 32 anni’ ed in effetti è molto migliorata ultimamente in quel fondamentale così importante in questo sport.
@ Daje Ragazzi (#1020770)
‘Imparare’ è sempre in senso figurato. Come concetto.
Camila ‘non ha da imparare da nessuno’. D’accordo. E allora vuol dire che è già una fuoriclasse…
Non è dalla Pennetta che deve imparare, d’accordo, ma ‘imparare’, ‘apprendere’, ‘migliorare’ non sono cose dispregiative.
Tant’è che ci sono gli allenatori per questo.
E allora qualcuno la deve pur seguire questa ragazza. E c’è il papà che comunque la segue. Va bene.
Penso che lei stessa, di partita in partita, capisca che può migliorare. Sennò sarebbe già arrivata e formata e n°1 e così non è, a quanto pare.
Poi, piccola considerazione: tu tifi per tutte le italiane, come dici, ma io ti ho visto scrivere solo una volta di Flavia e non mi sembravi propriamente un tifoso o un ammiratore.
Coerenza, prima cosa.
E poi ‘io tifo per tutte le italiane’ tanto per scriverlo è solo una cantilena che leggo migliaia di volte.
Beati voi che avete tutta questa coerenza e tutto questo affetto indiscriminato.
Camila a mio avviso potrà comprendere solo un concetto rudimentale di tattica: tra i colpi senza compromessi che ho quale uso in questa circostanza? qual è il più appropriato seppure rischioso? Non la vedo infatti andare a remare pazientemente con colpi intermedi e più arrotati come può fare la Pennetta per prolungare lo scambio: non ha quella pazienza! Vuole tutto e subito e ogni attesa la fa friggere e non la tollera. In tale contesto un suo miglioramento passa necessariamente in un sostanziale affinamento della battuta che ad oggi ancora controlla molto poco ma che teoricamente può ingegnerizzare a sua misura sia nella prima che nella seconda. Oggi ancora sbaglia di metri e questo non è tollerabile a certi livelli perchè non puoi competere se ne imbrocchi 1 su 3 a meno di non incontrare una Sharapova ancora più disastrosa al servizio. Però qui c’è da farsi la domanda se il padre abbia le competenze per affinargli il servizio o debba necessariamente affidarsi ad un vero maestro di tennis tradizionale. Ai posteri l’ardua sentenza ricordando che anche zio Toni fece arrivare a Maiorca un esperto nel servizio per insegnare qualcosa a Nadal senza darsi arie per il fatto di allenare un fenomeno ma con molta umiltà. Risultato? US Open vinto.
no, stavolta l’articolo non mi è piaciuto, ed è molto raro. non perchè non siano giusti i concetti espressi ma perchè la si paragona ad un altra tennista iutaliana dicendole di imparare da lei. Camila deve imparare ma non da Flavia ne da nessun altra. Anche perchè le nostre campionesse, che amo sportivamente e che tifo senza se e senza ma, hanno tutte dei difetti macroscopici, flavia in primis. troppo facile dire “deve prendee questo, questo e quest’altro da flavia” tralasciando però che se flavia ha quei punti di forza ne ha anche altrettanti di debolezza. Detto questo forza flavia, camila, sara, roberta, karin e tutte le azzurre. in fondo noi di questo sito ci scanniamo su delle piccolezza ma a parte qualche stupido bigotto le nostre le tifiamo tutte e sempre!!
@ biglebowsky (#1020431)
come dove lo leggo?l’ha detto lui in un intervista su supertennis!quando gli hanno chiesto riguardo all’allenamento al tempo che dedica alla tattica…lui ha risposto che la tattica quasi non la considera ..non è importante!!ma scusa ,ma lo vedono tutti gli errori che fa…è evidentissimo!!non dico sulla preparazione fisica ,ottima e che sarà merito del padre,ma sul resto deve lavorare ancora molto!!boh secondo me col potenziale che ha potrebbe fare molto molto meglio,parere personale
Mazzoni, è sempre un piacere sublime leggerTI 😉
Flavia ha 32 anni, ha giocato due ore il giorno prima e secondo te era fresca.
Camila 10 anni di meno e mezz’ora di gioco in più il giorno prima e per te era stremata ….mah 🙂
quanto alla forma…fino a pochi minuti prima dell’inizio del match si è ripetuto che erano entrambe in ottima forma e che questo rendeva il match incerto…e del resto i match del giorno precedente lo dimostrano ampiamente.
Forza Flavia e Forza Camila!
Articolo ineccepibile nella forma e nel contenuto. Sto riguardando ora la partita e devo dire che NON si può giocare meglio di quanto abbia fatto la Pennetta. Partita che non solo Camila, ma anche molte monotone picchiatrici dovrebbero studiarsi. Certo è che tra lo studiare e l’apprendere, comunque, c’è un grande divario!
Allora, chiaramoci, io non insegno niente a nessuno.
Ho solo spiegato quello che poteva essere il senso di quel titolo: “Studia e impara”.
Poi Camila deve giocare come sa, ma può ancora arricchire il suo repertorio, lo dico per lei, non è che se una è picchiatrice dev’essere sempre e solo picchiatrice, se arricchisce il suo tennis è sempre meglio per lei.
Camila, essendo pure ‘brevilinea’ rispetto alle classiche ‘picchiatrici’, può aggiungere altre qualità, perchè ha una fantastica mobilità e reattività ed ha un gran fisico, con il quale può fare davvero di tutto.
Ma se diventa campionessa anche giocando così va benissimo, non è la prima e non sarà l’ultima. Certamente.
@ BB (#1020593)
BB, se non si tiene la palla in campo con continuità, se non si è in grado di giocare qualche colpo meno definitivo quando non è importante… se non si è ancora imparato ad usare tutto il campo ed i tempi di gioco è molto molto molto difficile vincere. Scrivo chiaramente non va snaturato il suo gioco. Ma da Agassi in giù, tutti i grandi colpitori sono stati costretti a scendere a compromessi con il loro istinto e classe (e Camila di istinto e classe nella spinta ne ha da vendere) per vincere con continuità. Nei match precedenti a quello con la Sharapova si sono visti miglioramenti importanti. La strada è buona, serve ancor più forza nel continuare, pazienza nel lavoro e applicazione. avendo la voglia ed umiltà di imparare.
Auguro a Camila tutto il meglio, da sempre tifo x lei, e criticarla costruttivamente non è volerle male.
Sportivamente.
E poi se Flavia era più fresca lo deve solo al fatto che ha massacrato per la quinta volta di fila una che gli slam li ha vinti
e di bordate ne tira eccome. Chiedilo alla Schiavone…
Credo che : a) non hai letto bene l’articolo di Mazzoni, oppure b) non l’hai capito bene: Camila Giorgi per crescere e migliorarsi deve imparare da Flavia la sua continua voglia di progredire ( tecnica, tattica, ridurre al minimo i difetti), piuttosto che riuscire, come la Pennetta, ad avvicinarsi più o meno come lei, alle fasi finali di Slam o premier vari.
Ci sono centinaia di giovani tenniste con ottime prospettive, alle quali tu, Mazzoni e altri potreste insegnare “COME STARE IN CAMPO”. … tenniste, diciamo così, disposte al “compromesso” (parola di cui si abusa nell’articolo).
… povere loro.
Bellissimo articolo!!! Complimenti a Marco Mazzoni.
Condivido pienamente la sua analisi. Credo anche che i difetti del suo gioco siano anche tipici di una persona che viene allenata da un coach che non ha mai giocato a tennis. Per carità, non voglio inveire contro il padre, che è sicuramente una bravissima persona e vuole un gran bene alla figlia, ma per colmare quelle lacune del suo gioco, Camila ha bisogno di essere seguita da qualcuno che conosce il tennis a fondo.
Aver saputo capitalizzare così bene gli insegnamenti di Barazzutti in Fed Cup, dimostra che la ragazza è intelligente e sa ascoltare (segno indubbio di umiltà), però è necessario che venga seguita costantemente da qualcuno veramente preparato. Non sarebbe male se a seguire Camila, fosse proprio Flavia, una volta che ha completato la carriera.
QUOTO
Ma tu non hai ancora capito COSA dovrebbe ‘imparare’ una giocatrice come Camila da una come Flavia. Te l’ho scritto io, Mazzoni ed altri.
E scrivi ancora questi sermoni sconclusionati e sgrammaticati…
Se, se, se, non estistono se. Non è che ora, Camila, è la supercampionessa che batte una Pennetta facilmente, come dici tu, anche da fresca come una rosa…
Flavia non ha vinto quanto Azarenka e compagnia ma non significa niente e non era questo il senso della discussione.
Deve imparare COME STARE IN CAMPO da Flavia o altre.
Non a vincere Slam.
Da Azarenka e Sharapova impara solo A FARE A PALLATE e questo non le serve, perchè lo sa fare già.
E insisti…