Hawk eye: il tennis a 360 gradi (Spotlight su Wayne Odesnik)
Reid e Moriya, giunti alla finale del torneo di Burnie, non ce ne vogliano: tennisti di 23 anni, fino a ieri sono stati due comprimari della categoria Challenger; quasi mai in grado di stupire, di vincere partite contro tennisti più forti in classifica, di arrivare alle fasi importanti di un torneo, di convincere sulla reale solidità del loro gioco. Già nelle rispettive nazioni entrambi vivono all’ombra di più affermati o quotati colleghi, che, per una ragione o per l’altra, forza o età anagrafica, sono giustamente più considerati.
Circostanze abbastanza casuali, quale quella delle assenze a causa di un calendario che ha fissato nella settimana gli incontri di Davis nei vari raggruppamenti continentali, aggiunta ad altre coincidenze, hanno permesso all’australiano e al giapponese di giocarsi la vittoria nel torneo. Il loro merito è stato quello di farsi trovare pronti nell’occasione che gli si è presentata. E’ pure vero, però, che la tds n.1 ha dato forfait a Burnie, dopo aver vinto a Maui (Bradley Klahn),probabilmente a causa di una folle programmazione, che non teneva conto del fuso orario nel viaggio di trasferimento dalle Hawaii alla Tasmania, e che la scarsa condizione di Duckworth (tds. n.2) ha privato il torneo di un accreditatissimo favorito, appena al secondo turno.
Hiroki Moriya, 200mo lunedì scorso, ha raggiunto il suo best ranking (n.168) nel settembre 2013, e dall’ottobre del 2012 si è ancorato col piombo nella fascia di posizioni tra la 170ma e la 200ma. Stabilità, se si vuole, ma con retrogusto che dimostra l’incapacità di passi avanti nel gioco e nella consistenza deifondamentali. Ancora oggi il nipponico paga per un gioco agile ma leggero.
Matt Reid, con best ranking al n. 187 e ad inizio settimana al n. 233, è stato per sole 3 settimane della sua carriera nei top 200 e l’unico risultato di rilievo era stata la finale a Sidney dello scorso anno, persa nettamente contro Kyrgios.
Finali complessive giocate da entrambi 3 e nessun titolo vinto. Tra i due, sabato, è stato Reid a rompere il ghiaccio, in un torneo che soltanto per il vincitore avrà un sapore particolare. Il corso della stagione dirà se questa vittoria è una piccola svolta nella carriera dell’australiano.
CHALLENGER BURNIE (Cemento Plexipave) – $50.000
(4)Moriya b Jenkins 7-6 7-5
(5)Reid b Yuichi Ito 6-4 6-4
(5)Reid b Moriya(4) 6-3 6-2
Il tennista americano Wayne Odesnik vince il torneo panamense di Chitre, battendo in rimonta il cinese di Taipei Jimmy Wang nell’atto conclusivo. Odesnik costruisce gran parte del suo successo eliminando tennisti tricolori; Ghedin e Trusendi nei primi due turni, Lorenzi in semifinale. Il tennista senese può rammaricarsi per un primo set ben controllato fino al 5-5 15-30, che lasciava fiduciosi sull’esito positivo del match. Difatti, fino a quel momento Paolo aveva fatto più punti dell’avversario, grazie alla sicurezza mostrata nei turni di servizio, tenuti agevolmente, e in forza di una solidità nei games di risposta (1 pallabreak sul 2-2). La mole di gioco espressa e la fatica di Odesnik nel muoversi sugli scambi lunghi, garantiva ampi margini tattici a Lorenzi.
Sul 5-5, 15-30, come detto, accade che Odesnik si avvicina alla panchina per chiedere un trattamento medico, con la sospensione per MTO. La pausa mette fuori palla Lorenzi, che, nonostante una seconda palla break al rientro in campo, sul 30-40, non sfruttata, perde lucidità. Nel servizio successivo concede il set nell’unica palla break fronteggiata, senza più riemergere con le trame pulite di inizio match.
Nell’altra semifinale Jimmy Wang doma “Mr.Tie Break” Daniel Kosakowski dopo oltre due ore di match molto equilibrate. Kosakowski nelle prime tre partite del torneo aveva vinto tutti i tie break disputati, ovvero 5 set dei 6 vinti in totale. Il sesto tie break del torneo, il primo set della semifinale, gli è fatale. Prima di portare l’avversario al gioco lungo, Kosakowski annulla 4 palle set a Wang. Nel tie break le geometrie e gli angoli cercati dal taiwanese divengono impossibili da contenere. Nel secondo set Kosakowski ha l’occasione per allungare il match al terzo, ma nei due set points guadagnati sul 5-4 non riesce a comandare gli scambi. Wang approfitta del momento favorevole, infilando il break e tenendo l’ultimo turno di servizio.
In finale Odesnik trionfa al 5to match points, dopo aver servito ben 18 aces, prendendosi la rivincita su Wang, che lo aveva battuto al 5° set del primo turno a Wimbledon. Il 7mo titolo in carriera per il mancino della Florida arriva dopo due anni, quasi esatti, dall’ultima affermazione. Gli 80 punti incassati lo posizionano al n.120 del ranking, in un trend di lenta ma continua risalita.
CHALLENGER CHITRE (Cemento) – $40.000H
(5)Wang b Kosakowski 7-6 7-5
(3)Odesnik b Lorenzi(2) 7-5 6-2
(3)Odesnik b Wang(5) 5-7 6-4 6-4
Spotlight:
Wayne Odesnik (Johannesburg, 21 dicembre 1985)
“Il mio obiettivo è quello di tornare nei top 100”- queste erano le parole di Wayne Odesnik nel 2011, quando si apprestava a tornare nel circuito dopo la squalifica per doping (fu trovato a fine 2009 con una ridotta quantità di ormoni della crescita). Così, dopo il best ranking raggiunto nel 2009 (77), Wayne si è messo al lavoro, insieme al suo coach Guillermo Canas e con un allenamento di 6-7 ore al giorno, nonostante l’età avanzi (28 primavere per lui), nel 2014 lo ritroviamo a ridosso dei top 100, al numero 120 del ranking mondiale grazie alla vittoria raggiunta questa settimana a Chitre. Dicevamo appunto del suo best ranking nel 2009, raggiunto grazie alla finale nell’Atp 250 di Houston, famoso per essere giocato su terra verde, con vittorie sull’austriaco Melzer e su un giovane John Isner, fuori dai top 100 in quel periodo. Poi un 2010 terminato anzitempo a causa della squalifica, attuata dopo il torneo di Houston, in cui, ancora una volta, aveva raggiunto le semifinali. Nel 2011 il ritorno al tennis con prestazioni fantastiche (solo due sconfitte al primo turno contro Jones agli Us Open e contro Velotti a Montevideo) per la maggior parte dell’anno che lo riportano a ridosso dei top 100 (130) . Il 2012 e il 2013 sembravano iniziare al meglio per il tennista di origini sudafricane (si è spostato in America all’età di 3 anni), con le finali a Bucaramanga (nel 2012 vinta e nel 2013 persa) ma nel corso dell’anno Odesnik non è riuscito a completare quel salto di qualità che lo aveva portato nei top 100 all’inizio della sua carriera ed è rimasto perciò “insabbiato” nella top 150 senza riuscire a sfondare. Come si può vedere dai risultati, l’americano, è un tennista mancino che gioca meglio su superfici lente, come la terra rossa, in quanto riesce a tenere meglio lo scambio da fondocampo.
Alessandro C.
Daniele Sforza
TAG: Hawk Eye, Wayne Odesnik
4 commenti
ha per allenatore canas??? 😯 😯
no comment
Houston comunque non è giocato su terra verde ma su terra marrone
@ Liam (#999382)
http://www.livetennis.it/post/165716/atp-viva-del-mar-il-tabellone-principale-fognini-n-1-del-seeding-e-gia-al-secondo-turno-al-via-anche-volandri-e-lorenzi/
L’abbiamo pubblicato in tempo reale 2 giorni fa 🙂 sei in ritardo eh? Un abbraccio 🙂
OT: Redazione quando pubblicate il tabellone di Vina del Mar? il torneo è già cominciato! 🙂 un saluto siete grandi!!!