Alla scoperta del giovane Herbert ATP, Copertina, Generica

Parigi, Bercy, Herbert ed il piacere della scoperta

30/10/2013 12:41 21 commenti
Pierre-Hugues Herbert classe 1991, n.189 ATP
Pierre-Hugues Herbert classe 1991, n.189 ATP

Vuoi mettere una giornata d’autunno a Parigi… Camminare immersi in un’atmosfera quasi magica, con tanta vita che ti scorre intorno. Magari a Montmartre, su e giù per le pittoresche scalinate, con refoli di vento che fanno danzare le prime foglie ingiallite. Oppure sulle banchine della Senna nei pressi di Notre Dame, ammirando pittori naif e giovani coppie che assaporano la propria passione.
Vuoi mettere una serata al Palais Omnisport de Bercy, splendida arena dalla bizzarra forma a piramide, quando va in scena il Master 1000 di tennis, pronto a sorprenderti ogni anno.

Quello di Bercy è un torneo relativamente giovane, ma che ha sempre trovato il modo di far parlare di sé. Nel bene e nel male. Dai fischi del pubblico, stufo all’ennesimo Ace di Ivanisevic, a match clamorosamente belli, i migliori dell’anno, da quando è diventato uno dei pochissimi eventi “rapidi”, a distinguersi in un panorama pressoché monotematico, cementificato.

Eppure hanno provato in tutti i modi ad “affossare” la grandeur tennistica di Parigi, la città turisticamente più visitata (forse la più bella…) al mondo e l’unica che può vantare un torneo dello Slam ed un Master 1000. Con la data attuale che schiaccia il torneo a fine stagione, con la finale appena un giorno prima dell’inizio del Master ATP, difficile che i migliori arrivino cattivi e motivati a sputare sangue su ogni palla. E’ diventato semmai un torneo importante per quelli che sperano di entrare nei magici 8, francesi a parte.
Ma il fascino dell’evento deriva proprio dalla scelta di distinguersi, dal presentare ogni anno condizioni un po’ diverse, e quindi rimescolare le carte in tavola. Un dato è molto significativo: negli ultimi 10 anni, l’hanno vinto 10 tennisti diversi. Anzi, molto diversi tra di loro, ma quasi tutti accomunati dal vero X Factor del gioco: la voglia di fare il punto. Qua recentemente hanno vinto Soderling, Tsonga. Qua nel 2007 Nalbandian, da poco ahimé ritiratosi, ha prodotto un tennis di una qualità assoluta, superiore, battendo nello stesso torneo Federer (quello vero) e Nadal, roba che possono vantare in pochissimi. Andando un filo più indietro, a Bercy vinse tre volte Marat Safin, uno dei giocatori con più talento tecnico degli ultimi anni, un maledetto che nelle condizioni ideali e rapide del campo parigino riusciva ad esplodere ogni goccia della sua magia, diventando irresistibile.

Non solo vincitori. Ogni anno Bercy è un torneo da ricordare perché ci regala qualcosa, qualche sogno, qualche nome nuovo. Giocatori che magari passano solo un paio di turni, ma ti colpiscono per qualità di gioco, estro, distinguendosi dalla massa indistinta dei picchiatori dal fondo.
L’anno scorso, per non andare troppo indietro, l’esplosione di Janowicz. Potente, fragorosa, quasi uno choc per l’intero mondo del tennis. Un gigante aggressivo, potente, veloce, “cattivo” e molto molto intrigante, che ci ha fatto divertire non poco con il suo gioco quasi sfacciato e totalmente fuori dagli schemi.
Chissà che quest’edizione invece non passi alla storia per l’ingresso nel tennis che conta del francese Herbert. Non proprio un bambino, nonostante la babyface, ma ancora assai acerbo di tennis, relegato a giocar Challenger e “quali” con una classifica appena dentro ai top200. Se nella prima serata il 22enne di Strasburgo ha beneficiato di un Paire rotto e indisponente, ieri sera Pierre Hugues Herbert aveva di fronte il sig. Djokovic, uno che non perde molto volentieri, e che anzi se ha una speranza di chiudere l’anno da n.1 deve assolutamente vincerlo questo torneo.

Herbert si è presentato con un piglio da giocatore vero, sguardo fiero e la calma dei forti. Ha servito benissimo, entrando in campo a cercare il punto fin dalla prima palla, aggredendo appena possibile il serbo, senza mai tremare. Nole a volte sgranava gli occhi al subire un attacco spericolato o un ace a 220 km/h, un po’ per darsi una sveglia, un po’ per dire “ma questo qua da dove viene?”. Ha retto alla grandissima Herbert per tutto il primo set, arrivando anche a 2 setpoint sul 6-5, servizio Novak. Perso il tiebreak, Djokovic è scappato, ma con un ultimo impeto d’orgoglio il francese s’è tolto la soddisfazione di brekkare il n.2 del mondo e chiudere con un dignitosissimo 6-7 3-6.
Una gustosa scoperta questo Herbert. Dotato di un buon fisico (da rinforzare), basa il suo tennis su un servizio stupendo. Notevole l’uso delle gambe e della schiena nel caricamento, spinge con eccellente coordinazione e fluidità, portando tutto il corpo verso la palla, e trovando con facilità tutti gli angoli e non solo velocità di punta ben oltre i 200 km/h. Braccio fluido e veloce, ha nel dritto il colpo migliore e più sicuro. Lo manovra forse con un uso eccessivo della spalla, una rotazione completa che a volte fa terminare la palla troppo lunga, soprattutto quando cerca la botta a chiudere da sinistra spostandosi a coprire il rovescio. Sul lato sinistro pare nettamente più debole, ha un colpo sensibile ma più lento, figlio di una meccanica esecutiva meno agile e sicura. Molto bene invece quando stacca la mano, producendo back lunghi e con tagli molto accentuati, che svariano nell’aria in traiettorie insidiose che prontamente segue a rete. Questa è la sua cosa fuori dal comune, nel tennis di oggi si intende, la sua notevole propensione a venire avanti, giocare una prima volee (sì, una PRIMA volee!!! roba che non si vedeva da anni!) per aggredire l’avversario e mandarlo in condizioni di svantaggio a tirare un passante. Sa coprirla anche bene la rete, con tocchi decisi e per nulla maldestri. Un tennista molto ’80s, attaccante, spericolato, che ci prova con coraggio cercando così di mascherare limiti tecnici, lontano anni luce dagli attuali produttori di scambi ancorati alla riga di fondo.

Insomma, una piacevolissima scoperta questo giovane. Va detto che quando hai talento, giochi in casa senza nulla da perdere nelle condizioni ideali per il tuo tennis, ed hai carattere, il match della vita lo puoi tirare fuori. Non penso ad Herbert come un vero “crack” per il futuro, anche se sarei lietissimo di sbagliarmi. Potrà certamente diventare un buon giocatore, da top 100, forse forse 70 del mondo, anche se è tutta da verificare la sua consistenza contro avversari che sporcano di più la palla e su superfici più lente, poiché in difesa sembra ancora limitato.
La cosa più interessante è stata la scoperta della novità in sé, sempre a Bercy, un torneo che non tradisce chi il tennis lo ama in tutte le sue forme. E’ stato piacevole l’aver ammirato l’ennesimo bel prodotto della scuola francese, tecnicamente la più valida e interessante al mondo per come sa portare avanti molti giocatori e tutti diversi tra di loro, senza la pretesa di uniformarli agli standard oggi percentualmente più vincenti, ma capace di supportarli ed aspettarli.

Vuoi mettere una serata a Parigi, a Bercy, ad emozionarsi di fronte ad un tennista nuovo, giovane ed interessante. Sono le serate che arricchiscono la vita di un malato di tennis.


Marco Mazzoni


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carmineliberto (Guest) 30-10-2013 22:15

Scritto da kriss69forever
Gran bel match ieri sera, bella atmosfera soprattutto visto che I francesi sono rimasti con un palmo di naso per la sconfitta di Tsonga.
Herbert ha fatto grande impressione anche dopo il match, complimenti ripetuti e sentiti di Djokovic (quanti ragazzi arrivano ad avere 2 set points contro Djoko?), e atteggiamento molto posato: “ho purtroppo perso ma sono ugualmente fiero di ció che ho fatto in questo match”. Sembra Paire…
Servizio impressionante per precisione, sempre fra 200 e 210, e gioco d’attacco.
Djokovic gli ha preso le misure sulla risposta nel secondo set, e poi ne ha contenuto il ritorno.
Spero che lo vedremo ancora, ha dei buoni margini di progresso.
Alè, torno a Bercy a vedere ciò che resta di Federer stasera.

A quanto pare ne resta ancora un bel pò.

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carmineliberto (Guest) 30-10-2013 22:13

E’ incredibile:Donati fa un partitone con Martin e un sacco…. a dire che in realtà era un’occasione sprecata. Herbert fa un partitone con Djokovic e tutti a fare i complimenti. Sicuri di essere italiani?

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Alessandro6.9 30-10-2013 20:16

@ sasa83dacell (#967192)

Ignatik, Dustov, Donskoy; Pella, Schwartzman senza contare i giovani che stanno sgomitando e arriveranno a partire da Thiago Monteiro e Suk Jeong e tutti i 18 enni e under 18 (Mott e Osmakcic gli ultimi appena visti)

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Mike90 (Guest) 30-10-2013 19:57

Herbert idolo!! ..e pensare che circa 3 mesi fa vinceva appena 76 al terzo contro Marcora al challenger di Tampere…perché i nostri non esplodono mai così??

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sasa83dacell (Guest) 30-10-2013 19:13

Scritto da Alessandro6.9
@ marco mazzoni (#966913)
Molto bello che tu ogni tanto scopra dei tennisti di secondo piano che giocano un tennis ai margini del circuito che conta, spesso piacevole.
Il circuito challenger ha tanti di questi protagonisti. Se avrai modo di vedere ti segnalo un paio di nomi: Nedovyesov; Jenkins (frizzante giocatore d’attacco); Garanganga (quasi come Jenkins ma un po’ più limitato e spesso vittima di guai muscolari); Kukushkin ormai è esploso ma due mesi fa si capiva che tornava più forte di prima; Andreas Beck, tornato su livelli molto competitivi specie in indoor… e tanti tanti altri tra cui John Millman merita un posto particolare.
E’ bello vedere che ogni tanto si dipingono questi ritratti di tennisti che non saranno mai dei campioni, ma spesso giocano un tennis davvero divertente.
Visto che sei un estimatore, credo che la crisi di Klizan abbia dell’incredibile. Mi auguro che il prossimo anno ritorni a far vedere sprazzi del talento mostruoso che ha.

anche ignatik gioca bene se diventa più concreto ce lo ritroviamo nel circuito atp a breve

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kriss69forever (Guest) 30-10-2013 17:11

Gran bel match ieri sera, bella atmosfera soprattutto visto che I francesi sono rimasti con un palmo di naso per la sconfitta di Tsonga.
Herbert ha fatto grande impressione anche dopo il match, complimenti ripetuti e sentiti di Djokovic (quanti ragazzi arrivano ad avere 2 set points contro Djoko?), e atteggiamento molto posato: “ho purtroppo perso ma sono ugualmente fiero di ció che ho fatto in questo match”. Sembra Paire…
Servizio impressionante per precisione, sempre fra 200 e 210, e gioco d’attacco.
Djokovic gli ha preso le misure sulla risposta nel secondo set, e poi ne ha contenuto il ritorno.
Spero che lo vedremo ancora, ha dei buoni margini di progresso.
Alè, torno a Bercy a vedere ciò che resta di Federer stasera.

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gianfranco (Guest) 30-10-2013 16:47

Mi sembra esagerato questo articolo.
Djokovic giocava al gatto contro il topo.Nel secondo set (Sul 5 a 0) Diokovic ha deciso(visto che Herbet è francese e che in quel momento era il “beniamino” del pubblico)che poteva allungare di qualche minuto l’entrata in doccia.
Herbert(che di anni ormai ne ha 23,essendo nato nel Marzo del 91-) non è assolutamente superiore al ns Cecchinato che è di ben 18 mesi più giovane.

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andrea.p (Guest) 30-10-2013 16:07

@ gio (#966911)

Guarda un po’ qua… Non più ragazzini, ma insomma, il concetto credo sia quello, della prima volée, e anche della seconda, e della terza, dello smash, del passante… sigh!

http://www.youtube.com/watch?v=02m3KwIRa4g

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GIALAPPA SBANDY REMIX 30-10-2013 14:55

devo imparare a scrivere Oleandrov Negozyettov !

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Alessandro6.9 30-10-2013 14:37

@ marco mazzoni (#966913)

Molto bello che tu ogni tanto scopra dei tennisti di secondo piano che giocano un tennis ai margini del circuito che conta, spesso piacevole.
Il circuito challenger ha tanti di questi protagonisti. Se avrai modo di vedere ti segnalo un paio di nomi: Nedovyesov; Jenkins (frizzante giocatore d’attacco); Garanganga (quasi come Jenkins ma un po’ più limitato e spesso vittima di guai muscolari); Kukushkin ormai è esploso ma due mesi fa si capiva che tornava più forte di prima; Andreas Beck, tornato su livelli molto competitivi specie in indoor… e tanti tanti altri tra cui John Millman merita un posto particolare.
E’ bello vedere che ogni tanto si dipingono questi ritratti di tennisti che non saranno mai dei campioni, ma spesso giocano un tennis davvero divertente.
Visto che sei un estimatore, credo che la crisi di Klizan abbia dell’incredibile. Mi auguro che il prossimo anno ritorni a far vedere sprazzi del talento mostruoso che ha.

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Koko (Guest) 30-10-2013 14:32

Un altro Francese che potrebbe impressionare pur con movimenti un tantino robotici è Kenny de Schepper! Se serve bene fa un figurone ma è un giocatore? 😛

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Alessandro6.9 30-10-2013 14:25

Scritto da gio
qualcuno mi spiega cos’è una prima volee, please?

E’ la volèe che si gioca dopo l’approccio alla rete o dopo l’attacco, o, in caso di serve and volley, sulla risposta.
Di solito è una volèe di piazzamento, (perché la si gioca dalla linea del servizio o poco oltre) nei giocatori più talentuosi è un colpo spesso definitivo. La prima volèe si gioca per prendere il controllo del campo e muovere l’avversario. Non necessariamente è un colpo di chiusura, specie se ti arriva un tracciante dall’altra parte. Tatticamente è una volèe di controllo che: 1) può essere vincente; 2) deve costringere l’avversario ad una difesa molto difficoltosa che ti può consentire il punto; 3) se non si verificano le prime due opzioni ti deve consentire una seconda volèe comoda a campo aperto (magari uno smash).

Mentre scrivevo nel frattempo è arrivata la risposta di Marco Mazzoni, che sostanzialmente ti spiega quello che ho scritto.
Stefan Edberg era il maestro della prima volèe. Non a caso il mio avatar 😉 😉

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S&V (Guest) 30-10-2013 14:23

Servizio molto bello, tra l’altro mi è parso abbastanza simile a quello di McEnroe (piedi quasi paralleli alla linea di fondo, in avvio schiena molto piegata e racchetta vicina al suolo). Purtroppo il resto del repertorio non mi è parso di alto livello. Anche il gioco di volo mi è sembrato decisamente inferiore a quello di un Llodra o di un Mahut. Spero vivamente che continui a migliorare.

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Ktulu 30-10-2013 14:16

Servizio davvero spaventoso, buon senso della rete. Per il resto però niente di che, rovescio orrendo, sia a due mani che in Back.

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Koko (Guest) 30-10-2013 14:07

Secondo me se avessimo un torneo comparabile a Parigi Bercy vedremmo anche noi fenomeni nostrani inesplosi che impegnano i big! E’ la cornice che esalta il giocatore di casa e non viceversa. Borroni docet!

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fabio tifa nadal (Guest) 30-10-2013 14:07

Scritto da gio
qualcuno mi spiega cos’è una prima volee, please?

Una volee di approccio a metà campo, in avanzamento o in controtempo.

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marco mazzoni (Guest) 30-10-2013 13:57

@ gio (#966911)

ciao gio
la domanda (che ti ringrazio per aver fatto :)) racchiude “quanto” si è impoverito il tennis… che per la sua involuzione tecnica ha letteralmente perso uno dei colpi basilari del gioco di attacco.

Quando c’erano i veri giocatori serve&volley, non si attaccava la rete con un colpo “definitivo”, molto rischioso che poteva uscire fuori, come accade generalmente oggi quando un tennista si avventura avanti (trovandosi in una posizione di campo scomoda dopo un colpo forte, “deve” avanzare). Si andava verso la rete con un colpo insidioso, che serviva a guadagnare campo verso la rete. l’avversario reagiva con un passante, spesso insidioso, che l’attaccante colpiva di volo spesso abbastanza lontano dalla rete, e questa era la prima volee: un colpo al volo con cui l’attaccante non cercava già il punto, ma piuttosto cercava di mettere l’avversario in condizioni molto svantaggiate, a provocare un secondo passante più morbido, da chiudere di volo con una seconda volee. Quindi la prima volee era di piazzamento, per trovare la corretta posizione sulla rete e mettere in difficoltà il rivale. Stessa cosa quando si seguiva il servizio a rete: Edberg ad esempio era un maestro in questo, colpendo una volee appena dentro il rettangolo di battuta, e mettendo la palla molto lunga, nei pressi della riga di fondo o laterale, costringendo l’avversario a giocare un passante difficile con Edberg che così aveva il tempo avvicinarsi meglio alla rete, chiudendo gli angoli.
Un colpo, la prima volee, praticamente scomparso… e che era la base del vero gioco di volo.

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gio (Guest) 30-10-2013 13:45

qualcuno mi spiega cos’è una prima volee, please? 😳

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Adriana (Guest) 30-10-2013 13:24

Marco Mazzoni sempre bellissimi articoli. Grazie

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adriano (Guest) 30-10-2013 13:22

Concordo in pieno con Marco , un bella sorpresa soprattutto per come frequenta la rete . Se non sverrà snaturato da qualche TECNICO , a breve sarà il miglior serve and volley del circuito . Dove arriverà non mi interessa , io tiferò sempre per lui ANCHE SE NON E’ ITALIANO .

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Alfredo (Guest) 30-10-2013 12:48

Complimenti bel articolo, a me piace molto gioca sempre in attacco, lo vidi ad aprile a Napoli contro Starace, fu una bella partita ci perse con il nostro Potitone, ma ora e’ un’altro giocatore e’ cresciuto molto, lo vedo bene sui campi veloci e wimbledon si adatta molte alle sue caratteristiche li potra’ fare bene, mi auguro che arrivi nei top 30

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