TennisWorkshop: Intervista a Corrado Tschabuschning manager di Potito Starace, Simone Bolelli e Dolgopolov
In prossimità del primo primo workshop italiano su come diventare manager nel tennis – organizzato dalla Cataliotti Tennis Workshop – che si terrà a Reggio Emilia sab 23 novembre 2013 (per iscriversi si rimanda al sito www.tennisworkshop.it) organizzato da Flavio Cipolla con l’amico Jean-Christophe Cataliotti, livetennis.it ha intervistato in esclusiva il docente principale del workshop, vale a dire Corrado Tschabuschning che spiegherà quali sono i vari compiti professionali che investono la figura del manager dei tennisti professionisti (metodi di finanziamento, il team, la scelta dell’allenatore, la creazione del personaggio-tennista, i rapporti con gli organizzatori dei tornei, gli ingaggi per gli incontri a squadre, i rapporti con i mass-media, ecc.).
Corrado Tschabuschning è un Manager professionista, agente FFT (Federazione Francese di Tennis), e fondatore della Top Seed, leader europeo nel management di tennisti. Oltre ai Davismen italiani Potito Starace e Simone Bolelli, Corrado si occupa anche di Viktor Troicki, Alex Dolgopolov e Marcel Granollers, tre tennisti che hanno raggiunto un best ranking nei top 20 ATP.
Per maggiori info e per iscriversi si rimanda al sito www.tennisworkshop.it
Corrado ci puoi spiegare com’è la giornata tipo di un manager di tennis?
“Alla top Seed iniziamo la giornata controllando ognuno le proprie scadenze, antidoping, iscrizioni, fatturazioni, rinnovi ecc. Abbiamo un calendario comune ed ognuno lavora sulle proprie scadenze. Se invece ci sono urgenze, si fanno prima quelle. Alle dieci ogni mattina facciamo una teleconferenza di ca. 30 minuti in cui controllo il lavoro dei miei partners e li aiuto se possibile a risolvere dei problemi che hanno riscontrato. Se siamo in ufficio, siamo comunque sempre collegati via Skype e regolarmente possiamo partecipare a dei meeting con giocatori o sponsors in via telematica. Durante le settimane in cui siamo in ufficio ci occupiamo di due, massimo tre progetti. Una settimana può essere dedicata a piazzare giocatori in un determinato campionato, un’altra settimana all’acquisizione di partners nuovi, un’altra ancora a coltivare i contatti con i nostri agenti nei vari Paesi, fotografi, giornalisti e quant’altro.
Durante i tornei invece la priorità è stare con i nostri giocatori e i loro team. Ogni appuntamento con sponsors, direttori dei tornei ecc. vengono fissati in momenti in cui i giocatori e il loro staff non hanno bisogno di noi e non stanno giocando un match. Se un giocatore vuole giocare a carte con noi per rilassarsi prima del match noi facciamo solo quello”.
Quali sono i compiti principali di un manager?
“Un buon manager libera la testa a tutto il team. Dà consigli al coach e al preparatore se gli viene chiesto, si adegua sempre alle scelte tecniche del coach e supporta le sue decisioni, aumentando la sua autorità verso il giocatore e velocizzandone l’evoluzione. Si occupa di tutto ciò che rende complicata la vita del tennista, aiuta il giocatore a raggiungere dei risultati e capitalizza i risultati con accordi pubblicitari fatti al momento giusto. Alcuni coach non lo capiscono, si accollano mille compiti che non gli competono, togliendo energia ed attenzione allo sviluppo del giocatore. Hanno sicuramente ottime intenzioni, ma alla fine il fatto che il coach non voglia fidarsi di un buon manager limiterà molto la crescita personale di un giocatore, la sua esposizione mediatica e i suoi guadagni.”
E’ importante aver praticato il tennis a livello professionistico per essere un buon manager?
“Non è indispensabile, anche se penso possa essere utile per capire quali sono le esigenze di un tennista, le sue sensazioni. Se non hai provato cosa vuol dire difendere dei punti, cambiare il diritto, investire quando stai finendo i soldi ecc. difficilmente riuscirai a calarti nella testa del tennista e difficilmente lui si aprirà con te. Se invece si vuole lavorare come agente, e cercare sponsor per la squadra, non è così necessario. Noi abbiamo vari agenti che lavorano in Ucraina per Dolgopolov, in Serbia per Troicki e così via. Loro si occupano esclusivamente di chiudere dei contratti e di mantenere le promesse fatte agli sponsors”.
La gestione di un giovane tennista che problematiche presenta?
“Mille problematiche. Il più grande problema sono i limiti degli allenatori che li circondano e li hanno accompagnati nei tornei juniors. Se questi sono umili e disposti a perdere il giocatore, si affideranno a qualcuno di esperto e molto probabilmente apprenderanno abbastanza velocemente da poter accompagnare il giocatore fino al professionismo. Se invece ci si attaccano come alla gonna della mamma, l’evoluzione del tennista rallenterà e il ragazzo perderà il treno. In Italia i ragazzi giovani lo stanno capendo. Il ruolo del manager in questa fase è di calmare i coach ed i genitori che vogliono risultati velocemente e diventano impazienti. A volte servono ore e ore di colloqui. Una volta che il manager crede veramente nel team, si presenta agli sponsors con un progetto e questi normalmente seguono con i loro investimenti. Le aziende non investono più nel singolo giocatore, investono nei progetti che reputano vincenti”.
E quella di un professionista?
“Duemila problematiche, anche se molti automatismi nel team si sono creati, nessuno sgarra entrando nel dominio altrui e ci sono i mezzi economici per vedersi di persona molto più spesso. La squalifica di Viktor Troicki quest’anno per noi ha creato mesi e mesi di ritardi in molti progetti per poter seguire Viktor nel migliore dei modi. Per fortuna non tutti i problemi sono grandi come questo, ma diamo sempre la priorità a chi ha problemi, poi a chi è nel momento magico e ha bisogno di concludere contratti.”
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2 commenti
@ Bobogrande gol (#965780)
grande bobogol…hai capito tutto…
Grande Corrado..questi sono i problemi della vita..un bello scopone scientifico con bolelli è starace prima di una partita!chissà chi è il quarto.