Hawk eye: il tennis a 360 gradi (Seconda parte-Intervista ad Alyona Sotnikova-Spotlight su Alejandro Gonzalez)
Abbiamo intervistato la giovane Alyona Sotnikova (classe 92’) e top 450 del ranking Wta impegnata questa settimana nell’Itf 10k di Dubrovnik.
Prima di tutto dimmi qualcosa di te, come mai hai deciso di giocare a tennis? Cosa ti piace fare nel tempo libero? Quali sono i tuoi hobby?
“Mia madre ha sempre voluto che giocassi a tennis, così mi ha portato alla prima lezione di tennis e cominciando a giocare ho cominciato ad amare questo sport. Mi piace passare del tempo con gli amici perché non li vedo molto, di conseguenza quando ho tempo cerco di utilizzarlo per questo. Mi piace guardare film, leggere libri e ovviamente fare SHOPPING.”
Nessun dubbio su questo!Ora descrivi il tuo modo di giocare per le persone che non ti hanno mai visto, sei un giocatore difensivo? Qual è il tuo colpo migliore?
“Mi piace variare il mio gioco infatti posso giocare una palla difficile e profonda ma allo stesso tempo posso utilizzare lo slice lentamente e fare una inaspettata palla corta o anche mettere una palla alta e andare a rete per mettere un vincente. Potrei dire che il mio colpo migliore è il rovescio”.
Hai un allenatore? In cosa ti sta aiutando? Cosa pensi di dover migliorare per essere un giocatore migliore?
“Si ho un allenatore e ma lui in questo momento è negli Stati Uniti, il suo nome è Myron Grunberg ed è di origini canadesi. Mi sta aiutando in tutto, sia in campo e sia fuori dal campo ed è anche un buon amico. Penso di dover migliorare in tutto, non sono solo un paio di dettagli, devo essere mentalmente forte e devo sempre credere in me stessa.”
Quante ore ti alleni?
“Normalmente faccio 3 ore di tennis e un ora di fitness.”
Quanto è difficile il passaggio dal circuito junior a quello professionistico?
“È totalmente diverso il livello di gioco e completamente diverse anche le responsabilità, nel circuito maggiore tutto è più difficile.”
Omrmai il 2013 è quasi alla conclusione,sei felice per questa stagione, ormai quasi alla conclusione? O ti aspettavi di più? Quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione?
“Non sono molto felice per i risultati di questa stagione ma ho avuto diversi cambiamenti in quest’anno e quindi penso che tutto questo è accaduto per il mio meglio. La mia volontà cambierà l’anno prossimo e spero di ottenere buoni risultati tanto da giocare le qualificazioni in qualche torneo Slam.”
Qual è stata la vittoria più importante della tua carriera? E il miglior match giocato?
“Fammi pensare, forse quando ho battuto Vesna Dolonc (era top 100) a Clearwater,Florida in tre set. Per quanto riguarda il miglior match giocato non saprei dirti perché ci sono troppi match tra cui scegliere.”
Chi è la tua tennista preferita? Perché?
“Sicuramente Serena Williams, amo molto il suo modo di giocare e il modo in cui si atteggia in campo.”
Sei mai stata in Italia?Ti sei divertita?
“Si, sono stata qui un paio di volte. Ho giocato diversi tornei junior e mi è piaciuto molto, soprattutto il cibo italiano che era delizioso”.
Riguardo i montepremi pensi che dovrebbe aumentare i premi per i tornei Itf?
“Sarebbe meglio..”
Qual è il tuo sogno tennistico?
“Vincere uno Slam, preferibilmente Wimbledon.”
Ultima domanda, vai a scuola?
“Sono all ultimo anno dell’Universitaà Ucraina di Sport e Educazione Fisica.”
Ok grazie per la tua disponibilità e in bocca al lupo per il torneo a Dubrovnik.
“Grazie a te!”
Il challenger meno ricco della settimana, un 35000 + H che si disputava a San Juan, in Argentina, ha visto imporsi proprio un argentino, Guido Andreozzi. Per il tennista classe 1991 è la seconda vittoria nel circuito Challenger in carriera (nel 2012 vinse a Lima), la prima stagionale alla seconda finale giocata, dopo la sconfitta contro Alejandro Gonzalez a Medellin.
Il suo percorso è stato abbastanza complicato, dato che tranne il secondo turno tutte le partite da lui giocate sono finite al terzo set. Al primo turno cedeva il primo set al giovane Garin, ai quarti batteva Olivo dopo una durissima lotta vincendo il set finale per 64, mentre in semifinale contro Maximo Gonzalez riusciva sotto di un set a vincere il tiebreak del secondo e poi a vincere agevolmente il terzo. Andreozzi trovava in finale il primo favorito del torneo, Diego Sebastian Schwartzman: dopo una battaglia punto su punto nei primi due set, terminati al tiebreak, il primo vinto dalla testa di serie numero 1, il secondo da Andreozzi, quest’ultimo si imponeva con un sonoro 60 al terzo set. Grazie alla vittoria del torneo Guido risale fino alla posizione n. 148, molto vicina al suo best ranking (n. 144 a fine giugno) .
Sorpresa del torneo è stata Juan Ignacio Londero, argentino classe 1993, capace di raggiungere per la prima volta in carriera le semifinali in un challenger: il giovane tennista è stato capace di eliminare al primo turno la testa di serie n. 3 Kuznetsov, in piena crisi di risultati, e ai quarti la numero 5 Bagnis, battuto in due facili set, prima di essere fermato da Schwartzman.
Challenger San Juan-35.000$-terra rossa- Semifinali e finale
Schwartzaman b. Londero 76 63
Andreozzi b. Gonzalez 36 76 62
Andreozzi b. Schwartzaman 67 76 60
Nonostante i tanti partecipanti brasiliani nel torneo di San Jose Do Prieto, in Brasile appunto, alla vigilia era difficile pronosticare un giocatore di casa in quanto a nessuno di questi era attribuita una delle prime 4 teste di serie. A Joao Souza, tds5, il compito di stravolgere i pronostici e conquistare il torneo con molta fatica. 3 set persi e più volte ad un passo dalla sconfitta contro Estrella e contro Elias era infatti sotto di un set. Nonostante questo Souza si è dimostrato il più forte battendo prima Kavcic (in due set), Elias e Alejandro Gonzalez all’ennesima finale challenger. Poche le sorprese con tra i giovani il solo Thiago Monteiro che riesce a raggiungere i quarti di finale battendo il suo connazionale Clezar, anche lui in ascesa. Infine niente da fare per l’unico italiano in tabellone, Gianluigi Quinzi uscito sconfitto contro il finalista del torneo.
Challenger San Jose do Prieto-terra rossa- 50.000$- Semifinali e finale
Souza b. Elias 16 64 62
Gonzalez b. Pella 64 75
Souza b. Gonzalez 76 63
Nell’ultimo torneo californiano emerge un autentico outsider. Il canadese Peter Polansky si impone al termine di una settimana maiuscola, in cui per la prima volta in carriera riesce ad arrivare alla premiazione. In passato il 25enne canadese aveva ottenuto come massimo risultato in carriera la finale del torneo di Panama City lo scorso anno. In tutto il torneo di Tiburon però è stato perfetto: vittorie contro tennisti in forma (Jenkins e Sandgren), poi gli acuti contro Smyczek ed Ebden, teste di serie numero 2 e 3 del tabellone.
Le intenzioni di Polansky si intuiscono nella semifinale, quando il favorito Smyczek, che nel terzo confronto diretto contro Young in tre settimane si prende finalmente la rivincita, viene eliminato in due set equilibrati. In finale contro Ebden si immagina che Polansky paghi in termini di esperienza e di serenità, dinanzi al più quotato avversario. Invece la fallosità di Ebden e una profondità del gioco che non si sviluppa, consentono a Polansky di controllare i propri turni di servizio e di aspettare il passaggio a vuoto dell’australiano.
Che puntuale arriva sul 5-5 del primo set. Nei seguenti sette giochi Ebden serve per 4 turni e subisce il break in tre, mentre Polansky non cede. Sul 7-5 4-1 Polansky ha uno scricchiolio, che consente a Ebden di recuperare un break e di arrivare sul 3-4. Tuttavia, nei due giochi successivi, Polansky ritrova lo smalto e la sicurezza per chiudere il match, con l’aiuto del servizio, del dritto e grazie ad alcuni gratuiti di Ebden. Per Polansky è il botto di fine stagione che non ci si aspetta.
Challenger Tiburon-100.000$-cemento- Semifinali e finale:
Ebden b. Kudla 75 63
Polansky b. Smyczek 64 76
Polansky b. Ebden 75 63
Spotlight:
Alejandro Gonzalez (7 febbraio, 1989)
Soltanto il 14 gennaio 2013 Alejandro Gonzalez non era mai entrato nei 200. Il suo best ranking era stato al n. 226 e in quella settimana navigava intorno alla 235ma posizione. Tennista dotato di un fisico potente, alto 1,90, destrimane, con rovescio a due mani, buona struttura atletica, ma gioco non appariscente, palesava evidenti limiti di tenuta mentale, oltreché tattici. Esperto di terra battuta e di tennis tipico di stampo sudamericano, con abilità a esprimersi in altura, non aveva ancora ottenuto nessuna affermazione a livello challenger, nonostante si stesse per affacciare all’età di 24 anni.
Quello che è capitato da gennaio a ieri ha del sensazionale, come tante storie di tennisti, che vivono ai margini del circuito professionistico e che ad un certo punto della carriera arrivano ad ottenere visibilità, grazie a ottime performance nel circuito. Per il tennista colombiano di Medellin è stato esattamente così. Una storia come tante, senza i titoloni sulle riviste specializzate, un po’ sottotraccia, non appariscenti come il suo modo di interpretare il tennis. Il lavoro come credo e come obiettivo dei propri miglioramenti.
Ci si accorge quasi per caso, a fine anno, che il ragazzo colombiano ha delle qualità e delle capacità molto sottovalutate: tre tornei vinti (Salinas, Medellin e San Paolo sulla terra) parlano già da soli; due finali a fare da contorno ad una stagione esemplare, l’ultima ieri a Sao Jose do Rio Preto dopo quella di Panama City, e un terzo posto nella race a testimoniare la regolarità di quello che oggi è il secondo giocatore colombiano in classifica.
Volendo scendere nelle spigolature di una crescita si noterà che i miglioramenti ci sono stati eccome! L’atletismo è diventata un punto di forza, la solidità negli scambi si è accentuata, la potenza dei colpi è incrementata, tanto che il suo gioco si è avvicinato via via alla linea di fondo. Sicuramente Alejandro Gonzalez merita di giocarsi le sue carte nelle Finals dei challenger, grazie a quella che probabilmente è la più grande acquisizione nel suo modo di giocare, la tranquillità caratteriale e il giudizio di chi sa che il lavoro paga. La 111ma posizione e la vicinanza ai top 100 sono la conferma di una ascesa metodica e continua. L’impostazione del gioco su terra resteranno forse il suo limite, ma la monodimensionalità dei suoi schemi non è scritto che alla fine lo obblighino ad un futuro anonimo…
Alessandro C.
Daniele Sforza
TAG: Alejandro Gonzalez, Alyona Sotnikova, Hawk Eye
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