Challenger Quito: Gianluigi Quinzi eliminato al secondo turno da Giovanni Lapentti per 64 75
Gianluigi Quinzi, come da pronostico, è uscito di scena al secondo turno del torneo challenger di Quito ($35.000 H, terra).
Il tennista marchigiano è stato eliminato da Giovanni Lapentti, classe 1983, n.1904 del mondo, ma con un passato da top 120, con il risultato di 64 75 in 1 ora e 37 minuti di partita.
Primo set: Quinzi sul 3 a 2, mancava una palla break, ma Lapentti sul break point metteva a segno un bel vincente di diritto.
Sul 4 pari Gianluigi giocava un game disastroso al servizio, commettendo ben tre doppi falli, con il tennista dell’Ecuador che strappava a 30 la battuta all’azzurro e nel gioco successivo, dal 15-30, Giovanni piazzava tre punti consecutivi, teneva il servizio e portava a casa il set per 6 a 4.
Secondo set: L’azzurro avanti per 3 a 0, nel quarto gioco mancava tre palle per il doppio break ed in qualche modo Lapentti teneva il servizio.
Quinzi sul 3 a 1, pur commettendo ben tre doppi falli, teneva la battuta e dopo aver annullato quattro palle break si portava sul 5 a 2.
Dal 2 a 5 però Giovanni, piazzava un parziale di 12 punti a 3 ed impattava sul 5 pari.
Da segnalare che sul 5 a 3 Gianluigi quando ha servito per il set, sul 30 pari, ha subito un gran passante di diritto del giocatore dell’Ecuador e poi nel punto successivo affossava un rovescio in rete regalando in questo modo il controbreak all’ex DavisMan ecuadoregno.
Sul 5 pari il tennista marchigiano commetteva un altro doppio fallo e cedeva a 15 il turno di battuta, e nel gioco successivo Lapentti, sul 30 pari, piazzava un servizio vincente e chiudeva poi la partita per 6 a 4, mettendo a segno sulla palla match l’ennesimo diritto lungolinea vincente.
G. Lapentti vs G. Quinzi
Durata – 01:36:52
4 Aces 0
9 Double Faults 9
62% 1st Serve % 74%
37/46 (80%) 1st Serve Points Won 35/54 (65%)
12/28 (43%) 2nd Serve Points Won 9/19 (47%)
4/5 (80%) Break Points Saved 5/8 (63%)
11 Service Games Played 11
19/54 (35%) 1st Return Points Won 9/46 (20%)
10/19 (53%) 2nd Return Points Won 16/28 (57%)
3/8 (38%) Break Points Won 1/5 (20%)
11 Return Games Played 11
49/74 (66%) Total Service Points Won 44/73 (60%)
29/73 (40%) Total Return Points Won 25/74 (34%)
78/147 (53%) Total Points Won 69/147 (47%
TAG: Challenger Quito, Challenger Quito 2013, Gianluigi Quinzi, Quinzi
@ Cla (#944153)
Quelle non le so neanche io: si possono capire con l’evoluzione delle scelte prossime. E per questo, soltanto guardando indietro a cosa hanno fatto, si può capire..
a oggi sembra che
1) la programmazione per i challenger sudamericani (prevalentemente challenger) continui;
2) quinzi sta bene e non ha problemi di condizioni fisica (al contrario di quello che diciamo)
3) magari ritengono che queste sconfitte sono fisiologiche e non c’è da preoccuparsi (come invece facciamo)
Poi nessuno di noi è così informato da sapere quale sia il programma di lavoro e se non c’è difficoltà a portarlo avanti 😉
Secondo me noi possiamo vedere e farci opinioni su quello che è successo, non su quello che sarà dalla settimana futura e per i prossimi mesi 😉 Anche quello lo capiremo guardando indietro 🙄
@ Alessandro6.9 (#944126)
La scelta delle WC nei challenger europei, A POSTERIORI, si è rivelata certamente un errore. Non mi sembra ci siano dubbi su ciò. Il ragazzo ha perso fiducia e condizione e adesso è in crisi nera.
Ma quali sono le valutazioni che ha fatto lo staff di Quinzi?
be si in efetti e lúnica spiegazione logica. Grazie.
Se è per quello sarei curioso di sapere quanta voce in capitolo ha GQ su ciò che deve fare, quanto riesce a imporre le sue decisioni e quanto spazio gli diano nel decidere. Sarebbe molto interessante capire se lo stanno assecondando o se veramente tutto parte dal suo staff.
Ora, io credo che se si guarda al ritmo Us.Open, Calì e Quito in 3 settimane, una cosa si comprende, senza sbagliare:
Quito era un obiettivo e ci tenevano. Ed era un obiettivo per fare punti e recuperarne molti che gli usciranno da qui a fine anno.
Si capisce che era un obiettivo, perché si è andati a Cali, nonostante una condizione fisica non buona. E in quelle condizioni ci vai soltanto se poi hai in programma un torneo ad altitudine ancora maggiore.
Si intuisce poi un’altra cosa: il circuito sudamericano (tornei Petrobras) sulla terra lo si deve fare e resta un obiettivo. Benissimo, evidentemente il suo staff ritiene che tutto vada bene così e non ci siano problemi di condizione come invece sembra (allora ci stiamo sbagliando tutti).
Terza cosa: la preparazione per il 2014 probabilmente parte dal sudamerica. Non prima, credo, di avergli dato almeno un mese di riposo e di svago.
Io vedo una cosa: tutti vogliono sapere cosa succederà dalla prossima settimana, i programmi dei tornei che disputerà ecc… però quasi nessuno ha provato a parlare apertamente di errori nella programmazione estiva. E di errori oggi se ne cominciano ad intravedere. E sai perché? perché anche tra gli utenti del forum sono molti quelli che non vogliono ammettere gli sbagli nelle valutazioni che hanno fatto fino a due mesi fa.
@ Lucabigon (#943942)
lo so intendevo quello cmq un sali scendi verso la 20 esima poi fermarsi li per un pò e magari salire e poi riscendere ma non lo vedo top. massimo nei 10 ma proprio a tirare la cinghia
Si vabbeh… ciao…. spariamola sempre più grossa!!!
Non riesce a vincere una partita sulla terra e pensi che sia meglio andare indoor in europa?
Tecnicamente sa giocare servizio e dritto (minima condizione per avere qualche chanche di giocarsi una partita)?
Tecnicamente sa giocare di volo?
Perché se non sa giocare l’uno e l’altro l’indoor per lui è un tabù.
Senza contare che ci deve entrare nei tabelloni e le wc non gliele regalano, dovendo passare per le qualificazioni
Continuate tutti a parlare di challenger di qua, challenger di là, come se miracolosamente da una settimana all’altra possa vincere più di due partite in fila… e possa miracolosamente diventare quello che oggi ancora non è.
Bisogna prescindere da tutti i discorsi tecnici e avere soltanto fede per credere questo.
Ci vuole pazienza e l’umiltà di capire che bisogna riflettere e fare un passo indietro. Il rischio è lavorare il doppio dopo per recuperare anche psicologicamente il ragazzo e impiegare il triplo del tempo per la sua crescita.
Forse a giocare dei challenger in centro-europa sul duro indoor non era meglio ? È stayo l’unico europeo a giocare a Quito