Hawk eye: il tennis a 360 gradi (Seconda parte-Spotlight su Marco Cecchinato e resoconto dal torneo di San Marino)
Spotlight: Marco Cecchinato (Palermo, 30 settembre 1992)
La continuità pare essere la parolina magica che Marco Cecchinato andava cercando, per riuscire ad abbattere gli ultimi ostacoli che frappongono il suo tennis a quello dei grandi. In effetti, se si va a vedere la crescita tennistica, specie di personalità di questo 2013, le prospettive iniziano ad acquisire riflessi luccicanti da metallo pesante. Argento/oro fate voi.
Sicuramente le detonazioni di alcune esplosive partite si sono sentite e viste. Vittorie contro De Bakker, Serra, Donskoy, una onorevole sconfitta contro Fognini e poi ancora vittorie contro Thiem e Giannessi e una sconfitta contro Haase, fondamentale per l’esperienza maturata e per la convinzione di poter fare ad armi pari con molti colleghi già affermati. Fino all’altra settimana, insomma, botti sparsi che lasciavano intendere le buone qualità del 21enne siciliano, ma ancora restava allentato quel filo che le unisse e le ripetesse di continuo in loop ipnotici. Fino all’altra settimana, appunto perché in pochi giorni Marco si ritagliava un filotto di vittorie, degno di essere ricordato contro Huta Galung, Vesely, Struff e Volandri per il primo titolo di una certa consistenza. Ora non ci si può più nascondere…serve quella parolina magica che Marco ha bene a mente, e che, se trovata, significa possedere la chiave di volta per una brillante carriera da pro. Continuità, che l’anno scorso non era riuscito ad avere e che come d’incanto è comparsa improvvisamente nella sua vita da atleta.
I colpi ci sono, lo abbiamo osservato tutti. La personalità anche. La conduzione delle partite contro Huta Galung, Struff, Vesely e Volandri ha messo in evidenza doti e sfumature notevoli. Marco ha giocato ora con giudizio, ora con intelligenza, ora con acume tattico, altre volte con attenzione difensiva o con abilità atletica, e, quando gli è stato concesso o ha trovato spazio, alla pazienza ha sostituito i suoi colpi puliti e profondi, riducendo il campo agli avversari.
Neanche un mese fa il suo sogno era arrivare nei top 50. Dopo il valico del 200mo posto e del suo best ranking alla 180ma posizione, raggiunto con la sicurezza di un torneo torneo vinto e la saldezza di prestazioni validissime, quell’obiettivo è ancora distante ma non impossibile. Ci sono miglioramenti tecnici e margini da esplorare. Per ora il suo tennis si avvicina più allo stile di un Andujar o Ramos che non a quello di Almagro, campione che forse è più di un esempio per Marco. La fase difensiva resta preponderante rispetto ad un gioco dalla linea di fondo imposto con il proprio ritmo. Forse infatti non è un caso che contro giocatori molto aggressivi e con punch Cecchinato si sia trovato perfettamente con i colpi d’incontro, mostrando un ottimo timing da ribattitore. Però per crescere occorrerà sperimentare soluzioni che accentuino il ritmo e che consentano decise prese di campo, o colpi definitivi dalla linea di fondo. Il difficile arriva ora, l’augurio è che non manchino i progressi e quella magica parolina già varie volte pronunciata….
Nel torneo di San marino già dalle qualificazioni c’era molta attesa per Adelchi Virgili ,ma il giocatore iscritto nelle quali era chiamato a delle prove molto dure visto lo spot veramente difficile in cui era capitato (Monteiro, Krajinovic e il vincente tra Skugor e Taro Daniel). L’italiano ha mostrato subito il suo grande talento passando le qualificazioni e si è portato nel main draw dove ha affrontato Nedoyesov,rognoso ucraino in grande ascesa e che si presenta come il classico giocatore dell’ est ( sa fare tutto molto bene ma è un giocatore più da cemento che da terra).Qui Virgili ha computo veramente un capolavoro mostrando al pubblico di San Marino tutto il suo campionario di palle corte e accelerazioni fenomenali (Kavcic affrontato da lui al secondo turno dirà poi nell’intervista che neanche Berdych tira forte quanto Virgili ). L’italiano ha anche mostrato qualche progresso dal punto di vista tattico e mentale rispetto alle prime partite di quest’anno e è riuscito alla fine a vincere in 3set facendo impazzire il pubblico italiano.Al secondo turno ha perso in tre set da Kavcic ma ha dimostrato che comunque il livello di gioco è gia da top 100 e se migliorerà ancora tatticamente e non si infortunerà, Virgili potrà di sicuro ambire a una piazza tra i grandi del tennis che sinceramente merita.
Altro giovane impegnato nel torneo era Quinzi che però complice un sorteggio non benevolo, si è dovuto arrendere dopo un match intenso con il livornese Filippo Volandri (tds numero 8 e poi finalista del torneo). Tra le teste di serie prestazioni deludenti del rumeno di Firenze Ungur (arresosi facilmente a Struff) e di Huta Galung e Vesely (entrambi sconfitti da Cecchinato). Appunto Cecchinato, a cui abbiamo dedicato lo spotlight questa settimana, è riuscito a trionfare in terra sanmarinese portandosi a casa molti punti che gli hanno permesso questa settimana di entrare nei top 200. Per quanto riguarda gli italiani prestazione deludente da parte di Travaglia (sconfitto in tre set da Basic) mentre buone prestazioni da parte di Marcora (61 60 a Eysseric e poi sconfitto da Gimeno), Gaio (7-6 al terzo con Phau e sconfitto poi da Volandri) e la coppia più “anziana” Starace-Di Mauro sconfitta da Struff ed Ungur.
Challenger San Marino- 64.000$-terra-Semifinali e finale
Volandri b. Gimeno 76 64
Cecchinato b. Struff 63 63
Cecchinato b. Volandri 63 64
Alessandro C.
Daniele Sforza
TAG: Cecchinato, Hawk Eye, Marco Cecchinato
5 commenti
Dire che la fase difensiva sia preponderante non significa che il gioco di Cecchinato sia difensivo. D’altronde dire che il suo tennis sia più vicino oggi al tennis di Ramos e Andujar che a quello di Almagro, non vuol dire che il suo tennis è difensivo.
Credo non sia un’eresia dire che la fase difensiva sia molto più curata e solida di quella di iniziativa e di aggressione. Cecchinato contro Huta Galung, Vesely e Struff portava all’errore gli avversari perché si difendeva benissimo. Ha fatto anche molti vincenti, ma sempre in numero maggiore dalla fase difensiva, passanti e lob e colpi di recupero.
Dire che sia “preponderante” significava semplicemente far risaltare la capacità di Cecchinato di far giocare sempre un colpo in più all’avversario.
Oggi non credo che la sua potenza sia quella di Almagro ma quella di altri buonissimi tennisti spagnoli come quelli citati. Almagro, peraltro, è un riferimento fatto da Cecchinato stesso in una recentissima intervista (di livetennis), su un tennista che lui apprezza e che probabilmente è anche un modello di gioco.
Ecco perché più il modello Ramos o Andujar che quello di Almagro. Per quanto mi riguarda non è assolutamente un’offesa in quanto nel loro genere e nelle loro massime espressioni di gioco sono piacevoli e del tutto apprezzabili.
Poi se non si è d’accordo si tratta pur sempre di opinioni alquanto soggettive 😉
Direi che non si può definire il gioco di Cecchinato come difensivo o solo spagnoleggiante. In effetti in questa settimana è stato anche assai aggressivo e martellante perchè non ottieni punti con errori di Volandri se non lo martelli seriamente ora con il servizio ora con una pressione da fondo. Mi auguro che possa diventare un Almagro più flessibile e intelligente perchè allora altro che 50 ATP. In realtà Filo mi è sembrato a mal partito come quando si indimidì sparendo mestamente dal campo a Roma nella semi contro Gonzalez! Ecco quello che mi è piaciuto è soprattutto il martellare implacabile e spietato di Cecchinato pur non disponendo del Dritto di mano di pietra.
lo spotlight e’ la mia rubrica preferita complimenti!!
Cecchinato ha vinto un gran bel torneo, battendo gente come Huta e Vesely in continua ascesa e vincitori di diversi tornei quest’anno, ed in finale Volandri che nonostante l’età, sulla terra è pur sempre un avversario tosto
Gia’ lo scorso anno aveva incominciato a battere top 100 al foro italico