Hawk eye: il tennis a 360 gradi. Si parla della splendida finale di Liberec tra Vesely e Delbonis (Prima parte-Spotlight su Federico Del Bonis)
Delbonis contro Vesely. C’era da sfregarsi le mani nel vedere il main draw con le prime due tds disposte nella parte opposta di tabellone. Dopo 6 giornate di torneo allo strofinio di mani si poteva aggiungere la stropicciatina di occhi. Entrambi avevano superato gli ostacoli, alcuni davvero insidiosi, e stavano iniziando il palleggio di riscaldamento alle 12,00 e qualche minuto della domenica. L’interesse della possibile finale di Liberec, e che si era avverata dopo lo svolgimento delle semifinali, era sintetizzabile in due argomenti chiave: vedere come e quanto fosse misurabile la crescita dell’argentino dopo la sua ultima apparizione a questi livelli; valutare, di fronte ad un tennista che in un mese aveva ottenuto risultati stupefacenti nei tornei ATP, quanto l’appena ventenne (compiuti il 10 luglio) ceco fosse in grado di ripetere prestazioni favolose, quali quelle degli ultimi mesi. Le sconfitte di Vesely contro i tedeschi Kohlschreiber e Mayer e quella contro Stepanek in sostanza erano maturate contro tennisti di una certa fascia di ranking (top50). Delbonis, ancora un gradino sotto i tre citati come valore tennistico, ma comunque in ascesa, era il test giusto per capire qualcosa in più di Jiri contro un tennsita situato in quella fascia di ranking tra il 50esimo e 65esimo posto.
La partita è stata splendida, giocata in un crescendo di emozioni e qualità tennistica sopra la media, con giocate spettacolari da entrambi le parti. Delbonis ha ricalcato per certi versi il match contro Fognini: un set e mezzo di enorme sicurezza (7-6 4-3 e servizio), poi break di Vesely, regola dei servizi fino al TB,qui 5-4 Delbonis e due servizi, che non vengono sfruttati; SP Vesely, 6-6, secondo SP, 7-7 nuovo set point Vesely e clamoroso vincente di sfondamento per rimettere in parità la partita. L’unica differenza con la partita di Fognini è che Delbonis non ha avuto MP a favore, anche se avrebbe potuto ammazzare la partita sul 4-3 del secondo parziale. Nel terzo set un break a testa all’inizio, poi allungo decisivo del ceco con un secondo break, che mantiene con esaltazione agonistica i giochi nei suoi turni in battuta. Ripetiamo, alla fine la partita è stata grandiosa. Un vero lusso per questi livelli challenger, che se seguiti mostrano sempre di più partite bellissime e protagonisti da applaudire.
Che dire di Vesely: si dimostra tennista solidissimo, specie nei momenti essenziali dei set e nei punti spartiacque o decisivi. La sua concentrazione è granitica e il braccio lo assiste in modo formidabile. Delbonis mostra una convinzione sconosciuta fino a due mesi fa. Miglioratissimo nella tenuta fisica e nella solidità dello scambio (ne sa qualcosa anche Fognini), ancora qualche pecca a livello mentale, nel gestire i passaggi cruciali, quelli che con un po’ più di esperienza lo potranno portare ad uno standard costante, tale da consentirgli di entrare e permanere a lungo nei top 50.
Un ultima annotazione la teniamo per Thomas Fabbiano, uscito ai quarti dopo una encomiabile prestazione offerta contro Vesely. L’eliminazione non deve ingannare, per larga parte del match Fabbiano è stato ad un’incollatura dal ceco. Una sconfitta da cui si possono estrarre elementi positivi ed estremamente convincenti. Fabbiano sta dimostrando che la vittoria sul cemento non è stata casuale. Aspettiamoci altri acuti e soddisfazioni da questo ragazzo ormai maturo per un ulteriore salto di qualità.
CHALLENGER LIBEREC – (Terra) – euro30.000H
(1)Delbonis b Kavcic(4) 6-2 6-2
(2)Vesely b Pere Riba 6-4 6-1
(2)Vesely b Delbonis(1) 6-7(2) 7-6(7) 6-4
Dicevamo delle difficoltà delle scorse settimane per il tennista spagnolo, Carreno, a conquistare match importanti ed infatti ecco che il giovane spagnolo,impegnato nella sua Spagna (Challenger di Segovia) porta a casa un altro trofeo, dopo quello ottenuto a Tanger e dopo quelli ottenuti nei vari futures,portandosi a ridosso dei top 100 e facendo segnare il suo best ranking al numero 111. Nonostante la superficie non fosse la prediletta dallo spagnolo, che come la maggior parte dei suoi connazionali preferisce le superfici lente, lo spagnolo si è imposto nel torneo senza perdere un set (nonostante 3 tie break, tutti vinti). Importante soprattutto la vittoria contro un giocatore come Chiudinelli, esperto su queste superfici, e contro il francese Olivetti che come si sa è difficile da brekkare. Riuscendoci due volte Carreno è riuscito a conquistare la partita e il trofeo. Ottima settimana quindi per il francese Olivetti che si conferma un giocatore che nonostante non riesca a tenere gli scambi, riesce a ottenere risultati importanti grazie al suo servizio. Segnaliamo la semifinale a sorpresa dello spagnolo Ortega Olmedo, in crescita in questo ultimo periodo. Brutta settimana invece per alcune teste di serie, tra cui Copil (uscito con Fucsovics, si spera che sia in ripresa dopo alcuni risultati deludenti)Golubev (uscito contro Granollers) e Cipolla (uscito nel derby con Crepaldi).
Challenger Segovia-Cemento-42.500$-Semifinali e finale
Carreno b. Chiudinelli 75 64
Olivetti b. Ortega Olmedo 63 36 76(10)
Carreno b. Olivetti 64 76(2)
Spotlight:
Federico Del Bonis (Azul, 5 ottobre 1990)
Federico Delbonis sino a un mese fa era il tennista incompiuto della scuola di Tandil. Grande speranza fin dagli esordi nel tennis professionistico (anno 2008) e con la pesante aspettativa di Golden Boy e futuro top ten argentino, ha vissuto per tutti questi anni all’ombra dell’esplosione di Del Potro, Monaco e tutti gli altri a turno, senza mai riuscire ad emergere e a lasciare un segno nel movimento tennistico biancoceleste.
All’età di 22 anni, ossia a fine 2012, si nutrivano seri dubbi che “Delbo” potesse diventare un tennista di successo. Una certa pesantezza fisica, una lenta maturazione, piccoli miglioramenti a cui seguivano periodi di stallo senza sussulti, erano una cambiale sempre più onerosa sulle prospettive del giovane azulense.
Il 2013 cambia il destino di Federico. Forse c’è una partita che può essere presa a simbolo del fatto che la fortuna stava iniziando a tenergli la mano. In quella settimana Delbonis era a Vina del Mar per l’ATP 250, in arrivo dalla Colombia, dove aveva appena vinto il challenger di Bucaramanga, dopo tre anni di digiuno. Nel torneo cileno la sorte gli consegna il palcoscenico più atteso: tiene a battesimo il rientro di Nadal e si trova in un giorno ad essere famoso, quanto il connazionale con nick assonante e famoso – Delpo.
Un frastornato Delbonis perde nettamente, ma in milioni si sono accorti di quest’argentino che scambia molto bene, con buona pesantezza di palla dal fondo. E’ un attimo, perché la scena verrà presa di lì a poco da un altro argentino, che azzecca la partita della vita, in finale, sempre contro Nadal. Delbonis gioca ancora a Buenos Aires, batte Sousa e Montanes e arriva ai quarti dell’ATP250, sconfitto da Almagro. Dopo riprende la sua vita vagabonda per i challenger, riuscendo a bissare il successo, ancora in Colombia, a Barranquilla. Due tornei vinti cominciano ad essere un evento positivo da tenere in considerazione… un altro segnale che qualcosa stava veramente cambiando. La primavera e i tornei in Europa sono mediocri, ad eccezione del torneo di Roma Garden, dove arriva in semifinale, piegato da Bedene, ma dopo aver buttato via la partita nel secondo set, che conduceva con un break di vantaggio (4-2). Caltanissetta è un severo passo indietro (sconfitta con Devvarman) su una superficie dove giocava da favorito e a Braunschweig, contro Florian Mayer, portato al terzo set, si vedono i germi della trasformazione. E altra partita dura che Delbonis avrebbe potuto condurre in porto da vincitore.
Amburgo sappiamo come è andata, partendo dalle qualificazioni. Un nastro su una volèe non impossibile gli toglie la gioia di una vittoria assolutamente straordinaria. Il resto è storia di questa settimana. Altra partita che da possibile vittoria si trasforma in sconfitta, sempre nel secondo set e sempre con un break di vantaggio a due giochi dal set. Il 4 con break di vantaggio sta diventando una maledizione.
Al di là della difficoltà di chiudere i match quasi vinti la considerazione positiva è che Delbonis oggi gioca con una sicurezza che mai aveva mostrato in passato, con una solidità nello scambio che non gli si conosceva, con una potenza di spinta che gli consente di fare partita pari contro tutti i tennisti dalla 25ma posizione in su, con una fiducia che dice tanto di come a volte i meccanismi del gioco possono cambiare per un piccolo dettaglio e per un vento che non ti soffia più in faccia, ma che senti si accosta e passa alle spalle. Perché siano raffiche a favore occorrerà lavorare sulla tenuta mentale e sulla concentrazione. Giocare contro i migliori non potrà che elevare la qualità già pregevole dei fondamentali de 22enne di Azul.
Alessandro C.
Daniele Sforza
TAG: Delbonis, Hawk Eye, Jiri Vesely, Vesely
3 commenti
bell’articolo ragazzi bravi 😉
Ecco, il livello di LiveTennis comincia a salire.
Complimenti agli autori degli articoli.
Bell’articolo x queste promesse(Delbonis un po meno,ma sempre un buonissimo giocatore) 😉