Hawk eye: il tennis a 360 gradi. Ripercorriamo il successo di Filippo Volandri a Milano e di Carreno Busta a Tanger (Spotlight su Steve Johnson)
Fino alla giornata di sabato i risultati dell’anno 2013 di Carreno Busta erano alquanto curiosi: sette futures vinti consecutivamente, tra la fine di gennaio e la metà di marzo, con una striscia di 39 vittorie (aggiungendo le ulteriori 4 del 250 di Casablanca, tre di qualificazioni e un primo turno superato) e un parzialone di 43 vittorie su 44 partite ad inizio 2013, prima della seconda sconfitta contro Anderson nel secondo turno del torneo marocchino; vittorie eccellenti e risultati estremamente positivi nei tornei maggiori, dove la semifinale raggiunta ad Oeiras, persa contro Wawrinka, è stata la punta di diamante di una primavera eccellente. Programmazione strana se si vuole: futures e salto diretto negli ATP, con conferme di validissime prestazioni. Restava il buco nero dei challenger. Era lecito credere, almeno dopo i 7 sette titoli futures e la vittoria su Andujar a Casablanca, che Carreno Busta potesse arrivare ed affermarsi a mani basse nel circuito intermedio. Nulla di tutto questo: sconfitta al primo turno nel challenger di Roma Rai, fuori nel ricco torneo di Bordeaux per mano di Garcia Lopez al secondo turno, così come a Caltanissetta, forse la meno prevedibile, contro Meffert e da ultimo sconfitta ai quarti a Blois contro Lajovic.
Pareva insomma che Pablo trovasse meno difficoltà con tennisti del circuito maggiore (ad es. vittoria su Klizan nel primo turno a Caltanissetta), più che nella palude dei tornei challenger, di cui però aveva necessità dei punti per scalare la classifica regolarmente e senza gli estemporanei ed illusori colpi grossi negli ATP250.
Questo accadeva fino a sabato, appunto, perché da questa settimana qualcosa cambia anche per la stagione challenger di Carreno Busta. Essersi aggiudicato il torneo di Tangeri offre difatti una prospettiva più articolata del prossimo futuro del giovane asturiano. La vittoria ribadisce essenzialmente tre cose: Pablo Carreno Busta ha le qualità per arrivare presto e stabilmente entro i top 100; il temperamento è quello del combattente; i progressi tecnici sono alla sua portata per elevare il suo tennis di una buona spanna, cosa che tornerà utile presto, quando servirà a competere con i migliori.
Qualcuno alzerà la mano per ricordare che Tangeri era un torneo di basso profilo, con un cut alto nel main draw, con pochi tennisti di qualità e via dicendo. Ma è pur vero che l’ennesima vittoria (terza dopo le due finali futures della regione murciana) contro un altro tennista spagnolo emergente da tenere in grande considerazione, Carballes Baena, e la vittoria in rimonta su un superlativo Giustino, mostrano una volta di più la caparbietà e le doti del quasi 22enne spagnolo.
La vittoria in finale contro un ammaccato Kukushkin, costretto al ritiro a partita ampiamente indirizzata, assegna a Carreno Busta il terzo trofeo challenger in carriera e una proiezione ranking intorno alla 125ma posizione.
Il filo, insomma, della prorompente ascesa del 2011, interrotto dal serio infortunio dello scorso anno che aveva retrocesso intorno alla 760 posizione Pablo, è stato definitivamente riallacciato.
CHALLENGER TANGERI – (Terra) – euro30,000
Kukushkin b Sikora 6-3 6-1
(2)Carreno Busta b Giustino(q) 6-4 3-6 6-3
(2)Carreno Busta b Kukushkin 6-2 4-1 rit.
Il terzo successo italiano del 2013 nel circuito challenger porta la firma d’autore di Filippo Volandri. Il livornese si è imposto a Milano nell’Aspria Cup, al termine di una settimana faticosa, dove il dispendio energetico a causa del caldo poteva essere fatale in qualsiasi momento. Filo, parte bene al primo turno contro la speranza del tennis inglese Golding, approfitta nei due turni successivi di due ritiri, prima di Maximo Gonzalez, poi di Campozano nei quarti, fino ad incontrare le complicazioni più grandi nel turno di semifinale. Contro un coriaceo Arnaboldi, gioca una partita che si aggroviglia maledettamente tra la metà del secondo set e il terzo, dove a sorpresa esce il canturino, che va vicino alla vittoria. In finale Volandri trova d’incanto l’efficacia dei suoi colpi: centrato col dritto, riesce a comandare gli scambi a piacimento, muovendo Andrej Martin sulle diagonali. Riduce al minimo gli errori, e mai si trova nella condizione di subire gli schemi dello slovacco. La chiusura con un rovescio incrociato imprendibile, marchio di fabbrica di Filo, suggella una prestazione autoritaria, brillante per qualità e sicurezza dei colpi di base del gioco da fondocampo.
Una notazione doverosa a margine della cronaca: le vittorie challenger italiane sono state conseguite da over trenta. Di Mauro e Starace avevano preceduto Volandri. Purtroppo il lato luminoso delle vittorie non può accecare al punto da non riuscire a scorgere la inquietante ombra dell’assenza di ventenni competitivi nel panorama challengeristico. E aspettare Quinzi, dopo la brutta sconfitta di primo turno con Bolt, potrebbe richiedere tempi di maturazione più lunghi di quelli auspicati.
CHALLENGER MILANO – (Terra) – euro30,000H – SEMIFINALI E FINALE
(1)Volandri b Arnaboldi 6-3 3-6 7-5
Martin b Gombos 6-1 0-6 6-3
(1)Volandri b Martin 6-3 6-2
Spotlight:
Steve Johnson (Orange, California 24 dicembre 1989)
Nonostante non abbia giocato nessun torneo questa settimana, i risultati ci impongono di parlare di Steve Johnson, impegnato questa settimana nel torneo di Wimbledon (ricordiamo che ha avuto una Wc per il main draw). Da questa settimana infatti il giovane americano si è portato alla posizione 98 e di conseguenza è entrato per la prima volta nella sua carriera nei top 100. Questo passaggio è avvenuto grazie agli ottimi risultati ottenuti quest’ anno: la vittoria della settimana scorsa a Nottingham 2, il primo turno dopo aver passato le qualificazioni al Roland Garros (sconfitta in 5 set con Montanes), il primo turno passando dalle qualificazioni ancora negli slam ( Australian Open ) con lo spagnolo Nicolas Almagro(sconfitta in 5 set) e infine tanti buoni risultati nei tornei challenger. Come la maggior parte dei tennisti professionisti, Johnson ha iniziato a giocare, allenato dal padre,fin dall’età di 2 anni e come affermato da lui stesso, deve molto al suo allenatore-padre. Steve non ha mai giocato tornei Junior in quanto impegnato, dopo il diploma del 2008, in tornei under 18 nazionali e poi con l’università del Sud California. Per questo motivo ha iniziato a giocare tornei futures e poi challenger soltanto a partire dal 2011, conquistando due vittorie e una finale in tornei futures. Il modo di giocare di Steve Johnson è molto simile a quello dell’altra giovane promessa americana Jack Sock, di cui parleremo sicuramente nelle prossime rubriche. Lo stile di gioco di Johson ruota tutto intorno al servizio e al dritto e inoltre è uno dei pochi giocatori che pratica il serve&volley; punto debole di Johnson è il rovescio con cui ha difficoltà soprattutto ad utilizzare lo “slice”, colpo molto importante nel tennis moderno. Come caratteristiche ci ritroviamo sicuramente in un tennista del passato come Pete Sampras, idolo del californiano. Quello dei top 100 era il primo obiettivo prefissato da Johnson nel Febbraio 2013, vedremo se già riuscirà a migliorarsi ancora per entrare nei top 50; sicuramente un ottimo spunto per osservare Johnson sarà la partita, se Johnson batterà Reynolds e Djokovic batterà Mayer, con il numero uno Djokovic per osservare i miglioramenti effettuati e le eventuali possibilità di un’entrata nei top 10-15 nei prossimi anni.
Alessandro C.
Daniele Sforza
TAG: Carreno Busta, Hawk Eye, Steve Johnson, Volandri
2 commenti
Vlandri mi ha rovinato i piani nelle mie competizioni ma finchè ha voglia di giocare è una delle nostre certezze d’impegno e dedizione assieme a Lorenzi.
Carreno ancora non mi convince, devo ancora capire quanto sia solido e quanto invece abbia sfruttato solo delle ottime e fortunose possibilità
Forza Pablo i top 50 sono ampiamente alla tua portata! ;)Bravi raCazzi