Hawk eye: il tennis a 360 gradi: Spotlight su Dusan Lajovic
L’americano che non ti aspetti si impone nel secondo torneo sull’erba di Nottingham. Steve Johnson si regala sette giorni da protagonista, elevandosi sopra i più attesi connazionali Sock, Young e Smyczek. La seconda settimana nell’East Midlands inglese rimescola le carte dei favoriti: Ebden, fresco vincitore del torneo terminato la domenica precedente esce al secondo turno; Bogomolov Jr (tds n.1) incappa nel fuoco del russo Ignatik al primo turno e dopo il primo set, perso 7-5, si ritira; Smyczek (tds n.4) pesca all’esordio il temibile sudafricano De Voest, da cui viene puntualmente estromesso e Sock (tds n.5) al secondo turno è sconfitto dall’imprevedibile indiano Devvarman, dopo essere stato avanti 6-1 5-2. Dal mazzo emergono Bemelmans, subito a suo agio sull’erba e con un’autostrada fino alle semifinali dopo l’ottima prestazione contro Ebden; De Voest, sicuro con le suole sopra l’erbetta rasata, e con i giapponesi dall’altra parte della rete (Sugita e Soeda); Devvarman, autore di due splendide vittorie contro Sock e Young; oltre a Steve Johnson, che tra ottavi e quarti abbatte le resistenze di Pospisil e Marchenko.
In semifinale Devvarman, mentalmente scarico dopo le due incredibili resurrezioni contro Sock e Young, trova un Johnson non disposto a concedere sconti, mentre Bemelmans ingaggia una lotta strenua contro De Voest fino al conclusivo 5-7 7-6(5) 7-6(5).
I due set della finale sono pressoché identici nel loro svolgimento: Bemelmans subito avanti di un break – nella prima frazione serve addirittura per il set sul 5-4 – Johnson che recupera e chiude con i break al dodicesimo gioco.
Steve Johnson fino a lunedì scorso al suo best ranking (n.120) con i 90 punti di Nottingham raggiunge l’obiettivo dell’ingresso nei 100. Per il 23enne californiano è il secondo torneo vinto nel circuito challenger, dopo il trionfo di Aptos nell’agosto scorso.
CHALLENGER NOTTINGHAM2 – (Erba) – euro 64,000 – SEMIFINALI E FINALE
[b]Bemelmans b De Voest 5-7 7-6 7-6
Johnson b Devvarman 6-4 6-3 [/b]
[b]Johnson b Bemelmans 7-5 7-5[/b]
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Julian Reister torna alla vittoria dopo due mesi dal successo ottenuto nel challenger di Roma Rai, quando sconfisse in finale Garcia Lopez. E’ una vittoria, quella di Blois, che fa particolarmente piacere per tutte le traversie passate in questi due anni dal tennista di Amburgo e che permette di affermare con certezza che Reister è un tennista ritrovato. I numerosi infortuni infatti hanno rallentato la carriera del tennista tedesco proprio quando Julian era in procinto di fare il grande salto. Nel maggio 2011, qualche settimana dopo il successo di Monza, Reister giunse al suo best ranking (n. 92). Nel torneo di Halle, un mese dopo, nell’incontro con Kamke, si infortunò dopo pochi giochi alla spalla destra e da quel momento iniziò un calvario lungo un anno intero. Pochi tornei e quasi tutte sconfitte nella seconda metà di anno 2011 e assenza completa da gennaio a giugno 2012.
Il rientro nel circuito avvenne nel torneo di Marburg. Poche partite, poi nuova ricaduta, fortunatamente lieve, alla spalla destra che lo tormentò in passato. Ottobre 2012 è stato il mese del rilancio. Nei tornei sulla terra sudamericani esce al primo turno contro De Bakker a Rio de Janeiro, perde al secondo turno
contro Odesnik e finalmente a Montevideo l’acuto con il piazzamento in finale dietro Zeballos.
Quello che la sorte toglie però a volte restituisce: nella settimana di Halle, dove iniziarono i problemi fisici di Julian, a due anni di distanza, il premio del successo. Sull’amata terra, superficie preferita e su cui maggiormente si adatta il gioco di Julian. A Blois il suo percorso è ottimo: vittorie contro Menendez Maceiras, Olivo, Andreozzi e in semifinale contro Capdeville. In finale trova uno dei tennisti più caldi di questa primavera: Dusan Lajovic, in prepotente ascesae in striscia da 9 partite, con scalpi eccellenti tra Caltanissetta (Haase) e Blois (Carreno Busta e Gicquel).
Tutto sembrava filare liscio per il tedesco avanti 6-1 4-3 con break nel secondo. La reazione veemente di Lajovic riportava il match in parità. Lajovic andava ad un passo dal titolo quando serviva per il match sul 5-4 del terzo set. Reister riusciva nel break, così che si giungeva al quasi scontato epilogo del tiebreak. Un parziale di 6 punti consecutivi reindirizzava il match nelle mani del tedesco. A Lajovic, comunque vanno i complimenti per un percorso che conferma la solida crescita.
CHALLENGER BLOIS – (Terra) – euro30,000H – SEMIFINALI E FINALE
[b](4)Lajovic b Gicquel(1) 6-4 6-3
(3)Reister b Capdeville(8) 6-3 7-6[/b]
[b](3)Reister b Lajovic(4) 6-1 6-7 7-6[/b]
Spotlight:
Dusan Lajovic (30 giugno 1990)
Da almeno tre mesi Dusan Lajovic ha ingranato i ritmi giusti per macinare posizioni nel ranking. Agli osservatori più attenti la scalata del tennista serbo non sorprende: buonissimi fondamentali, una discreta resistenza che gli consente di reggere scambi sostenuti; fondo e corsa a profusione; abilità tattica; in definitiva molte sono le qualità atletiche e tecniche di Dusan. Ma i progressi non si riuscirebbe a coglierli appieno se non ci si soffermasse sui miglioramenti di
concentrazione, fiducia e maturità del 22enne serbo. La differenza, da un anno all’altro, sta tutta in questi particolari, che sono però essenziali ai vari livelli del tennis.
Lo scorso anno Dusan affrontava tornei e partite con cali di motivazione e quasi indolenza, adesso inizia ad essere presente in campo dal primo all’ultimo punto
e ciò che più conta ogni giorno. I risultati sono evidenti. Da metà aprile, tolta la parentesi qualificazioni Roland Garros la media è strabiliante, un torneo / un piazzamento: semifinale a Roma, due quarti a Napoli e ancora Roma (Garden), vittoria a Caltanissetta, finale a Blois, ingresso nella top ten race challenger, avvicinamento e obiettivo top 100 a portata di racchetta.
Se si aggiunge che oltre alla terra rossa, superficie dove ha ottenuto i migliori risultati, Dusan si adatta bene al cemento, il quadro si arricchisce di interessanti prospettive per il prossimo futuro. Purché ovviamente sia in grado di curare i dettagli tecnico/tattici del gioco (ad esempio maggiore verticalità e accorciamento degli scambi con le aperture di campo, più un dritto maggiormente incisivo) e di continuare a mostrare costantemente la personalità di quest’ultimo lusinghiero periodo.
Alessandro C.
Daniele Sforza
TAG: Dusan Lajovic, Hawk Eye, Lajovic
2 commenti
grazie
ottimo giocatore con un bel rovescio..peccato ogni tanto si specchi troppo..però è bravo