Benoit Paire, tennis sull’ottovolante (di Marco Mazzoni)
Una delle sorprese del giorno al Foro Italico è stata la vittoria di Benoit Paire contro Juan Martin Del Potro, un match che ha fatto scoprire agli appassionati romani il talentuoso francese di Avignone. A dire il vero, ad occhi esperti il match riservava già dalla vigilia più di un’insidia per il gigante argentino, sia per la sua condizione tutt’altro che buona, che per il tennis potenzialmente devastante del 23enne transalpino. “Potenzialmente” è l’aggettivo più adatto a descrivere Paire, perché di lui si parla da tempo come di un possibile crack; ma per via di un gioco bizzarro e di una personalità a dir poco contorta e conflittuale, è ancora impantanato nel limbo tra il diventare un grande giocatore e restare uno dei tanti.
Eppure basta vederlo in campo pochi minuti per rendersi conto che Benoit è tutt’altro che un giocatore banale, uno dei tanti appunto. La sua racchetta è capace di creare meraviglie tennistiche, di tirar fuori di tutto, e purtroppo il contrario di tutto. Del Potro oggi l’ha agevolato, con un match grigio, giocato male sia tatticamente (ha insistito sul rovescio del francese, il colpo migliore) che agonisticamente. Macchinoso, poco incisivo, Juan Martin non ha mai fatto la differenza col dritto, lontanissimo da quella mazzata terrificante che quando gira al meglio ti lascia letteralmente fermo. Paire si è mantenuto stranamente calmo, evitando quei black out di pura follia con cui perde spesso la rotta, e le partite. 6-4 nel primo set, condotto dall’inizio alla fine grazie ad un buon ritmo al servizio (ripreso al volo il break subito); tiebreak che decide il secondo e chiude il match a favore del francese. Proprio nel tiebreak Paire ha giocato molto bene, tenendo sempre l’iniziativa e non lasciando spazio a “Delpo” di imbastire il suo pressing dal fondo. Una smorzata clamorosa (una delle tante) l’ha portato a match point, chiuso in sicurezza.
Sarà per quello sguardo un po’ cupo e quell’andatura altezzosa, Paire incarna alla perfezione il ruolo del “maledetto”, di un tenebroso pronto ad esplodere alla prima miccia. Come maledetto è il suo tennis per i rivali quando tutto gli gira al meglio: da improvvisi rovesci millimetrici a dritti cross che muoiono appena al di là della rete, passando per smorzate taglia gambe, mascherate benissimo ed eseguite in modo così rapido e con tale sensibilità da risultare precisissime. Letali. Tutto il tennis di Paire è difficile da leggere, rendendolo così ancor più imprevedibile, perché i suoi gesti sono corti, uguali a se stessi anche nelle variazioni di direttrice e spin. Paire è guidato da istinto puro e da uno spiccato senso estetico nel cercare la giocata. Oserei direi quasi un senso artistico nel provare il colpo a sensazione, ad infiammare il pubblico e se stesso.
Un tennis al limite, “on the edge”, ma che gli si può rivoltare contro. Infatti spesso finisce preda di se stesso, della sua sterminata capacità tecnica che lo manda in confusione tattica per il voler troppo mescolare le carte, e stupire. Ma vedere la palla che esce così retta dalle sue corde, con accelerazioni secche di rovescio a flirtare con le righe è uno spettacolo fantastico.
Come le smorzate che gioca appena mette i piedi in campo, poesia vera, sonetti tennistici. I colpi da fondo sono sostenuti da un ottimo servizio, altro movimento veloce, fluido, quasi impossibile da leggere. Il dritto è l’esecuzione più volubile, giocato con una curiosa apertura del polso che alla fine del caricamento fa passare l’ovale per un attimo parallelo al terreno, rendendo quindi più difficile raccogliere le palle basse. Infatti col dritto può uscirgli una frustata micidiale che si abbassa di brutto appena varca la metà campo, come una palletta inerme che muore stancamente nelle maglie della rete, a regalare punti ai rivali.
Regali… il peccato originale di Paire, che da artista del tennis è tutto fuorché consistente, e decisamente più debole in difesa rispetto alle fasi d’attacco. Va a fiammate, alternando momenti sublimi a disastri colossali, in cui distrugge in un sol colpo tutte le meraviglie create. Nel match di secondo turno contro Bennetaeu ha prodotto un campionario completo del suo repertorio, fatto di un mix imprevedibile di meraviglie ed orrori. Ha ubriacato a tratti il connazionale con bordate di rovescio alternate e a tocchi di fino, e buttando poi via games interi con pallacce finite fuori più di un metro.
Si dice che la virtù sta nel mezzo. Se Paire riuscirà trovare una condotta di gara un minimo più regolare, la Francia potrebbe aver trovato l’ennesimo ottimo tennista, con potenziale tecnico per arrivare ad un passo dalla top10. Dall’altro lato, un giocatore alimentato da così tanto talento non va castrato, ingrigito su di una tattica prestabilita. Basterebbe che prendesse ad esempio il match appena vinto contro Del Potro, in cui ha continuato a correre sull’ottovolante con momenti stupendi e vari errori, ma restando focalizzato sulla partita è riuscito a portarla a casa. Non sarà facile, perché la cartolina migliore del suo stare in campo erano gli sguardi dei colleghi dell’Equipe (seduti a fianco), che lo conoscono da sempre: moderata esaltazione anche nelle giocate più sublimi, aspettando puntuali gli errori più banali.
Da Roma – Marco Mazzoni
TAG: Benoit Paire, Masters 1000 Roma, Masters 1000 Roma 2013
Pensare che io mi sono divertito a vederlo persino contro Monaco in differita di 12 ore… Quel ragazzo è un film, semplicemente: gioca come stesse dipingendo.
Un 8 a Paire, e un voto ben più alto a Berdych
PAIRE UN POLO HA PERSO DA SEPPI 6162 A BELGRADO IN FINALE
ciao, ringrazio x i complimenti, troppo gentili 🙂
sono appena tornato dalla “stesa” che Paire ha dato a Granollers. L’iberico troppo troppo passivo, non ha quasi mai reagito agli attacchi di Paire, e soprattutto non ha capito che il punto debole di Paire è il dritto su palle senza peso o con tantissimo spin, per via di quell’apertura e gioco di polso strano… non c’ha provato mai a ribattere con palle sporche, difficili.
Va detto però che Paire ha disegnato il campo, aprendolo appena possibile. Pennellate d’autore, momenti di tennis offensivo notevolissimi. Il modo in cui passa da una palla incidente cross ad una accelerazione di rovescio lungolinea è da campionissimo vero… ed è una soluzione che può dare molto fastidio ai top. Però va visto contro un tennista che gli proporrà più intensità, palle più rapide e complesse, e che riuscirà a metterlo più in difesa. E’ stato anche stranamente calmo, decontratto, le condizioni migliori per farlo rendere al top. Del resto, vincendo (e pure bene) è facile essere decontratti!
Sabato sarà tutta un’altra storia, sia vs Roger che contro la potenza e zero ritmo di Janowicz
@ Luca Napoli (#849584)
paire 7.5? almeno 8
Bello, bellissimo articolo che mostra come un occhio attento e sensibile sia capace di riunire scene di tennis e sentimenti umani per farne lirica pura. Bravo, bravissimo Marco
invece che dalla scuola spagnola, dovremmo emulare i francesi! una valanga di giocatori eterogenei, di ogni livello, talenti e non!
per inciso, un fremito l’ho avuto anche nel vedere paire contro del potro, ma in questo caso per il puro piacere di vedere del “Tennis”, con la t maiuscola.
non potrei essere più d’accordo.
anche se fa paura, perché sembra lurch, e non vorrei essere nei panni dei raccattapalle che gli stanno vicino :mrgreen:.
però è impressionante in senso positivo per come sta in campo.
non ho ben capito ieri se sulla palla break del primo gioco del secondo set fosse in buona fede o meno (ma poi anche gasquet non si è “accorto” di un doppio rimbalzo…) e gli urli lanciati ad minchiam sono abbastanza terrificanti e non depongono a favore della tenuta del suo cervello, ma è un piacere vedere come gioca sempre a tutta.
forse “pensa” ancora troppo, e lo si vede in alcuni rovesci che più sconclusionati non si può.
ieri, comunque, ho imparato una cosa: anche se mi ha fruttato una cinquantina di euro, mai scommettere sulle partite di janowicz!
@ Luca Napoli (#849584)
Berdich vale almeno 8-8,5 come tecnica pura
non so, il tennis è fatto di momenti in cui ti accorgi di qualcosa di nuovo, un po’ come quando vidi la finale di wimbledon ’85 con Becker e la coppa Davis Italia-Svizzera’99 con Federer diciassettenne che scherza Sanguinetti….ultimamente mi è capitato di vedere Janowicz e ho avuto un fremito….
@ Luca Napoli (#849535)
Dimitrov e Gulbis il salto prima o poi lo faranno.
TECNICAMENTE:
La top 10 (classifica ATP)
Djokovic 7.5
Murray 7.5
Federer 9
Ferrer 6
Nadal 7.5
Berdych 6.5
Del Potro 6.5
Tsonga 6.5
Gasquet 8
Wawrinka 8
…
Gulbis 8
Dimitrov 9
Haas 8
Paire 7.5
Dologopolov 7.5
Janowicz 7.5
…
Seppi 6
Fognini 7.5
Lorenzi 5.5
Bolelli 7
Volandri 7
P.S. I quattro giocatori che in questo momento preferisco vedere sono: 1. DIMITROV 2. GULBIS 3. PAIRE 4. JANOWICZ
Vado controcorente. Secondo me non e’ una questione di testa(quasi tutti i tennisti sono matti). E’ una questione tecnica: dalla parte sinistra fa quello che vuole, ha uno dei bimani migliori al mondo. Ma di diritto e’ praticamente NULLO
@ lucio (#849547)
Bè come carattere e talento è simile a Fognini. Magari Paire gioca meglio su tutte le superfici ma in quanto a sceneggiate siamo lì..
già! per fortuna che ci sono ancora giocatori come lui ad esprimere un tennis diverso dalla macchinosa sequenza scacchistica di solidi scambi da fondo che fa il 99% degli altri!
trovarsi ad imprecare per una palla banale gettata alle ortiche per fare un dropshot che torna indietro, mandato a rete, è quasi un sollievo…..benvenuto al tennis!
che personalita’!!! noi italiani non avremo mai giocatori cosi’..
Grazie Marco, un altro ottimo pezzo 🙂
le smorzate al volo giocate con tale sicumera ancora mi mancavano.
non avevo mai visto giocare paire, ma spero di vederlo spesso, d’ora in poi.
la sua partita (la sua, perché del potro era ancora con la testa al papa) (ognuno ha i propri gusti…) e quella fra janowicz e gasquet sono i motivi per cui è bello guardare il tennis!
Sono molto contento dell’attenzione destinata da Mazzoni alla bella vittoria di Benoit Paire, passata un po’ in sordina.
Benoit l’ho visto giocare per la prima volta a Todi e voglio dire che qui a Roma l’ho trovato molto maturato, più uomo.
Altero in campo, rigido nel portamento, quanto sciatto al suo angolo con bottiglie dell’acqua gettate alla rinfusa o lasciate disordinatamente a terra.
Silenzioso e quasi senza espressione in campo, ogni tanto un sorriso tra l’ironico e il sarcastico, a flebile ricordo dell’atteggiamento irragionevole visto a Todi.
Talento di razza, genio dalla difficile gestione, e movenze feline che fanno scoprire allo spettatore un effetto rallenty dei formidabili colpi.
Sarà dovuto, come scrive Mazzoni, alla brevità del movimento, ma sembra effettuare con lentezza dei movimenti micidiali e immediati.
A me Benoit Paire piace moltissimo, forse più di qualsiasi altro giocatore in attività … in effetti leggendo la descrizione che ne faccio qui sopra riconosco di aver “dipinto” l’immagine che rapprsenta il negativo di un altro tennista, gran vincitore, ma inversamente giocatore.
Viva il tennis, onore a Gulbis.
TANTE PROMESSE CHE DEVONO FARE ANCORA IL SALTO DI QUALITÀ:
1988:
Gulbis
1989:
Paire
1990:
Janowicz
1991:
Dimitrov
1992:
Tomic
Harrison
Complimenti come sempre! Ogni volta che leggo i tuoi articoli mi emoziono 🙂 🙂 🙂
Altro talento puro al momento senza troppa testa ma credo sia solo questione di tempo perché questo verrà fuori e con lui Gulbis e Janowicz e perché no mettiamoci pure lui Dolgopolov tutta gente con un talento ma senza testa chi più e chi meno.