Hawk eye – il tennis a 360 gradi: Spotlight su Aljaz Bedene
Hawk Eye: Spotlight
Aljaz Bedene (Lubiana, 18 luglio 1989)
Aljaz, come molti altri tennisti ha praticato diversi sport prima di dedicarsi completamente al tennis, scegliendo quest’ultimo grazie alle sue notevoli qualità. Nonostante i notevoli costi per praticare questo sport Aljaz è stato sostenuto dalla famiglia che è stata ripagata dal giovane sloveno, stabile questa settimana al 81 posto del ranking mondiale. Aljaz ha anche un fratello gemello. Andraz, anche lui tennista ed attualmente al numero 1177 del ranking mondiale.
Un ragazzo timido da piccolo, dice di non essere mai stato ripreso dai suoi insegnanti, con due modelli sportivi: Michael Schumacher e Fernando Gonzalez. Il primo sicuramente gli avrà trasmesso quella mentalità vincente fondamentale in uno sport come il tennis mentre dal secondo non ha potuto riprendere il favoloso dritto che distruggeva letteralmente gli avversari ma è riuscito comunque a creare un dritto che lui reputa il suo colpo migliore.
Lo sloveno nella sua carriera ha conquistato 6 tornei Atp Challenger di cui 3 in Italia. Ricordo perfettamente i due successi, visti live, nella città di Barletta in cui ha sconfitto nel 2011 Volandri e nel 2012 Starace. Quest’anno si è aggiunto il successo nella città di Roma maturato con la vittoria ancora una volta su Volandri. Da segnalare inoltre ad inizio stagione la semifinale nel torneo indiano di Chennai, in cui dopo aver battuto il neo top ten Wawrinka si è arreso a Janko Tisparevic. Il 2013 non è iniziato al meglio per lo sloveno che, dopo la semifinale a Chennai ha collezionato diverse sconfitte al primo turno e al secondo, sempre in 3 set eccetto per la partita contro l’italiano Fognini e il ceco Pospisil nel challenger di Ostrava. Quindi sicuramente l’aspetto mentale è da migliorare.
Aljaz sicuramente ha un ottimo tocco di palla, varia molto il suo gioco tennistico ma gli manca un colpo risolutore nello scambio. Discreto il servizio e buono anche il gioco a rete. Lo sloveno non è il tipico “pallettaro” spagnolo ma è troppo “leggero” e probabilmente per questo motivo non entrerà mai nei top 10 del ranking mondiale. La superficie preferita dallo sloveno è la terra anche se si adatta facilmente anche sulle superfici veloci. Sicuramente a mio parere riuscirà a fare una carriera alla Berlocq/Zeballos con un entrata nei top 50 che è l’obiettivo stagionale di Aljaz.
Radu Albot sul 4-1 del secondo set della finale ha avuto l’occasione di rendere indimenticabile il primo appuntamento importante della sua carriera tennistica. Bastava tenere due turni di servizio per andare al terzo e, chissà, avrebbe potuto cambiare la storia del torneo di Karshi. Il tennista moldavo, classe 1989, era infatti alla prima finale nel circuito challenger, dopo ben 14 vittorie nei Futures, 12 tra l’ottobre 2010 e il maggio 2012. Una finale conquistata con merito ma che lo vedeva opposto alla prima testa di serie del main draw: il russo Teymuraz Gabashvili (n.177 all’inizio del torneo). L’incostanza di Gabashvili e l’assoluta imprevedibilità, o se si preferisce la completa inaffidabilità, sono cose note. Però questa settimana girava tutto bene al tennista di origine georgiana, ex n. 59 del ranking nel 2009, tanto che il pronostico era per lui.
Eppure Albot è andato vicino a riaprire i giochi di una partita, che nel primo set pareva avesse un esito scontato. Gabashvili imperversava, saltando da una parte all’altra del campo e con un brioso gioco di pressione, fatto di vincenti, volèe ed errori provocati, portava a casa il primo set, grazie a un break ben difeso e a un servizio perfino efficace.
Nel secondo set un passaggio a vuoto del russo portava il moldavo ad intravedere il traguardo del terzo set. Vuoi vedere che il solito Gabashvili rimette in partita l’avversario? Abbiamo pensato. No, stavolta Teymuraz, tiene fede al suo nick e torna ad essere “Tsunami”, giocando bene dal primo all’ultimo punto di tutto il torneo. Recupera il break, pareggia e da la spallata finale con il secondo break, che lo porta a servire per il match. Albot capisce che dovrà rimandare la prima vittoria nei Challenger. Da aggiungere che Radu Albot (n.251 lunedì passato e 214 best ranking) attraversa un buon periodo di forma e che non è un caso sia approdato alla finale di Karshi. Prestazioni valide si erano viste nell’ultimo periodo (2 Futures vinti e una Finale) e la scorsa settimana a Tunisi con le vittorie su Ilhan e Jaziri. Tuttavia ciò non è bastato per il primo trofeo. Per contro Gabashvili torna a vincere un torneo, evento che non accadeva dal positivissimo anno 2008, in cui ottenne 4 delle 5 affermazioni passate. Karshi è per lui il 6° trionfo.
Da segnalare le buone prove dell’indiano Amritraj, giunto in semifinale dopo aver eliminato la tds n.2 Weintraub, e del taiwanese Ti Chen, anch’egli semifinalista, dopo la vittoria a sorpresa sul ucraino Nedovyesov.
CHALLENGER KARSHI – (Cemento) – $50,000 – SEMIFINALI E FINALE
(1)Gabashvili b Ti Chen(6) 6-2 6-4
(7)Albot b Amritraj 6-1 3-0 rit.
(1)Gabashvili b Albot(7) 6-4 6-4
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Venerdì pomeriggio, dopo la complicata semifinale del circolo Garden, Aljaz Bedene (n.86 all’inizio del torneo) si proiettava verso la finale del sabato. Non conosceva ancora il suo avversario perché Volandri e Bachinger erano in campo. Con la testa rivolta alla preparazione dell’atto conclusivo del torneo iniziava una seduta di corsa e di scarico prima del riposo. Al ritorno la brutta sorpresa: la sua borsa con le racchette, i documenti, ecc. era stata rubata e una serie di grattacapi da risolvere incombevano. Fortuna ha voluto che avesse tre racchette dall’incordatore e ai piedi le scarpe con suole adatte per la superficie in terra. Nonostante la seccatura supplementare non ha perso il buonumore e ha postato un breve resoconto della disavventura accaduta, con un bell’incitamento a se stesso, “domani lotterò per vincere”.
Bedene ci ha messo più motivazione e rabbia del solito sabato pomeriggio quando è sceso in campo contro Volandri, per contendere il titolo del Challenger di Roma Garden. Cattiveria agonistica, incanalata da un’energia ad alta tensione che ha stroncato il tennista livornese. Due set senza storia, 6-4 6-2 e una dimostrazione di forza inarrestabile.
Aljaz Bedene è fatto così: è un vincente, lo testimoniano le 6 finali vinte sulle 7 disputate, e ha un feeling particolare con la nostra nazione, dove ha vinto metà dei suoi titoli (due a Barletta e l’ultimo a Roma). Per il 23enne di Lubiana è anche un ritorno al bel gioco, che nel 2012 lo aveva portato a vincere 4 titoli in 5 mesi. Lo spettacolo offerto in semifinale contro Delbonis (n.112 lunedì scorso) è stato eccelso. Sotto di un set e 2-4 per l’argentino, Bedene ha invertito la rotta di un match apparso irrimediabilmente perso, ritrovando precisione negli scambi e concentrazione necessaria per ribaltare l’inerzia del match. Al terzo set un Delbonis quasi abbattuto psicologicamente non riusciva ad arginare le diagonali impetuose dello sloveno, soccombendo alla fine ad una superiorità divenuta evidente, oltre il punteggio.
Peccato per Volandri. Dopo il lampo di Starace della scorsa settimana sarebbe stato bello celebrare il ritorno alla vittoria di un altro grande trentenne del nostro movimento tennistico. L’ottima settimana e le prestazioni di livello offerte contro
Pella (n.101) e Bachinger (n.133) (in alcuni momenti tracimante) avevano forse illuso per la finale. Pazienza. Ci sarà una prossima occasione…Bedene è oggi un osso duro per tutti a livello challenger, con margini di progresso tutti da esplorare.
CHALLENGER ROMA GARDEN – (terra) – euro30.000H – SEMIFINALI E FINALE
Volandri b Bachinger 1-6 7-5 6-4
(2)Bedene b Delbonis 3-6 6-4 6-3
(2)Bedene b Volandri 6-4 6-2
In Cina si svolge nella seconda settimana di Maggio il torneo Challenger più ricco della settimana (Kun Ming). Vi partecipano due top 100 quali Lu e Lacko che escono malamente ai quarti (sconfitta con De voest) e al primo turno (sconfitta contro l’australiano Reid, in ascesa in questo 2013) Delle teste di serie solo altre due , oltre a Lu, arrivano ai quarti : Bogomolov e Ebden. Il russo, dopo il successo sempre nel 2013 a Guadalajara, ha dimostrato di attraversare un ottimo stato di forma con un ottima tenuta mentale. Infatti tolta la passeggiata al primo turno contro l’irlandese Mcgee, tutte le vittorie del russo sono arrivate in tre set compresa la finale contro De Voest di cui abbiamo parlato ampiamente dopo la sua vittoria a Rimouski. Ottima prestazione del tennista australiano Smith che raggiunge le semifinali battendo il connazionale Ebden e per il tennista di Taipei Yang che conferma l’ottimo stato di forma raggiungendo per la seconda volta consecutiva le semifinali con vittorie prestigiose ai danni di Ito ( ad An ning) e di Sugita e Wu a Kun Ming.
Challenger di Kun Ming(Hard)- Semifinali e Finale
Bogomolov b. Smith 16 63 63
De Voest b. Yang 67(0) 64 76(1)
Bogomolov b. De Voest 63 46 76(2)
Il challenger brasiliano di Rio Quente vede il successo di Ram testa di serie numero uno che con questo successo rientra nei 100 e avvicina il proprio best ranking(numero 88 al momento br numero 78). L’americano ha avuto però qualche problema a ottenere questo successo nonostante avesse un tabellone molto facile per essere quello di un challenger (le prime 4 teste di serie erano gli unici giocatori in tabellone nei top 200).
In questo torneo però segnaliamo il secondo turno del giovanissimo Tebet Filho classe 1996 che partendo dalle qualificazioni è riuscito ha superare il primo turno e a non sfigurare contro l’altro giovane brasiliano Clezar . Egli anche se sembra un pò troppo leggerino ma ha dei buoni colpi e una discreta varietà di soluzioni(soprattutto le discese a rete) .
Segnaliamo inoltre i quarti di finale del giovane Clezar classe 1992 (possiamo considerarlo anche come 93’ in quanto è nato l’ultimo dell’anno) e la finale dell’esperto Ghem apparso molto in condizione nel challenger di casa poiché è arrivato in finale senza perdere nemmeno un set.
Challenger Rio Quente(Hard)- Semifinali e Finale
Ghem b. De Paula 64 63
Ram b. Duckworth 64 64
Ram b. Ghem 46 64 63
Alessandro C.
Francesco Sforza
Daniele Sforza
TAG: Aljaz Bedene, Bedene, Hawk Eye
4 commenti
Credo abbia le stesse possibilità di Klizan, quindi un tantino più alto. Se riesce a trovare convinzione nei propri mezzi e continuità va un bel po’ più su
Del tutto riduttive le aspettative di carriera alla Zeballos/Berlocq per Bedene…
Buono l’articolo specialmente su Bedene che farà ancora strada per me (è giovanissimo) non concordo sulla fragilità mentale che per me non c’è anzi e poi una sola segnalazione:
“ma gli manca un colpo risolutrice”
non si può leggere, fa piangere anche Gesù bambino!
per il resto bel lavoro anche stavolta! 😉
Grandi ragazzi, come al solito! bedene ha avuto Del Bonis dalla sua che ha buttato via il match in semi ma rimane un bel giocatore..