Hawk eye – il tennis a 360 gradi: Spotlight su Vasek Pospisil
Una delle perplessità che girava sul conto di Vasek Pospisil, era quella, assai singolare, di essere un tennista che fino a oggi aveva ottenuto nel mondo Challenger soltanto successi e affermazioni entro i confini della nazione. “Si, bene… ma fuori dal Canada?” Ci si domandava…
Questa velata critica, accompagnata dal dato di fatto del ranking in discesa nel 2013 (attuale n. 131 e best ranking n. 85), era sollevata per ridimensionare le qualità del giovane canadese. Un primo titolo nel 2012 nell’indoor di Rimouski, un secondo titolo nell’Open di Grandby e una finale ancora a Rimouski nel 2013 potevano essere constatazioni interessanti anche per individuare dei limiti nella crescita di Vasek. La parziale casualità dei risultati necessitava di essere smentita dagli eventi. A Johannesburg, un appuntamento ricco nel panorama challenger (100.000$), Pospisil dimostra di essere sulla strada giusta per il reingresso nei 100 e per riprendere il filo della progressione sospesa alla fine dello scorso anno, con la chiusura della stagione e con le difficoltà del gennaio/febbraio 2013, quando per una debilitante mononucleosi, diagnosticata – buon per lui – in fase iniziale, non ha giocato match ufficiali.
Forse gli scettici continueranno a storcere il naso per il modo in cui la vittoria è arrivata – match di finale vinto per ritiro dell’avversario – tuttavia siamo certi che prima o poi Vasek tirerà fuori delle prestazioni tali da farli ricredere. Le qualità del 22enne di Vernon, nostro malgrado, le abbiamo testate in quel doppio decisivo di Vancouver, emozionante, bellissimo e purtroppo dal fondo amaro.
Nell’Open di Soweto, terra di caccia degli specialisti dello scambio sui tre colpi (servizio, risposta e colpo definitivo) si presentano ai quarti, dopo un andamento pressoché regolare, le prime quattro teste di serie di un main draw dominato dalla partecipazione di giovani tennisti locali. Nei quarti Ram (n.111) è l’unica testa di serie ad uscire contro il sorprendente e giovanissimo Mate Pavic (19anni n. 361). Lacko (n.78) passa con De Paula (tds n.8 e n. 255), e nei due match più interessanti sotto il profilo qualitativo, Przysiezny (n.151) ha la meglio sul serve and volley di Dustin Brown (n.156), mentre Pospisil si prende la rivincita su DeVoest (tds n.7 e n. 201), che lo aveva battuto in finale a Rimouski. In semifinale Lukas Lacko cede contro pronostico di fronte a Przysiezny e Pospisil fatica contro Pavic.
In finale, dopo un set molto combattuto con set point da una parte e dall’altra nel tie break vinto dal tennista polacco, un problema fisico costringe Przysiezny ad alzare bianca a partita ormai compromessa.
Pospisil ora è atteso ad altri risultati di conferma e a prove di piena maturazione.
CHALLENGER JOHANNESBURG (cemento) – $100.000H – SEMIFINALI E FINALE
(4)Przysiezny b Lacko(1) 6-3 7-6
(3)Pospisil b Pavic 6-3 7-6
(3)Pospisil b Przysiezny(4) 6-7 6-0 4-1 rit.
“I’ve been playing well this week, so I felt like if I came out and played my game today it would go my way,” sono le parole di Denis Kudla dopo la splendida interpretazione della complicata har-tru (terra verde) di Tallahasse.
Attenzione al ventenne americano di origini ucraine… Di lui avevamo parlato in un precedente spotlight nel mese di marzo (data 19, a cui rimandiamo), quando arrivò ad una inaspettata finale contro Melzer, persa sul cemento di Dallas dopo un ottimo torneo. Oggi ci ripetiamo con maggiore convinzione: Denis Kudla è maturo per un salto di qualità, il cui ingresso nei 100 è soltanto uno step per qualcosa di più ambizioso. Impressionante la personalità con cui sta in campo, attento alle strategie e alle scelte di gioco, Denis si sta costruendo un solido futuro, con un modello di “smart-tennis” di grande solidità. Tennista che raramente concede punti facili, abile nel variare continuamente i colpi – mai due uguali consecutivi – atleta di difesa, quando è necessario pazientare nell’attesa del momento giusto per ribaltare l’inerzia dello scambio, e d’attacco quando è il momento di aggredire con colpi definitivi, Kudla ha schiantato gli avversari con la forza e la velocità del pensiero. Una connessione di lucidità e rapidità d’azione che dopo Tallahassee sembra pronto a condurlo ad una progressione che soltanto una stagione fà non era preventivabile.
Ammettiamo di essere rimasti ammirati dalle fasi conclusive giocate da Kudla in Florida. Nella vittoria in semifinale contro Harrison (n.81), vincitore del torneo di Savannah e in striscia di 8 vittorie, c’è un concentrato di qualità e densità tennistica entusiasmante.
Partita vera contro un buonissimo Harrison, risolta con una ragnatela di situazioni che ha sfiancato mentalmente Ryan fino alla resa. Per quasi due set Kudla non concede palle break e fa sentire il peso dell’insicurezza al rivale. A sua volta sfrutta la prima palla break avuta nel secondo gioco del primo parziale. Poi il sussulto di Harrison nel 12° gioco del 2°set che premia l’audacia di Ryan. Inerzia che sembra spostarsi verso Harrison per il terzo set, e invece con concentrazione e tranquillità Kudla riprende a tessere la sua micidiale trama di difesa, variazioni di ritmo e attacchi, che riporta Harrison a quel sottile disagio psicologico, che diventa esiziale quando perde il servizio per due volte consecutive, la seconda dopo averlo immediatamente recuperato. Kudla chiude tenendo con sicurezza gli ultimi due turni di servizio.
Si è capito dal venerdì che l’esito del torneo era segnato, nonostante uno Stebe (n.180) granitico e finalmente in forma si fosse imposto in un gran match di semifinale contro Smyczek (n.120), vincitore della precedente edizione. La finale non ha avuto storia: Kudla ha preso in mano la partita immediatamente andando sul 2-0, poi 3 giochi consecutivi di Stebe illudevano per un match giocato sul filo dell’equilibrio. Da quel momento Kudla costruiva trappole tennistiche che stordivano il tedesco, il quale perdeva 8 giochi di fila. Sul 6-3 4-0 del secondo set nessuno è stato sfiorato dall’idea, che a quel punto Kudla potesse perdere il match.
Denis Kudla vince il terzo titolo challenger nel modo più convincente ed esaltante possibile. Da lunedì sarà proiettato al suo nuovo best ranking (n.114)
CHALLENGER TALLAHASSEE (terra verde) – $50.000 – SEMIFINALI E FINALE
Stebe b Smyczek(5) 7-5 6-0
(7)Kudla b Harrison(2) 6-4 5-7 6-3
(7)Kudla b Stebe 6-3 6-3
Non vorremmo dirlo a voce troppo alta, ma i segnali di qualcosa che sta per deflagrare nel mondo tennistico ATP ci sono tutti.
Neanche tre settimane fà gli avevamo dedicato lo spotlight della rubrica, e stupefatti avevamo narrato le gesta di questo 19enne a Mersin e all’impressione che ci aveva lasciato nel corso delle partite più importanti di quel torneo.
A distanza di appena 20 giorni siamo a ripeterci per un’impresa ancor più sensazionale: Jiry Vesely, dal 164 di lunedì scorso al n.125 di oggi, è la più grande promessa del tennis mondiale. Inutile nasconderlo, il tennista ceco ambisce senza riserve ad essere uno dei protagonisti dell’anno 2013 e dei prossimi a venire. La esaltante conferma di Ostrava ci consente di aggiungere dei tasselli fondamentali per capire le prospettive di Vesely e le potenzialità del ragazzo.
Una cosa in particolare vorremmo sottolineare: Jiry pare possedere la qualità che è propria di coloro che sono diventati campionissimi, ossia riuscire a rendere oltre il proprio limite nei momenti che contano, dove occorre la quadratura tra lucidità, freddezza, sicurezza, forza mentale. Accompagnata dal talento, da uno smodato talento. C’è un binario che tiene insieme le parallele di Mersin e Ostrava; in entrambi Jiry gioca al meglio negli ultimi tre giorni; cresce con il procedere del torneo; accumula energia per scaricarla nelle fasi calde, giocando il miglior tennis.
A Mersin aveva disintegrato in finale con un doppio 6-1 un tennista esperto e forte sulla terra battuta come Greul. A Ostrava distrugge la resistenza di Darcis con un doppio 6-4, ma con una prova di sicurezza assoluta nel secondo set, quando da 0-3 recupera il break di vantaggio per arrivare al pari. Sul 3-4 cambia marcia, impone il suo ritmo e porta a casa il match con altri 3 giochi consecutivi.
Ma la finale è soltanto un pezzo del mosaico, perché il capolavoro Vesely lo fa nel quarto contro Haider Maurer, uscendo vincitore in un terzo set dove l’inerzia era per il valido tennista austriaco, fino all’interruzione per pioggia sull’1-1. Al rientro in campo piazza il break decisivo, resistendo ai furenti tentativi di rimonta del tenace specialista della terra.
Che dire poi dei miglioramenti nei fondamentali? Delle alte percentuali di realizzazione dei suoi schemi? Delle improvvise accelerazioni per aprirsi il campo che spesso sono dei vincenti? E ancora il gioco di volo (a Sarajevo sconfisse Kavcic giocando per ampi sprazzi un serve and volley efficacissimo su una superficie liscia e superveloce) e il tocco già buono, la velocità di palla e in generale la bellissima fluidità dei movimenti sia del servizio del dritto e del rovescio. Già il rovescio.. esteticamente un’opera d’arte, un fendente sanguinoso, un colpo di una cattiveria sfrontata, spesso incontenibile per poter provare una difesa.
Si! E’ probabile che si stia per rivelare un fuoriclasse. A Ostrava non c’è stato spazio per altri.
CHALLENGER OSTRAVA (terra) – EURO85.000h – SEMIFINALI E FINALE
(6)Darcis b Rosol(1) 4-6 7-6 6-4
Vesely b Mecir(q) 6-2 6-4
Vesely b Darcis(6) 6-4 6-4
Alzi la mano chi prima dell’inizio del torneo avrebbe pronosticato una finale al challenger di Napoli tra Potito Starace e Alessandro Giannessi.
Questi 2 giocatori arrivavano tutti e due da un periodo nerissimo . Il primo quest’anno ha ottenuto solo 2 vittorie (contro 2 carneadi) a causa di vari problemi fisici e quindi ha perso tante tantissime posizioni prima di questo torneo (era fuori dai 400).
Il secondo ha ottenuto ben 4 vittorie ma non riusciva a passare un turno nei challenger da inizio anno quando ottenne i quarti di finale nel challenger di Noumea.
Eppure tutti e 2 ingranano ottime prestazioni. Starace dopo un primo turno in cui regala un set al giovane francese Huges Herbert non incontra più alcuna difficoltà distruggendo letteralmente qualsiasi avversario che incontra. Giannessi , invece, complice un tabellone più ostico di Starace fatica tantissimo per raggiungere la finale eliminando tra gli altri in semifinale Filippo Volandri al tiebreak del terzo set dopo una partita di quasi 3 ore.
Chi però impressiona al primo turno del challenger di Napoli è Edoardo Eremin wc classe 1993. Egli mette in mostra un servizio veramente incredibile e ottimi fondamentali da fondo annichilendo 60 61 l’argentino Migani. Purtroppo si ritira al secondo turno per problemi agli addominali ma questo ragazzo farà tantissima strada.
Autore di una buona prestazione anche Bellotti che dimostra un gioco molto solido e concreto e perde malamente dopo aver sprecato diverse occasioni al tiebreak del terzo set al secondo turno contro il francese Dasnieres De Veigy. I quarti di finale erano alla sua portata e questa è stata soprattutto una sconfitta di inesperienza ma visto che il suo livello sembra oramai adatto per i challenger ci aspettiamo grandi miglioramenti in classifica per lui.
Altro italiano in tabellone il giovane Omar Giacalone classe 1992 . Egli perde al primo turno al tiebreak del terzo set contro la tds n3 Gicquel dopo aver passato le qualificazioni. Però egli mostra senza dubbio di valere di più della posizione che occupa al momento ,(numero 900 circa). Dovrebbe migliorare soprattutto il servizio che è parso un colpo poco incisivo a questi livelli.
Infine Gianluigi Quinzi che perde in 2 set contro la tds n.1 Kavcic . il più grande miglioramento nel suo gioco rispetto a 3 settimane fa è quello di aver iniziato ad andare a rete. Il ragazzo evidentemente ha capito che deve migliorare questo fondamentale (a roma il suo gioco di volo era parso veramente nullo) se vuole salire in classifica.
Challenger Napoli- Semifinali-Finale
Giannessi b. Volandri 76(2) 57 76(4)
Starace b. Guez 61 64
Starace b. Giannessi 62 20 rit.
Il challenger di An Ning in Cina vede invece il successo di Marton Fucsovics (di cui parleremo sicuramente più in là). Il giovane (classe 1992), che era uno dei migliori prospetti europei under 16 quando era juniores ha la meglio in un challenger senza grandi nomi alla partenza che dopo il primo turno vede capitolare ben 6 delle 8 teste di serie.
Da segnalare che due giocatori come Ito e Ward, nonostante avessero il ranking per entrare in tabellone, sono partiti dalle qualificazioni e sono giunti rispettivamente ai quarti e in finale.
Challenger An Ning- Semifinale- Finale
Fucsovics b. Marcan 64 63
Ward b. Yang 64 57 62
Fucsovics b. Ward 75 36 63
Hawk Eye: Spotlight
Vasek Pospisil (Vernon,23 Giugno 1990)
Questa settimana, dopo averne parlato in questo stesso articolo nel trafiletto riguardante il Challenger di Johannesburg, ci occupiamo del tennista canadese che insieme al suo ex compagno di doppio Raonic ( lo era quando i due erano juniores),ha spezzato i sogni di gloria italiani nei quarti di finale della Coppa Davis.
Il passaggio del canadese da juniores a pro non è stato dei più semplici. In singolare nei primi due anni di professionismo non è riuscito a imporsi sugli altri tennisti. Così ha iniziato il 2009, anno della svolta, partendo dalla posizione 1081, arrivando a entrare nei top 350 con alcuni risultati da segnalare. Una vittoria sul suo compagno di sempre Raonic lo ha portato per la prima volta a raggiungere le semifinali di un torneo futures. Successivamente ne otterrà altre 4 a cui poi bisogna aggiungere una finale contro il neozelandese Venus, tornato a vincere un match questa settimana in Asia, e 4 vittorie (2 in Italia e 2 in Messico). Poi un anno interlocutore, il 2010, e infine l’affermazione nel 2011 che lo ha portato a ridosso dei 100. Nel 2012 per la prima volta entra nei top 100 affermandosi in 85esima posizione. Da qui in poi esce dai top 100 e rimane stabile entro i 120 tennisti. In questo 2013 abbiamo già citato la malattia della mononucleosi che lo ha colpito all’inizio dell’anno ma da quel momento Vasek ha cominciato a ingranare ottime prestazioni che lo hanno portato questa settimana a ridosso dei 100 (n.104).
Il tennista originario di Vernon è un combattente, lui afferma come i suoi film preferiti siano il Signore degli Anelli e il Gladiatore, e possiamo definirlo come un giocatore eclettico. Gioca molto bene in difesa, lo abbiamo potuto constatare anche nel match contro il nostro Seppi in Coppa Davis. Sicuramente i suoi colpi migliori sono il servizio ( lui è uno specialista delle superfici veloci) e il dritto con cui chiude spesso il punto. Il gioco a rete è sicuramente un punto di forza per il canadese. L’unico colpo su cui Pospisil può migliorare è proprio il rovescio a due mani usato quasi sempre in maniera difensiva.
Obiettivo della carriera di Pospisil è quello di entrare nei top 30, sicuramente il tennista 22enne non avrà vita facile per raggiungere questo importante obiettivo e certamente dovrà migliorare sia sui colpi che sulla tenuta mentale (ricordiamo ad esempio ancora il match con Seppi perso dopo essere stato avanti 2 set a 0) ma ovviamente gli auguriamo il meglio possibile.
Alessandro C.
Francesco Sforza
Daniele Sforza
TAG: Hawk Eye, Vasek Pospisil
7 commenti
Pospisil fra i tre è quello con delle carenze più marcate; gli scambi lunghi per lui sono un’incognita e sulla terra non riesce a sfondare.
Kudla per come l’ho visto e se gioca al livello di Tallahassee ha ottime possibilità. Per ora paga il fatto che il circuito americano sia tra tutti quello più equilibrato e i tennisti si conoscono e sono quasi sempre gli stessi. Però è un tennista che si adatta agli avversari e alle condizioni di superficie.
Su Vesely sei anche tanto prudente
Bell’articolo, complimenti ragazzi. vedo più’ futuribile Vesely che ha avuto una crescita costante, mentre Kudla e Pospisil vanno troppo a sprazzi e mi danno l’impressione di essere competitivi solo,su certi terreni e solo in Nord America.
@ Marco (#843232)
Giuste considerazioni 😉 😉
Tennista splendido da vedere 😛 😛
Pospisil è uno tosto, ne farà di strada!
(anche a me sta antipatico ma obiettivamente è forte)
Giusto l’articolo a lui, bravi ragazzi
Davvero bello come articolo, e una settimana dove a parte il buon Starace hanno vinto challlenger solo giovani, classe 90/92/93.
Finalmente si intravede il ricambio!! 😉
Vesely oltre ad essere il 93′ più forte al mondo,tra i nati negli anni 90′ è il miglior prospetto nel complesso tenendo conto dei fondamentali tecnici(molto solido da fondo,servizio promettente,ottima mano)fisico(quasi 2 metri,ma molto mobile)e soprattutto mentale(grande attitudine a vincere tutti i tornei ai quali partecipa e ad elevare la qualità nei momenti decisivi). Che gran giocatore…Cmq anche Kudla(92) è molto promettente..più futuribile del coetaneo e connazionale Harrison,questo a dimostrazione che bruciare le tappe come ha fatto Harrison(capace di vincere una partita in un torneo ATP A 15 anni ed entrato prestissimo nei 100) non sempre significa essere destinati a diventare campioni!
pospisil mi sta troppo sulle 00 😡 ad ogni modo ha un gran servizio, anche se mi sembra un po fragile caratterialmente. complimenti ragazzi bravi come sempre