Hawk eye – il tennis a 360 gradi: Il Successo di Nadal, la vittoria di Harrison. Spotlight su Renzo Olivo

30/04/2013 07:20 2 commenti
Renzo Olivo classe 1992, n.193 ATP
Renzo Olivo classe 1992, n.193 ATP

L’Atp 500 di Barcellona il feudo di Rafael Nadal. Potremmo sintetizzare cosi il torneo di Barcellona che per l’ennesimo anno vede il successo di Rafael Nadal che , vince senza perdere un set e concedendo massimo 8 giochi (al terzo turno contro Benoit Paire).

In finale non è riuscito a mettere in difficoltà Nadal l’altro spagnolo top ten Nicolas Almagro anche lui in ottima forma visto che è arrivato in finale senza perdere nemmeno un set ma che ha confermato ancora una volta come i giocatori spagnoli non riescano a spuntarla contro Nadal.
Sorpresa in negativo del torneo è stata senza dubbio l’eliminazione al primo turno di David Ferrer per mano del qualificato Tursunov .A giustificazione di questa sconfitta possiamo dire che lo spagnolo era di ritorno da un infortunio alla coscia quindi di sicuro non era al top della condizione.
Sorpresa in positivo invece possiamo segnalare l’ottimo torneo di Tommy Robredo ex top ten al rientro da una lunga assenza che dopo aver vinto il torneo di Casablanca settimana scorsa si conferma in ottima condizione arrivando ai quarti di finale regolando tra gli altri Thomas Berdych parso ancora non completamente a proprio agio sui campi in terra battuta e grossa delusione di quest’inizio di stagione su terra.

In contemporanea con il successo di Nadal, per uno strano scherzo del destino, trionfa nel torneo 250 di Bucarest il ceco Lukas Rosol al primo titolo in carriera .In molti si ricorderanno di lui perché al secondo turno di Wimbledon dello scorso anno con una partita praticamente perfetta sconfisse proprio Rafael Nadal che dopo quella partita stette fuori 7 mesi. Il ceco gioca un torneo ad altissimo livello perdendo un set solo al secondo turno contro il nostro Andreas Seppi autore di un’altra prestazione di scarso livello con tantissimi errori gratuiti e un livello di gioco veramente deludente.
Altra sorpresa del torneo è il finalista lo spagnolo atipico Garcia Lopez ex top 30 che regola tra gli altri Janko Tipsarevic autore di un pessimo inizio di stagione. Lo spagnolo in finale ha provato in tutti i modi a contrastare gli schemi di Rosol che spingeva soprattutto col diritto in tutti gli scambi tirando fuori degli ottimi rovesci a una mano e andando anche spesso a rete ma nulla ha potuto contro la freschezza del ceco apparso superiore in quasi tutti i momenti del match.

“Il mio obiettivo a Savannah era ritrovare confidenza. In ciascun match sentivo che la mia fiducia cresceva e oggi pensavo di poter mandare la palla dove volevo”. Potere della sicurezza nei propri mezzi.
A volte per migliorare occorre capire dagli errori e avere l’umiltà di ripartire da un gradino più basso. E’ questa la lezione che pare aver imparato Ryan Harrison, dopo che lo sbarco nel circuito professionistico lo aveva proiettato in una realtà di successo, quando ancora non era maggiorenne. Accompagnato da ingombranti aggettivi e con qualche record di precocità, per qualche anno è riuscito a mantenere fede alle promesse; se ci si vuole accontentare del fatto che ha stazionato nei primi cento sin dal 2011 e che già all’età di 20 anni e un mese si era affacciato nei top 50. Perché questo per ora è stato l’unico picco della carriera del giovane della Louisiana.
Se poi si va ad esaminare accuratamente ciò che invece è capitato dal quel fatidico ingresso nel tennis che conta, ci si rende conto che qualcosa non è andato come si sperava. L’ennesima grande promessa USA ha mantenuto poco, così che il tennis americano, con Roddick in fase declinante, ha dovuto ripiegare sugli Isner, sui Fish, sui Querrey e fermarsi ad aspettare Ryan. Infatti l’ulteriore salto di qualità preventivato non si è realizzato ed anzi una preoccupante involuzione sembrava aver attanagliato Harrison. Dal best ranking al numero 43 e dalla 55ma posizione del febbraio 2013, Harrison si è ritrovato in poco tempo al numero 100, con opache prestazioni e assenza di risultati. “Fisicato” nel torace – forse troppo ad osservarlo – con un peso vicino agli 82kg (per 1,83 di altezza), pareva aver smarrito pure la forma fisica. Una riflessione insomma era necessaria, così come l’accettazione di una realtà ben diversa da quella immaginata.

Il passo indietro doveroso, rispetto ad una difficile gestione della popolarità e delle aspettative, è stato compiuto da Ryan la scorsa settimana, quando ha programmato la partecipazione ai Challenger americani sulla terra verde per riguadagnare fiducia e posizioni in classifica. Tornare ai Challenger talvolta non è facile, tanto che alla prima apparizione Facundo Arguello ha ridimensionato i piani, sconfiggendo Ryan a Sarasota in due set (6-7 4-6) al turno iniziale.
Il secondo appuntamento a Savannah in Georgia è stato decisamente più felice. Ryan Harrison, partito con dubbi, se possibile superiori, è riuscito a liberarsi delle paure, tornando a giocare con la sicurezza del tennista di livello più alto, quel livello a cui pensiamo appartenga. Primi turni superati di slancio contro Zverev e Zhang in due set; quarto di finale autorevole contro Odesnik (due set e 4 giochi lasciati); semifinale chiave contro il 36enne Ramirez Hidalgo vinta dopo una battaglia furiosa, chiusa al terzo set; finale con possibilità di rivincita contro l’argentino Arguello, che lo aveva dominato appena 10 giorni prima. Risultato: affermazione senza esitazioni e grossa dimostrazione di superiorità in tutte le fasi di gioco. Forse non è la riscossa; indubbiamente è un segnale incoraggiante e un’iniezione di fiducia fondamentale nella ancora fresca carriera di Harrison. Ad una settimana dal suo 21mo compleanno Harrison vince il suo secondo titolo Challenger (dopo Honolulu, gennaio 2011), il primo su terra.
P.S A Savannah lo scorso anno, dopo una strabiliante settimana partita dalle qualificazioni Brian Baker si affermò, mostrando al mondo il suo tennis meraviglioso. Approfittiamo della bella notizia del ritorno agli allenamenti di Brian per ricordare quel momento e augurargli un rapido rientro, fatto di successi e un pizzico di fortuna in più.

CHALLENGER SAVANNAH (terra verde) – $50.000 – SEMIFINALI E FINALE

(3)R.Harrison b Ramirez Hidalgo 7-6 5-7 6-2
Arguello b Young 6-4 6-3

(3)R.Harrison b Arguello 6-2 6-3

Paul Capdeville trionfa nel challenger di Sao Paolo 2 (nel primo disputatosi a Gennaio trionfò Zeballos). Per Paul si tratta del primo successo nel 2013 e della seconda finale dopo quella persa nettamente a Pereira contro il colombiano Giraldo. Il cileno non ha avuto vita facile durante il torneo, ed ha rischiato di uscire sia contro il serbo Pashanski (battuto 7-5 nel terzo set) e contro Gonzalez (battuto 7-6 sempre al terzo set). Quest’ultimo è la sorpresa del torneo; Maximo infatti sta provando a rientrare nel circuito con discreti risultati. In questo 2013 è stato sconfitto nel Atp 250 di Buenos Aires da Clezar, a Santiago nel terzo turno di quali dallo spagnolo rientrante Pere Riba, a Itajai sconfitto dal francese Michon e a Santos al secondo turno dal brasiliano Dutra da silva (sconfitto in finale da Elias). Altra sorpresa del torneo è il brasiliano Clezar. Il tennista brasiliano, classe 92, quasi 93 (è nato il 31/12/92) sta disputando un ottimo 2013 coronato dalle ottime prestazioni delle ultime due settimane che lo hanno portato a raggiungere le semifinali sia a Santos che a Sao Paolo-

Challenger Sao Paolo 2 (terra) Semifinali e Finale

Capdeville-(q)Gonzalez 57 64 76
Olivo—Clezar 46 75 75

Capdeville b. Olivo 62 62



Hawk Eye: Spotlight
Renzo Olivo, nato a Rosario il 15/03/1992, ha iniziato a giocare a tennis a 3 anni e successivamente è entrato nel club di suo padre che giocava a tennis. A 12 anni è entrato nella prestigiosa accademia di Patrick Mouratoglou a Parigi dove ha affrontato mesi difficili a causa della lontananza dalla sua amata argentina ma è riuscito ad adattarsi e ad imparare molto dal punto di vista tennistico e qui è anche maturato psicologicamente. Tanti gli hobby di Renzo tra cui calcio, musica, carte,ecc. Dal punto di vista tennistico,Olivo è molto aggressivo e varia molto il suo gioco, inoltre ha come principale caratteristica quella della combattività nel campo. Sicuramente Olivo riprende il gioco di molti tennisti spagnoli o argentini come Berlocq. Tra i punti deboli sicuramente Renzo deve migliorare nella tenuta mentale della partita, infatti spesso e volentieri alterna game spettacolari a game giocati con meno intensità. Altra pecca nel gioco di Olivo è la mancanza di un colpo risolutore.

Tra i giocatori preferiti da Renzo ci sono il connazionale Nalbandian e Safin.
Renzo dopo essersi dedicato lo scorso anno a costruirsi una classifica nel circuito futures ha cominciato quest’anno a giocare vari tornei challenger con uno score di 15 vittorie e 9 sconfitte, queste ultime con giocatori di esperienza del calibro di Ramirez Hidalgo, Lorenzi, Reister,ecc. Da segnalare come tutti i tornei giocati dall’argentino siano sud americani e di conseguenza possiamo notare come non si sia ancora spostato dal suo continente nativo. Olivo inoltre questa settimana ha migliorato il suo best ranking precedente salendo al 193 posto del ranking mondiale ed entrando per la prima volta nei primi 200. Probabilmente l anno prossimo sarà l anno della svolta e vedremo se questo giocatore riuscirà a imitare i connazionali Zeballos e Berlocq o attraverserà una stagione negativa come quella di Facundo Bagnis lo scorso anno.
Renzo ha come sogno quello di entrare nella top 10 e di vincere il Roland Garros…vedremo cosa riuscirà a fare negli anni seguenti e ovviamente gli auguriamo il meglio possibile.


Alessandro C.
Francesco Sforza
Daniele Sforza


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2 commenti

Alessandro6.9 30-04-2013 22:47

Sarebbe interessante avere qualche parere su Ryan Harrison e sulle sue difficoltà di progredire tra il 2011 e oggi.
Quali si pensa siano le cause: talento non irrisistibile; salto troppo elevato rispetto al reale valore; immaturità; sviluppo fisico troppo accentuato e appesantimento o cos’altro?
Più che altro mi piacerebbe commentassero tutti i Quinziani, qualora il caso Harrison porti a riflettere sui rischi della precocità e della popolarità, quando si pensa di avere un certo livello e poi magari lo si raggiunge MA NON SI RIESCE A MANTENERLO 🙄 .
Lasciamo perdere poi Young che è un caso “disperato” peggiore di un’equazione matematica di impossibile risoluzione 😆 😆

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Makiri 30-04-2013 08:53

bel lavoro :mrgreen: ..postate il video con i tricks..e chiedeteli come fa che voglio imparare 😆

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