Hawk eye: Il tennis a 360 gradi. Risorge Donald Young. Spotlight su Kenny De Schepper
Donald Young, in lizza per il poco ambito titolo di peggior giocatore del 2012, torna fragorosamente in sella. Risorge dall’incubo di un’annata fallimentare nel modo migliore, ritrovando braccio, vigoria fisica, profondità e righe… insomma tutto ciò che occorre per competere degnamente nell’agguerrito far west dei Challenger.
Il 23enne dell’Illinois è da sempre in perenne altalena, tra l’essere considerato promessa o bluff del tennis americano ad annate alterne. Questa volta sembra svoltare la curva della parabola discendente (attuale n.194), per tentare l’ennesima nuova risalita della china.
La storia sportiva del tennista di Chicago è stata finora un’incompiuta, agli anni giovanili, dove pareva fosse un predestinato (ricordiamo che è il più giovane campione del mondo junior), sono seguiti anni di declino e quasi rifiuto del tennis (pensò di mollare tutto, nauseato dal tennis, dai viaggi, dai tornei). Poi ancora brillanti momenti, quando poco più di 13 mesi fa, nel febbraio 2012, raggiunse il best ranking al numero 38, seguiti da inspiegabili nemesi, come le 17 sconfitte di fila immediatamente successive, che a suo modo gli fanno detenere un invidiabile record, seppure non in solitario.
Ai 1800 metri del soleggiato altopiano messicano Young gioca un torneo perfetto, con poche esitazioni e tanti luminosi frammenti di quel tennis spettacolare e incisivo, di cui si era persa traccia nei meandri di una psiche imperscrutabile, più che di un visibile logorio fisico. Forse neanche stavolta Young ci credeva, quando in semifinale gli saranno frullati per la testa gli unici dubbi di confidenza sull’opera che stava costruendo: contro Weintraub ha rischiato, perde il primo set; si ritrova ad un passo dal soccombere nel secondo set, quando annulla 11 palle break nei turni di servizio; poi, chissà per quale oscuro meccanismo, riesce ad infilare il break decisivo con l’unica palla che il tennista israeliano gli concede in due set; infine, ad inizio terzo set, sfrutta l’occasione giusta (delle due avute), per condurre fino in fondo la partita senza altri patemi, tranne che il piccolo disturbo (si fa per dire) di annullare con disinvoltura altre due palle break. Il conteggio complessivo è implacabile per Weintraub: 3 palle break concesse e due break subiti; 17 palle break a favore, 1 sola convertita. La finale 6-2 6-2 è senza storia soltanto nel punteggio, perché Young deve sudare e annullare 10 palle break, delle 11 concesse nei vari turni di servizio, mentre è chirurgico nelle occasioni avute 5 break su 6 palle avute.
Quella vista a Leon è stata un’ottima versione di Young. Azzarderemmo al miracolo, per aver rivisto quel tennis fisico, che poco concede a tennisti meno potenti di lui – 4 vittorie in due set contro Munoz De La Nava (tds.6), Goyowczyk, Wang in finale e soprattutto Lu (tds.1) nei quarti,lasciando agli avversari dai 4 ai 7 giochi, e una 5ta bella vittoria, quella sopra accennata di semifinale, contro Weintraub -, e se non fosse che Donald è un recidivo delle delusioni, potremmo essere pronti, una volta ancora, a restare sedotti dal suo potenziale e a scommettere tutto su di lui.
CHALLENGER LEON – (cemento – outdoor) – $35.000H – SEMIFINALI E FINALE
Young b Weintraub 4-6 7-5 6-4
Wang b Sela(4) 3-6 6-1 6-4
Young b Wang 6-2 6-2
A distanza di un mese dall’ultimo trofeo vinto, l’olandese Jesse Huta Galung (nr.218) si ripete. Sempre in Francia. In Bretannia anziché in Bassa Normandia; spostandosi da Cherbourg a Saint-Brieuc, in quella che è stata una vera e propria “campagna del nord”. In finale Huta Galung sconfigge il tennista di casa De Schepper in tre set, affermandosi per la 7ma volta nel circuito Challenger. Rammentiamo che dal 2010 il tennista olandese non riusciva ad imporsi in un torneo, quando anche là, a distanza di quattro settimane, incise il suo nome nell’albo d’oro dei tornei di Trani e di Alphen aan den Rjin (Olanda).
A Saint Brieuc il palcoscenico è per gli attori di comprovata esperienza: tanti protagonisti dei turni conclusivi tra i 25 e gli oltre 30 anni, e nessun giovane a proporsi come outsider. Della folta moltitudine di tennisti francesi si salva soltanto la testa di serie numero 1, Kenny De Schepper, considerato favorito alla partenza.
E’ proprio il transalpino (pure unica tds sopravvissuta alle eliminazioni) con Martin Fischer, ad arrivare alla semifinale della parte alta del tabellone. L’austriaco, in via di ripresa dopo lo sfortunato 2012 in cui gli infortuni lo avevano perseguitato, parte dalle qualifiche ed è autore di un discreto rush, concluso alle porte della finale. Tra i due bombardieri prevale il francese, in virtù di una maggiore continuità con il servizio.
Nella parte bassa si qualificano a sorpresa il 27enne Huta Galung e il 31enne ceco Mertl, in uno spicchio di tabellone che vedeva le sconfitte premature di Haider Maurer (tds2), Gicquel (tds3) e Brown (tds5). La sfida è anche la ripetizione del match di quarti di finale di Cherburg, dove Huta Galung ebbe il via libera per poi involarsi al trionfo. Due set bastarono a Cherbourg e altri due set, dall’andamento quasi identico, servono a Jesse per ribadire la superiorità sul tennista Ceco. In una finale giocata sul filo dell’equilibrio, gli episodi e due TB ben giocati regalano la vittoria al tennista olandese.
Jesse Huta Galung vince con merito dando ampie dimostrazioni dell’efficace miscela di pressione e tennis d’attacco, di cui è capace. Riesce, inoltre, nella non facile impresa di vincere tutti i 6 tiebreak disputati, su un totale di 11 set nel torneo. Numeri decisamente interessanti, che sottolineano il felice momento del tennista olandese. De Schepper rimugina sul beffardo esito della finale, persa senza mai cedere il servizio.
CHALLENGER SAINT BRIEUC – (cemento indoor) – Euro30.000 – SEMIFINALI E FINALE
(1)De Schepper b Fischer(q) 7-6 6-3
Huta Galung b Mertl 6-4 7-5
Huta Galung b De Schepper(1) 7-6 4-6 7-6
World Group
La Coppa Davis è la massima competizione mondiale a squadre del tennis maschile. La suddivisione in diversi gruppi permette a quasi tutte le nazioni di partecipare. Analizziamo perciò le varie sfide partendo dalle più importanti, che hanno visto come partecipanti anche noi italiani, per arrivare alle sfide che ci riguardano meno.
Canada-Italia
I Canadesi hanno la fortuna di scegliere la superficie su cui si disputerà la sfida. La scelta ricade su Vancouver già scelta in precedenza per altre sfide. La superficie, come diranno anche gli italiani a fine match (Seppi in primis), è rapida e di conseguenza più adatta alle caratteristiche dei canadesi che riescono ad imporsi, seppur a fatica, contro gli italiani. Probabilmente se gli italiani avessero scelto la superficie (terra quasi sicuramente), il risultato sarebbe cambiato e gli italiani sarebbero tornati in semifinale dopo 15 anni di assenza (Finale nel 1998).
Avere un giocatore come Raonic, difficile da brekkare su queste superfici, è stato fondamentale per i canadesi. Nonostante questo la sfida era aperta in quanto gli italiani in caso di vittoria in doppio potevano fare il colpaccio. La vittoria in doppio non è arrivata, nonostante la maiuscola prestazione di Bracciali/Fognini (sconfitti 15-13 nel quinto set) e con la sconfitta di Seppi contro Raonic è arrivata la sconfitta per gli italici.
Serbia-Usa
Nonostante la presenza del numero 1, nella nazionale serba le aspettative per questa sfida non erano delle migliori. Gli americani dispongono infatti del doppio più forte al mondo, Mike/Bob Bryan, e hanno a disposizione giocatori come Querrey e Isner adatti alle superfici veloci e favoriti anche dal pubblico di casa. Nonostante la bolgia della Taco Bell Arena i serbi si sono imposti 3-1 nella sfida contro gli americani. Decisivi il doppio con la vittoria di Nenad Zimonjic (ottimo doppista) e di Ilja Bozoljac (ottimo battitore sulle superfici veloci ed in ripresa in questo 2013) 15-13 al quinto set dopo essere stati avanti di due set a zero. Nonostante l’infortunio, Novak Djokovic, mettendo a rischio Montecarlo, si è imposto in 4 set contro Sam Querrey e ha portato la sua nazione in semifinale evitando il 5 incontro che avrebbe visto sfidarsi Troicki e Isner.
Francia-Argentina
La partita più impronosticabile di questi quarti di finale di Coppa Davis vede di fronte Argentina e Francia. Si gioca a Buenos Aires e la superficie è ovviamente la terra rossa. Dopo le prime 3 partite si vedono le difficoltà di adattamento dei francesi a questa superficie, lenta, che porta prima Berlocq ad arrendersi in 5 set contro Tsonga, poi Monaco ad imporsi in 3 facili set contro il transalpino Simon e infine il doppio formato dal veterano Nalbandian e da Horacio Zeballos imporsi in 4 set contro il collaudato doppio francese formato da Bennetteau e Llodra. Nonostante questo vantaggio la sfida non è decisa e Tsonga con la vittoria in 3 facili set mette pressione agli argentini. L’ultima sfida è quella tra Berlocq e Simon, se guardassimo il ranking dei due giocatori sembrerebbe scontata la vittoria di Simon, invece è Carlos Berlocq con il suo gioco “brutto” ma efficace ad imporsi in 4 set spinto dal pubblico di casa.
Kazakhstan-Repubblica Ceca
Si gioca nella capitale kazaka, Astana, e tra i cechi spicca l’assenza del top 10 Tomas Berdych. Con quest’assenza sembrano aumentare le possibilità per i kazaki che partono quindi favoriti. Dopo la prima giornata i cechi si portano in vantaggio 2-0 grazie alle vittorie sorprendenti di Hajek in 3 set contro Kukushin e Rosol in 4 set contro Golubev. Il doppio prova a riaprire i giochi con la vittoria in 3 set di Golubev/Schukin contro Hajek/Stepanek (che non è stato schierato per i singolari) ma con la vittoria di Rosol in singolare contro Korolev la nazionale ceca approda in semifinale che giocherà in casa contro l’Argentina.
Group I
Due le sfide nel continente sudamericano: Ecuador-Chile e Colombia Uruguay. La prima sfida è molto interessante e vede partecipare tra gli altri, il giovane cileno Garin (96). La vittoria va agli ecuadoriani con le due vittorie in singolare di Campozano, giocatore che è in continua crescita in questo 2013, e la vittoria nell’ultimo singolare del numero 599 Gomez. Molta sfortuna per i cileni che hanno perso con Garin il primo singolare al 5 set 9-7, il 4 match grazie al ritiro di Capdeville, e il quinto match sempre con Garin sconfitto in 4 set dall’ecuadoriano Gomez..
Nella seconda sfida tutto secondo pronostico con la vittoria della Colombia per 5-0 contro un Uruguay che presenta il solo Felder (num.522) e poco altro.
Due le sfide anche per quanto riguarda il gruppo Asia-Oceania: Australia-Uzbekistan e Korea-Giappone. La prima sfida ha visto trionfare l’Australia per 3-1. Molto importanti i 2 punti portati dal giovane Tomic prima contro Dustov e poi, molto più importante, contro Istomin. Istomin aveva pareggiato i conti battendo in 4 set Marinko Matosevic e poi in doppio, sempre con Dustov, si è arreso al 5 set contro la coppia formata dal sempreverde Hewitt ed Ebden. Sembrava tutto facile invece per i giapponesi che hanno dovuto faticare più del previsto contro i sud koreani. Con due giocatori come Ito e Soeda la vittoria sembrava già fatta ma invece Soeda non era al meglio della condizione e prima ha portato al 5 set il numero 742 Cho e poi si è arreso in 4 set al numero 445 Lim. Nonostante questo Tastuma Ito ha risolto la situazione battendo in 3 set Cho, schierato a sorpresa al posto di Jeong (numero 314)..
Sono quattro invece le sfide per quanto riguarda il gruppo Europeo-Africano. La sfida più scontata alla vigilia era quella tra Sud Africa e Polonia, giocata in Polonia, che con giocatori come Janowicz e Kubot non ha avuto problemi con gli africani e si è imposta per 3 match a 1 (unica vittoria per De Voest, vittorioso in 4 set contro Kubot). Altra sfida scontata sembrava quella tra l’Ucraina e la Svezia. Sembrava perché infatti gli Ucraini hanno faticato più del previsto, complici anche scelte tattiche strane (Molchanov che gioca al posto di Marchenko e Stakhovsky). Prima degli ultimi due singolari gli ucraini erano sotto nel punteggio per 2-1 complice la vittoria a sorpresa dello svedese Eriksson contro Molchanov e la vittoria in 5 set di uno dei doppi più forti al mondo di Brunstrom e Lindstedt contro Molchanov/Stakhovsky. Dolgopolov, come al solito, ha iniziato con il piede sbagliato ma è riuscito a battere il sorprendente Eriksson(num.642) in 4 set.
Incerta alla vigilia sembrava anche la sfida tra Romania e Olanda, con i rumeni che a sorpresa hanno deciso di giocare su una superficie veloce nonostante avessero un giocatore come Ungur poco adatto a queste superfici. Il risultato è stato strabiliante per gli olandesi che si sono imposti con un’assurda facilità per 5-0 contro i vari rumeni (Ungur, Hanescu e Copil) perdendo solo tre set, due contro Hanescu e uno contro Ungur nell’ultimo singolare.
Incredibile invece la vittoria della Gran Bretagna, giocata a Coventry, contro i russi. Dopo le due sconfitte da parte di Evans e Ward, tutte e due amare, nei due singolari iniziali la sconfitta sembrava vicina. Ci hanno pensato Fleming e Marray a riaprire i giochi, con una facile vittoria ai danni del doppio russo Baluda/Kunitsyn. Infine nel quarto singolare Tursunov dopo essere stato in vantaggio per due set a uno si è fatto rimontare ed è uscito sconfitto a sorpresa dal confronto con Ward. Infine, altro risultato a sorpresa, la vittoria di Evans in tre set facili contro il giovane Donskoy.
Hawk Eye: Spotlight
Lo spotlight di questa settimana è dedicato al tennista francese Kenny De Schepper, abituale frequentatore del circuito challenger, che questa settimana è impegnato nell’Atp di Casablanca. Vedendo giocare il transalpino non si può fare a meno di notare il suo tennis di attacco, sempre alla ricerca della rete e del massimo rischio da fondo(la continuità nell’arco della partita e della stagione non è il suo forte), un tennis molto diverso dalla quasi totalità dei suoi colleghi, frutto della sua notevole altezza (è alto 2 metri). Il giocatore francese è uno dei tennisti che più hanno scalato il ranking negli ultimi anni, da quando nel 2010 ha iniziato a giocare nei tornei futures costruendosi una classifica che gli hai poi permesso di entrare stabilmente nei main draw dei challenger.
La storia di De Schepper è davvero particolare: come tradisce il suo cognome, non ha origini francesi, suo padre è infatti un ex giocatore belga di squash che gli ha trasmesso la passione per il tennis; Kenny è però nato a Bordeaux, pertanto ha acquisito la nazionalità francese e ha da subito affascinato la federazione francese che ha deciso di puntare su di lui. Il giocatore su cui faceva affidamento la federazione era però ben diverso dall’attuale De Schepper(aveva una statura decisamente nella norma) ma nel giro di una sola stagione il tennista francese è cresciuto di ben 20 cm ed ha dovuto dunque stravolgere completamente il suo gioco dandogli un’impronta decisamente più offensiva. De Schepper ha allora pensato di abbandonare il tennis professionistico salvo poi decidere di continuare cambiando completamente stile e tecnica di gioco, passando dalla presa bimane al rovescio ad una mano e dando vita al giocatore atipico che è oggi.
I risultati degli ultimi mesi hanno portato De Schepper a ridosso dei primi 100, si spera che possa avvenire la sua definitiva consacrazione nei prossimi mesi in modo da regalare agli appassionati un giocatore molto divertente, nato nell’epoca sbagliata, quella delle superfici che penalizzano gli attaccanti.
Alessandro C.
Gianni Pagano
Daniele Sforza
TAG: Hawk Eye, Kenny De Schepper, Young
@ messi (#826404)
sono d’accordo con te, questa è una statistica effettivamente attendibile…è che io, da suo tifoso, ci sono rimasto un po’ male visto che l’avversario non mi sembrava insormontabile…mi sarei aspettato semmai una sua uscita al 2° turno contro Sela, ma il 1° pensavo lo superasse 🙂
Giudizio troppo affrettato…. dopo una vittoria in un challenger al 80% si viene eliminati nel torneo dopo..quindi aspetta a giudicare…vedremo cosa farà donald. 😉
redazione, questo articolo di ieri è stato prontamente smentito…è sempre il solito Donald Young, ieri, 1° turno del Challenger di Guadalajara in Messico dopo soli due giorni dalla vittoria in quello di Leon, 6-3 6-1, sconfitta in un’ora di gioco contro tale Menendez-Maceiras…..non propriamente un fenomeno….
Boh,Kenny è cresciuto 20cm,io è 10 anni che sono alto 1,75….manco di sotto mi cresce qualche cm in più,lui addirittura 20cm in una sola stagione! 😆
ahahhaha
idolo jesse!!!
Kenny è un giocatore davvero strano. Gioca come un robot!
lo volevamo fare….ma abbiamo preferito il buon kenny a lui…al prossimo torneo prometto che si farà lui! 😛
mai nessun articolo su huta galung…
immaginate se QUINZI dovesse fare la fine di Young 😯
suicidi di massa 😆
Young non sarà il predestinato ed il fenomeno assoluto che era dipinto dalle categorie junior, ma non è neanche giocatore che meriti l’attuale ranking, nè n. 194 che era prima di questo torneo, nè n. 160 che è ora dopo averlo vinto….penso che potrà tranquillamente ritagliarsi un suo spazio ed una posizione che prima o poi si stabilizzerà nei 100 senz’altro, ma io penso possa anche tornare ad attestarsi intorno alla 30-40 in futuro come gli era successo ad inizio anno scorso
Sempre meglio ragazzi! Analisi approfondite e mai banali. Mannaggia a De SChweppes